ANNO 1968 - (provvisorio)
( Anno 1968 - Terza Parte )

L'anno della contestazione studentesca. Il '68

Finira' il "'68" (perdendo i connotati di studentesco) il 31 dicembre, a Marina di Pietrasanta, quando al veglione di fine anno alla Bussola, la contestazione si spegnera' definitivamente nello scontro a fuoco con la polizia. L'anno non poteva che finire cosi', con gli ultimi secondi accompagnati dai singolari "botti" dei candelotti lacrimogeni, che segnarono la fine della "primavera abbagliante".

Ma il "68" lascio' lungo il suo cammino alcuni gruppi, nel frattempo politicizzati, che daranno vita a delle frange rivoluzionarie e controrivoluzionarie. Nasce la nuova sinistra, Potere Operaio, Gioventu' studentesca, Intesa, Nuovo Impegno, e altri gruppi che non sono solo contro l'abbattimento del sistema borghese, non fanno solo spettacolari e disperati assalti antimperialisti, ma criticano il revisionismo del PCI, ed entrano perfino in lotta fra di loro. Incomprensioni tra piccoli e grandi gruppi rivoluzionari autonomi di estrema sinistra.

Molti dei partecipanti di questa "avventura" (con uno spirito di amicizia nuovo, nato con tanta spontaneita') rientreranno nel loro "privato" e quindi nell'anonimato, ma, scrive Lanaro "C'e' naturalmente anche chi di ritornare a casa non vuole nemmeno sentir parlare. Persuasi dalla scoperta del "si pu�" che si puo' ben fare anche la rivoluzione, rovesciare il sistema, sconfiggere l'imperialismo ("tigre di carta", come d'altra parte la borghesia), gli elementi estremisti trovano inopinatamente una chance che li aiuta ad uscire dal vicolo cieco in cui sono finiti, con l'esplosione delle grandi lotte per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici" (Silvio Lanaro, Storia dell'Italia repubblicana, Marsilio editore, 1996).

Infatti a Torino si celebra il primo "matrimonio" in questo '68 fra il mondo studentesco e il mondo operaio, e diventera' poi abituale la mobilitazione e la presenza degli studenti davanti ai cancelli della Fiat Mirafiori, a Marghera, a Genova, a Pisa, alla Bicocca di Milano; gli scontri diventeranno incandescenti e in prima linea troviamo "Potere Operaio". Ma anticipiamo troppo il 1969, l'"Autunno Caldo", l'inizio di quella che fu detta la "strategia della tensione" per stroncare le fantomatiche ondate eversive. A partire da questo 1968 e fino al 1975, avremo 4385 atti violenza contro persone, e 63 omicidi politici, in 16 provincie su 94, ma soprattutto a Milano, Torino e Roma .

ORA PROCEDIAMO CON LA CRONOLOGIA DEI FATTI
che in queste pagine sono intercalati con gli eventi internazionali
perche' hanno una forte relazione con i fatti nazionali.

SI COMINCIA......

1� GENNAIO - SI COMINCIA...... con ... Le manifestazioni in Europa contro gli americani impegnati nella sanguinosa guerra in Vietnam (ma le manifestazioni le hanno anche in Usa) infastidiscono molto JOHNSON, che esce allo scoperto e manda un preciso segnale a quei governi che si barcamenano nell'ambiguita' con la politica estera, o che non fanno abbastanza per stroncare con ogni mezzo le manifestazioni antiamericane nel loro paese; come i francesi, gli italiani e i tedeschi.
Con il pretesto di arginare il deficit degli Usa, Johnson annuncia il blocco degli investimenti statunitensi in Europa.
Che si tratti di una punizione-ricatto ben precisa, ci viene confermato da un fatto curioso: la Gran Bretagna che e' l'unico paese dove non si svolgono manifestazioni antiamericane, sono esclusi dal blocco.

14 GENNAIO - TERREMOTO IN SICILIA - Se gia' l'anno con le prime avvisaglie delle contestazioni studentesche non era iniziato con dei buoni auspici , il 14 gennaio per la Sicilia ci si mette anche la natura. Un devastante terremoto colpisce la Sicilia provocando centinaia di morti e migliaia di feriti. Due milioni di siciliani terrorizzati dormiranno all'aperto. Gibellina , Montevago, Salaparuta, completamente distrutte. Uno spettacolo da bomba atomica su tutta la valle del Belice.

