ANNO 1956 (provvisorio)
( Anno 1956 - Parte Seconda)

8 DICEMBRE - TOGLIATTI al VIII congresso di Roma del PCI � coinvolto in una furiosa battaglia all'interno del suo partito. All'interno ci sono gruppi di intransigenti ma anche gruppi radicali che dopo i fatti d'Ungheria vorrebbero prendere le distanze dal comunismo russo. Mentre altri mettono in discussione la leadership dello stesso Togliatti. Infine diversi intellettuali dopo l'appoggio e la giustificazione che un Togliatti poco convincente aveva dato nei riguardi dell'invasione sovietica in Ungheria, abbandonano il partito sdegnati.

14 DICEMBRE - Siamo alla chiusura del Congresso comunista. Togliatti ritrova la grinta. Fa una profonda autocritica. Vuole rilanciare la via italiana a un socialismo nuovo, prospetta la tesi del policentrismo e promuove nuovi dirigenti. Ad affiancarlo come vice chiama LUIGI LONGO, e creando le premesse di un primo decentramento crea dei centri regionali dove fra i capi gruppi troviamo un rinnovamento totale al vertice, fra cui NILDE IOTTI, LUCIANO LAMA, EMANULE MACALUSO, GIORGIO NAPOLITANO, EDOARDO PENNA, ANTONELLO TROMBADORI, PIETRO INGRAO.

Alla conclusione del Congresso Togliatti riesce a vincere la battaglia contro le opposizioni interne e a ottenere la riconferma a segretario del partito. Ci sia avvia quindi con oltre dieci anni di ritardo a rilanciare un socialismo più moderno e ad abbandonare strade senza sbocchi che vorrebbero prendere invece i massimalisti.

Era gi� il primo passo, ma a Togliatti ce ne voleva un altro, quello di non creare una trincea con gli innovatori, e i cosiddetti radicali. Ma dopo le ultime vicende, solo "radicali" atteggiamenti potevano essere le conclusioni; sia dentro nel PCI che nel PSI che avrebbero potuto trarre degli insegnamenti in questo critico periodo. Invece dovremo aspettare ancora molti anni, e neppure basteranno gli anni '68-'78, che servirono solo ad alcuni per prendere la strada folle e criminale del terrorismo, mentre altri (quelli del PSI- dove di rinnovamento ne fecero ben poco, non certo quello che sentiremo dire da Craxi nel suo programma fra alcuni anni, nel '79) nella confusione (strategie della tensione, rossa, nera, bianca) riuscirono a occupare con certe alleanze progressivamente i posti di comando dentro una societ� in fermento.
Poi nei nevralgici anni '80, con cifre inflazionistiche da Terzo Mondo, dentro quei posti operarono alcuni con uno spregiudicato esercizio del potere in un cinismo gestionale senza pi� alcun confine. Erano stati, se analizziamo bene proprio questi anni '56- e poi dopo, quando vedremo quelli del '68 e '78, gli anni che crearono determinati presupposti che andranno poi agli inizia degli anni '90 a travolgere l'intera politica italiana con la scomparsa dalla scena di alcuni famosi partiti storici (fra questi DC e PSI).

Si era partiti in questo dicembre 1956 verso una nuova via al socialismo, ma proprio quelli che si chiamavano socialisti, la via la smarrirono lungo il percorso. Nel 1990 non c'era rimasto nemmeno pi� un piccolo sentiero, prima e dopo Berlino Est, e per chiudere, i fatti in Iugoslavia; in Italia di quel sentiero non rimase nemmeno più la traccia. Alcuni protagonisti finirono con gli alleati, tutti in tribunale, e molti in quei processi  recitarono la loro parte peggiore.

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