ANNO 1971 (provvisorio) (Parte Quarta)

Il gruppetto della DC "PI-RU-BI" (*) al completo: Piccoli (TN), Bisaglia (PD), Rumor (VI)
(*) (Dal nome dell'Austostrada PD-VI-TN) (caduti i "3 regni" � rimasta incompleta)

- 19 GENNAIO - DE MITA scalpita e riafferma alla direzione DC (lo aveva gi� fatto seriamente nel '69 a Firenze, chiedendo un patto costituzionale aperto al PCI) che "il partito non pu� proprio rifiutare l'offerta di disponibilit� di collaborazione che viene dal PCI". E qualcuno si allarma.

DE MITA � un giovane molto intelligente, ma � un ribelle dentro la DC fin dal 1964, quando alle precedenti votazioni per il presidente della Repubblica fu sorpreso a votare scheda bianca anzich� Leone; una rilevante indisciplina che gli cost� la sospensione dal partito (e quest'anno in vista c'e proprio la "sorpresa" Leone!) Ma non cadr� in disgrazia, anzi, sar� sempre dentro i governi Andreotti, Moro e Rumor, e salir� ancora).


L'avellinese � grintoso, insofferente alle "mummie" del partito e ha una forte capacit� di sintesi. Capisce i momenti difficili e ha capito subito i "nuovi tempi"; vorrebbe un rinnovamento totale, ma deve purtroppo scontrarsi con la corrente dorotea e con quella di destra dove scalpita da anni un altro rampante protetto dai vecchi e nuovi "baroni" , FORLANI, un tempo il delfino di FANFANI.

Ci vorranno dieci anni perche' all'interno della DC afferrino le idee di De Mita; e di fronte al crollo della DC nel 1983 (perdita del 6,9% al Senato, 5,4% alla Camera) correranno ai ripari e lo eleggeranno segretario, ma quando gi� era arrivata la "punizione" Craxiana. Il non ascoltare De Mita in quest'anno 1971 fu il primo passo della DC verso la disfatta (non erano bastati neppure i saggi consigli di Fanfani. Ma ne riparleremo piu' avanti)


24 GENNAIO
- GUERRIGLIA IN CALABRIA - A Reggio ancora dimostrazioni e tumulti per la scelta del capoluogo. Viene assaltata la sede della DC per non aver mantenuto le promesse dell'elettorato. La polizia con autoblindo e mezzi cingolati scioglie i cortei di dimostranti; ne seguono barricate, sassaiole, cariche, percosse e la guerriglia urbana. Numerosi i feriti.

4 FEBBRAIO -
GUERRIGLIA IN CALABRIA - Altri incidenti, ma questa volta a Catanzaro e sempre per gli stessi motivi. Gruppi di antifascisti protestano per le strade con manifestazioni e barricate, e forse per vendicarsi dell'attacco alla DC di Reggio un gruppo minaccia la sede del MSI. Poi il dramma: - qualcuno dice da una finestra del MSI - altri da teppisti provenienti da una via laterale, vengono lanciate sulla folla quattro bombe a mano. Il bilancio � di un morto e 14 feriti.

Sull'onda dell'emotivit�, questa volta Catanzaro la spunta: Il 16 febbraio un centrosinistra regionale vota come capoluogo Catanzaro, mentre Reggio Calabria diventa sede del consiglio regionale. Ma a Reggio si sentono beffati e riprendono i tumulti.

10 FEBBRAIO
- Svolta dentro il PSU al suo congresso a Roma. Per il momento c'� il cambio del nome e si ritorna alla vecchia denominazione PSDI (Partito socialista democratico italiano) Mentre MAURO FERRI viene riconfermato segretario e MARIO TANASSI alla direzione.

11 FEBBRAIO -
Dopo anni di discussioni sempre contrastate dai ricchi proprietari, viene finalmente votata la legge sui fondi rustici che fa avvantaggiare gli affittuari ed elimina gli assenteisti proprietari dei terreni. I latifondisti si sentono defraudati. Reagiranno all'ombra di estremisti dove il colore � solo un opzional. Quel che interessa loro � far ritornare un autoritarismo.

27 FEBBRAIO
- LA MALFA con il suo PRI dentro il governo COLOMBO, con un ministero (ORONZO REALE alla Giustizia) e con vari sottosegretari, dopo aver criticato severamente i provvedimenti del governo sulla politica economica, sulla riforma fiscale e quella universitaria, fa ritirare i suoi uomini, pur concedendo l'appoggio al governo. Sui giornali nessuno ne capisce il motivo, salvo qualcuno che avanza il dubbio che sia solo una propaganda elettorale.
Comunque il governo ottiene ugualmente la fiducia alla Camera con 346 si' , 235 no, 2 astenuti . Al Senato 167 si' contro 111 no.

27 FEBBRAIO - GUERRA DI REGIONI - Viene deciso dal governo: l' Aquila diventa capoluogo regionale dell' Abruzzo e  Pescara solo  sede regionale degli assessorati. Ricominciano gli scontri tra dimostranti e forze di polizia in entrambe le citt�;  all'Aquila vengono assaltate da una fazione le sedi dei partiti della maggioranza che hanno tradito l'elettorato. Altre barricate e posti di blocco attorno alla citt�, mentre la polizia mandata in gran numero ha l'ordine di non reagire davanti alle provocazioni. Nemmeno quando i manifestanti passando davanti ai poliziotti schierati, sputano loro in faccia. Si cerca l'incidente a ogni costo ed � solo la fredda calma del questore a evitare il peggio (presente anche chi scrive).

7-9 MARZO
Alla seconda conferenza unitaria delle tre confederazioni sindacali viene deciso di formare una struttura sindacale in fabbrica incentrata sui delegati, sui consigli di fabbrica, e perfino sui consigli zonali dove in concerto verranno riunite e discusse le varie rivendicazioni.

10 MARZO
- Malessere dentro il PSI - Oltre che aver eletto presidente del partito FRANCESCO DE MARTINO, questa corrente del PSI lancia la proposta degli "equilibri piu' avanzati". L'obiettivo che si pone il PSI, con un documento del comitato centrale del giorno dopo, � quello di convergere verso il PCI. Ma una minoranza, quella degli autonomisti non sono per nulla d'accordo e non siglano per il momento il documento. Non solo, ma l'elezione di De Martino � avvenuta con 64 voti su 87; significa che 23 all'interno del comitato non condividono la sua linea politica, fra i quali un giovane vicesegretario, l'autonomista Bettino Craxi, un personaggio ancora scialbo con una modesta carriera e che alcuni indicano sia stato messo alla segreteria proprio per fare la marionetta. Non sanno che ha degli artigli e che fra breve li user�.

13 MARZO-
Si svolge a Milano la prima manifestazione anticomunista della "maggioranza silenziosa" . Una sfilata quasi funerea, senza far chiasso, ma molto provocatrice, nelle vie del centro di Milano. Vi aderiscono gli esponenti della destra della DC, del PSDI, del PRI e il "Comitato della Buona Borghesia, un'ala moderata composta da giovani del PLI (Anche i borghesi hanno imparato a fare la contestazione con le sfilate!)


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