15 GENNAIO - SI COMINCIA...... con gli studenti del Sacro Cuore ....."Citt� del Vaticano - Un centinaio di giovani - ragazze e ragazzi - sono stati seduti per cinque ore sul selciato di piazza San Pietro, distribuendo manifestini ciclostilati ai passanti....Erano studenti della facolt� di medicina dell'universit� cattolica del Sacro Cuore, che ha sede in Roma. La manifestazione si � svolta in silenzio e senza incidenti. Fra i dimostranti c'era anche MARIO CAPANNA, uno degli studenti espulsi dall'universit� cattolica di Milano. Alcuni cartelli chiedevano "un vero dialogo all'interno dell'universit�" altri citavano il concilio ecumenico e uno affermava "Dio ci ha dato la libert�, la Cattolica ce l'ha tolta"(Comun. Ansa, ore 21.31)

20 GENNAIO - "TORINO - Circa duemila fra professori e studenti si sono riuniti oggi in assemblea a palazzo Campana, sede della facolt� umanistiche; l'assemblea era presieduta dal rettore, Allara. Uno studente ha illustrato una "carte delle rivendicazioni", nella quale si critica l'apparato degli atenei, ridotto "a una serie di lezioni cattedratiche, di dicutibili seminari e di esami su base mnemonica"(Comun. Ansa, ore19.19)

20 GENNAIO - SI COMINCIA......con i tafferugli - "Pisa - Tafferugli si sono avuti oggi tra la polizia e gruppi di studenti che sfilavano in corteo per le vie del centro" (Comun. Ansa, ore 19.43)

27 GENNAIO - SI COMINCIA...... con le occupazioni - "Firenze -La facolt� di magistero dell'universit� � occupata da un gruppo di studenti che, come altri che occupano la facolt� di architettura, protestano contro il disegno di legge 2314, che, secondo loro "elude i problemi reali dell'universit�" (Comun. Ansa, ore 22.20

30 GENNAIO - Grande offensiva di vietnamiti contro gli americani. E' la notte del capodanno buddista;  i Vietcong invece di fare festa come tutti si aspettano, si sono organizzati e sferrano il loro tremendo attacco agli statunitensi, fino al punto di circondare a Saigon la sede dell'ambasciata degli Stati Uniti. E' una delle prime grandi sconfitte degli efficienti reparti americani.

31 GENNAIO - Inizia dunque il 10 gennaio a Torino l'ondata a catena delle occupazioni delle Universita'. Quella di Palazzo Campana, sede della Facolta' umanistiche che durera' tre giorni; verra' sgomberata dalla polizia e poi chiusa. L'11 si estende la protesta a Padova; sono occupate cinque Facolta'; anche qui interviene la polizia e fra incidenti vari verranno denunciati 150 studenti. Il 17 tocca a Pisa; altra occupazione e altro sgombero della polizia nello stesso giorno. Ma la scena si ripetera' il 18 e il 19 e il 20 citato sopra.
A Firenze scatta l'occupazione il 23, si protrae fra sgomberi della polizia e rioccupazione di tre Facolta' fino alla fine del mese. Fra cortei e barricate la polizia il 23 (vedi sopra comunicato) ha l'ordine di intervenire per lo sgombero. E non usa la mano leggera ma effettua diverse cariche e numerosi arresti. Il 24 e' la volta di Lecce e il 25 quella di Siena.
Il 31 a Trento gli studenti di sociologia si barricano nella loro Facolta' occupandola a oltranza. Un gruppo di cittadini di Trento ancora il 30 marzo quindi dopo due mesi, con una manifestazione davanti al duomo dove sorge l'Universita' cercheranno di sfondare le porte lanciando contro gli studenti occupanti, casse e casse di mele trentine. La polizia interverra' piu' volte ma si limitera' sempre a un controllo molto blando, anche se qualche incidente viene comunque segnalato.

