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CRONOLOGIA

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ANNO 1854
I Personaggi politici di questo periodo

VEDI I RIASSUNTI IN STORIA D'ITALIA

*** LA SCHIAVITU' IN AMERICA

LA SCHIAVITU'

IL PARLAMENTO U.S.A VOTA E NON NEGA LA
LEGITTIMITA' DELLA SCHIAVITU'
("chi vota contro, vada subito allora lui a lavorare i campi!"). 
IL PARLAMENTO VOTA ed esclude non il  commercio ma solo la tratta degli schiavi.
vedi anche 
(LA SCHIAVITU'  IN AMERICA )

Nel 1787 nella nuova costituzione degli USA si mise fine alla "importazione di neri", cio� alla tratta degli schiavi. Ma per l'applicazione  la si prorog� non di pochi mesi, n� di pochi anni, ma di 20 anni, fino al 1808. - Forse per dar tempo di fare "il pieno". Ma si disse "per riorganizzare le aziende in un altro modo", ma in effetti si punt� sulle nascite dei neri. Con una buona politica della natalit� in venti anni  se ne potevano far nascere una gran quantit�. I figli di schiavi sono di propriet� del padrone, quindi non c'era da preoccuparsi. L'economia fu salvaguardata. 
Ma gli americani non si preoccuparono nemmeno per quella scadenza, erano tanti  "quelli che contavano", interessati a dare ampio spazio all'interpretazione della costituzione. Sul piano economico gli schiavi erano indispensabili alla prosperit� del paese, ma  non li si menziona  mai nella costituzione, si usano solo artifizi per nominarli. Nella  sezione II e nella sezione IX si vede la grande ambiguit�   (il corsivo � mio, loro non lo usarono:) "L' importazione delle persone che uno Stato dell'Unione ritiene opportuno di ammettere  non potr� essere proibita  fino al 1808".(eravamo nel 1787)
Oppure, quando si accenna alle elezioni: "Le persone che sono "impegnate in un servizio" (grande ambiguit�) per un tempo determinato conteranno 3/5 e saranno aggiunte agli elettori bianchi":
(di chi sta parlando la Costituzione - che si afferma essere la pi� liberista del mondo - quando parla di importazione di persone come se fosse una merce? E i 3/5 chi erano, se gli altri erano i bianchi?). Tanta ambiguit�.
Del resto a giustificare e legittimare il mantenimento della schiavit� erano le necessit� economiche degli Stati Uniti. La schiavit� appariva come un sistema economico molto vantaggioso per la produttivit� degli States. A quali costi sarebbero arrivate le merci se a tutti coloro che le producevano si doveva dare un salario? Chi era quel pazzo che avrebbe condannato una intera economia che poggiava direttamente e indirettamente sulla schiavit�? In Europa soprattutto inglesi e francesi erano furibondi  proprio per questa sleale concorrenza. Non c'erano schiavi in Europa. 

Infatti, alla scadenza del 1808 non accadde proprio nulla, "l'importazione di persone"  continu� imperterrita (Cuba divenne la centrale) irritando gli altri Stati europei. Sul piano internazionale solo dopo sette anni, nel 1815 al Congresso di Vienna, si riusc� a far applicare la legge, dopo che l'Inghilterra si prese il solenne impegno di esercitare la Polizia dell'Oceano per eliminare l'indegno (ma sarebbe meglio dire, il concorrenziale) traffico.

In teoria  l'importazione di schiavi - dopo tale data e l' assunzione dell'impegno inglese - si ridusse a poche centinaia. Ma di fatto si aggir� l'ostacolo, e per quelli gi� sul suolo americano si adott� una politica a favore della natalit�. Cos� da importatori di schiavi l'America si trasform� improvvisamente in "allevatori di schiavi".
I piantatori, che prima tenevano rigorosamente divisi i due sessi, ribaltarono la situazione e anzi incoraggiarono la vita familiare degli schiavi al fine di creare una cellula famiglia che produceva schiavi dentro la loro stessa azienda. E se prima una schiava incinta creava un danno, dopo, i piantatori dedicarono  una particolare attenzione alle partorienti, che non arrecavano pi� una calamit� all'azienda, ma anzi producevano "beni" (anche se in un altro modo) nell'azienda stessa.

In una accurata analisi economica le spese per la fattrice e per allevare i piccoli in azienda (che iniziavano a essere utili gi� a cinque anni) era inferiore al costo di uno schiavo, soprattutto quando -dopo il divieto- quelli che erano disponibili sulla piazza data la forte domanda aumentarono in modo considerevole di prezzo.

Fra il 1790 e il 1830 il numero degli schiavi aument� del 40% nel Maryland del 69% nella Virginia, del 300% in Louisiana, del 390 % nel Mississipi, del 735% in Georgia.
In totale negli Usa nel 1790, c'erano 757.000 neri, nel 1800, 893.000; nel 1810 1.440.000; nel 1820 1.800.000; nel 1830 2.300.000; nel 1840, 2.800.000; nel 1850, 3.600.000; nel 1860, 4.400.000.

