ANNO 1968 - (provvisorio)
( Anno 1968 - Decima Parte )

Dalle scuole parte la contestazione degli studenti contro una vecchia cultura....

ANNI DI CAMBIAMENTI, 
CONTRADDIZIONI E VIOLENZA


Gli anni '60 furono caratterizzati da profonde trasformazioni della societ� italiana: si pass�, infatti, da una societ� prettamente agricola ad una fortemente industrializzata.

Dal punto di vista sociologico si assistette alla diffusione di nuovi stili di vita, a nuovi usi ed a nuovi costumi molti dei quali di origine anglosassone.

La vita delle famiglie italiane ebbe numerose innovazioni e comp� una svolta migliorando di molto lo standard di vita medio. Purtroppo, in moltissimi casi, questi discorsi valgono soltanto per le realt� centro-settentrionali, il Sud Italia continu� a vivere in maniera pi� arretrata ed, anzi, vi fu un peggioramento delle condizioni complessive di vita della popolazione che conobbe una nuova migrazione come all'inizio del secolo; questa volta non si andava in America, ma, semplicemente, nel Nord Italia, ma, spesso, si era ugualmente stranieri.

In campo politico, dopo l'involuzione autoritaria del 1959 (governo Tambroni), si assistette ad un progressivo avvicinamento del Partito Socialista all'area di governo.
Prima, con i governi presieduti da Amintore Fanfani, vi fu solo l'astensione o l'appoggio esterno all'esecutivo da parte del PSI, poi, sotto la guida di Aldo Moro, vi fu la partecipazione diretta di esponenti socialisti ai governi della Repubblica.
Era nato il centro-sinistra.
Purtroppo gli ambiziosi progetti riformatori furono stroncati dal tentato golpe del 1964 ed il centro-sinistra si limit� semplicemente all'ordinaria amministrazione, non dando risposte a problemi politici, economici e sociali che furono alla base della contestazione del 1968.

Il '68 va inserito in un discorso planetario poich� tale fenomeno interesso tutti i principali paesi del mondo, avendo alla propria base le medesime istanze di emancipazione e di miglioramento delle condizioni generali di vita. Comunque la si pensi i cambiamenti e le conquiste di quegli anni hanno cambiato in meglio il Paese ed il mondo intero.
Alla base delle lotte e dei movimenti sessantottini vi erano essenzialmente i seguenti punti tematici:

- svecchiamento della cultura (modernizzazione del "sistema");

- superamento di antichi pregiudizi, soprattutto in campo 
sessuale (libert� di scelta da parte dell'individuo);

- emancipazione delle donne e delle minoranze;

- miglioramento della scuola e dell'universit�;

- miglioramento delle condizioni di vita degli operai e dei lavoratori in generale;

- caratterizzazione "di sinistra" di tali movimenti, di una sinistra 
"nuova" che spesso si scontr� o semplicemente "non si incontr�" con la tradizionale sinistra marxista e "proletaria" di scuola socialista e comunista che accusava (come P. P. Pasolini) i "movimenti" del '68 di essere, in realt�, semplicemente dei radicali borghesi individualisti;

- tutti gli eventi del '68 videro a ogni latitudini e a ogni longitudine la sconfitta sul piano e sul terreno politico dei "movimenti" che, come sostenuto da Alberoni, si istituzionalizzarono (cio� si posero il problema della "politica" e del "governo" in maniera tradizionale) troppo tardi, quando ormai erano nella fase finale, avendo perduto ogni forza propulsiva.

In Italia non si ebbe un'unit� tra studenti (che furono la colonna vertebrale del '68) e gli operai. Lo stesso Pci fu "tiepido" verso i "movimenti". Da frange estreme del movimento studentesco presero vita, nei successivi anni '70, alcuni degli eventi terroristici (come le famigerate Brigate Rosse) che hanno sconvolto per oltre un decennio la nostra storia repubblicana e democratica.
La partecipazione giovanile e studentesca alla vita politica nel 1968 e poi quella operaia nell' "autunno caldo" del 1969 avvennero in un clima che andava surriscaldandosi di anno in anno.
Dopo che i lavoratori della grandi fabbriche del nord Italia avevano raggiunto un accordo unitario tra tutti e tre i sindacati confederali (Cgil, Cisl, Uil) vi fu un periodo di lotta e di rivendicazioni salariali e per un significativo miglioramento delle condizioni di vita. Il 5 febbraio vi fu il primo grande sciopero unitario dei pensionati che rivendicavano un aumento del loro trattamento pensionistico. A distanza di pochi mesi tutte le categorie lavorative erano in lotta: lotta unitaria con fini ben precisi. L'11 settembre vi fu un imponente sciopero generale dei metalmeccanici che rivendicano il contratto unico nazionale.
Le tute blu sono solo l'avanguardia di una pi� ampia ondata di sciopero. Seguono a ruota chimici, alimentaristi, commessi, impiegati ed edili.

