ANNO 1970 - (provvisorio)
( Anno 1970 - Terza Parte )

*** IL DOPO PIAZZA FONTANA

*** CRONOLOGIA DELL'ANNO

E' una Italia ambigua, opportunista, egoista, ma vitale e contemporanea. E quando il 12 maggio del  '74, il 60% degli italiani non vuole col referendum abolire il divorzio, l'Italia rivela il vero volto: una nazione mutata. Un giornale inglese scrisse "L'Italia divorzia! Sposa il suo secolo", in effetti laicizzandosi a suffragio universale, di secoli ne aveva lasciati alle spalle pi� di quindici.

Ritornando a questo inizio 1970, dopo il trauma di Piazza Fontana, i politici temendo di perdere il controllo del potere, iniziano il lungo e losco periodo fatto di tante ambiguit�; si accusarono a vicenda, ma mai alzando troppo la voce, e nemmeno possiamo immaginare che si siano messi, - incapaci com'erano - a capo di un gruppo di "bombaroli". Non certo organizzatori e neppure come mandanti, ma piuttosto come terminali politici. Ma agendo ognuno per conto proprio. E se qualcosa circolava, con compromessi e ricatti si metteva a tacere tutto. (Bisogner� attendere l'apertura dell'archivio di Rumor, che finora � sempre rimasto chiuso a chiave in buone mani, a Vicenza).

Non e' stato ancora chiarito se l'inizio delle stragi, attentati, assassini e le drammatiche compromissioni politiche, partirono dalla destra estremistica o dalla vaneggiante estremistica sinistra extraparlamentare clandestina; ma quel che � certo, dietro a entrambe non c'era nessun Burattinaio, Grande Vecchio, la CIA, i Servizi segreti. Queste erano le "balle" che raccontavano e racconteranno i giornali per anni. C'era invece solo qualche provinciale che voleva emulare "il Principe" machiavellico.

I "neri" con il loro comportamento innestarono solo la psicosi del golpe, favoriti dai commentatori della stampa e da alcuni politici (che i neri li volevano ad ogni costo responsabili) non tenendo conto delle mutazioni che erano avvenute nella nuova societa' giovane (dove pullulavano gli "incazzati" di tutto, ma era una arrabbiatura generica e generazionale, perch� le precedenti erano analfabete e servili). Gli osservatori non volevano accantonare nemmeno l'idea che nella vecchia, i capi di questi "neri" neppure nel ventennio mussoliniano avevano costituito una "destra forte", figuriamoci se nel 1970 un Almirante in doppio petto poteva restaurare -nel 1970- un regime (con otto milioni di baionette?) sepolto dalla storia. Insomma l'"esercito" delle "trame nere" alla fine risulto' essere solo un gruppetto di teste calde. Ed aveva, nonostante gli allarmismi, virtualmente ragione Rumor, quando febbricitante (forse per questo)  and� in televisione subito dopo la strage, chiedendo agli italiani "non credete al terrorismo". A sentire quelle parole,  pi� che i fantomatici "neri" si arrabbiarono i suoi amici che invece da lui si attendevano lo "stato di emergenza", il potere in mano alle armi dei militari.

I "rossi" invece, dopo (quando vennero allo scoperto firmandosi e sorprendendo i pi� incalliti giornalisti) fecero nascere l'altra psicosi, quella della rivoluzione rossa o neo-rossa maoista. Che non erano entrambe ancora state sepolte come quella nera, ma in coma lo erano entrambe da quest'anno (il disgelo russo e cinese con l'America era ormai un fatto compiuto. Per la Russia -in piena crisi- era una questione di sopravvivenza vera e propria, visto che chiese, e gli Usa concessero, aiuti economici e alimentari;  chiesti a Nixon nelle due storiche visite nei due Paesi)
In conclusione anche il fantomatico "esercito rosso" italiano, alla fine risult� essere pure questo nient'altro che un gruppetto di altrettante teste calde; fra l'altro borghesi e non proletarie, come sapremo molto pi� avanti dai pentiti e dai processi. "Rossi" (!?)  che a casa stavano bene, e in tasca avevano i soldi di pap� e di mamm�.

