ANNO 1900 - 100 ANNI FA



IL 1900 INIZIA COSI' - 31 marzo 1900
(e D'annunzio diventa di Sinistra)

Il "FASCIO" un periodico settimanale della Democrazia Bresciana, di orientamento repubblicano che contesta fortemente la sinistra, soprattutto Giuseppe Zanardelli e Giovanni Giolitti.
Il primo numero: il 27 giugno dello scorso anno 1899, l'ultimo uscir� il 7 febbraio 1903.
A dirigerlo Giacomo Tirale e Luigi Zambini.
I punti di vista principali erano quelli mazziniani: Insegnamento senza l'ingerenza di istituti religiosi; Istruzione obbligatoria; Servizi pubblici municipalizzati; Imposta progressiva sul reddito.

Il foglio sopra � del 31 marzo 1900. L'anno precedente alla Camera (in giugno) c'erano state forti tensioni sulle questioni procedurali in Parlamento. Pelloux capo del governo aveva proposto di modificare il regolamento della Camera per impedire l'ostruzionismo delle sinistre su vari impopolari  provvedimenti (alcuni repressivi) che il governo intendeva prendere. Inoltre - con un decreto- erano stati emanati alcuni provvedimenti politici sull'ordine pubblico, quelli relativi alla pubblica sicurezza e dei provvedimenti  sulla libera stampa.  
Gi� la Corte di cassazione aveva dichiarato formalmente nullo il decreto emanato il 22 giugno dello scorso anno che il governo Pelloux aveva emanato, ma nonostante questo Pelloux ripresenta (inopportunamente) il decreto alle Camere anche quest'anno per farlo convertire in legge.

Quel 22 giugno dello scorso anno, alla pubblicazione dei decreti, alla Camera, dalle accese parole si era passati ai fatti, con risse furibonde, fino al punto che con un decreto reale si era chiusa la Camera per sei giorni. Poi venne un altro decreto reale il 30 ottobre che fissava  una ripresa dei lavori per il 14 novembre. Ma non � che le cose cambiarono. Le lotte ostruzionistiche per non fare approvare i severi provvedimenti continuarono ad essere sempre incandescenti. Le proposte contrastate (proposte da Tommaso Cambriay Digny, deputato della destra) erano le pesanti limitazioni alla libert� di discussione dentro nel Parlamento, e un rafforzamento dei poteri del presidente della Camera. Servirono solo per far aumentare ulteriormente il clima di tensione.

Il 24 marzo la sinistra chiede e insiste per la convocazione di un'Assemblea Costituente, che per� viene respinta dalla maggioranza parlamentare. Gabriele d'Annunzio il 25, sul Mattino di Napoli, pubblica i motivi del suo clamoroso passaggio dalla destra alla sinistra e conferma di associarsi con quest'ultima per fare ostruzionismo e per protestare contro i provvedimenti del governo definiti illiberali.
Il colpo di scena avviene il 3 aprile. Dopo aver presentate le modifiche pochi giorni prima, il 29 marzo,  i provvedimenti sono messi all'improvviso alla votazione in un modo singolare: per alzata e seduta. Alzatasi improvvisamente la maggioranza in piedi, Colombo dichiara valida la votazione e toglie la seduta. 
La sinistra liberale vuole invalidare le elezioni, il giorno 3 aprile circa 160 deputati appartenenti ai due schieramenti, abbandonano l'aula. Fanno un favore alla maggioranza rimasta che cos� pu� votare regolarmente con i rimasti in aula i provvedimenti. Giolitti propone invano una revisione delle votazione, mentre Pelloux conferma il voto del 3 aprile e approva con un'altra improvvisa "alzata in piedi".

Questo il commento del Fascio:

"Ormai parlare di legalit� � ironia feroce. Lo Statuto � violato in mille modi da una maggioranza furiosa, contro la quale, con opera di meravigliosa attivit� s'� schierato il manipolo dei valorosi dell'Estrema Sinistra lasciati soli nella lotta dai partiti affini e di cui uomini scappano al momento in cui la compattezza imporrebbe al governo liberticida.

