Economia Italia 1881-1890

ECONOMIA
Le linee generali
del decennio 1881-1890.

Tra il 1880 e il 1887 la produzione industriale attraversa una fase di buona espansione. La protezione doganale, principale strumento di intervento dello Stato a sostegno dell’industria, � alla base dei soddisfacenti risultati conseguiti dal settore tessile, e da quello del cotone in particolare.

I trattati di commercio con la Francia, la Germania e la Svizzera favoriscono l’espansione degli scambi internazionali. L’abolizione del corso forzoso (1883) accresce il potere di acquisto della lira e attira capitali esteri. Le riserve auree, che sono state accresciute grazie all’accensione di un debito estero (1881), vengono utilizzate per l’espansione del credito alle imprese, il cui volume aumenta anche grazie al nuovo attivismo delle grandi banche e al risparmio raccolto, specie al Nord, dalla fitta rete di Banche Popolari e Casse di Risparmio.

Lo Stato favorisce, attraverso infrastrutture e lavori pubblici, l’espansione dell’industria pesante, siderurgica , cantieristica e ferroviaria, assumendo un ruolo attivo nel processo di industrializzazione.

Dopo il 1887 ha inizio un ciclo negativo con effetti gravi nel settore agricolo. La nuova tariffa del 1887 determina la rottura commerciale con la Francia, che assorbiva in precedenza il 40% delle esportazioni italiane; ne soffrono soprattutto le produzioni agricole specializzate del Sud (vino da taglio, agrumi, olio) il cui promettente sviluppo in senso capitalistico viene messo in serie difficolt�. Il commercio estero cala in un anno di un quarto del valore. La tariffa introduce nuovi dazi a favore delle industrie siderurgiche e chimiche, aumenta la protezione dei prodotti tessili, dello zucchero e del grano. Nell’immediato il settore cotoniero riesce a trovarne vantaggi, ma i nuovi dazi non risparmiano alle produzioni metallurgiche, meccaniche, cantieristiche, edili una fase recessiva legata alla caduta dei prezzi industriali, alla quale si somma la crisi di fiducia nelle istituzioni finanziarie per l’eccessiva esposizione degli istituti bancari nella fase del precedente boom degl’investimenti, in particolare nella speculazione edilizia.

La crisi agraria internazionale fa ora sentire pi� pesantemente i suoi effetti. L’agricoltura italiana soffre della caduta dei prezzi internazionali, non regge la concorrenza del grano americano e delle sete orientali e sopporta a malapena quella del riso indiano. 

In conseguenza alla crisi agraria aumenta l’emigrazione transoceanica.

( Un grazie agli ALLIEVI ISTITUTO 
    "JACOPO RICCATI" - di TREVISO )


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