ANNO 1964 - (provvisorio)
( Anno 1964 - Terza Parte)

Muore il 21 Agosto Palmiro Togliatti

Togliatti

La voce di Palmiro Togliatti
(Anno 1960 - Ricordando il 1945)
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Dalla descrizione che ne abbiamo fatta nella precedente pagina, dentro lo stato italiano stava nascendo quella che verr� chiamata  la "razza padrona", la "borghesia di stato". Nessuno ascoltò Cuccia. Abile, stravagante fin che si vuole, ma come abbiamo accennato riservato e con una dignità tecnica come pochi in questi anni.. I più grandi gruppi industriali italiani se sono oggi internazionali e possono competere ad armi pari lo devono proprio a lui. Come lo Stato deve a suo suocero i bellissimi gioielli che ha ereditato.

Scrive LEO VALIANI (che non è certo un industriale) che cosa voleva Cuccia: "Man mano che l'Italia si fosse industrializzata, diventava indispensabile una forte accumulazione di capitali, che poteva essere salda durevole e a dimensioni internazionali solo se almeno in parte fosse stata ben centralizzata. Cuccia trasse con grande abilità e ampia visione le conseguenze pratiche di questo svolgimento che era nella realtà di tutto l'Occidente industriale. Lo fece egregiamente con risultati nell'insieme eccellenti per il Paese. Un giorno l'Italia, da settima potenza industriale del mondo e da socio fondatore dell'Europa economicamente unita, lo onorerà come merita". (dal Corriere 10 Non '97) (Il 24 novembre 1997, Cuccia compie 90 anni).

23 LUGLIO - Ma cosa � accaduto in questo famoso giorno 18 luglio? Sapremo molti anni dopo che in questo giorno doveva scattare il Piano Solo, qualora la grave crisi politica avesse richiesto misure straordinarie. Questa la versione che ne venne fuori, mentre più tardi si seppe che era un vero e proprio colpo di Stato (o almeno tutto era pronto per farlo)

In quel giorno - verr� rivelato - De Lorenzo convocò a Roma i capi delle tre divisioni dell'Arma e consegnò loro le disposizioni del Piano e li pose all'erta. Avrebbe comunicato tempestivamente l'ora e il giorno per intervenire. Nei documenti del progetto antisovversivo era previsto l'arresto e la deportazione in Sardegna di alcuni "enucleandi" (una lista che non venne mai fuori - cosa curiosa nemmeno quando salir� al potere la sinistra - e un motivo c'era) nonché l'occupazione delle prefetture, della Rai-Tv, delle centrali telefoniche e delle sedi di alcuni partiti. Le rivelazioni vennero poi  fuori al processo intentato da De Lorenzo all'Espresso, che aveva rivelato - scatenando un putiferio- il golpe, nel maggio del prossimo 1967. Naturalmente quelli che in quella famosa notte furono allertati non dovevano certo aspettare l'uscita dell' Espresso. Per tre anni silenzio.

Quello che si seppe in quell'occasione, fu che il Piano Solo era un colpo di forza per arrestare quello che era stato definito un definitivo slittamento a sinistra dell'asse politico italiano. La vicenda non fu mai chiarita, Moro chiamato in causa quando ci fu un'inchiesta, non rivel� nulla, si avvalse della  formula "per la sicurezza dello Stato" con tanti omissis, che anche se furono poi tolti dopo la sua morte alla fine del 1990, non hanno mai chiarito del tutto i legami del piano Solo con un'altra vicenda che fece altrettanto scalpore: la struttura Gladio.

