La politica estera della Sinistra: 1876-1882

Gli uomini della Sinistra avevano pi� volte accusato, tra il 1871 e il 1875, i governi della Destra di eccessiva arrendevolezza al papa e di servilismo al governo clericale francese. Tra loro non mancavano gli ammiratori di Bismarck e del suo Kulturkampf (la campagna contro la Chiesa cattolica combattuta dal cancelliere tedesco nel 1872). 
Quando and� al governo, la Sinistra si diede come obiettivo irrinunciabile la riunificazione all'Italia delle terre "irredente" e non nascose un forte sentimento antiaustriaco.

Nei primi anni la politica estera della Sinistra non fu tuttavia dissimile da quella della Destra, anche per volont� del re al quale spettava di diritto la supervisione della politica estera; il ministro degli esteri era normalmente scelto dal re, il quale aveva comunque il potere di condurre una politica estera personale corrispondendo con gli ambasciatori all'insaputa dei ministri. Poich� la diplomazia era saldamente controllata dalla monarchia, DEPRETIS dovette ben presto integrare l'azione della diplomazia ufficiale con missioni ufficiose affidate ad esponenti di primo piano della Sinistra, CRISPI e FARINI su tutti.

L'influenza di Crispi doveva dimostrarsi disastrosa. Secondo molti contemporanei e studiosi, egli apparteneva ad una nuova generazione di avvocati politicanti, presuntuosi, intolleranti, il cui modo di ragionare era spesso pi� giuridico che politico. Della generazione precedente, dei MINGHETTI e degli altri esponenti della Destra Storica, non avevano n� lo spessore culturale n� la visone europea della politica estera.

Anche prima di andare il governo, Crispi aveva cercato di spingere il governo della Sinistra verso una politica estera aggressiva. Nel 1877 sosteneva, con Depretis, la necessit� che l'Italia si mostrasse forte agli occhi delle potenze europee e che completasse ad ogni costo l'armamento del paese. In questo l'uomo politico siciliano trov� una sponda autorevole nella monarchia sabauda. Dopo una conversazione con Vittorio Emanuele, Crispi poteva scrivere al prudente Presidente del Consiglio che il re voleva coronare l'opera della sua vita con una vittoria che desse all'esercito italiano il prestigio di cui mancava agli occhi del mondo.

Non fu fortunato. Dopo la vittoria del 1866 sull'Austria e del 1870 sulla Francia, Bismarck aveva deciso di mettersi al fianco dell'Austria-Ungheria. Non potendo spingere la Germania contro l'Austria o la Francia contro la Germania, l'Italia si ritrov� isolata al CONGRESSO DI BERLINO del 1878. Gi� l'essere stata invitata come grande potenza avrebbe dovuto far considerare un successo la partecipazione al Congresso; in realt� l'opinione pubblica accus� il Presidente del Consiglio, Cairoli, di non aver difeso adeguatamente gli "interessi nazionali".

Quando nel 1881 Parigi occup� Tunisi ignorando le aspirazioni dell'Italia su di un territorio in cui essa aveva forti interessi economici, il governo italiano decise di smettere una politica estera che si poteva vantare di essere "netta" (le "mani nette" di CIROLI) ma non assecondava le velleit� di potenza di grandissima parte dell'opinione pubblica. Nel 1882 Depretis, tornato in carica da poco, dimenticando la storica inimicizia con l'Austria, accett� la proposta di Bismarck di un'alleanza con l'Austria-Ungheria e la Germania, nota come TRIPLICE ALLEANZA.

Scheda degli ALLIEVI ISTITUTO
    "JACOPO RICCATI" - di TREVISO )


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