� l'autunno caldo, al termine del quale l'Istat censir� 7.507.000 scioperanti 
con ben oltre 300 milioni di ore di sciopero e di lotta. 
Lotta che porter� ad un accordo collettivo con la Confindustria che accetta quasi in toto la piattaforma proposta dai sindacati (accordi del 21-22 dicembre)
Lotta solidale anche con le altre parti del Paese, anche con quel Sud in cui mafia e violenza non mancavano di farse sentire. Dopo che la criminalit� aveva fatto deragliare un treno locale in Calabria, la Freccia del Sud, migliaia di metalmeccanici delle fabbriche di Milano, Torino e delle altre realt� del Triangolo Industriale, scioperarono per protesta sfilarono per le strade di Reggio Calabria. Si trattava di anziani operai settentrionali e di tanti di quei ormai non pi� giovani che nel decennio precedente si erano trasferiti al Nord in cerca di lavoro nelle grandi fabbriche settentrionali. Andarono a Reggio Calabria a proprie spese, guidati unitariamente dai leader delle tre confederazioni metalmeccaniche Trentin (Cgil), Carniti (Cisl) e Benvenuto (Uil).

Qualcosa stava cambiando, ma ben presto l'Italia sarebbe entrata in una spirale di grande violenza, il terrorismo, con i suoi morti e le sue paure era alle porte.
Proprio in quel 1969 segnato da una ritrovata unit� della classe operai italiana e da una maggiore incisivit� delle sue richieste, l'Italia visse la propria prima grande tragedie. 
Gruppi neofascisti misero una bomba in Piazza Fontana a Milano: � la prima grande strage di cui, tuttora, non si sa ancora tutto, ma l'Italia perde la propria verginit� ed entra in un tunnel.
Sempre nel 1969 era stata approvata la legge sul divorzio che gli italiani confermeranno con un referendum apposito nel 1974.

L'inizio del terrorismo far� si che per gli Italiani diventino familiari i bollettini informativi i giornali e i Tg con i racconti di scontri quotidiani tra polizia e studenti e poi, negli anni '70-'80, di rapimenti, omicidi e gambizzazione da parte delle Brigate Rosse.
Continuano anche attentati che faranno centinai di morti: Piazza Fontana, Piazza della Loggia a Brescia, treno Italicus e galleria del Vermi a San benedetto val di Sambro (Bo).
Il terrorismo e la violenza caratterizzano, insieme con la crisi economica, questi anni di crisi. 
La crisi fu cos� grave che le menti politiche pi� avvedute ipotizzarono che solo con un governo di unit� democratica Nazionale si sarebbe potuto salvare l'Italia dal baratro in cui stava precipitando.
Il leader democristiano Aldo Moro, statista di fine intelletto, il leader repubblicano Ugo La Malfa e quello socialista Francesco De Martino dimostrarono grande interesse per le proposte del segretario comunista Enrico Berlinguer per un governo di unit� nazionale, frutto di un "compromesso di portata storica" come disse lo stesso leader del Pci, in grado di coinvolgere anche i comunisti nel governo del Paese al fianco dei laici, dei socialisti e della Dc.
Moro si fece interprete di questa linea e, sfidando la maggioranza del suo partito e una grande diffidenza di altri partiti nazionali e internazionali, port� il Pci a "fianco" della maggioranza di governo. 

Dopo le elezioni della primavera del 1976 che avevano visto un sostanziale pareggio tra Dc e Pci, si form� un governo monocolore democristiano guidato dal de Giulio Andreotti che godeva dell'astensione di socialisti, laici e del Pci. Per la prima volta dal 1947 i deputati e i senatori del Pci non votavano contro un governo italiano.
Il passo successivo sarebbe stato l'entrata a pieno titolo del Pci nel governo, ma mentre l'on. Moro stava lavorando a questo obiettivo fu rapito e ucciso dalle Br. L'Italia non fu pi� la stessa e sembr� che la situazione dovesse precipitare.
Ma nel giro di pochi anni il fenomeno terroristico entr� in crisi: dissociazioni, pentimenti e azioni meritorie della magistratura e delle forze dell'ordine segnarono la crisi del terrorismo brigatista ed un lento ritorno alla normalit� anche nelle formule i governo, il Pci non entr� mai nel governo del Paese come, invece, aveva auspicato il compianto on. Moro, il cui sacrificio corrispose con l'entrata in crisi del movimento terrorista e brigatista. 

Luca Molinari

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