Nonostante le polemiche, le controversie giudiziarie ed anche l'inchiesta parlamentare sugli eventi di questo 1964, si è rimasti ben lungi dalla verità. La commissione parlamentare comunque concluse che le iniziative del generale De Lorenzo e dei servizi segreti "assunsero carattere di assoluta gravità, di piena illegittimità, di rilevante pericolosità per le istituzioni del nostro paese, tendendo esse ad intervenire, al di fuori di ogni normativa esistente e di ogni disposizione di governo, con l'uso della forza, nello svolgimento della vita politica e istituzionale del nostro paese in un momento delicato di essa, con misure che ne venivano ad alterare irrimediabilmente l'equilibrio e a colpire e ad annullare le libertà costituzionali dei cittadini, delle organizzazioni politiche e le strutture istituzionali su cui si fonda la democrazia del nostro paese" (Dagli atti Parlamentari Senato della Repubblica, Legislatura V, Documenti, doc.XXIII, n.1. Commissione parlamentare d'inchiesta sugli eventi del giugno-luglio 1964, vol II: relazioni di minoranza p. 272.)

Sono rimaste anche  molte ombre su alcuni aspetti della vicenda; cioè il ruolo svolto dal governo, dall'ambiente militare e soprattutto da Segni (che era un presidente della Repubblica) che oltre a incontrarsi con De Lorenzo, era salito al Quirinale il 15 luglio pure il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito. (Non era un mistero, i due comunicati Ansa li abbiamo letti nella pagina precedente)

(Aggiornamento del  3 aprile 2000 - al processo di Velletri per diffamazione intentato da Alessandro De Lorenzo, figlio del defunto generale, nei confronti del settimanale "Avvenimenti", il sottosegretario agli interni Massimo Brutti, intervenuto in qualità di persona informata dei fatti come ex presidente del Comitato parlamentare sui servizi di informazione e sicurezza, dice che il generale Giovanni De Lorenzo, "stando in un circuito istituzionale, partecipò con responsabilità di primo piano all'approntamento di uno strumento illegittimo". Riferendosi al piano Solo, Brutti ha parlato di "una vicenda in continuità con altre vicende degli anni 50" sottolineando che le liste di persone da fermare e arrestare di cui si parla nel Piano Solo sono altra cosa rispetto ai fascicoli anch'essi illegittimi realizzati dai servizi segreti sulla vita di esponenti pubblici. De Lorenzo, infatti, fu a capo del Sifar prima di passare al vertice dell' Arma. "Nel 1964 - ha detto Brutti - ci fu una stretta, un aggiornamento delle liste perchè potessero diventare operative immediatamente". Il motivo di tale iniziativa per Brutti sarebbe stata la formazione del primo Governo di centrosinistra. Il sottosegretario ha parlato di due giudizi, storico e politico: "Lo scopo era bloccare gli uomini dell' opposizione ed i capi comunisti, una iniziativa che contraddiceva i principi della Costituzione ma che storicamente costituiva un atto di sottomissione alla 'ragion di Stato' nell'epoca della guerra fredda". Una parziale giustificazione quest'ultima "per gli anni '50 ma non per il 1964 quando la pressione della guerra fredda era diminuita; la novità allora era il centrosinistra".
Per Brutti, De Lorenzo non agì da solo. Il giornalista Eugenio Scalfari ha fornito dettagli sul Piano Solo sostenendo che in una certa situazione di allarme, di tensione, c'era la preoccupazione che il partito comunista ed i suoi alleati prendessero l'iniziativa per assicurarsi il potere. Il piano era controreazione preventiva a questa iniziativa. Il piano prevedeva che per un centinaio di nominativi - ha ricordato Scalfari - tra i quali dirigenti e sindacalisti di sinistra, giornalisti e funzionari pubblici di un certo tipo venissero prelevati a mezzanotte dalle loro case, portati in luoghi di concentrazione e da lì con aerei e navi in Sardegna per essere trattenuti". I carabinieri, da soli, avrebbero preso possesso delle stazioni televisive e radio, delle Ferrovie. Per attuare una operazione di questo tipo Scalfari ha sottolineato che occorreva sorvegliare queste persone, "conoscere dove abitavano, sapere come erano fatti i loro portoni, ecc". Scalfari, e prima di lui il giornalista Lino Jannuzzi, furono gli autori, rispettivamente in qualità di direttore e di inviato dell'Espresso, di un'inchiesta giornalistica che nel 1966 portò alla conoscenza del Piano Solo. Scalfari ha detto che l'esistenza del piano fu resa nota dal parlamentare socialista Pasquale Schiano, e fu successivamente confermata da alti ufficiali dei carabinieri, in particolare dall'allora vicecomandante Giorgio Manes e dal comandante della legione di Milano Zinza. Iannuzzi ha sottolineato che l'irregolarità del piano stava nel fatto che il presidente della Repubblica Segni, scavalcando il Governo, aveva avuto colloqui privati con De Lorenzo proprio su questo progetto.)))

