Italia 1871

IL PAREGGIO DEL BILANCIO 
linee generali.
del decennio 1871-1876

L'esercizio finanziario del 1870 si era chiuso con un disavanzo pari a circa 90 milioni; le previsioni per il 1871 erano per un disavanzo minore grazie a una cospicua riduzione nel bilancio del Ministero della guerra. Purtroppo la guerra franco-prussiana costrinse il governo ad aumentarne nuovamente la dotazione e cos� il deficit previsto sal� a 37 milioni, non contando il centinaio di miliardi destinato alle costruzioni ferroviarie e all'ammortamento del debito pubblico, che avrebbero dovuto essere fronteggiati con operazioni di credito.

In quanto alla situazione del Tesoro, QUINTINO SELLA  calcolava un deficit di cassa di poco inferiore a 200 milioni; non essendo praticabile la via dell'emissione di un prestito in un momento in cui la Francia faceva massiccio ricorso al mercato dei capitali, il ministro pens� di emettere carta moneta per circa 150 milioni e coprire la parte rimanente con un aumento delle imposte.

In realt� le aliquote delle imposte dirette erano cos� alte che non sarebbe stato possibile spingerle pi� in alto senza accentuare il fenomeno di evasione che gi� era rilevante. L'on. Sella si arrese perci� alla richiesta della camera di non toccare le imposte dirette, accettando di ricorrere solamente alla imposizione indiretta. Con la legge del 16 giugno 1871 veniva ordinata la perequazione dell'imposta fondiaria fra la Provincia di Roma e il resto del Regno, furono aumentati i dazi d'importazione sul petrolio e sui cereali, fu modificata la tariffa consolare. Inoltre fu autorizzata l'operazione di anticipo di 150 milioni da parte della Banca Nazionale per il Regno d'Italia, operazione effettuata immediatamente, al tasso di 0,50% all'anno.

La situazione miglior� considerevolmente ma non era tale da evitare che il governo chiedesse nuovi sacrifici ai contribuenti, in aggiunta ai 60 milioni chiesti nel corso del 1871. Quando il 12 dicembre 1871 Sella fece un esame delle condizioni della finanza del Regno, tent� di prevedere quali sarebbero stati i bisogni del Tesoro fino al 1876, tenendo conto delle entrate in atto, dell'incremento probabile del loro gettito, delle spese e del loro logico aumento, delle scadenze dei debiti di tesoro nel periodo. Il risultato era impressionante: il deficit di tesoreria ammontava a oltre 700 milioni.


160 milioni: spese per costruzioni ferroviarie
400 milioni: annullamento di debiti rimborsabili
170 milioni: disavanzi previsti dei bilanci fino al 1876

Partendo da un deficit di 70 milioni per il bilancio del 1872, Sella chiedeva nuove entrate per 30 milioni in maniera da ridurre il disavanzo del 1873 a 40 milioni. Calcolando un maggior gettito dei tributi esistenti pari a 10 milioni all'anno, il deficit del 1874 era previsto in 30 milioni, e si sarebbe ridotto negli anni successivi fino a scomparire nel bilancio di previsione del 1877. Le nuove entrate chieste dovevano derivare:

10 milioni: da un'imposta di fabbricazione sui tessuti, in corrispondenza di un aumento del dazio di importazione (che avvantaggiava i produttori nazionali);
10 milioni: da un aumento del dazio sul caff� e sul petrolio
10 milioni: da un rimaneggiamento delle tasse d iregistro e di bollo.

Per quanto riguarda i 560 milioni occorrenti per il debito in scadenza e per le costruzioni ferroviarie, escludendo il ricorso all'emissione di rendita, Sella prevedeva:

  • una emissione di biglietti pari a 300 milioni nei sei anni;
  • risparmi pari a 80 milioni da realizzare affidando il servizio di tesoreria a quattro grandi istituti di credito: Banca Nazionale, Banca Toscana, Banco di Napoli, Banco di Sicilia (il governo avrebbe evitato di dover alimentare con i fondi del Tesoro il fabbisogno delle tesorerie provinciali);
  • di modificare la convenzione del 1870 con la Banca Nazionale sul collocamento delle obbligazioni ecclesiastiche (destinare il ricavato della vendita ad anticipazione al Tesoro contro deposito di rendita, invece di destinarlo alla diminuzione della circolazione): il governo otteneva subito la somma di 100 milioni e poteva sperare di averne un altro centinaio negli anni seguenti;
  • di escogitare un sistema di conversione dei debiti di prossima scadenza, mediante l'intervento della Banca Nazionale;
  • di vendere le 260 mila obbligazioni delle Ferrovie romane che erano in possesso del Tesoro a garanzia di un credito di 46 milioni, largamente coperto dal prezzo di borsa dei titoli.
  • Per dare attuazione ai suoi piani present� alla Camera un disegno di legge diviso in pi� parti:

  • disposizioni intorno alla facolt� di alienare rendita pubblica;
  • convenzione con la Banca Nazionale per un mutuo di 300 milioni di lire in biglietti;
  • convenzione per il passaggio del servizio di tesoreria alle banche;
  • progetto di convenzione per il passaggio alla Banca Nazionale delle spese per il servizio del prestito nazionale;
  • disposizioni relative alla riscossione dei crediti del Tesoro;
  • modificazioni alle leggi relative alle tasse di registro, bollo, manomorta, societ�, ipoteche e concessioni governative;
  • modificazioni alla tariffa doganale;
  • provvedimenti relativi alla repressione del contrabbando, all'abolizione della franchigia doganale di Civitavecchia ed alla conversione del porto franco di Genova in magazzino generale.
  • La Camera: 1) respinse i provvedimenti intesi a procurare nuovi tributi: tassa di fabbricazione dei tessuti, modificazione alle tasse di registro e di bollo; 2) rinvi� ad altra sessione la discussione della proposta di affidare alle banche i servizi di tesoreria; 3) approv� (legge 19 aprile 1872, n. 759) la richiesta di aumentare il dazio su caff�, petrolio e macchine; la limitazione di emissione di rendita pubblica; la convenzione con la Banca Nazionale per il mutuo di 300 milioni.