Si erano illusi di cambiare il mondo con la rivoluzione ottocentesca, o ( messa da parte, con molto imbarazzo la marxista-leninista dopo Praga, Polonia, Ungheria) con quella ancora piu' anacronistica dei Mandarini di Mao (anche questo lo sapremo dopo il fallimento della Rivoluzione Culturale). Si voleva mutuare un collettivismo (feudale) cinese quando ormai gli italiani (senza aver "mai" conosciuto una vera lotta di classe, n� le "rivoluzioni") stavano innestando la quarta marcia e senza nessuna indicazione politica, creando autonomamente le realt� locali con i nuovi piccoli e grandi "rampanti" di quella microeconomia familiare, cos� agguerrita e determinata che alla fine fece mutare in una decina d'anni l'intera economia del paese. 

Non lottando dentro le ferriere, nelle miniere, nei campi, ma operando (autoschiavizzandosi come negri) su piccole isole emerse nella provincia col nascente individualismo liberista (questo era la vera "rivoluzione culturale"!; il trionfo del nuovo individuo su una societ� ex proletaria che stava rigettando il taylorismo, la catena di montaggio, il cottimo,  con quello spirito d'impresa che il modello americano indicava, ma che aveva scoperto l'italiano in una dimensione migliore.

Al nuovo italiano stacanovista gli stava bene cos�, e nessuno se la sentiva di tornare indietro; la "societ� aperta" era il faro persino di chi era "debole di vista", e appariva d'altronde a tutti l'unico sistema. L'"economia di mercato" pur con tutte le sue contraddizioni era l'unica "illuminazione" possibile. ( E come vedremo poi, anche per l'Est, divenne l'unica "luce", pur con mille distorsioni. A Praga gli studenti con tanta provocazione portarono in trionfo il concessionario della Coca Cola! La simbologia era azzeccata e il messaggio era forte e chiaro! Ma i Maoisti non capirono; capirono pi� tardi e insieme alla Coca Cola scoprirono anche i bei vestiti, le belle auto, le belle moto, e i bagni in Versilia).

Insomma le manifestazioni, le rivolte e perfino la ridondanza degli attentati, nella DC, nel PCI, nei socialisti e nella destra, generalizzandole (solo Rumor, Forlani e C. allarmavano. Ma perche' tanto zelo proprio loro due? ) furono  dei pretesti per criminalizzare gli avversari di turno. E non solo per i politici, che abbiamo gia' visto ciechi per deficienza culturale, ma anche alcuni intellettuali. Soprattutto a sinistra. Basta andare a rileggere gli interventi sui giornali e su quello che ci hanno lasciato certi autori nei loro libri.

"La strage di Stato", un libro scritto dalla sinistra subito dopo Piazza Fontana, ad ogni edizioni cambi� lo scenario dell'eversione e della repressione che in vari anni autorevolmente aveva indicato: prima la destra MSI, poi la destra DC, poi la sinistra DC, poi i servizi segreti americani (un fantomatico Partito Americano), poi i Servizi italiani, infine un minestrone di destra, sinistra, centro e servizi deviati o pilotati ecc ecc. Dopo cinque edizioni con successive cinque versione dei fatti, il lettore al massimo poteva fare (ed era piu' semplice!) il testa/croce se voleva trovare i colpevoli o la matrice eversiva. Non sapevano di cosa parlavano, eppure scrivevano.

Ci vollero dieci anni per far capire a qualcuno che dentro nei gruppi sovversivi c'era dell'estremo antifascismo e dell'estremo fascismo e che forse entrambi i gruppi alla fine erano una cosa sola. (questo era successo anche prima del 1922- di serpi nel seno ne aveva anche Mussolini).