Il nuovo governo abbiamo visto era la "forza" e la "colonna" della DC dorotea assieme a quella corrente di destra andreottiana. Era una forza per sottomettere il PSI mezzo decapitato dai suoi stessi deliri di grandezza.(Nenni diventò vice presidente del consiglio, ma Lombardi dovette fare fagotto). Inoltre la DC aveva l'appoggio servile di Saragat (disegni di grandezza anche lui prima e dopo). Lui non dobbiamo dimenticare fu subito dopo eletto Presidente della Repubblica, paradossalmente senza i voti del suo stesso partito ma con i voti della DC e per ripicca (implorandoli) quelli del PCI. Grande regista sempre Moro, che mise da parte Leone e Fanfani, due uomini che credevano entrambi proprio di meritarsi in premio il Quirinale.

La fase critica comunque di questo 16 luglio, la si può intuire: fu quella dove si volle con forti pressioni (e chissà come) neutralizzare le aspettative del PSI e portarlo fra i moderati (Farlo spaccare al suo interno. E ci riuscirono) e quindi ottenere così meno intransigenze sul programma di governo e sulla politica estera. Un'altra carta buona nel giocare questa partita , fu poi quella di mettere sul tavolo, la "carta" Saragat.
Il regista Moro sapeva che cos� operando in entrambi i due partiti socialisti faceva diminuire la coesione e l'unit� della classe operaia, com'era successo nel 1947 quando Saragat aveva abbandonato il PSI. Anzi Saragat nei confronti di Moro lo troviamo in questa fase ancora più disposto a collaborare che non con De Gasperi. Un servilismo,  premiato subito dopo, mandandolo al Quirinale dopo pochi mesi.

Nenni anche dopo anni non si espose mai nel raccontare quanto avvenne quella notte. Si limitò sempre nel dire che quel governo che piaceva a pochi era nato cos�, ed "era la sola alternativa, altrimenti sarebbe stato un governo di destra come non se ne era mai visti prima. Il golpe? Solo un rumore di sciabole". Quel "mai visti prima" � la chiave del mistero, e le "sciabole" abbastanza inquietante.

Segni invece ne venne fuori distrutto, non sappiamo perchè e per cosa. Il 6 agosto si era già votato la fiducia alla Camera del nuovo governo, e Moro con Saragat il giorno dopo si recarono al Quirinale per conferire con Segni. In una accesa discussione (dove probabilmente Moro o Saragat gli fecero trangugiare qualche rospo indigesto) il Presidente della Repubblica, nell'agitazione della discussione o preso dall'ira, gli sal� il sangue alla testa, e si accasciò, colpito da una trombosi; non fu più capace di intendere e volere. Al colpo di Stato non riuscito o solo paventato si sostitu� il colpo aploplettico che non perdon� -lo dissero in alcuni ambienti-  l'occulto  regista di tutta l'operazione (per� fallita).