Dobbiamo prepararci alle pi� retrive misure, perch� il concetto di reazionari italiani � di rinforzare l'autorit� Reale, e fare del regime parlamentare un regime personale, come quello di Napoleone III.
La marea sale minacciosa: il governo impazientito ed impotente dinanzi a chi difende l'onore e i diritti del popolo, alla violenza illegale ha unito la brutale sorpresa di un voto che macchia vergognosamente il parlamentarismo.
Il momento � solenne. La sciabola che pende dal fianco di un soldato ha tagliato il novello nodo gordiano; i servi che usurpano il nome di rappresentanti della nazione e che attendono biechi ed ansiosi il cenno dei padroni, si sono prestati al voto di sorpresa di ieri che condurr� inevitabilmente allo strozzamento di ogni libera esplicazione della volont� sovrana del popolo.
E la nazione non si commuove? Quale decadimento! Il silenzio suona assenso o meraviglia paurosa, od incosciente abbandono. Tutto ci� potr� parer strano, eppure � una logica del passato: � il frutto dell'attesa paziente, astuta, insidiosa, larvata di bene che per quasi quarant'anni ha continuamente spiato tutte le opportunit�, ha lusingato l'interesse, la vanit�, ha strappato a poco a poco al popolo i suoi diritti, lo ha impoverito, sferzato a sangue, ucciso, ed oggi, vincitrice, si � levata la maschera e ha mostrato le sue brutture. Concussione, regresso, mafia e camorra, ecco i quattro termini che contraddistinguono la vita italiana di questi quarant'anni, ecco i termini che contraddistinguono la maggioranza monarchica del parlamento italiano.

In mezzo a tanta vergogna, un uomo nobile e franco a nome di pochi altri ha mandato un urlo potente di protesta invocando la Costituente che la monarchia da gran tempo ha dimenticato, ma che � la rivendicazione del nostro diritto, rivendicazione che venne pi� volte fatta dall'on Bertani, a cominciare dalle tornate del 19 giugno 1863 sino a quella del 19 dicembre 1882 quando interrotto dal presidente Farini che gli mostrava i risultati dei plebisciti, Bertani gli ripet�: ebbene! si legga le formule e vedr� che lo Statuto non � plebiscitario.
Avanti senza dubbi n� soste, qualunque sia l'esito della lotta noi siamo tranquilli poich� n� senno astuto, n� favore d'imbelli schiavi e di rappresentanti, servi alle foie liberticide di un governo soldatesco, potr� impedire  ci� che la storia e la natura hanno scritto nel loro gran libro, ci� che infiamma l'animo ed abbellisce la mente dei buoni e degli onesti. 
L'avvenire � assicurato alle vittorie della democrazia.  Firmato D'Artagnan

Il 6 aprile il governo ritira il disegno di legge sull'ordine pubblico. 
Il 18 maggio il Re scioglie le camere e indice nuove elezioni per il 3-10 giugno.
Le elezioni, sulle quali Pelloux contava un rafforzamento, sono invece una sconfitta pur mantenendo il suo governo la maggioranza, ma dovr� dimettersi il 18 aprile, sostituito dal conservatore piemontese Giuseppe Saracco.

Alle elezioni politiche hanno partecipato il 58,3 degli aventi il diritto. 
Massiccia partecipazione dei cattolici nonostante il non expedit papale.
Notevole avanzata delle sinistre che conquistano 96 deputati (34 radicali, 33 socialisti e 29 repubblicani) contro i precedenti 67.
La sinistra costituzionale ottiene 116 seggi.

Il 29 luglio viene ucciso a Monza Umberto I, da un anarchico(Gaetano Bresci) venuto apposta dal New Jersey per vendicare le vittime della repressione governativa contro i Fasci siciliani, e per le vittime di Beccaris ai tumulti di Milano del 6-9 maggio 1898. (Cannonate sulla folla; 80 morti, secondo altri 300). Stato d'assedio con l'esercito in diverse citt�; Napoli, in Toscana, a Como
Fra le tante repressioni effettuate, quelle anticlericali: furono sciolti i comitati regionali, i comitati diocesani, 2600 comitati parrocchiali, varie associazioni legate all'Opera dei Congressi. (considerati tutti "
Fra i giornali soppressi, Il Secolo, L'Italia del popolo, L'osservatore cattolici (che aveva osato dire che le proteste era dovute alla miseria del popolo italiano). Chiuso anche L'Avanti,  direttore e redattori arrestati. Chiusura dell'Universit� di Roma.
Era per tutti questi motivi che Pelloux inizi� a preparare vari disegni di legge, per l'ordine pubblico, la libert� di stampa, le nuove facolt� d'intervento alla pubblica sicurezza contro riunioni o assemblee, e severe norme contro il diritto di sciopero di ferrovieri, poste e vari servizi, con la minaccia della militarizzazione.

Salito al trono Vittorio Emanuele III, la politica italiana cambia. Sonnino e Giolitti riescono a fare alleanze tra le forze liberali, mentre nel mondo cattolico proliferano le "leghe bianche".
Messi male invece il Partito Socialista, che si avvia alla spaccatura con i riformisti di Filippo Turati da una parte, e i rivoluzionari dall'altra guidati da Enrico Ferri.


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