Alcuni gruppi si scambiarono anche le parti. Alcuni lo fecero subito, altri ci misero pi� di vent'anni. Non sar� raro vedere nel 1994-1998 alcuni soggetti che militavano in gruppi molto vicini alle BR, fare gli/le ipergarantisti/e dentro le file dell'iperliberista del nuovo parvenu "palazzinaro", quello che chiss� come, appena ventenne (figlio di un impiegato di una strana banca) in questi anni '60-'70 riesce a ottenere migliaia di miliardi dalle banche svizzere per costruire citt� intere, e riesce poi a vendere mille appartamenti al colpo agli enti pubblici. Ma questo � possibile farlo solo se si � bravi?
Un bel mistero della nuova Italia che sta nascendo ora.

IL DOPO PIAZZA FONTANA

Parliamo di questi giorni dopo Piazza Fontana: "Nel giornalismo il caos supera ogni limite di decenza" scrivera' in seguito Bocca "cercavamo la verita' avventurandoci nel sottobosco poliziesco, raccoglievamo indizi convincenti sulla cospirazione e li distruggevamo con altrettanto ipotesi o informazioni inventate, forzate.....", "navigavamo, senza riuscire ad uscirne, nelle acque sporche della disinformazione poliziesca (*) e a volte le davamo dignita' di informazione. Pubblicammo un giornale di controinformazione che univa notizie serie a ombre scambiate per notizie....", " Difficile raccapezzarsi, tutti increduli, sbalorditi di fronte al fatto, non smentibile, che il prefetto, il questore, il capo della squadra politica, il procuratore avevano mentito per difendere coloro che tiravano le fila dietro loro....", "L'isteria e la faziosita' erano arrivate anche sul colle del Quirinale....dove si sparlava", " Ricordo alle esequie solenni dei morti della strage, le facce dei notabili democristiani, di Rumor, Colombo, Andreotti, Moro, in ognuno delle quali potevi sospettare il complice, il complottista". (da Il provinciale, G. Bocca, 1991, Mondadori)

(*) Infatti Bocca su Il giorno, esce il 14 gennaio 1970, in prima pagina con un articolo che attacca ferocemente il Corriere della Sera"

In questa grande confusione non � che ne sapesse qualcosa di pi� lo stesso Montanelli che scriveva allora proprio sul Corriere, infatti arriv� ad accusare di certe trame la stessa proprietaria del giornale, cio� che la "sovversiva" era la Maria Crespi con Mario Capanna e la Camilla Cederna. Un guazzabuglio fantapolitico che poteva nascere solo stando sempre incollati nelle scrivanie, non in "prima linea".

Dentro le faziosita', le ambiguita', le certezze e le tante falsita', chi in buona fede e chi forse prezzolato (della Dc ma forse pagato addirittura dai russi - non ci sorprendiamo se un giorno verr� fuori questa "verita"), ci sguazzavano un po' tutti, magistrati, politici e giornalisti, e quindi di rimessa l'opinione pubblica a costruire vari teoremi sulle "trame nere", sulla "strategia della tensione" e sui fantomatici "servizi deviati". E nel frattempo, con i suggerimenti dall'alto, tutti indicavano gli anarchici (sembrava di essere in pieno Ottocento).

Poi a far venire qualche dubbio il 20 ottobre comparve il "Foglio di lotta di sinistra proletaria" che annunciava che l'"autunno rosso" era cominciato con la costituzione di una "organizzazione operaia autonoma" denominata la "Brigata Rossa". Poi i gruppi "rossi" si moltiplicarono chiamandosi "Brigate" o altro e diventarono quasi venti tra fratture delle prime e le nuove clandestine. In non meno di venti si organizzarono anche i gruppi "neri" detti "dei Servizi" - detti deviati - denominati appunto "La rosa dei venti".