    L'ossessione governativa del pareggio non trovava la giusta sponda nella Camera, poco disposta ad accogliere le richieste di nuovi tributi ma prontissima ad accrescere le spese. Fu cos� nel 1872. Il conto del Tesoro si era chiuso con un disavanzo di 139 milioni nella parte ordinaria e 114 nella parte straordinaria; il bilancio presentava un disavanzo di 47 milioni dalla parte delle entrate e delle spese effettive e 32 per le spese ferroviarie. Eppure la Camera non solo rifiut� di concedere nuove entrate ma addirittura increment� la voce della spesa accrescendo l'onere derivante da alcune proposte governative relative a nuovi armamenti. Quando la Camera rifiut� di concedere al governo entrate corrispondenti alle nuove spese approvate Sella rassegn� le dimissioni.

    Il successore, MINGHETTI , continu� nella stessa politica di risanamento, salvo tenere un atteggiamento pi� prudente, convinto com'era che fosse possibile realizzare immediate economie mentre pi� problematico era imporre una larga riforma dell'ordinamento tributario.

    Il bilancio del 1873 si era chiuso con un disavanzo di 83 milioni nelle entrate e spese effettive e oltre 34 milioni per le nuove costruzioni ferroviarie. Il peggioramento rispetto al 1872 era da addebitare alle spese sostenute in occasione delle inondazioni del Po e alla accelerazione dei lavori di costruzione della ferrovia.

    Il bilancio del 1874, in linea con le previsioni di Sella, presentava un disavanzo di competenza di 110 milioni, comprese le costruzioni ferroviarie, elevato a 130 dalle maggiori spese. Minghetti pensava di farvi fronte con ritocchi ai vari tributi, introducendone di nuovi e perfezionando i mezzi di riscossione; il suo obiettivo era di ottenere in un tempo pi� o meno lungo nuove entrate per 57 milioni di lire.

    Poich� le richieste erano ripartite su varie voci, non fu difficile al ministro ottenere le approvazioni della Camera:

  • una nuova tassa sui contratti di borsa (legge 14/6/1874, n. 1971): dette meno delle previsioni;
  • un aumento dal 10 al 13% della tassa sui trasporti ferroviari ad alta velocit� (legge n. 1945);
  • l'introduzione di un tassa del 2% sui trasporti ferroviari a bassa velocit�;
  • la creazione del diritto di statistica;
  • l'imposizione di una tassa e di un dazio di importazione di L. 30 al quintale sulla cicoria, che si era diffusa come surrogato del caff� (legge 3 giugno 1874, n. 1950);
  • l'aumento della tassa di fabbricazione dell'alcool e della birra (legge n. 1952);
  • modificazioni alle tasse di registro e di bollo, e l'imposizione di un diritto sulle assicurazioni e sui contratti vitalizi (legge 8 giugno 1874, n. 1174).
  • Altri provvedimenti incontrarono una opposizione vivissima e in un caso la richiesta del governo fu bocciata (per un solo voto di scarto!).

    1. estensione del monopolio dei tabacchi alla Sicilia, che era rimasta esclusa dal precedente provvedimento del 13 luglio 1862. L'opposizione dei deputati siciliani fu ovviamente forte e ad essi si affiancarono altri gruppi tuttavia il provvedimento fu trasformato in legge (legge 28 giugno 1874, n. 1935);
    2. con la legge 14 giugno n. 1961 lo Stato avoc� a s� i 15 centesimi dell'imposta sui fabbricati precedentemente concessi ai comuni e alle province (legge 11 agosto 1870); il danno per le finanze locali fu enorme nonostante l'indennizzo ricevuto (uno dei provvedimenti era una tassa sulle fotografie!);
    3. il terzo provvedimento, la richiesta di nullit� di tutti gli atti contrattuali che non fossero registrati, incontr� l'opposizione pi� decisa: infine fu bocciato per un solo voto e determin� la caduta del governo!

    Il programma di Minghetti diede i suoi frutti: il bilancio del 1874, escludendo le spese per le ferrovie, si chiuse con un disavanzo di 13 milioni su un totale di 1090 milioni. Il traguardo del pareggio era a portata di mano: il bilancio del 1875 si chiuse con un avanzo di 14 milioni!

    La Destra storica, al potere dal 1861 aveva assolto il compito che si era dato. Ma il costo era stato altissimo e nel Paese il malcontento era sempre pi� vivo, tanto che di l� a poco la Destra veniva obbligata a lasciare il governo dopo 16 anni.

     

    LA NUOVA POLITICA FISCALE 1877-1890 (  VEDI ANNO 1877 ) > > 

    Scheda degli ALLIEVI ISTITUTO 
        "JACOPO RICCATI" - di TREVISO )


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