ANNO 1926
(continua anno 1926 a)

E' un piccolo boom anche nella piccola industria dell'indotto, nell'artigianato e nei servizi e di conseguenza con l'occupazione aumentano i consumi, anche quelli voluttuari;  infatti sbarca in Italia anche l'americana Coca Cola che costruisce il suo primo stabilimento in Italia per l'imbottigliamento; molte altre ditte americane varcano l'Atlantico per operare in Italia, che � considerata vincente con la sua politica; e se l'industria non solo americana "vede" un mercato in Italia, e investe, � perch� ha fatto le sue considerazioni che non sono -sulla politica mussoliniana- certamente negative.

MUSSOLINI appare a tutti come un esempio di statista illuminato e nello stesso tempo umile; il Film Luce sorto per questo scopo, in ogni cinema comunica e trasmette l'esempio, i giornali si sprecano in ammirazione, elogi, celebrazioni. Il lavoro razionalizzato nell'agricoltura porta la politica economica fascista ad essere osservata con grande ammirazione da ogni Paese.

CHURCHILL cancelliere britannico il 15 Gennaio lo incontra, e il 20 esprime con varie interviste sui giornali grande stima e ammirazione per lo statista italiano; nell'entusiastico pubblico sostegno alla sua opera (in parte criticato nel suo Paese) Churchill non si ferma solo alla simpatia, ma fa in modo (con un intervento che non sapremo mai) che si riduca di un terzo i debiti di guerra che ha l'Italia con gli inglesi.

CHURCHILL, o meglio la Gran Bretagna, creditrice di 600 milioni di sterline, per aiuti dati nel sostegno alla prima guerra mondiale, li riduce a 200 milioni, pi� agevola il pagamento da portarsi a termine in 62 anni- fino al 1988 (!).
Nelle lunga fila di personaggi che ammirano Mussolini, troviamo anche G B.SHAW che fa eco all'ammirazione e alla stima espressa da CHURCHILL. Le foto sui giornali dei tre personaggi girano per tutto il mondo, che sta interrogandosi chi � quest'Uomo.

A Roma sventramenti fanno nascere dagli sterpi e dalle baracche dietro al Campidoglio la Via dell'Impero "Devo fare piazza pulita di queste brutture, i ruderi dei Fori (erano abbandonati da secoli) devono grandeggiare, si deve vedere il Colosseo nella sua necessaria solitudine, cos� il Pantheon, cos� S. Pietro" (Via della Conciliazione)

Lo ammanta di retorica, ma parte anche un piano urbanistico straordinario (anche se con tanti difetti), dove nascono nuove vie, nuovi quartieri (Cinecitt�), innanzi tutto quello dell'EUR sorto per l'Esposizione Universale del 1942, poi non svoltasi per ovvi motivi, ma che dopo, negli anni '50, ha permesso di ricavare incalcolabili fortune a molti speculatori e a tanti palazzinari quando abili mani hanno spartito tutto il terreno del demanio per l'utilizzo privato.

Nel campo finanziario un decreto legge del 6 MAGGIO, affida alla sola Banca d'Italia l'emissione della moneta, e alla stessa banca il 7 SETTEMBRE � affidato il controllo e la vigilanza di tutto il sistema bancario, dopo che il 16 aprile si � costituita l'ABI, l'associazione bancaria con l'intenzione di difendersi e avere delle coordinate alla base di alcune rivendicazioni. Un altro provvedimento che tocca da vicino gli operai � la riduzione dei canoni d'affitto; ma il gradito regalo durer� poco, perch� vanificato da una notevole riduzione dei salari che saranno in certi casi del 20%.

Troviamo per� nel Paese un senso di malessere con gli ultimi provvedimenti, nei ricchi e nei poveri. Mussolini interviene subito con un messaggio alla nazione parlando ai secondi ma lanciando ai primi un chiaro avvertimento "Voglio dirvi che difender� la lira fino all'ultimo respiro, fino all'ultimo sangue, non infligger� mai a questo popolo meraviglioso che lavora come un eroe e soffre come un santo la catastrofe economica. Il regime resister� a quelle forze avverse, ed � deciso a stroncarle quando saranno individuate all'interno. La lira va difesa e sar� difesa".