Erano tutti - come sapremo in seguito - sporadici e minuscoli nuclei apertamente avventuristi e dai connotati politici molto equivoci. E a contribuire a questi equivoci i responsabili furono i giornali e i politici. RUMOR un po' aveva allarmato: "La democrazia italiana � assediata"; e naturalmente lo disse con un fine: ritornare a una politica centrista con un appoggio della destra com'era avvenuto alla fine degli anni '50. 
Secondo gli ultimi sviluppi delle inchieste -Giudice Salvini, Corriere, 14 febbraio 1998, - non era l'organizzatore, non era il mandante ma era lui il possibile terminale politico della strategia della tensione (che per� non voleva dire stragi). E ha anche spiegato, che Rumor in quei giorni salv� l'Italia dal golpe dei militari. Anche se entr� poi lui nel mirino.

  Il 14 dicembre (due giorni dopo Piazza Fontana, la "piazza di destra" insorgendo contro le bombe dei fantomatici  anarchici, doveva fare da detonatore alla proclamazione dello "stato d'emergenza". Secondo alcuni testimoni dell'inchiesta, Rumor vanific� i piani della destra eversiva, mirati a una svolta militare. L'eversione nera infatti attendeva che Rumor decretasse  lo "stato d'emergenza", mettendo il potere in mano ai militari. Ma il gesto non arriv�.
Quel giorno della strage, Rumor  (fra l'altro era a letto con l'influenza)  "Ci siamo -disse, quando fu informato della strage- questo � l'assallto del terrorismo al potere". 
Con la febbre a quaranta, si vest� e dopo venti minuti  era gi� alla Tv a parlare al Paese. Invece di proclamare lo stato di emergenza, con un messaggio accorato, chiede agli italiani  di "non credere al terrorismo, ma nella legge. Altrimenti l'Italia avrebbe perso se stessa". Lo "stato d'emergenza" non passa, e il "golpe" � evitato.

Atterrito da tanti morti,  Rumor si tiro' indietro, e "Ordine Nuovo" (vero o presunto) decise di fargliela pagare. Condannandolo a morte, alla prima occasione propizia. E questo Rumor lo sapeva, era ossessionato dalla convinzione di essere rapito o fatto fuori. In effetti un killer era gi� pronto, a casa sua a Vicenza a Ponte Pusterla, dove aveva l'abitazione, ma qualcuno arriv� prima, il sicario fu contattato, profumatamente pagato, e si tir� indietro (ma ne riparleremo nei prossimi anni, quando quasi ci riuscirono in un altro modo, il 14 maggio del '73).

"Il 16 settembre del 1977 lo stesso Rumor fu incriminato per reticenza al processo di Catanzaro proprio sulla strage di Piazza Fontana; sar� perfino messo sotto inchiesta per i suoi tantissimi "non so.....non ricordo....non sapevo".  Proprio lui che aveva una memoria cos� formidabile che ricordava quanti savoiardi aveva mangiato alla sua prima comunione. Dovette stare zitto per proteggere qualcuno. Lui disse per il "partito", e per le "ragioni di Stato".  Poi a un amico, che gli chiedeva se oltre il partito aveva protetto anche qualcuno, rispose che s� aveva protetto qualcuno "uno che aveva il naso da Pinocchio". Feci qualche ricerca e individuai l'uomo dal naso di pinocchio sulla copertina di un numero di una settimanale fazioso e graffiante" (Adriano Toniolo).

