ANNO 1975 (Pagine in costruzione) mese di NOVEMBRE

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L'inizio del mese � turbato dalla notizia della tragica scomparsa di PIER PAOLO PASOLINI.
(I fatti in  CULTURA & COSTUME).

Ci sono poi gli eventi politici esterni che coinvolgono e appesantiscono il dialogo tra comunisti e democristiani appena iniziato.

Gli eventi li abbiamo gi� accennati  in anticipo nel mese di FEBBRAIO (vedi) in comune con i fatti del Portogallo. Sono eventi che hanno una ragione d'essere in queste pagine  di cronaca italiana, perch� hanno  avuto un grande impatto psicologico positivo e negativo dentro i maggiori partiti italiani operanti in questo periodo, dove, "lo scenario politico europeo dal dopoguerra non � ancora ben definito, e le "svolte" sia a destra sia a sinistra in alcuni Paesi europei, sono ancora tutte in un possibile accadimento". Questo quel che pensano e vanno affermando i politologi e gli intellettuali dentro uno schieramento o nell'altro, compresi molti  organi d'informazione  non informati, spesso faziosi perch� al soldo, o entrati in un'euforica irrazionalit� fuori della storia..

In Italia soprattutto; dove l'affermazione alle ultime elezioni amministrative per alcuni � la vittoria che anticipa l'affermazione della sinistra in Occidente, gi� chiamato "eurocomunismo", mentre per altri: democristiani, cattolici,  liberali, piccola e grande borghesia di notabili e d'imprenditori, � un "campanello d'allarme". Mettono subito in mobilitazione le grandi (ma pagate) penne del giornalismo per sferrare la loro campagna anticomunista; come Indro Montanelli sul Giornale nuovo.

Prima il "campanello" Portogallo, e abbiamo visto com'� finita. Mezza Europa ha tirato il fiato per un attimo, poi si sono svolte le elezioni in Italia con la storica affermazione dei comunisti ed � ripresa l'angoscia, che non � finita, c'�  ora il terrore del "sorpasso" per le ormai date per certe prossime elezioni politiche visto che il governo Moro sembra proprio avere  i giorni contati.

A questa cappa grigia che gi� preoccupa, s'aggiunge  l'incognita    della Spagna, che si appresta a vivere il suo momento storico. Alcuni lo temono rosso, altri in nero. C'� chi plaude e chi teme di dover fare le valige.

Sbagliano gli uni e gli altri.  Entusiasmi e timori  nell'arco di pochi mesi scompaiono. Ancora una volta i politologi si sono dimostrati o troppo ottimisti o delle   cassandre, compresi molti autorevoli  giornalisti legati al carro degli uni o degli altri. Sfogliando i giornali dell'epoca, non troviamo una sola analisi lucida, realistica, o almeno che rispecchi la concretezza della vita quotidiana dei cittadini, per nulla impressionati, ne' da neri, ne' da rossi, e neppure dagli attentati terroristici.

Anzi, mai in Italia � esistito un "individualismo costruttivo" come in questa seconda met� degli anni Settanta nonostante   un'inflazione costante  a due cifre sempre vicine al 20% anno abbia divorato averi, risparmi, e spesso vanificato i risultati in ogni categoria di lavoratori, d'impiegati e d'imprenditori. Perfino   Agnelli sar� costretto ad accettare fra poco i 45 milioni di dollari di Gheddafi (il 10% della Fiat) e far� entrare nel suo consiglio d'amministrazione due rappresentanti libici avvolti nel candido lenzuolo bianco.

Il pragmatismo non era solo in Corso Marconi a Torino, ma era entrato nell'ottica d'ogni italiano, che non ebbe tempo di soffermarsi n� sulle utopistiche avventure, n� di accontentarsi d'alcuni  miseri  "pacchi regalo" distribuiti con quel "compromesso"  rivelatosi poi ininfluente sul corso della vecchia arrogante politica di tre o quattro democristiani. Una Trimurti  (che vuole creare, conservare, riassorbire) che proprio Berlinguer ha rivitalizzato  ad un passo dalla letale malattia infettiva scoppiata con la corruzione, che questa  volta ha coinvolto rappresentanti di governo, e gi� si sussurra anche il vertice dello Stato.   Poi, la notizia dei fondi neri e dei finanziamenti della CIA, che alla fine dell'anno   il N.Y.Times rivela, hanno ricevuto Andreotti, Donat Cattin, la destra del PSDI e una corrente del sindacato Cisl. Naturalmente smentiscono.