Ha ora il controllo delle banche, e la minaccia sembra funzionare, visto che cessano di colpo le speculazioni e la lira sale; scende addirittura sotto quota 90. Ma troviamo anche il rovescio della medaglia: lira forte uguale poche esportazioni. L'effetto � immediato anche qui. E' il crollo in borsa dei valori industriali dei grandi complessi (i quattro grandi monopoli che facevano prima quello che volevano con i prezzi ) che si vedono deprezzare gli immobili, salire i debiti con l'estero e a non avere pi� i soliti "salvataggi" del "sistema" dello Stato liberale (ma ne riparleremo quando Mussolini, pi� avanti, stroncher� gli "avvoltoi").

MUSSOLINI corre ai ripari, fa il "Prestito del Littorio", ma non bastano tre miliardi e mezzo di sottoscrizioni. Le pressioni degli industriali si fanno forti e Mussolini deve in parte cedere; deve chiedere un "sacrificio" alle masse riducendo i salari in certi casi fino al 20%, e per addolcire la pillola, fa seguire una riduzione del 10 % anche agli impiegati. Ma � solo l'inizio; il ricatto degli industriali si ripeter� pi� volte e riusciranno a far ridurre le ore di lavoro, a fare il sabato a casa, a chiedere altre riduzioni di salario nel '29, e nel '34 un altro ancora, del 20%, che fa stringere la cinghia fino al famoso e cosiddetto "buco M", cos� � chiamato l'ultimo. A pagare � l'intero Paese, oltre ai ritardi nello sviluppo.

MUSSOLINI insomma � in mano ora, a quelle che lui ha chiamato "forze dei produttori". Adotter� altre misure restrittive, ma invano; e dovr� ricreare nuovamente lo Stato produttore tanto aborrito (le partecipazioni, i grandi poli della siderurgia, incentivare le concentrazioni di grosse aziende, spesso nazionalizzando), ma alla fine, pur aiutandole molto alcune industrie, dovr� fino al 1938 rimanere alla merc� della nuova "borghesia dei produttori", che non ha nulla a che vedere con la nuova  "borghesia marxista" rossa che sta proprio in questi anni formandosi con le aziende di stato e la collettivizzazione forzata.

Se prendere il potere e guidare le masse era sembrato a Mussolini facile (come ha fatto Lenin in Russia che � ritornato poi agli specialisti borghesi, salvo arrendersi alla paralisi del Paese), prendere quello economico e guidarlo non era così semplice. Lenin si rivel� un pessimo stratega economico, malgrado i suoi soggiorni a Londra. E' dibattuta la tesi se Stalin poi in parte copi� Mussolini, o se Mussolini poi copi� Stalin.

L' Italia nel ventennio  non  fu immune  da un regime dittatoriale "stalinista" (il termine   divenne perfino  sinonimo di dittatura), ce lo conferma un autorevole personaggio; e chi meglio di lui! che da Stalin aveva a sua volta  copiato il Capitalismo di stato e l'Autarchia".
. "Stalin davanti alla catastrofe del sistema di Lenin,   � diventato segretamente un fascista. Essendo lui un semibarbaro non usa ("come noi" - Ndr) l'olio di ricino, ma fa piazza pulita con i sistemi che usava  Gengis Kan. In un modo e nell'altro sta rendendo un commendevole servizio al fascismo". Lo scrive BENITO MUSSOLINI, sul Popolo d'Italia, il 5 marzo del 1938 !!!!
Con questa frase forse  abbiamo sicuramente dato un dispiacere sia ai fascisti che ai comunisti.

Con questo compiaciuto commento di Mussolini nei riguardi di Stalin, quando il dittatore rosso, inizi� a usare il pugno di ferro, l' Italia nel ventennio ci appare dunque non immune  da un regime dittatoriale "stalinista" 

Uno storico, ANDREA GRAZIOSI, ha scoperto non molto tempo fa negli archivi del ministero degli esteri italiano i rapporti che negli anni dello stalinismo l'ambasciatore italiano a Mosca e vari diplomatici italiani inviavano a Mussolini. Essi descrivevano con chiarezza i drammi della collettivizzazione degli anni 30. Si parlava apertamente delle violenze nelle campagne, delle deportazioni, della carestia terribile in cui la Russia era piombata.