Il totale dei neri nella condizione di schiavi rimase costante, sempre sul 90%. Come rimase pure costante la percentuale dei neri sulla popolazione bianca, perch� all'aumento dei neri si affiancava un sensibile aumento dei bianchi sia per l'alta natalit� locale che per i nuovi arrivi dall'Europa. Il rapporto fu quasi sempre sul totale degli abitanti bianchi   del 16-20%  come media, ma in alcuni Stati del sud la percentuale era molto pi� alta. In Virginia gli schiavi erano il 42% della popolazione, nella Carolina il 62%, mentre in Georgia, Alabama, Mississipi, Louisiana del 50%. In questi quattro Stati su quattro milioni di abitanti gli schiavi erano due milioni.

Appare quindi evidente che il blocco della importazione degli schiavi nelle manodopera servile e nelle piantagioni, non pose fine all'aumento della popolazione in stato di schiavit� negli Stati Uniti. Accadde semmai l'incontrario. Le cifre sopra parlano chiaro, fu sestuplicata.
Nel 1860 dei 33 Stati dell'Unione, 15 avevano mantenuto la schiavit�. La costituzione lo permetteva, quando afferma  (nella Sez.IX) "se uno Stato lo ritiene opportuno".  

Inoltre l'abolizione della tratta, aveva fatto aumentare il valore degli schiavi, facendone salire i prezzi di vendita alle aste del mercato. Quindi anzich� indebolirsi, il sistema si era rinforzato, indurito, ancora di pi� disumanizzato (anche se curati e alimentati meglio) perch� era diventato lo schiavo un grosso capitale dell'azienda da salvaguardare. Infatti, un'azienda-piantagione che non possedeva schiavi non valeva quasi nulla.

Il tasso di profitto tratto dalla schiavitu' nell'agricoltura del sud era del 10%, quella invece industriale del Nord (con i salari) del 10,1%. Che lo schiavismo e le piantagioni non erano altro che un'altra forma di capitalismo era un fatto assodato, e la sua vitalit� non poteva essere messa in dubbio.

Il mito che solo il Sud fosse schiavista e per questo in declino � da sfatare. Sfatata da Stampp, Conrad e Meyer (i pi� grandi studiosi della schiavit�)  con una ricerca accuratissima. Dimostrano che il Sud era un paese prospero, e che gli schiavi erano trattati meglio degli sfruttati operai del nord, e che lo stesso Nord non era affatto (altra male informazione) privo di schiavi.  Inoltre l' economia del Nord industriale era indirettamente sostenuta dal Sud a valori del 40-60 per cento.
Vale la pena riportare senza ricorrere a statistiche oziose, la frase di un sudista: "Noi per muoverci, o per fare qualsiasi cosa dobbiamo acquistare sempre e quasi tutto al Nord. Dalla culla quando nasciamo alla zappa che ci serve per scavarci la fossa quando moriamo; noi abbiamo solo l'agricoltura, ma incrementiamo la loro produzione industriale; quelli del nord  per continuare a produrre devono vendere a noi perch� fanno solo produzione industriale e non hanno fra l'altro a sufficienza  materie prime. Quindi quelli del Nord che non facciano gli ipocriti".

In effetti l'ala abolizionista era alimentata da una strategia politica finalizzata a ridurre il potere dell'economia sudista (in questi anni forte) fondata sulla manodopera schiava a costo bassissimo, e a espandere quello politico ed economico degli stati del nord, in via di industrializzazione e bisognosi  di  forza lavoro in libert�. Abolire la schiavit� nelle piantagioni e soprattutto al sud a vocazione agricola voleva dire far riversare nell'industria del nord una grande massa potenziale di braccia, con la conseguenza di calmierare, far abbassare i costi dei salari.
(e molto simile alla situazione italiana degli anni 2000. Si favorisce l'emigrazione degli extracomunitari non perch� necessitano, ma per calmierare i salari. Se non ci fossero queste forze lavoro disponibili, la domanda  sconvolgerebbero i salari. Anzi gli addetti ai lavori umili pretenderebbero una salario superiore a quello di un ragioniere o di un ingegnere, proprio perch� pochi sarebbero disponibili a fare lo stalliere o a vuotare le cloache. Bisognerebbe insomma pagarli profumatamente).

Washington e Jefferson entrambi pensarono all'abolizione della schiavit�, ma di schiavi ne possedevano molti anche loro. Il primo decise di liberare i suoi solo alla sua morte (nella tomba non gli servivano), mentre Jefferson non lo imit� affatto  conserv� il "capitale" anche per gli eredi.