Non solo, ma Berlinguer ha vitaminizzato anche i socialisti. Estinta    la vecchia politica demartiniana (De Martino ora nella DC non ha nemmeno pi�    "l'amico" Rumor - caduto in disgrazia) � arrivato il nuovo con la rivolta dei "quarantenni". Dove ce n'� uno che sembra scialbo, ma che va subito in alto e ha un fiuto eccezionale: ha afferrato la situazione. Capisce che il    "compromesso"  Moro-Berlinguer � un "falso", un ipocrita pateracchio, un "bipartitismo imperfetto", e le alternanze o i governi stabili cui aspira l'ingenuo Berlinguer stando all'opposizione sono irrealizzabili.

Questo ciclone dentro il PSI che si chiama BETTINO CRAXI sta facendosi ora le ossa a Milano e  compare all'improvviso il prossimo anno all'hotel   Midas, assieme ai "quarantenni" che hanno travolto De Martino. Craxi � messo al vertice da queste "volpi-registi-congiurati" (in prima fila Manca, Mancini, Giolitti) come uomo della transizione, sorprende tutti e diventa lui il leone regista. E non restituisce solo una identit� e una immagine al partito, che secondo i suoi abili calcoli con i maggiori consensi pu� aspirare a diventare l'ago della bilancia dei futuri governi, ma fa riscoprire anche a tutti gli altri partiti qual � il loro primo e pi� importante compito:

Quello di prendere prima  i voti dai cittadini presentando un preciso programma,   e non quello di restare immobili e permettere ad un governo con la sua arrogante e consolidata autonomia di fare programmi e poi cercare il consenso dei cittadini, che anche se non viene - come spesso � accaduto in trent'anni - seguita a camminare a testa bassa ignorando, sia le esigenze del Paese sia i voti di quei cittadini che hanno delegato il potere democratico (l'opposizione ha un suo potere) ad un partito e   poi  vedono i dirigenti dello stesso sedere al banchetto della potente oligocrazia e farsi servire, come primo, un piatto di lenticchie, e come secondo, un... "compromesso".

Rivisitando gli interventi di Craxi in questi anni (piaccia l'uomo decisionista o non piaccia l'uomo arrogante), scopriamo indubbiamente il suo grande merito di aver riportato la politica alle sue funzioni. Ribalta i ruoli e compie la rivoluzione copernicana. I partiti  devono riaffermare la loro appartenenza al  sistema "eliocentrico"; sono i partiti che formano i governi, e d� a loro poi il potere di esercitare una autorit�, non i governi a ribaltare il sistema imponendo quello falso "geocentrico", cio� prendersi autonomamente l'autorit� e far girare attorno i partiti, alleati o no, che ormai da trent'anni sono relegati a fare umilianti comparse, chiamate "consultazioni", "patti", "strategie dell'attenzione", "intese programmatiche",  e ultimamente "compromesso".
Dato che a qualcuno (in entrambi i due partiti) dava fastidio questo termine (per i DC integralisti era un patto col diavolo per i comunisti marxisti un prostituirsi gratis) si addolc� in "accordo di solidariet� nazionale", o in "ipotesi di collaborazione per governare". E si cadr� nel ridicolo quando si arriver� a varare il "governo della non sfiducia"  dove le astensioni (303) superarono i voti favorevoli (258) il 6 agosto del prossimo anno, al governo monocolore Andreotti, subito dopo le elezioni, che qualcuno defin� "dei due vincitori", anche se a uno dei due, al PCI, per la collaborazione data fu fatto solo reggere il moccolo, sufficiente per� alla DC per riprendersi i voti persi.

Un accordo, questo compromesso, nato su ispirazione democristiana, decisamente moroteo, e pi� che un amo quello gettato da Moro a Berlinguer, fu un �ncora di salvataggio del   "sistema" oligarchico  democristiano, che   utilizz�   Berlinguer per varare alcune misure d'austerit�,  per fare accettare ai lavoratori con il suo appoggio (non estranei gli stessi sindacati, che verranno a loro volta contestati)  i tagli nelle festivit�, il blocco delle indennit�, la disincentivazione della scala mobile e tanti altri sacrifici impopolari, senza la contestazione della piazza.