Dunque MUSSOLINI  era ben informato sulla situazione dell'Urss, eppure mai una volta uso' questi documenti per screditare Stalin o generare un clima anticomunista. Cio' puo' sorprendere, tuttavia bisogna notare come i rapporti fra l'Italia fascista e la Russia comunista furono tutt'altro che cattivi per lungo tempo. Un diplomatico russo non gradito a Mosca, BARNIN, racconto' nel dopoguerra di un episodio che puo' essere sintomatico. Nel 1924 l'allora ambasciatore russo in Italia , JURENEV, invito' il Duce ad un pranzo in ambasciata. Il giorno precedente suddetto pranzo avvenne l'omicidio Matteotti, eppure Jurenev accolse Mussolini benevolmente e, racconta Barnin, i due ebbero un colloquio molto cordiale. Inoltre, come riferisce GELLER, durante il primo piano quinquennale i rapporti commerciali fra Italia e Urss furono proficui per entrambi, anzi l'Italia ottenne numerose commesse per creare attrezzature industriali per l'Urss. Nel 1933 fra i due paesi fu poi firmato un trattato commerciale e poco dopo un patto di non-aggressione.

Comunque malgrado queste "aperture", per  Mussolini non fu molto semplice gestire la politica estera dove iniziano le prime incomprensioni, i primi scontri, le prime rimostranze, i rancori che tornano prepotentemente in superficie, con operazioni dove troviamo molta retorica spettacolarizzata, ma senza sostanza, perch� l'Italia � ancora un paese povero, non alfabetizzato; � ancora rurale, e  ha solo una vaga idea cosa siano e come vivono i Paesi della grandi potenze, si fa tutto il possibile per tenere nascoste alcune verit�. Perfino impedendo che sia distribuita la stampa estera, le varie pubblicazioni, i libri, i film, i prodotti di largo consumo.
Ci si avvia all'autarchia, all'isolamento economico e di conseguenza per le legittime reazioni dei Paesi interessati anche a quelle politiche. Insomma non baster� la voce grossa, o le minacce e i proclami al mondo intero, n� basteranno le alleanze con chi ha gli stessi atteggiamenti, le stesse utopistiche ambizioni in una forma esponenziale (leggi Hitler).

Ed eccoci in questa seconda parte, proprio ai primi interventi di politica estera, che ci permette di scoprire la natura dei due personaggi. Uno al di qua delle Alpi, l'altro al di l�. In comune hanno molti sogni, fanno dure rivendicazioni, entrano in una forte contrasto con gli interlocutori, ma entrambi non sanno in questi primi anni di crisi, ancora come agire e come muoversi.

In ogni modo, simpatizzeranno, crederanno entrambi di avere delle affinit�, e invece tra loro due esiste una barriera di incomunicabilit� enorme, entrambi isolati con la propria natura. Troveranno in comune solo la disfatta e quasi nello stesso giorno anche la fine (leggeremo in seguito le rivelatrici lettere di uno e dell'altro nel periodo pi� critico, quello che va dal 1939 al 1943)

Il 27 GENNAIO a Londra � siglato con l'indubbia abilit� di Mussolini, il patto con una riduzione dei debiti di guerra che abbiamo gi� accennato sopra E' un grosso successo, ma Mussolini si riserva di discutere le spartizione di Versailles e tutto quello che non � stato dato all'Italia dopo il 1918. E' il suo tarlo che gli rode dentro dal 1918 e che non lo abbandoner� mai, come Hitler; fino alla rovina.
I due hanno in comune molte cose, simpatizzano, ma gi� iniziano alcune reciproche incomprensioni che sono delle ipoteche psicologiche che influiranno molto nel corso degli eventi successivi a causa di certi ermetismi che i due si porteranno sempre dietro causando non pochi disastri di logistica negli eventi bellici che poi seguirono.

