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( QUI TUTTI I RIASSUNTI )  RIASSUNTO ANNO 1927 (08)

QUESTO SI SCRIVEVA - IERI !!

(analisi economica e politica dei Paesi del Mondo - articolo integrale - pag. 50 -52)
Prof. Mosè Simonetto - 1927

IL PROBLEMA E PERICOLO GIALLO

Risulta che esistono vari problemi che i popoli non debbono né possono ignorare. In effetto, i popoli ne intuiscono l'esistenza per istinto; le persone colte, ne parlano anzi, e qualche giornale ne scrive, ma pur sempre con prudente riserva, con timore, quasi che fossero questi argomenti scottanti, che le masse debbono negligere.
Noi qui raccogliamo fedelmente palpiti, impressioni, desideri. Poniamo un po' d'ordine nella confusione delle idee inerenti; illuminiamo di luce viva, quanto è narrato senza calore, nella scolastica.
Non vogliamo solo esporre freddamente, con l'incuria dell'anatomista che squarta ed esperimenta su' cadaveri od in corpore vili, ma con profondo amore consapevoli d'incidere su vive carni palpitanti, sul corpo di questa umanità malata, incurante, fra le innumeri miserie del proprio destino, immemore delle sofferenze di ieri ed ignara di quelle altre infinite che l'attendono....
ESistono problemi, che qualora vengono trascurati, possono trasformarsi in pericoli. Fra questi: il "Problema- pericolo giallo.

Il "Problema e pericolo giallo: da quanti lustri se ne parla? Esiste esso veramente? E se esiste, come tutto fa credere, poichè tanto se ne disse e se ne dice: esiste esso allo stato di bisogno d'espansione demografica, ovvero sarà ed è posto da desideri di predominio della razza gialla?

LA CINA
La China, comprende un Impero dell'estensione di 11.080.000 Kilometri quadrati e popolato da 443.000.000, con una popolazione relativa, perciò, di 40 abitanti per Kmq.
Non credo, esaminando queste cifre, che la Cina sia giunta ad un grado di saturazione demografica, tale, che impedisca ad un'eccedenza di popolazione, di trovare una comoda sistemazione nel proprio territorio; non credo, quindi, allo stato attuale delle cose, sensato, il pensare in un desiderio di espansione, spinto dal bisogno.
Come avremo modo di osservare nel capitolo di questo libro che tratterà delle risorse dei popoli, ed a mo' di anticipazione, aggiungo, che la China ha risorse inesauribili di carbone, minerali di ogni sorta e possibilità economiche illimitate.
Il pericolo cinese, quello vero e proprio, può invece essere rappresentato, in un futuro che sfugge ad ogni valutazione nel tempo, dal risve
glio delle sue sopite energie: Deve l'Umanità temere il sorgere di una nuova civiltà cinese ?

Difficile, assai difficile il rispondere a questa domanda, siccome imprevedibile, il cammino che questa civiltà nuova vorrà prendere. Risveglio di sopite energie, estrinsecazioni di una nuova forma di civiltà, può voler dire: manifestazioni di potenza e di forza.
In qual modo potranno trovare impiego, presso l'Impero cinese le forze esuberanti? Nell'espansione, nella conquista, fatte in avanguardia dalle idee, dai germi della civiltà e seguite poi da manifestazioni positive o materiali?
L'Europa e soprattutto l'Italia, dà prova di non comprendere quanto avviene nell'immenso territorio della China, almeno da quanto si legge nei giornali anche di solito ben informati.
L'attuale disorganizzazione dell'impero cinese, non deve farci pensare nella completa sua disgregazione, né tanto meno ci autorizza a credere in una prossima sua invasione da parte di americani, di europei o di giapponesi.