"Roma- A quanto si � appreso, il presidente Segni � stato colto da malore mentre stava ricevendo il presidente del consiglio Moro e il ministro degli esteri Saragat. I due sono rimasti molto impressionati dall'accaduto". (Com. Ansa del 7 agosto, ore 21.55)

In sostanza - proviamo a fare una ipotesi - si temette che la sinistra volesse prendere il potere con la forza della piazza dopo i recenti fallimenti (quell'intenzione di "non più parlarne" - come si era espresso molto bene Colombo) su casa, scuola, regioni, riforme, Nato, sindacati, e statuto dei lavoratori. Una volta preparato il Piano Solo si ha la sensazione che NENNI fu persuaso fra il 18 luglio a recedere da ogni pregiudiziale programmatica, pena una minaccia (*)  per la democrazia contro la quale egli stesso con le "ali tagliate" non avrebbe (nel caso migliore - nel peggiore lui era uno di probabili "enucleati") potuto fare proprio nulla.
Varato il governo infatti, non si parlerà più di questi problemi e Moro inizier� il suo lungo cammino per concluderlo drammaticamente nel  1978.

(*) Alla mattina del 19 gli allertati in tutte le citt� italiane se ne andarono tutti a dormire, e anche Nenni e C.  Gli italiani  tre anni dopo sapranno qualcosa, ma cosa accadde di preciso nessuno lo ha mai scoperto.

((((((((Per la cronaca, quattordici anni dopo (in un contesto politico molto simile a quello di quest'anno, con correnti di partito fortemente determinate sulla linea politica da seguire. Non sappiamo fino a che punto Moro fosse libero di farlo, visto che era stato fortemente contestato dentro il suo stesso partito, fu "liquidato, non so da chi, dove, quando e perch�";  lo sentiremo dire con la sua stessa voce nel '78). Moro fece il suo tentativo estremo in quel 28 febbraio 1978 quando preparò quella che doveva essere la sua operazione più ardita: l'ingresso del PCI nella maggioranza, esternando accorati appelli alla DC per il nuovo governo Andreotti che verrà costituito dopo undici giorni, l'11 marzo, sostenuto dal PCI.
Ma proprio il giorno 16 marzo, poche ore prima che Andreotti si presentasse in Parlamento a fare le dichiarazioni programmatiche del nuovo governo per ottenerne la fiducia, non ci sarà questa volta un tentativo di un colpo di Stato, Moro verrà rapito mentre si recava alla Camera, dalle Brigate "Rosse" (!?) . In poche ore - cosa che non era mai avvenuta nella storia della Repubblica - si votò, con lui assente, la fiducia al "suo" governo Andreotti. Nasceva cosi il primo governo DC sostenuto dal PCI. - Ma il 9 maggio Moro verrà assassinato. E' curioso che in entrambe le due occasioni che avevano lo stesso obiettivo (sinistra al governo) si siano verificate due colpi di scena di cui l'ultimo molto pi� tragico. Ma ne riparleremo)))))))

1� AGOSTO - Il Senato vota la fiducia al governo Moro con 163 sì (DC, PSI, PSDI, PRI) e 120 no (PCI, MSI, PDIUM, PLI) 1 astenuto.
Alla Camera come già accennato la fiducia gli venne data il 6 agosto con 344 sì, 238 no e 3 astenuti con lo stesso schieramento del Senato.
Ma alla Camera, il 2 agosto, Moro  nell'iniziare il dibattito sulla programmazione ebbe paura. Nel timore di affrontare il voto segreto, improvvisamente  chiese quello palese, allo scoperto. Non voleva correre i rischi. Colti di sorpresa i deputati del PLI, PSIUP, MSI, PDIUM, PCI, sono usciti dall'aula per far mancare il numero legale. Le votazioni avvenute in un caos, furono annullate. Moro ebbe paura dei franchi tiratori dopo l'intervento del liberale  Bozzi, che parlando perfino di incostituzionalit� del disegno di legge, aveva creato delle incrinature nella compattezza dell'appoggio al governo.

7 AGOSTO - Moro e Saragat ottenuta il giorno prima la fiducia alla Camera, salgono al Quirinale a incontrare il Presidente della Repubblica Segni. Forse i due  portando qualche brutta notizia, o sovvertendo alcuni patti fatti in precedenza lo fanno infuriare, ci fu una arrabbiatura che port� il suo stato di tensione a livelli tali che Segni fu preso da un attacco di trombosi cerebrale. Rimarrà al suo posto fino al 6 dicembre, poi le accertate sue pessime condizioni di salute lo portarono alle dimissioni.