Una delle prime incomprensioni e di reciproca supponenza sul proprio operato � di questo 6 FEBBRAIO 1926. Nasce il problema Alto Adige che con quel trattato di Versailles ha molto a che vedere; � il territorio che l'Italia ha tolto all'Austria (Germania bellica) cio� il Sud Tirolo (la provincia di Bolzano), che l'abbiamo visto nel 1918 e 1919,  non era stato concesso da WILSON all'Italia, ma l'Italia l'aveva "arbitrariamente" invaso a "bocce ferme"..
La Germania in questa polemica di febbraio, ha rivendicato per la sua gente, quell' "autonomia" che Wilson aveva formulato nelle sue famose "righe" di confine. E' un intervento quello tedesco che l'Italia subito ha trovato antitaliano. Mussolini interviene con polso fermo, coinvolgendo anche il governo austriaco. Ripropone che "i confini sono sacri e perfino naturali", e che non intende nemmeno iniziare una discussione sulla questione. Al di la' delle Alpi si fa un po' marcia indietro e con tante scuse. Si addebita la sortita a un ministro bavarese  affermando che quello esternato era un suo  punto di vista puramente personale. Finisce il primo scontro Altoatesino, ma apparentemente, e solo  temporaneamente, viene risolto.

L'8 APRILE, Mussolini fa una sua presenza in Libia; in alcuni discorsi, che sono amplificati ad arte per i destinatari, riprendendo lo spunto della spartizione "beffa" di Versailles, rivendica i diritti che erano stati pattuiti a Londra prima della guerra e prima dell'intervento dell'America in Europa, cio� il "diritto di avere degli spazi sul Mediterraneo, nell'Egeo, nelle isole e in Turchia". E' il primo segnale che manda alle nazioni "plutocratiche".

Il 19 APRILE un piccolo risultato lo ottiene. A Londra si stipulano alcuni accordi dove � riconosciuto il diritto all'Italia di svolgere in Somalia delle attivit� economiche; come la costruzione di ferrovie o impianti industriali; sono piccoli interventi e una penetrazione economica sul territorio ma non sono quella del possesso. Il progetto comunque coinvolge banche, industriali che con la ferrovia vorrebbero congiungere Eritrea e Somalia passando per l'Etiopia. La reazione indigena � quella di appellarsi alla Societ� delle Nazioni.
L'organizzazione internazionale � molto debole sul piano politico, e ci sono inoltre condizionamenti economici molto forti; non riesce quindi ad accontentare n� Mussolini n� il governo di Addis Abeba. Il veto delle grandi potenze si fa sentire.

Mussolini non si scoraggia, guarda molto avanti, nel futuro, e ha dei progetti, ancora lontani ma � in questo periodo che inizia a tessere la sua "tela" nel Mediterraneo e sui Balcani. E' l'anno in cui non conosce sosta, si sposta sul Mediterraneo continuamente, avanti e indietro.
Dopo aver siglato un patto il 25 FEBBRAIO con la Iugoslavia e lo scorso anno il 6 DICEMBRE con l'EGITTO, estende le sue alleanze economiche e politiche il 15 GIUGNO con la Romania; poi nuovamente con messaggi molto eloquenti, e con "un pestare i piedi", ottiene il 2 LUGLIO, in Africa, l'Oltregiuba somalo. Con lo Yemen fa un trattato di amicizia il 2 SETTEMBRE e infine il 27 NOVEMBRE firma un trattato con l'Albania. Insomma questi piccoli successi e queste alleanze dovrebbero essere il trampolino per futuri e pi� ambiziosi progetti, non escludendo e quindi riservandosi quelli guerreschi. Lo vediamo subito con quali progetti , come vi si prepara, e cosa va affermando.

Mussolini guarda molto lontano, e parte con i suoi preparativi dal  basso. Lo scorso anno ha costituito l'ONMI, quest'anno il 3 APRILE organizza l'ONB, (Opera Nazionale Balilla). Vi sono inquadrati i ragazzi dagli 8 ai 12 anni (i balilla) e dai 12 ai 18 anni (gli avanguardisti).