2 FEBBRAIO - Le occupazioni delle Universita' toccano ora le citta' di Pavia, poi nuovamente Pisa alla Scuola normale; il 20 nuovamente a Torino (il 27 interviene ancora la polizia per lo sgombero forzato) il 23 ancora Milano, il 24 a Modena a Bologna e il 26 a Trieste e ancora Padova.
In Centro Italia e nel Sud, a Roma, dieci sono le Facolta' occupate nell'arco di quattro giorni a partire dal 2 febbraio. Mentre a Napoli il 7 e l'8 viene occupata la sede centrale, il 21 l'Universita' di Messina e il 28 quella di Palermo e di Catania.
I piu' gravi incidenti a Roma; qui il rettore D'Avack chiede l'intervento della polizia; gli incidenti causeranno centinaia di feriti e centinaia di arresti in quella che non e' piu' una contestazione ma ormai � una rivolta. (vedi 1� marzo).

3 FEBBRAIO - Il Sindacato e la Pirelli firmano degli accordi per alcuni aumenti salariali agli operai. Ma non tutti gli operai sono soddisfatti. Questi danno vita a uno dei primi CuB, Comitati unitari di Base, che oltre che contestare l'accordo fatto dai sindacati, che chiamano "un bidone", vogliono dissociarsi e creare una base autonoma; chiederanno l'abolizione del cottimo, nuove normative per la salute in fabbrica, e nuove assunzioni per non rendere i turni di lavoro massacranti. E' una delle prime contestazione degli operai fatte con la maniera forte contro i sindacati. Che indugeranno sul da farsi, presi anche loro alla sprovvista.

13 FEBBRAIO - SI COMINCIA......con un insulto e uno schiaffo "Pisa - Un gruppo di studenti che volevano tenere un'assemblea all'interno della facolt� di lettere � entrato in aula dove il glottologo Bolelli stava tenendo una lezione. Alla reazione del docente uno studente ha insultato il professore, che ha risposto con uno schiaffo" 

23 FEBBRAIO - SI COMINCIA...... con la polizia "Roma- La facolt� di lettere � stata nuovamente occupata. Poco prima dlle 13 sono affluiti alcuni reparti di agenti di pubblica sicurezza, che, secondo quanto si � appreso, hanno avuto l'ordine di sgomberare l'edificio" (Comun. Ansa, ore 13.34)

23 FEBBRAIO SERA - SI COMINCIA...... con i feriti: " Roma - L'eccitazione sta crescendo. Il ferimento di una studentessa che alcuni studenti affermano sia stata percossa da un agente - � sfociato in numerosi episodi di violenza. Gli studenti hanno cominciato a urlare alla polizia "Assassini, assassini!" (Comun. Ansa, ore 14.30)

27 FEBBRAIO - Si riuniscono a Bologna al loro primo convegno nazionale i gruppi spontanei del "dissenso cattolico". Invocano la liberazione politica dei credenti e desiderano ad ogni costo staccarsi dalla sudditanza del partito referente sempre piu' legato al sistema capitalistico che incessantemente con ogni mezzo va promuovendo l'individualita' competitiva per un solo obiettivo: il profitto.
Questi gruppi, che sono una vera e propria novit�, vogliono edificare una reale democrazia non con individui isolati - borghesi e proletari - ma soggetti popolari dentro una societa' in cui sia possibile una qualita' della vita, con nuovi rapporti umani, e non una informe burocratizzazione che sta spingendo l'uomo nella alienante razionalizzazione tayloristica esistenziale dove e' bandita sempre piu' spesso la socializzazione. (nei nuovi grandi quartieri che nascono nelle periferie nessuno pensa a un piazza, a un ritrovo, a una serie di negozi, a delle attivit� artigianali. Si costruiscono solo alveari dormitori). 

1� MARZO - Villa Borghese -E' la "Battaglia di Valle Giulia" - Siamo all'apice della contestazione studentesca e siamo anche a una vera e propria guerriglia urbana. L'intera cittadella universitaria era ormai occupata da piu' di un mese, ma dentro non si stava con le mani in mano; con l'appoggio di alcuni professori piu' progressisti,  gia' si erano iniziati corsi autogestiti, seminari, sperimentazioni e anche esami di gruppo. Ma indubbiamente alcuni vecchi professori di vecchio stampo e con tanto prestigio accademico sulle spalle (e lo si vedeva subito dalla loro sdegnata insofferenza) inorridivano nel vedere la "loro" Universita' cosi' "offensivamente" proletaria; erano scandalizzati dal lassismo che il Rettore D'Avack permetteva, e lo convinsero e lo incitarono a chiamare la polizia per farla sgomberare con la forza. Le forze dell'ordine accorse con grande spiegamento di uomini e mezzi, prendendo a randellate gli occupanti riusci' a buttarli tutti fuori, a sgomberare gli edifici e a presidiarli.