E' la fase  della berlingueriana "Solidariet� nazionale" che fa digerire alle masse dei lavoratori anche i bocconi pi� amari ("L'ha detto Berlinguer"!)   e fa riguadagnare in pochi mesi alla DC - alle prossime elezioni di giugno - i voti persi. Tanto da permettersi di varare un governo tutto democristiano, il gi� citato sopra anomalo governo monocolore di Andreotti. Da quella poltrona, con qualche piroetta e qualche salto mortale, Andreotti non verr� pi� via fino al 1979. Una restaurazione quella di Moro - utilizzando Berlinguer - perfettamente riuscita.

Del resto un compromesso lo propone sempre il pi� forte, non il pi� debole. E quando si fa, chi lo ha proposto, dal banchetto fa cadere solo le briciole. E briciole furono quelle raccolte dal segretario comunista. Non sufficienti per sfamare il suo elettorato, e troppo misere per attirare l'elettorato  moderato, quello laico, una buona parte dei socialisti allo sbando, gli estremisti e gli extraparlamentari.   Perse cos� il "sorpasso".  Il prossimo giugno. E l'importanza di chiamarsi PCI.

Berlinguer ha dunque commesso quest'anno degli errori molto ingenui. Tante cambiali firmate in bianco, che nel corso di un paio d'anni (come vedremo) sono state messe poi all'incasso dai suoi scaltri avversari, senza essere riuscito ad accumulare quel progressivo capitale composto, che dalle elezioni di quest'anno era il minimo che i suoi elettori si potevano attendere e... pretendere, dopo il pieno di voti   in cinque regioni e nelle grandi citt�. Elezioni che non erano politiche ma di fatto, avevano gi� spaccato in due il Paese. ("Due cose a me - gli propose la DC - e una cosa a te". Forse era questo il compromesso)

Un Paese in cui la collettivit�, nonostante l'apparente individualismo (gli intellettuali e i sociologi fanno a gara a dire che gli italiani hanno scelto ormai la linea menefreghista), ha avuto una visione pi� ampia dei politici, quasi istintiva.   Molto attenta, si � soffermata a suo modo ad osservare il Paese in generale e a cogliere intelligentemente l'essenziale. Su questo essenziale - che qualcuno ha gi� chiamato il suo irrinunciabile, per aver toccato con mano negli ultimi anni un po' di benessere di cui non vuole pi� privarsi - il Paese lavora, e sta avviandosi e mettendo le basi di un miracolo economico molto pi� straordinario di quello dei primi anni Sessanta. Quello fu accidentale, fortunoso, imprevisto, perfino surrealista, e quasi interamente  ottenuto con inenarrabili sacrifici dentro una inerudita societ�, ancora tutta proletaria e contadina, alimentata a "pane e mortadella".

Quello che invece sta avvenendo ora, � un "miracolo" fatto di decisionismo, e ha tanta creativit� e intelligenza. Molta intelligenza, visto che ha tutto contro: crisi mondiale, crisi petrolifera,  inflazione, le casse dello Stato vuote, le Banche che chiedono allegramente interessi del 30%,  il potere guida assente, e tanta mediocrit� sui Sette Colli, dove invece dovrebbe esserci il "faro" e gli addetti all'"illuminazione" per non sbattere sugli scogli della bancarotta. Per fortuna agli italiani non fu necessario n� chi indicava la direzione da prendere, n� chi aveva le pretese di illuminare la "sua" strada. In questo periodo l'Italiano era quanto di meglio esisteva in tutta Europa. A non saperlo erano solo i politici italiani.

Quando in Inghilterra comparve la Thatcher (1979), il thatcherismo in Italia era gi� stato scoperto dagli italiani gi� da un pezzo. Pur nella loro autonomia (i denigratori lo chiamavano puro egoismo) legata all'interesse personale, quindi al profitto, avevano scoperto la solidariet� del "gruppo" per prendersi in un modo orizzontale il potere. Ed invece di correggere la politica le storture della societ�, � la societ� che va a correggere le storture politiche.

L'Autore che scrive, in questo periodo ha percorso e vissuto su tutta l'Europa. In 25 Stati, compresi quelli "caldi", e non da turista. Nessuna popolazione in Europa nella propria quotidianit� (questa � la cartina tornasole pi� importante per comprendere un Paese) aveva una visione realistica come quella italiana. Nessun Paese aveva la dinamicit� e creativit� pari a quella Italiana, anche dentro le piccolissime pieghe, nascoste, dell'economia del Paese. Un "gruppo" egoistico ma solidale e compatto anche nella sua grande diversit�, fatta di grandi e piccoli imprenditori, ceto medio, impiegati, lavoratori.