Nel primo caso - afferma -� per dare una sferzata alla demografia: "Solo le nazioni prolifiche hanno dominato il mondo". Nel secondo per prepararla: "Cos� si fa l'esercito fascista, dal basso. Cosi' si fanno le generazioni guerriere". Guarda molto lontano. E vuole che tutti lo sappiano, infatti il testo di questo discorso, detto dell'Ascensione, che tiene il 26 maggio del prossimo anno, � stampato in grande e messo in tutte le bacheche dei comuni d'Italia. I giornali fanno a gara per pubblicarlo; il consenso a Mussolini sale, la sua politica interna � attraente, ne danno atto anche gli altri paesi, e molti dissidenti ritornano sui loro passi, si ricredono, dicono che "ci sa fare", ha rafforzato il potere, e sembra che gli italiani su questo ne siano contenti. I dissidenti dichiarati, mandati finora al confino sono 698, ma alcuni si dichiarano innocenti, e qui Mussolini ci scherza anche sopra, "Se sono innocenti significa allora che sono fascisti anche loro". 

Molti si pentono dei peccati di giovent� e si mettono diligentemente in fila per ottenere con l'avversario di un tempo quello che non hanno ottenuto finora nel combatterlo. Privilegi e onori, che alcuni intellettuali non sono capaci a rinunciare. Per fare storia - � sempre stato cos� - si deve salire sul carro del vincitore, altrimenti si finisce in una anonima soffitta a scrivere inutili memorie e saggi che nessuna casa editrice mai pubblicherà. E non è cosa nuova. E' dai tempi dei Romani che è così.

Un'altra "tela" strategica che sta preparando Mussolini, � quella di ottenere il consenso cattolico. Una trama che riserviamo in ultimo, perch� la prima bozza di un Concordato � inviata proprio l'ultimo giorno di questo anno 1926, il 31 dicembre. Mussolini -lo abbiamo detto- guarda lontano.
I Popolari sono, ricordiamo, quelli che hanno rotto il fronte aventiniano l'8 gennaio. Il 6 AGOSTO troviamo i primi colloqui di Mussolini con il Vaticano che se non sono proprio idilliaci sono di accorto e cauto atteggiamento.
A Mussolini ha fatto indubbiamente piacere che il Papa non ha voluto ricevere per ben due volte la madre e la vedova di Matteotti per non creare indubbiamente un grosso imbarazzo nelle trattative che si stanno svolgendo, quindi  per non dare un dispiacere a Mussolini.

A condurle queste trattative troviamo il consigliere di Stato, DOMENICO BARONI da una parte e l'avvocato FRANCESCO PACELLI dall'altra, che � il fratello del futuro PAPA PACELLI, PIO XII.
Il 24 NOVEMBRE � siglato un patto, ancora segreto, e il 31 dicembre MUSSOLINI si fa premura di rassicurare il cardinale GASPARRI: "Presto giungeremo a una definitiva sistemazione dei rapporti Stato-Chiesa per la "Questione romana" (che risale al 1870).
Si registra uno stallo di alcuni mesi, qualcuno dubita sull'esito, ma Mussolini il 20 OTTOBRE del prossimo anno, sempre anticipando i denigratori, manda un altro chiaro messaggio oltre il Tevere. Di suo pugno pubblica su tutti i giornali in modo che ogni cattolico legga bene e chiaro: "Il fascismo sulla questione romana, riuscir� dove per 70 anni il demoliberalismo in tanti tentativi ha fallito".

Mussolini per raggiungere l'accordo trova nel cammino ancora qualche difficolt� ma l'appoggio al fascismo da parte della Chiesa � solo rimandato formalmente. Per l'"Uomo - che diventer� poi -della provvidenza", gi� si prega in tutte le parrocchia invocando lo spirito divino per illuminarlo.

Mussolini sta ottenendo un'altra vittoria clamorosa, e smussando molti angoli (le guarentigie) la Conciliazione si avvicina sempre di pi�. L'Azione cattolica dal canto suo invita gli aderenti, con i giornali Civilt� cattolica e L'avvenire d'Italia, a rieleggere il governo fascista, quello che dovr� sancire (si cominciano a chiamare gi� cosi') i "Patti Lateranensi" e la nascita del nuovo Stato Pontificio, che qualcuno suggerisce di chiamare "Citt� del Vaticano" altri in "Citt� del Papa", altri ancora "Stato Santa Sede", "Citt� Papale", "Citt� libera del Papa", e altre denominazioni, ma alla fine si prefer� la prima.

Continua