Com'era prevedibile gli studenti scesero nelle strade con un grande corteo per protestare, ma anche qui furono caricati selvaggiamente dalla polizia piuttosto allarmata, visto che marciavano verso il Parlamento. Ma gli studenti dispersi non si arresero. Chiesero solidarieta' ad alcuni politici, poi la chiesero ai sindacati per far proclamare uno sciopero per il giorno dopo, ma nessuno volle esporsi piu' di tanto, solo parole di solidarieta' e basta. In poche parole "scantonarono tutti"......ma gli studenti non si arresero, e il giorno dopo .....

1 MARZO - ......gli studenti per tutta la notte in piazza di Spagna si organizzarono da soli, decisi a dare l'assalto alla Facolta' di Architettura interamente presidiata come un fortino. A dividerli c'era soltanto la scalinata di Trinita' dei Monti e le aiuole di Villa Borghese. Il mattino si decise l'assalto con la tecnica dei Vietcong.
La guerra vietnamita entrava nei vialetti di Villa Borghese, e ogni aiuola e cespuglio divento' la postazione di un piccolo gruppetto per formare tante trappole lungo il percorso. I viali di Valle Giulia pieni di studenti, mentre le rampe di Via Gramsci erano zeppe di camionette e poliziotti. Un piccolo gruppo affrontava i poliziotti dalla salita poi iniziava a indietreggiare nei viali per farsi inseguire e quindi farli cadere nella trappole dove erano poi pestati dagli altri gruppi che sbucavano fuori.
La polizia commise l'errore di inseguirli, e cadde nelle trappole tese con i militi poi circondati e bastonati a sangue.
150 i feriti nella polizia, circa 500 gli studenti, circa 300 i fermati, e diversi gli arrestati. Incendi di camionette, auto, lancio di lacrimogeni, spari di candelotti e fu proprio un miracolo che non ci scappo' il morto.
Fu chiamata la "battaglia di Valle Giulia" , l'evento piu' celebre e emblematico del '68; un evento inusitato, che ha fatto scorrere fiumi d'inchiostro.

PASOLINI dopo la battaglia scrisse a caldo dei versi (lui disse "brutti versi") che uscirono in anteprima sull'Espresso e diedero subito fuoco alle polveri della polemica. Ma Pasolini era il "perturbatore della quiete" , sempre un "ospite scomodo", sempre in un posizione di "sfida", e sempre pronto a buttarsi con sprezzo del pericolo "dentro nell'equivoco", era il suo pane quotidiano. Ogni opera, ogni film, ogni romanzo, ogni articolo: sempre una sfida! E spesso anche in contraddizione con se stesso, anzi l'ambiguita' e la contraddizione la teorizza.

(La poesia la potete ascoltare in audio, dallo stesso Pasolini, catturata da una trasmissione radio Svizzera che la mando' in onda - vedi pagina precedente)

Ma leggiamo cosa scriveva ENZO SICILIANO (Vita di Pasolini, ed. Rizzoli, 1979) "A rendersi conto di cosa stava avvenendo fu PASOLINI con il suo intuito. La battaglia la bollo' come "fascismo di sinistra" . L'intuito pasoliniano aveva gia' inteso quale trasmutazione si stesse verificando, e con quali conseguenze, in una parte della gioventu' contestatrice, sia in quella di ispirazione comunista sia in quella cattolica...." "...Nella rubrica Il Caos, (sul settimanale Tempo illustrato", dove inizio' a collaborare dal 6 agosto fino al gennaio 1970) il 28 settembre 1968, aveva spiegato quale fosse la radice del "fascismo di sinistra", vi antivedeva la nascita del terrorismo".
"....Pasolini intui' in anticipo su moltissimi che il "maggio" studentesco italiano non aveva nulla della rivoluzione culturale maoista cui pure si ispirava: ma era una cifrata rivolta della borghesia contro se stessa". Pasolini visse la polemica in conflitto con se stesso. Polemizzava con "Lotta continua", ma presto' a quel giornale il proprio nome come direttore responsabile prendendosi il rischio delle denunce (e se le prese). Gli si rinfacciava dunque l'ambiguita'. Ma lui taglio' corto, fu quasi lapidario, alla Voltaire: "Non posso piu' credere alla rivoluzione, ma non posso non stare dalla parte dei giovani che si battono per essa".