Le bande armate che perturbano la quiete del grande Impero, non inceppano minimamente l'attività produttiva! Sono piccoli episodi indicatori dell'inquietudine regnante, essi succedono per avvertirci che esistono tendenze conservatrici, innovatrici e sovvertitrici, e ciò prova ancora una volta, che il corpo del gigante non é morto né é insensibile, poiché è scosso da brividi di vita....
Lotte sociali, movimenti xenofobo-nazionalisti, velleità di ribellione, fiamme che guizzano qua e là e si estinguono.
Oggi le gran masse del popolo, sono estranee a questi movimenti, ciò non toglie che avvenimenti maturino all'infuori ed al di sopra di esse.
Ma non ci illudiamo sull'apatia asiatica, né ci burliamo della spiritualità cinese.

Io conosco il popolo cinese; esso non può essere apatico, poiché é laborioso. Esso é meno spiritualista di quanto si creda (se questo vocabolo é impiegato nel senso di non realizzatore) a giudicare dal loro meraviglioso organismo commerciale, con nuclei sparsi per tutta l'Asia e per buona parte dell'America, dell'Australia, e persino dell'Oceania.
Non so in quale giornale abbia letto del mercantilismo europeo, in antitesi alla spiritualità cinese, che nella opinione dello scrittore, avrebbe dovuto soccombere all'incalzare di quello:
Nò, nò, i cinesi in fatto di commercio possono insegnare a noi gli occidentali, ai turchi, agli anglosassoni, agli arabi e persino agli ebrei.

Il cinese, é un popolo grande; il più grande, etnicamente, fra quanti esistono; esso é dotato di virtù particolarmente atte a farne uno strumento possente di civiltà e di potenza.

Nelle passate età, però, esso non fu, un popolo di veri conquistatori ma, con la potenza del numero, tutto lo conquise, con lotta incruenta.
Virtù e forza dilagante, sommergente, quella del numero. Il cinese, combatte le sue più grandi battaglie, con la prolificità della razza. Esso visse, vive e vivrà superstite a tutti i cataclismi, a tutte le conquiste, a tutte le civiltà, per la virtù passiva del numero, per la sua pazienza più forte delle ingiurie del tempo, per quell'atomo d'infinito, che é nel cuore millenario della stirpe.

Ma la civiltà occidentale, assimilata in certa misura, da una nutrita schiera di studiosi, nelle Università Europee ed Americane, sembra aver galvanizzato la compagine dell'Impero. Una trasformazione lenta ma visibile già affiora in manifestazioni diverse.
La teoria eletta dei moderni pensatori cinesi, vuol dotare l'Impero, di una classe dirigente d'avanguardia, atta ad imprimere una graduale spinta in avanti al Paese.
Gli studenti già manipolo ieri, sono oggi legioni; le Università locali e soprattutto estere pullulano di figli del Celeste Impero.
Già inerti, ora pensosi, domani operanti; in tal modo il destino si compie ineluttabile.

Per quanto abbiamo detto sopra che la Cina conti appena 40 abitanti per Km. quadrato, dobbiamo tener presente ch'essa da sola, possiede il 24,1 per cento, quasi la quarta parte della popolazione totale del globo, sopra un territorio, che rappresenta appena l'8,5 per cento delle terre del mondo.
In modo assai diverso, la proporzione é mutata per la Gran Bretagna, col 27 per cento ed il 25 per cento rispettivamente, delle terre e delle popolazioni mondiali; per l'Impero russo, col 16 per cento ed il 7,2 per cento, delle terre e popolazioni globali; del -Brasile col 6,5 per cento, e l'1,7 per cento id. id. e con la Francia, col 9,3 ed il 5,6 per cento delle terre e popolazioni controllate del pianeta.
Che cosa si potrà opporre domani, ad una domanda stabilita su queste cifre fatta da una Cina operante?

Passeranno dei lustri, forse un secolo, ma giorno verrà, che non più pigmei graveranno sul corpo di quel gigante; non invano allora, l'Umanità avrà giocato pensando cambiare il viso all'immutabile e sassolini e fuscelli ed altre inezie avrà poste sulla strada del fato, a mo' di ostacolo, sul cammino di ciò che é stabilito dalla creazione.

 

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