Poi non dobbiamo dimenticare quegli accenni criptici e pleonastici (che solo Rumor poteva capire) inviati da Moro, dalla sua prigione dopo il suo sequestro in via Fani, proprio al politico vicentino che,  "ormai non contava pi� nulla, era stato scaricato, defenestrato, ignorato, evitato come un lebbroso. "Mi telefonavano per dirmi lo sappiamo che sei innocente, ma dobbiamo votarti contro per disciplina di partito". (Rumor- Confidenze con Adriano Toniolo)

L'Italia che desiderava diventare -e stava diventando diversa- da quel giorno si ferm�, e cominci� a pagare a carissimo prezzo il suo legittimo desiderio di democrazia; ha infatti davanti a s� gli anni di piombo, le stragi, gli attentati,  assassinio di giornalisti, magistrati, sindacalisti, o semplici innocenti cittadini, che nel muoversi nella loro quotidianit� senza nessuna colpa si trovarono in un certo luogo e in una certa ora al fatale appuntamento con la morte.

(Dal 1969 al 1975 verranno compiuti 4384 atti di violenza contro persone e cose, di cui 63 omicidi "politici" su 92 avvenuti)

FINE

CRONOLOGIA DEI FATTI del 1970

1 GENNAIO - Un inizio d'anno dove c'e' ancora nell'aria tanta tristezza e sgomento per la strage che ha scosso il Paese; troviamo una classe politica e un governo in grosse difficolta' per il problema terrorismo, per quelli economici, ma soprattutto per ridare ai cittadini credibilit� visto che ormai tutti stanno assistendo a una vera e propria decomposizione dei partiti sotto la spinta centrifuga dei personalismi e delle clientele.

Il governo monocolore che ha varato Rumor e un'assurdita': 27 ministri e 56 vice ministri, "una ciurma scandalosa". "Il parlamento si e' ridotto a un "parco buoi" (scriveva Montanelli in una sua Stanza, appena Rumor aveva formato il suo primo governo) il titolo era: "Abbiamo sete di onesta'"- e continuava :"i loro uomini, fatte le solite eccezioni, fanno pieta' e seguiteranno a farlo finche' si insistera' a sceglierli fra i mestieranti del cosiddetto "apparato" dove non militano che gli scarti di tutte le professioni. Si chiamano "correnti". Ma queste correnti non sono entita' astratte. Sono degli uomini. E questi uomini chi li ha scelti se non i capi? Quali criteri costoro abbiano seguito lo si vede ora. Evidentemente per mettersi al riparo da futuri rivali hanno preferito reclutare gli adepti nel pattume delle mediocrita'. Ma ai mediocri, per andare avanti e far carriera non resta che l'intrallazzo. Ed e' proprio questo che sta dilagando nel nostro ambiente politico" . 
Fu indubbiamente profetico. Ma non immaginava nemmeno lui fino a che punto quel dilagare si sarebbe poi spinto.

2 GENNAIO - Cambia il panorama dell' industria italiana. Un po' per la crisi ma principalmente per il nuovo Statuto dei Lavoratori ottenuto dal sindacato unito (ormai di fatto diventato uno dei poteri della societ�, guardato con sospetto) inizia un imponente processo di ristrutturazione con il decentramento produttivo verso una miriade di piccole e medie aziende che hanno meno problemi di controlli fiscali e sindacali; agiscono quasi indisturbate.
Lo stesso fenomeno si registra nella grande industria. La stessa Fiat a Torino si � subito organizzata, meno operai e pi� macchine tecnologiche al suo interno e pi� produzione all'esterno con meno conflitti.
Infatti introduce il controllo automatico delle linee di montaggio e inizia lentamente a scorporare le attivit� dell'azienda che si divide nel corso dell'anno in undici settori operativi esterni creati con altrettante societ�. (l'effetto del pansindacalismo ha questo risvolto negativo)

Torino nel frattempo ha superato i 2.000.000 di abitanti dei quali il 25% (pari dunque a 500.000 abitanti) sono immigrati. Per Torino inizia una lenta ma irreversibile decadenza.

