ANNO 1936 (provvisorio)

PATTO ANTICOMINTERN
tra GERMANIA E GIAPPONE

(Comintern era un altro termine con il quale veniva designata la Terza Internazionale
(Sigla dell'Internazionale Comunista - vedi in fondo)

Il Patto Anticomintern fu stipulato il 26 novembre 1936 a Berlino tra la Germania e il Giappone. Con esso i due Stati contraenti si impegnavano a cooperare «per la difesa comune contro l'opera disgregatrice dell'internazionale Comunista» mediante scambio di informazioni, azione presso l'opinione pubblica, lotta contro gli agenti comunisti, ecc. Un protocollo aggiuntivo segreto ne metteva in luce il contenuto antisovietico, impegnando la Germania e il Giappone a non rafforzare la posizione dell'URSS qualora quest'ultima avesse aggredito una delle Potenze contraenti. L'adesione dell'Italia (che venne considerata firmataria originaria) avvenuta il 6 novembre 1937 fece del Patto Anticomintern il primo embrione della futura alleanza tripartita che sarebbe stata poi conclusa il 26 settembre 1940.
Al Patto aderirono successivamente l'Ungheria e il Manciukuó (lo Stato fantoccio creato dal Giappone nel 1932 dopo un breve conflitto con la Cina) il 25 febbraio 1939 e la Spagna il 15 aprile 1939, subito dopo la fine della guerra civile.
La conclusione dei trattato di non aggressione tedesco-sovietico....


( vedi PATTO RIBBENTROP-MOLOTOV )


...del 23 agosto 1939 sospese praticamente, se non ufficialmente, il Patto per quasi due anni.

Ma lo scoppio delle ostilità tra la Germania e l'URSS avvenuto il 22 giugno 1941 ridiede allo stesso nuovo vigore. Nel quinto anniversario della conclusione (25 novembre 1941) il Patto Anticomintern fu solennemente rilanciato mediante l'adesione degli Stati satelliti della Germania (Romania, Bulgaria, Croazia, e Slovacchia) e del Giappone (governo cinese collaborazionista di Wang Ching-Wei) e della Danimarca, allora occupata dalle truppe tedesche.

I successivi armistizi degli Alleati della Germania con le Nazioni Unite e in seguito la capitolazione della stessa Germania e del Giappone portarono dapprima allo sfaldamento e poi alla fine del Patto Anticomintern.

 

( COMINTERN )

(Internazionale (terza) comunista o Comintern, 1919-1943)


Organizzazione internazionale dei partiti comunisti. Fu fondata per iniziativa dei bolscevichi russi secondo i quali la rivoluzione d'ottobre aveva aperto, nella storia delle lotte del proletariato, una fase nuova per la conquista del potere politico, che rendeva prioritaria la difesa dello stato sovietico minacciato dalla reazione delle potenze occidentali.

Dopo il fallimento della seconda Internazionale, scioltasi allo scoppio della prima guerra mondiale, la nuova doveva riunificare le correnti rivoluzionarie e favorire la formazione dei partiti comunisti in tutto il mondo. Su questa base, nel marzo 1919, si riunirono a Mosca delegati di partiti socialisti e comunisti di vari paesi per sostenere il governo sovietico e per compiere, secondo le parole di Lenin, «il primo passo verso la Repubblica internazionale dei soviet e la vittoria mondiale del comunismo».

Dopo questo primo atto formale di costituzione, l'Internazionale comunista tenne nel luglio-agosto del 1920 il suo secondo congresso, cui parteciparono delegazioni di trentasette paesi e che tracciò le basi ideali e programmatiche accogliendo i ventuno punti proposti da Lenin: i partiti che intendevano aderire si impegnavano a darsi una struttura analoga a quella del Partito comunista sovietico, a sostenere l'Urss, a rispettare le direttive del Comintern, a lottare contro la socialdemocrazia per favorire la nascita di autonomi partiti rivoluzionari.

A dirigere l'Internazionale venne designato un comitato esecutivo permanente, con sede a Mosca, il cui primo presidente fu G.E. Zinov'ev. Negli anni successivi il Comintern risentì pesantemente dei conflitti interni al gruppo dirigente del Partito comunista dell'Urss, che condizionò le scelte politiche subordinando in più di un'occasione agli interessi nazionali sovietici le esigenze dei partiti comunisti dei vari stati, soprattutto negli anni di Stalin e della sua teoria del «socialismo in un solo paese».

Anche lo scioglimento dell'organizzazione, nel maggio 1943, maturò come conseguenza della politica estera sovietica che, durante la guerra contro il nazismo, volle lanciare agli alleati occidentali un segnale di riconciliazione accantonando, con l'Internazionale, il progetto della rivoluzione mondiale di cui questa doveva essere lo strumento operativo. (Vove in "Dizionario di Storia" - Il Saggiatore, 1993)


Su questa ultima fase vedi appunto il
PATTO RIBBENTROP-MOLOTOV

 

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