3 MARZO - Scontri in Giappone nelle manifestazioni fra studenti pacifisti e la polizia. Gli slogan anche a Tokio sono antiamericani e le simpatie vanno tutte a Ho Chi Min.
Il 28 dello stesso mese altri gravissimi incidenti per protestare contro la presenza di navi della sesta flotta dotate di armi nucleari nei porti del Giappone. (dove si vuole arrivare in Vietnam e' ora chiaro a tutti)
Giorni "caldi" anche nelle Universita' della Polonia, dove viene contestato il regime, la censura e il nuovo giro di vite repressivo in tutto il paese.
Non restano con le mani in mano gli studenti in Turchia che protestano anche qui contro la presenza di basi atomiche statunitensi nel Paese.

5 MARZO - E se a Roma c'era la "guerra" con le "battaglie" alla Vietcong, in tutte le altre citta' le cose non andavano certo meglio. Nello stesso giorno altre occupazioni a Venezia, a Firenze, a Padova, a Sassari e a Palermo. Il 5 a Milano viene occupato il Politecnico, la Facolta' di Fisica a Genova, Chimica a Bari, Lettere a Cagliari, Economia ad Ancona. Il giorno 12 a Modena e Pisa, il 15 a Messina e Perugia.

Mentre a Roma il 12 sono nuovamente rioccupate le facolt� di Lettere e Architettura, e una ennesima occupazione avviene all'Universita' Cattolica di Milano. Qui anche il Rettore Franceschini fa l'errore di Roma, il giorno 25, dopo tredici giorni di occupazione, chiede l'intervento della polizia per farla sgomberare. Si scatena cosi' anche a Milano il finimondo. La guerriglia! Caroselli, barricate nelle strade, camionette incendiate; centinaia di feriti dai manganelli da una parte, e dalle spranghe dall'altra; cinquanta gli studenti denunciati fra cui il leader MARIO CAPANNA, che gia' era stato espulso dall'Universita' negli incidenti dello scorso anno.

6 MARZO - A scatenare un altro putiferio a Milano, suo malgrado e' un preside di un Liceo (stiamo scendendo verso le scuole inferiori), il Parini. Gli studenti hanno occupato la scuola il giorno 5 e rivendicano anche loro alcuni diritti allo studio. Ma contrariamente a cio' che hanno fatto gli altri Rettori,  gli studenti milanesi nel loro preside trovano molta comprensione; e non e' lui a informare le autorita' e la forza pubblica per intervenire, ma sono le autorita' a intervenire, perche' chiamano lui a rapporto e lo destituiscono per non averle chiamate. Siamo al paradosso, quindi e' intuibile che anche negli altri interventi non c'erano stati motivi di grande allarme sociale come si voleva far credere, ma era stata la mano pesante del governo che oltre a non voler cedere su alcune rivendicazioni, mirava a ben altro. Ricordiamoci che in ogni manifestazione l'argomento che dominava, oltre quello della scuola, era la guerra in Vietnam, e tutte le simpatie e gli slogan andavano a Mao, a Ho Chi Min e al "Che", erano dunque manifestazioni che esprimevano sempre un profondo disprezzo verso gli americani; ed era proprio questo atteggiamento che il governo voleva stroncare; l'America lo voleva. (Altrimenti? ... lo abbiamo letto il 1� Gennaio)

Ma gli effetti della destituzione-punizione furono dirompenti, scesero in piazza per solidarizzare con questo preside prima tutte le scuole medie di Milano il giorno 7, poi quelle di tutta Italia il giorno 8 e 9. Le occupazioni ora si erano estese nelle scuole medie e superiori con moltissime occupazioni di istituti, come a Roma al "Mamiani", a Torino al "D'Azeglio", a Milano al "Parini" e altri ancora in molte citta' della penisola.