13 AGOSTO - Mentre si trovava in vacanza in Crimea anche il segretario del Partito Comunista Italiano PALMIRO TOGLIATTI subisce un attacco di trombosi. Una emorragia cerebrale che si trasforma in pochi giorni in un embolo letale. 

21 AGOSTO - "Roma - Con profondo dolore la segreteria del PCI annuncia la morte del compagno Palmiro Togliatti, avvenuta oggi a Jalta alle ore 13.20" Cosi dice un comunicato del Pci emesso alle 15,10" (Com. Ansa, ore 15.12)

25 AGOSTO - Rientrata la salma a Roma si svolgono i funerali a Piazza San Giovanni. Vi partecipano un milione di persone provenienti da ogni parte d'Italia.
LUIGI LONGO (nuovo segretario del PCI) nel discorso di commiato annuncia la pubblicazione integrale su Rinascita, degli ultimi appunti di Togliatti. Subito soprannominato  Memoriale detto di Yalta. Una revisione totale di alcuni principi del comunismo dei paesi socialisti e nello stesso tempo una "onesta" (ma molti dissero tardiva) critica sulla conduzione dell'economia in Russia. Fu pubblicato e ripreso poi con grande risalto su tutti i giornali esteri, in America in prima pagina, mentre in Russia.....
"Londra - Il Times scrive che il memorandum di Palmiro Togliatti spiega l'irritazione sovietica per la decisione del PC Italiano non solo di pubblicare il documento ma anche di adottarne il contenuto"
(Com. Ansa, ore 20.40) 

Scriveva profeticamente in anticipo nel 1956 Paolo Spriano "Togliatti indicava nell'Urss di Stalin forme di degenerazione, invitava ad approfondire le cause di tali fenomeni nella trasformazione involuzione vissuta dal PCUS all'inizio degli anni trenta, conduceva a una critica per tanti aspetti liberante rispetto all'impostazione trionfalistica precedente. Si arrestava sulla soglia delle questioni più importanti: la natura del sistema politico sovietico; le corresponsabilità di chi stava attorno a Stalin; il rapporto tra degenerazione interna e politica estera dell'Unione Sovietica, e più in generale tra democrazia politica rappresentativa e sostanza democratica. Quella del potere socialista era da lui considerata sempre superiore a quella democratico-borghese" (P.Spriano. La Passione di un decennio (1946-1956)

I commenti sul Memoriale, scatenarono gli opinionisti politici, gli storici e gli aderenti;  molti dissero "io lo dicevo da sempre", e altri invece (nello stesso Pci) non vollero accettare questi severi giudizi  espressi da un Togliatti postumo. 
Polemiche che fecero scorrere solo fiumi d'inchiostro -ancora oggi anno 2000 al centro di controversie storiografiche- che furono inutili,  ormai il paese sovietico era un pianeta lontano dall'Italia. La Romagna tutta rossa, ad esempio, ha scoperto la proprietà privata, il mondo del benessere, "l'impegno sociale" di dare a tutti (anche agli altri "rossi", quelli delle fabbriche torinesi e milanesi) un pezzo di mare. In pochi anni questa "missione" li farà diventare miliardari, mentre di fronte, nello stesso mare,  la Iugoslavia vivr� sempre  nel limbo della collettivizzazione, col modello bolscevico; e i pessimi risultati gli italiani li hanno visti tutti.
 Tanti gli errori dell'Italia, ma indubbiamente meno degli altri. Il volume edilizio sulla costa romagnola costruito in dieci anni sarà pari a quello costruito in 2000 anni. Il reddito raddoppiato, poi quadruplicato in pochi anni.