21 GENNAIO - La repressione dopo la strage di Piazza Fontana non si � fatta attendere. Le responsabilit� sono state attribuite agli anarchici ma i provvedimenti che vengono presi per l'ordine pubblico debordano e vengono fatti interventi repressivi sui vari gruppi e movimenti, compresi quelli sindacali (questo � l'obiettivo) che si sono battuti per lo Statuto dei lavoratori approvato dal Senato l'11 dicembre scorso. (Attenzione! Il giorno prima della strage di Piazza Fontana)
Infatti CGIL-CISL-UIL con un telegramma al Presidente della Repubblica, si lamentano e protestano per le perquisizioni, vari arresti e le decine di migliaia di denunce di lavoratori sindacalisti. (Non e' scattato lo "stato di emergenza" ( ! ?) del 14 dicembre, ma si prendono comunque -puntando sull'emotivit�- altre strade, di matrice repressiva)

Ma nella manifestazione a Milano a provocare forti tensioni � invece l'ex movimento studentesco; si verificano scontri con la polizia con 67 feriti. E il 23 gennaio stessi incidenti a Torino.

28 GENNAIO - Altro scandalo � l'approvazione della legge che deve finanziare la costituzione delle regioni. Dopo ventidue anni di lotte democristiane per ritardarla sta dunque per entrare in vigore l'attuazione delle Regioni .
Il timore per la DC (i suoi vertici) era sempre stato quello che i "rossi" nelle loro tre regioni roccaforti gestendo il proprio territorio si sarebbero poi staccati dal potere centrale.

Questo cambiamento di rotta (e sar� proprio la DC ora a votare si') avviene per due motivi, uno perch� si sono stabiliti gli ingenti contributi finanziari per le regioni; l'altro perch� nelle tante sue correnti (siamo ora a 8) dove abbondano i nuovi faccendieri, questi anche se ribelli, diventano utili per essere inseriti dentro un "sistema" dove si stanno creando molte competenze amministrative da gestire sul territorio. E' una "moltiplicazione dei pani" per chi deve accontentare ex portaborse, ex funzionari, ex sindaci, ex politici, i vari trombati, i nuovi rampanti e tutto quel ceto politico che sta dietro le segreterie provinciali  che negli anni precedenti ha lavorato per i leader,  ma che non e' stato gratificato abbastanza, perche' le poltrone erano a Roma troppo poche.

Le autonomie, le nuove Regioni se le possono dimenticare, tutto verr� gestito dal potere centrale. I Consigli e le Giunte regionali che stanno per nascere serviranno solo per creare una nuova casta di funzionari sul territorio, che a nome del referente romano, ubbidiscono agli ordini, agiscono e riferiscono. E spesso dove � impossibile egemonizzare si fanno perfino le pi� strane e oscene alleanze con l'opposizione, che se possibili in una zona, in altre apparirebbero vergognose. 

Le conseguenze -secondo i punti di vista- sono in alcune regioni nefaste in altre provvidenziali.

Alcuni uomini politici che siedono nelle poltrone governative perdono infatti di vista il Paese e guardano solo al proprio territorio. Non governano pi� una nazione, ma la loro regione, con precisi patti clientelari in una specie di "consorteria" . Ad avvantaggiarsi sono le regioni che hanno un "uomo autorevole" nel partito, mentre a rimetterci sono le regioni che hanno  "uomini mediocri" e al massimo i suoi elettori da lui possono sperare solo nell'assistenzialismo buonista dallo Stato, ormai diventato come abbiamo letto in Montanelli "un parco buoi", dove ognuno - noi ci aggiungiamo la rima - "tira il carro solo nei paesi suoi".

Alcune regioni si avvantaggeranno moltissimo in questa situazione: spulciamo le regioni dove nasce il vero potere in questi dieci anni e poi andiamo a vedere chi era al governo: tutto diventa chiaro. I nomi sono quasi sinonimi di regioni, di veri "feudi": Piccoli fa il principe nel Trentino, Fanfani � un re in Toscana, Gava fa il Borbone a Napoli, Gaspari l'Imperatore in Abruzzo, Andreotti � Papa a Roma, e Rumor � il santo che fa piovere puro oro colato sul Veneto, che decolla proprio in concomitanza del suo primo governo (ne guider� 5). Il Nord'est parte in verticale quando il suo reddito era ancora pari a quello della Sicilia e quasi totalmente di provenienza agricolo.