Il tedesco ha la necessit� di avere un capo per rendere molto. Al francese gli occorre lo Stato forte nazionalista e Parigi per sentirsi qualcuno. Mentre l'italiano d� il meglio di se'  quando, � privo di entrambi. Poliedrico ed eclettico com'�, � l'unico soggetto europeo capace di gestirsi da solo e di gestire anche i suoi soldi, pochi o tanti, meglio dello Stato.
Ai repentini abbandoni, all'"arrangiatevi" � abituato da secoli. E se da una parte tutto questo non ha mai permesso di creare una coscienza nazionale, ha permesso per� di sopravvivere a tutte le tempeste. In qualche "buco" dell'Italia andata a "rotoli", � sempre venuto fuori il meglio dell'Europa, che poi ha fatto scuola. I Comuni, il Rinascimento, la Serenissima, l'Imprenditoria toscana, quella lombarda, l'improvvisata industria tessile biellese, il "miracolo economico" degli anni Sessanta, quello del Nord Est o delle Marche nei sottoscala, del Turismo partendo da modeste pensioncine, o della Moda nata in qualche piccola sartoria, ecc. ecc.

Da parte degli osservatori americani, il Paese che aveva la maggiore stabilit� civile sociale e politica, era proprio l'Italia. Le dispute politiche interne, erano considerate contese di cortile, e le opinioni sul  terrorismo erano alquanto riduttive; definite azioni  fuori tempo, con scelta di obiettivi anacronistici e spesso con una diversit� degli scopi; spesso trascesi nel teppismo, quindi con nessuna etica ("si fanno le rivoluzioni  per abbattere il marcio ed essere superiori; Aristotele),  n� tantomeno in possesso di una forza logistica, quindi gruppi destinati all'autoisolamento e al fallimento (la frattura poi diventer� enorme nella gestione del sequestro Moro. Una parte delle BR stava per consegnare tutta "impacchettata" l'altra parte).

Gli americani le stesse considerazioni le avevano fatte alla Liberazione, nei confronti dei partigiani, e pur  risultando utili quelle azioni di guerriglia, non ne concepivano le gesta. Ed erano quasi centomila i partigiani!   Figuriamoci i due/trecento che si aggiravano in Italia, qualche volta confezionando bombe alla gelignite; considerata una follia, un suicidio, un nichilismo determinato dalla mancanza di solidi ideali. E se esistevano, erano utopistici e spesso in contrapposizione dentro gli stessi gruppi. Gruppi, che si stanno gi� sciogliendo (Potere operaio lo scorso anno, Lotta continua lo far� nei prossimi mesi) o che si stanno avviando fin da questo momento, nonostante tanto "rumore" (oltre 2000 attentati) e tanti innocenti caduti,  verso la "strategia dell'autoannientamento"; primo per mancanza di un serio progetto;  secondo per il "pentitismo" dilagante di alcuni, fatto per opportunismo o per venire fuori da una strada che non portava da nessuna parte, perch� tutti finiti dentro in un vicolo cieco.

Oggi negli anni 2000, viene proprio da ridere (o da piangere) leggere quelle frasi nei cartelli delle manifestazioni "La Cina � vicina, � gi� in Albania". (Abbiamo poi visto tutti come � arrivata l'Albania in Italia in questo 2000, sulle bagnarole e a chiederci la carit�).

20 NOVEMBRE - Muore   il dittatore spagnolo FRANCISCO FRANCO.

27 NOVEMBRE - Sale sul trono re JUAN CARLOS I DI BORBONE. Le forze di opposizione (che perch� antifasciste dagli europei sono considerate tutte di sinistra e leniniste e marxiste - l'errore del '48 in Italia)  reclamano l'instaurazione di un governo democratico con libere elezioni e un'amnistia per  tutti i detenuti politici fatti imprigionare dal Caudillo solo perch� oppositori.(Il 12 giugno scorso ne aveva giustiziati cinque, e si era attirato lo sdegno di tutto il mondo. Numerosi governi avevano per protesta richiamato i loro ambasciatori a Madrid, mentre il Messico aveva chiesto l'espulsione della Spagna dall'Onu.
A formare un primo governo di tendenza moderata l' 11 DICEMBRE,  � un liberale, NAVARRO fino a quando sar� nominato capo del governo SUAREZ, che dar� poi il via ad alcune riforme, alla ricostituzione dei partiti, e infine nel '77, alle libere elezioni democratiche dopo quarant'anni di dittatura. (ne abbiamo anticipato i   risultati gi� in febbraio). Elezioni che nonostante le grandi aspettative non premieranno i comunisti, anzi i miseri 20 seggi su 350 disponibili, ridimensioneranno quello che mezza Europa cred� e tem� essere il partito vincente. La piattaforma dove doveva partire la prima affermazione del nuovo "Eurocomunismo", e poi con una reazione a catena diffondersi e spaventare l'Europa occidentale.