Di fronte, l'Italia ha un altro Paese,  l'Albania. Dopo aver abbandonato il comunismo sovietico, entrano quest' anno i nuovi "consiglieri" i cinesi di Mao. Un altro clamoroso fallimento. Non fu abbastanza sventolare il libretto della saggezza del "timoniere", ci voleva ben altro. Eppure in Italia alcuni levarono grida di gioia: "la Cina di Mao e vicina, � gi� in Albania". Dur� poco, i "saggi" cinesi, fecero l'unica cosa saggia: se ne  tornarono in Cina.   

 SETTEMBRE - Il segretario della DC MARIANO RUMOR al IX Congresso del partito a Roma sostiene la necessità di collaborare con il PSI. Ma aggiunge anche che non si parlerà più di riforma urbanistica (come se fosse una conquista il non parlarne!), non si parlerà nemmeno più di Regioni e che non si faranno più nazionalizzazioni.

Ma la corrente dorotea sta perdendo lungo l'accidentata strada molti fedelissimi (che tali non erano) sostenitori. Ognuno dice la sua, altri invece tramano in tante fronde.
ARNALDO FORLANI fanfaniano afferma che il centrosinistra ha perso "lo spirito innovatore", mentre DONAT CATTIN si lamenta dell'atteggiamento troppo moderato (!? non precisa) di una parte consistente della DC (suo figlio diventer� un terrorista rosso, forse nero, o forse rossonero, non si � mai saputo). 
Si cominciano cos� a vedere le prime spaccature dentro la più forte corrente democristiana; ognuno vuole ritagliarsi un suo spazio di potere "forte", attraverso i propri sostenitori che ogni parlamentare sta creando (con le tessere) nel proprio seggio elettorale. Ma anche in questi, dove ci sono "due galli" non vengono risparmiati i colpi bassi, e alcuni delfini irriconoscenti appioppando vere e proprie spallate scavalcheranno il proprio leader, spesso soffiandogli anche la leadership.
Infatti al congresso i dorotei perdono consensi e non hanno più la maggioranza assoluta;  avanzano i quarantenni, gli ambiziosi, i ribelli: Forze Nuove di CATTIN; Fanfani manda invece avanti FORLANI; ANDREOTTI non sta a guardare; e RUMOR stesso si sta allevando (ma non lo sa ancora) in casa le sue serpi; il giovane BISAGLIA  nel vicentino e nel padovano dove Rumor domina, comincia il suo giro negli istituti religiosi (dove Rumor proprio lì ha la sua forza) a lasciare a preti e monache il suo "santino" "protettore". Purtroppo pi� tardi, quando stava gi� scalando le alte vette, gli venne a mancare a lui il santo protettore: fin� affogato su un panfilo in circostanze misteriose.
Alla fine di questo Congresso RUMOR viene ancora rieletto segretario del partito, ma solo con i voti dei dorotei e quelli di forze nuove.

4 OTTOBRE - Ora gli Italiani in Fiat 600 (queste sono le macchine più diffuse che si vedono in giro - a 1000 al giorno prodotte dal 1957 sfiorano quest'anno i due milioni di esemplari) possono andare da Milano a Napoli, ma soprattutto vanno "tutte al mare"; sulla costa adriatica romagnola, dove in una modesta pensione si paga meno di 1000 lire al giorno e ci si illude di fare la vita  come i ricchi che vanno in Versilia. Rimini, Riccione e Cattolica  sono affollati di impiegati del triangolo industriale, mentre a Bellaria e dintorni, con delle attrezzature ancora modeste, l'80% della clientela sono operai della Fiat. All'Hotel Firenze si paga 1200 lire al giorno, alla Pensione Villa Tonetti 1000 lire, mangiare, dormire e con l'ombrellone e la sdraio gratis. Più Ige 6%, che però nessuno paga perché nessuno fattura.
Lo stipendio di un operaio è già a 86.000 lire. Qualcosa quindi indubbiamente non funzionava. O che gli stipendi erano troppo alti o che gli albergatori lavoravano per nulla. Infatti il mensile di un operaio, in questo agosto 1964, poteva saldare l'intero conto in un albergo dove era stato per l'intero mese con la sua famiglia di 3 persone.
(dati: Annuario Ufficiale Alberghi d'Italia a cura dell' Enit, - e vedi stipendi dell'epoca)