Ci fu una incredibile sottovalutazione della situazione, scarsa attenzione anche da parte di chi avrebbe dovuto: I partiti politici, il governo, i giornali. Tutti seguitarono a parlare di una generica rivolta dei figli contro i padri, le solite "ragazzate", quelle che erano sempre accadute in passato. Ma quale passato? Tutti, anche i piu' intelligenti, dimenticarono che in passato non c'erano 6 milioni di giovani dai 15 ai 23 anni scolarizzati dentro o gia' usciti dalle scuole superiori, ma solo 200 mila, e ai tempi scolastici di Rumor, Moro, Nenni, Saragat, Longo ecc. solo 100 mila. Nelle Universita' nel 1946 gli studenti erano 16.000, nel '50, 145.000, in questo 1968, circa 500.000, nel 1970, 617.000, con una media di laureati-anno di 150.000. Con questa cecita' storica e le accuse di "anime imbelli " la frustrazione di alcuni alla lunga venne alla ribalta, e non accettarono di essere considerati una nullita', ne' la loro protesta una semplice rivolta: era una rivoluzione e la rabbia espressa non era solo del singolo ma era anche presente nella fisiologia della societa', che stava alimentando crisi esistenziali e sociali in tutti i gangli della vita del Paese.
(Cos� in America. Quando i borghesi videro in TV malmenare dai poliziotti i propri figli e non solo i negri, si accorsero improvvisamente che la questione riguardava anche loro). 

Nell'epoca in cui era nata e si era formata la classe dirigente (1921), l'Italia contava ancora il 37% di analfabeti. Questa classe politica si era si' formata fra quei pochi che allora studiavano, ma era rimasta ora "analfabeta" dei propri tempi. E questo all'interno di ogni ideologia, rossa, nera e bianca: la marxista, quella di destra e quella cattolica. Un divario culturale enorme che affronto' la questione (sia la maggioranza che l'opposizione) con provvedimenti e manovre diversive e demagogiche, come la liberalizzazione della scuola, ma senza dare risposte costruttive per adeguare strutture, ordinamenti e organizzazione alle esigenze date dalla modernizzazione.

L'espandersi di questa civilta' nuova, industriale, fortemente alfabetizzata e con le sue ripercussioni sulla vita individuale e familiare dove persistono ancora assai forte , modi di vita, concezioni e mentalita' collettive tradizionali conservatrici, quelle manovre e le poche risposte date sono poco compatibili con la modernizzazione in corso, sono riforme "bidoni", e questo tutti lo vedono.

Qualche politico illuminato ci fu, il disegno di legge n.612 era paragonabile come contenuti a quanto era avvenuto in Francia e negli Stati Uniti. Ma eravamo in Italia, e la legge non fu mai approvata, il centrosinistra fece a cazzotti nelle aule del Parlamento, e si varo' al suo posto il "bidone" la legge n. 910. Libero accesso dentro alcune fatiscenti strutture con ottocenteschi laboratori, dove c'era scritto fuori Universita'. Gli studenti potevano andarci quando volevano, cosi' i professori reclutati nei ritagli di tempo delle loro professioni. Un regalo per chi aveva poca voglia di studiare, un regalo per chi aveva poco tempo e voglia di insegnare. Un "bidone" per il Paese!

E' chiaro che fra tutte le altre istituzioni la prima ad entrare in crisi dentro una societa' cosi' organizzata fu la scuola. La spinta non poteva venire dalla fabbrica o dalla campagna, dalle valli o dalla montagna, ma venne dalle citta' metropolitane.

Nel 1968, 4.550.000 erano iscritti alle elementari, 1.820.000 alle medie, 1.372.000 alle superiori, 488.000 alle Universita'. E mancavano 33.000 aule. C'era nel Paese ancora un 8,7 di analfabeti, e nel Sud alcune regioni conservavano un poco invidiabile primato con punte del 21%.

Era dunque non solo una " rivolta" ma una "rivoluzione sociale" oggettiva. Il Paese era cambiato e la cecita' e l'immobilismo della classe politica vecchia non predisponeva riforme per equilibri nuovi e piu' avanzati, e tutti i problemi accantonati nel passato emergevano; diventava sempre piu' difficile affrontarli in una mutata condizione del paese che stava correndo in parallelo con le societa' liberiste e socialdemocratiche che stavano allargando il loro regno su tutto il pianeta..
Il PIL in Italia era passato da 23.200 miliardi del '60 a 55.900 miliardi nel '68
I consumi da 14.788 miliardi dello stesso anno a 64.569 miliardi nel '68.
Il Paese camminava in fretta, e le riforme rimanevano sulla carta.

 < < inizio ANNO 1968            Continua > >

(pagine in continuo sviluppo -(sono graditi altri contributi o rettifiche)