(Una curiosita': A Roma 1 abitazione su 6 verr� costruita in questo periodo abusivamente, cioe' 400.000 persone dentro case che non esistono, sono case fantasma, dove gli inquilini per� pagano l'affitto, ma i proprietari non pagano le tasse).

7 FEBBRAIO - Dimissione del governo RUMOR . Ci sono esplorazioni del Capo dello Stato, ma non sono facili. Viene richiamato lo stesso RUMOR che fa alcuni rimpasti ma alla fine rinuncia dopo forti contrasti con il centrosinistra per le regioni; ALDO MORO tenta anche lui ma rinuncia il 12 marzo; FANFANI ci prova il 19 marzo ma per la questione divorzio trova un muro di gomma e rinuncia. Infine il 23 marzo ritenta ancora RUMOR.

24 MARZO - Cambio al vertice dei sindacati della CGIL; diventa segretario LUCIANO LAMA all'unanimita'. Per AGOSTINO NOVELLA da 13 anni segretario del pi� grosso sindacato, � una Caporetto.

29 MARZO - RUMOR riesce a formare il suo terzo governo di centrosinistra , ne ottiene la fiducia il 10 e il 17 aprile al Senato e alla Camera;  ma non andra' molto lontano. Il 7 luglio (come vedremo) presenter� nuovamente le dimissioni.

15 APRILE - Se dentro il maggior sindacato, alla CGIL, al vertice si cambiano uomini e strategie, nella Confindustria non si sta a guardare, si manda in pensione il potente ANGELO COSTA, e viene eletto al suo posto RENATO LOMBARDI, che cambia perfino lo statuto, visto che sono cambiati anche i tempi. Infatti Lombardi � conciliante con i sindacati e con la programmazione economica, ma i primi si stanno appropriando di alcuni poteri del governo e del Parlamento, e ne rivendicano la "supplenza", vista la carenza delle autorita' competenti.

23 APRILE - Cambiamenti anche dentro le file del PSI con uomini nuovi. DE MARTINO ora al governo, cede la segreteria a GIACOMO MANCINI, e nella vicesegreteria eletti insieme a MOSCA e CODIGNOLA c'e' un nuovo arrivo, proveniente da un gruppo di autonomisti, un certo BETTINO CRAXI.

19 MAGGIO - Uno sciopero generale dei poligrafici impedisce l'uscita dei giornali in Italia per quattro giorni. Alle rivendicazione degli operai si aggiungeranno poi verso la fine dell'anno, con aspre polemiche quelle dei giornalisti il 17 dicembre (vedi).

21 MAGGIO - La tanto discussa, per anni, legge sui referendum, viene approvata alla Camera dalla DC, MSI, PRI, PSI, PSU con 217 si' contro 128 no dei comunisti, PLI, PSIUP. La DC � stata da sempre contraria alle consultazioni popolari, ma questa volta sono proprio i suoi democristiani doc a volere lo strumento del referendum per usarlo e far abrogare  la legge istitutiva del divorzio. Un risultato che viene dato per scontato se sar� chiesto ai cittadini di esprimersi direttamente sulla "scandalosa" legge, e si e' convinti che saranno le donne a esprimersi con un secco no al divorzio. (sbaglieranno clamorosamente, non conoscevano (e come avrebbero potuto avendo la vocazione della castita'?) affatto le donne contemporanee, e nemmeno le proprie madri).

Ora ci aspettano le urne delle ELEZIONI REGIONALI

e un fantomatico COLPO DI STATO

 < < inizio ANNO 1970            Continua > >

(pagine in continuo sviluppo -(sono graditi altri contributi o rettifiche)