Nell'annuario, ancora nel 1973 (quindi dopo nove anni, le Pensioni non andavano oltre le 2000 lire. Una stanza al Grand Hotel di Rimini, costava lire 3000. Quando lo stipendio di un operaio era già nel 1973 a 150.000 lire. Cioè avanzava 2000 lire al giorno se alloggiava al prestigioso Hotel. Qualcosa non andava o a monte o a valle.
Comunque MORO inaugura il 4 ottobre la intera Autostrada del Sole. A Napoli all'entrata, c'� sempre folla; si chiedono passaggi ai numerosi camion di verdura diretti verso il Nord, o a una qualsiasi macchina targata Milano. Molti partono senza neppure una valigia, alla ventura, alla scoperta del pianeta settentrione, dove gli operai, si favoleggia, fanno anche le vacanze e "si sono fatti" tutti "la macchina". Perfino chi scrive facendo spesso la spola Milano-Napoli ne ha caricati in auto-stop, alla ventura, almeno una ventina, scaricandoli a Roma o nel Settentrione senza che avessero una meta.

E' un Settentrione che ha bisogno di comune manodopera, uomini di fatica, agricoltori, ma senza minimamente attuare i Comuni invasi da questo fiume in piena, strutture di accoglimento né tanto meno un decentramento delle unità produttive (la riforma urbanistica, lo abbiamo letto, nel corso dell'anno fu buttata nelle ortiche e non se ne parlerà pi�).
Si dorme dunque nelle stazioni, o in 10 dentro una fatiscente stanza concessa sempre con tanti pregiudizi dai piemontesi, un pò meno dai lombardi, questi sono molto più pragmatici perché più diversificato il mondo del lavoro locale. C'è la grande fabbrica, ma anche la piccola, c'� l'artigianato, l'agricoltura e il relativo indotto di questi settori non legati a una unica vocazione industriale come quella di Torino dove la crisi attanaglierà l'intera città (un incubo il Natale del prossimo '69) quando la sua unica grande fabbrica e i suoi satelliti (12.000 aziendine) entreranno in una drammatica crisi.

La grande e unica azienda, metterà più tardi la citta di Torino in un'altra crisi permanente, quando introdurr� la tecnologia dei robot, lasciando a spasso una enorme quantità di manodopera non qualificata e con poche possibilità di rioccupazione in altri settori, che a Torino sono quasi inesistenti. La citt� ha in pratica una sola fabbrica, affiancata da quelle sussidiarie, e quando il prodotto lo produce  una macchina che non ha uno stipendio, non spende e non mangia; il prodotto che sforna in continuazione non lo acquista, né il robot e neppure l'operaio che quel prodotto non produce più. La città insomma inizi� a morire. Ci sono oggi palazzi nel lungo Corso V. Emanuele, imponenti ma fatiscenti, grigi e sporchi, e tanta amarezza in quelli che ricordano i tempi d'oro.

15 OTTOBRE - In quindici giorni, si succedono TRE NOTIZIE che rimescolano le carte di tutta  la politica mondiale.
"Mosca - L'agenzia Tass alle ore 22.02 ha pubblicato il seguente comunicato: Nikita KRUSCEV � stato esonerato dalle sue funzioni di primo segretario del comitato centrale del Pcus e di presidente del Consiglio dei ministri dell'Urss. Leonide BREZNEV � stato eletto primo segretario del C.C. del Pcus. Aleksiei KOSSYGHIN presidente del Consiglio" (Com. Ansa, ore 22.08).