Gli unici a non entrare in fibrillazione, furono i pi� interessati, gli americani. Non diedero il minimo peso agli eventi, n� a quelli portoghesi n� a quelli spagnoli. La situazione era chiara. Della sinistra conoscevano benissimo tutta la debolezza, e di aiutare la destra non avevano proprio alcun interesse. Ed era (nonostante alcune dichiarazioni di qualche ambasciatore) lo stesso atteggiamento nei confronti dell'Italia, dove ora la duttilit� (i compromessi) era arrivata fino al livello della massima dirigenza comunista che voleva cos� ritagliarsi, come gli altri,  la propria fetta di potere nei feudi regionali, a spese di quello autorevole e concertato che sarebbe invece stato necessaria all'intero Paese.

Chi "gridava" in questo periodo ai complotti dei servizi segreti dell'Alleanza Atlantica non era a contatto con il Paese, e non sapeva nulla cosa stava avvenendo nel resto d'Europa, ma viveva dentro un cortile da dove non usciva mai a tastare il polso di cinquanta milioni di italiani dentro le case, sul lavoro, nelle piccole e grandi aziende, nelle strade, nelle botteghe, in vacanza o nella semplice piazzetta del paese, n� scopriva che tipo di rivoluzione avevano in mente gli italiani e... le italiane.

Nel mondo dell'economia, a influenzare il costume e la societ�, a condizionare uno stile di vita, stanno spuntando anche loro, in modo prepotentemente. Le vedremo il prossimo mese marciare due volte a Roma, decise e determinate a ritagliarsi il loro spazio senza le stampelle dei partiti e rifiutando persino i contestatori storici di Lotta Continua, quasi gelosi di questa loro autonomia. Perch� le donne, ora, vogliono   marciare "da sole".

CRISI - RIVOLUZIONE - RINASCENZA

Gli economisti dissertavano sui giornali e scrivevano saggi, che era finita un epoca, che le risorse energetiche avevano i giorni contati (facevano continuamente i conti di quanti barili di petrolio erano ancora disponibili - anche questo era terrorismo!)    che le profezie malthusiane erano esatte, che i limiti dello sviluppo li avevamo raggiunti, che bisognava adottare una pianificazione collettivistica. Il Club di Roma faceva altrettante apocalittiche profezie sul brusco arresto nell'economia mondiale, e Mansholt  alla CEE allarm� tutta l'Europa con la sua relazione-analisi dove affermava "signori miei stiamo entrando nella fase "Crescita zero". Quante cassandre!!

Un allarmismo che cos� rivel� agli arabi tutta la debolezza dell'Occidente, che venne molto utile per i detentori delle risorse energetiche per quadruplicare il prezzo, con tutte le complicazioni inflazionistiche sul business mondiale.

A dare una mano a tutte le Cassandre italiane, europee e mondiali, spuntarono come funghi i movimenti antiprogresso e anche i movimenti estremistici come abbiamo visto contro i capitalisti, le multinazionali, la borghesia.

Sbagliavano anche qui tutti. Il recupero, dopo questo terrorismo psicologico (che aveva moltiplicato solo i danni) fu invece spettacolare, il capitalismo si riprese subito, forte, e su tutto il pianeta; la crisi fu superata, compresa quella petrolifera; si svilupparono nuovi modelli organizzativi, e aumentarono quelli decentrati.

Invece quello collettivistico croll� miseramente quando a scoprire e a credere nell'economia di mercato (data per spacciata) iniziarono i "neonati" del nuovo "villaggio globale", e paradossalmente i "neonati" del    "piccolo villaggio" italiano. I primi, sono le varie Taiwan, Singapore, Honk Kong, Corea, Cina ecc. e i secondi, i piccoli paesini sconosciuti all'interno della nostra penisola dove nascono i Della Valle, i Benetton, i Luxottica, gli Armani, i Versace, i Tanzi, e i vari Rana e mille altri dentro quei piccoli laboratori che diventeranno industrie. Partono tutti all'incirca in questo 1975, e secondo gli analisti e gli economisti del tempo, tutti con il vento a sfavore e senza un futuro.
Che cantonata che presero!!!!

FINE MESE NOVEMBRE

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