4 NOVEMBRE - New York - Il candidato democratico Lyndon Johnson ha ottenuto una schiacciante vittoria sul suo avversario, il repubblicano GODWATER, dopo essere riuscito a batterlo in tutti gli stati dell'Unione, ad eccezione di cinque stati del sud. 41.688.410 voti (61,3%) contro 26.269.391 (38,7%). (Com. Ansa, ore 11.15)
"Godwater lo sconfitto ha fatto le felicitazioni a Johnson, ma ha messo in guardia il nuovo presidente sul fatto che il comunismo "rimane il principale ostacolo alla pace" (Ib. ore 19.30)

La Terza era quella del 16 ottobre che abbiamo gi� accennato all'apertura dell'anno. La Cina possedeva la Bomba Atomica, e lanciava i suoi messaggi contro l'imperialismo degli Usa.

IL 28 DICEMBRE - Dopo le dimissioni di Segni per le sue cattive condizioni di salute,  elezione del Presidente della Repubblica. Una partita lunga costellata da colpi di scena. Dopo 21 sofferte votazioni, viene nominato GIUSEPPE SARAGAT . Per la prima volta entra al Quirinale un uomo della sinistra (PSDI) con l'appoggio molto anomalo di quasi tutti i partiti laici, cattolici e marxisti: furono 646 i voti; Martino, 56, Marsanich 40, Rossi Paolo 7, dispersi 20, bianche 150, nulle 4, FANFANI 4 (!!).

FANFANI ci contava a questa carica, era un uomo che non dispiaceva nemmeno alla sinistra democristiana, ai socialisti, ad alcuni del MSI, e neppure al comunista Longo e Ingrao. Erano questi ultimi, avversari ma anche leali amici. Fanfani i nemici li aveva invece dentro il suo stesso partito cattolico, e impietosamente Moro lo mise all'angolo e per sei giorni con l'ordine di scuderia non lo mandò alle prime votazioni oltre i 130 voti, quelli appunto che non controllava. Infine venne a Fanfani dalla Chiesa l'invito ad abbandonare il duello per non compromettere l'unità del partito e si ritirò. Il regista Moro poteva dichiararsi soddisfatto. Come contentino gli si darà a marzo del prossimo anno proprio il ministero degli Esteri che ricopriva Saragat. Ma eletto Presidente dell' ONU in settembre, a dicembre si dimetterà, ma per altri motivi: per una polemica (ma fu un attacco) su un giornale.

L'elezione di Saragat lasciò uno strascico di polemiche e di risentimenti fra tutti i partiti soprattutto all'interno della DC, dove molti in venti votazioni avevano scoperto le loro carte. Infatti Saragat venne eletto con i voti determinanti dei comunisti che erano all'opposizione, mentre molti dissidenti si registrarono nella maggioranza, soprattutto nella DC dove 150 saranno infatti le schede bianche. Paradossale fu che si astennero molti  dello stesso partito di Saragat. La sua ambizione non era piaciuta affatto.

Saragat aveva chiesto esplicitamente l'appoggio dei comunisti e dei socialisti che lui aveva sempre osteggiato palesemente, e quelli lo punirono votandogli contro.
Sarà poi proprio lui con la sua carica a innescare (spesso con più di un risvolto ambiguo - ma la sua elezione era del resto tutto un programma) un governo di centrosinistra. Infatti apparentemente vincolò in seguito (specie dal luglio '68 con il paese sull'orlo di fermenti nuovi e drammatici) i mandati per la costituzione dei governi di quel periodo, contribuendo a far realizzare coalizioni di centrosinistra.

Coltiverà anche il sogno ambizioso di creare in Italia una socialdemocrazia di massa di tipo europeo. Ma non aveva la statura di farlo, e fu un bene, perché la sua ingerenza presidenziale non fu come negli anni precedenti come quella dei predecessori, ma fu molto blanda, anche se abbiamo detto ambigua. Se ne rimase buono a fare il Presidente, contribuendo a far lavorare un po' meglio di prima i rappresentanti del governo. E fu (secondo molti osservatori) la cosa più utile che fece nel suo settennale.

STORIA MONDIALE -Il fatto principale di quest'anno è l'intervento massiccio degli americani in Vietnam. Una escalation.

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