Dovremo quindi aspettare il presidente Lincoln nel 1863-65, quando con il Proclama di emancipazione, dichiarer� liberi gli schiavi presenti in tutti i territori della Confederazione sudista. Il proclama port� solo alla guerra civile.
Lincoln del resto non poteva certamente dare degli ordini a governatori di Stati che non erano dentro la sua Confederazione.
Si punt� solo a far sollevare gli schiavi contro i padroni (una specie di spartachismo) per avere cos� degli alleati nell'abbattimento di un "sistema economico" che cominciava a dare molto fastidio agli Stati Nordisti a vocazione industriale. Il proclama quindi fu solo un mezzo: servirsi degli schiavi  per indebolire gli avversari, i Sudisti. Infatti, gli schiavi residenti negli Stati federali all'Unione (Nordisti) non furono affatto emancipati, e la liberazione in seguito fu un processo lento e doloroso per i neri, e molto travagliato dai bianchi che con indolenza furono costretti, davanti al mondo che guardava a uscir fuori dall'ambiguit�.

vedi anche LA SCHIAVITU'  IN AMERICA > > >

L'abolizione della schiavit� fatta in questo modo, cre� inoltre pi� problemi di quanto ne aveva risolti. Fu risolto quello politico ma non quello economico, e ci fu tanta incapacit� (o volont� per emarginarli?) di rispondere alle aspirazioni dei neri liberati. E bench� fossero dichiarati nel 1862 cittadini americani, non poterono beneficiare della legge sull'homestead, che permetteva  di acquistare piccoli appezzamenti  di terra a condizioni vantaggiose su quelle stesse piantagioni dove avevano lavorato come schiavi. Fu precluso l'accesso sia all'affitto della terra e sia alla propriet�.

Adattandosi, a emancipazione ottenuta, ma allo sbando, i neri ritornarono su quelle terre a fare quello che facevano prima, non pi� come schiavi, ma in uno stato di dipendenza totale, peggiore della prima condizione, perch� se prima lui rappresentava per il proprietario un capitale da salvaguardare, dopo non era pi� nulla, via lui, simile a lui l''ex padrone ne trovava a spasso mille, diecimila, che avevano bisogno di lavorare, se volevano vivere.

Non risolvendo questo grande problema, quello di dare a loro veramente la possibilit� di avere una sistemazione e degli stimoli,  persistette nei loro confronti una condizione di sotto-sviluppo, che li sprofond� nell'indigenza. Sprovvisti di esperienza nella vita pratica, caddero nella rete degli sfruttatori (intermediari) senza scrupoli nelle stesse piantagioni, e spesso solo per essere sfruttati nel periodo dei raccolti (il lavoro iterinale nacque proprio qui).
Le riforme economiche e sociali promesse furono inesistenti, e sotto un forte e consolidato regime liberale l'emancipazione reale dei neri trov� lungo la strada delle grosse difficolt� e molti ostacoli, creando cos� altra indigenza e grossi problemi esistenziali, non pi� nelle piantagioni, ma dopo aver fatto i randagi e i tappabuchi attorno a queste, approfittarono dell'unica libert� che gli era stata concessa quella di muoversi; e la direzione che presero (e questo sia spettava a nord) fu verso le grandi citt�, creando cos� grossi problemi nelle grandi metropoli;  a perpetuare la miseria con un altro genere di sfruttatori . Spostando cos� il problema dalle campagne alle citt�, dove la fredda democrazia liberale cre� distanze ed emarginazione ancora maggiori e  di conseguenza fu la responsabile nel provocare la nascita di un habitat della violenza.

Il governo nell'incapacit� di risolvere la prima questione si ritrov� con un altro problema ancora pi� grande e molto pi� complesso, i cui sviluppi negativi  iniziano in questi anni della pseudo-emancipazione, ma che nel 2000 non sono ancora stati risolti, anzi sono imprevedibili, e per l'America anche inquietanti; una societ� sempre a rischio.
La rivisitazione della storia americana, ha riaperto il dibattito sulle origini della guerra civile americana (sempre rivestito da buonismo umanitario) che si � profondamente trasformato negli ultimi 20 anni del XX secolo quando gli aspetti fondamentali sulle cause reali del conflitto si sono spostati dal politico a quello etnico. Aspetti oggettivi mai dibattuti e mai affrontati nell'intero secolo come se non esistessero. Anzi per un intero secolo,  fino a pochi anni fa, gli apologisti negavano l'esistenza di una cultura  negra, convinti di aver allevato tante "formiche" operose, dimostrando cos� che non solo non hanno capito nulla degli uomini ma nemmeno conoscono le formiche.

Nel frattempo l'emancipazione nera � avvenuta in una forma autonoma ai margini di una volont� politica, e questa rivisitazione viene ora fatta da storici neri, puntando il dito indice sull'uguaglianza (diritti e promesse di felicit� per tutti i cittadini, dichiarati in quella famosa costituzione) e stanno chiedendosi perch� mai  a questa parte di cittadini americani che hanno contribuito a fare del capitalismo americano il pi� forte Stato del mondo,  tali diritti e tale felicit�, devono essere negati.

L'argomento � vasto, ma l'obiettivit� sta emergendo solo ora; siamo - a fine millennio -  a uno stadio ancora sconosciuto della convivenza umana in una realt� sociale dualistica in cui affiorano da una parte ancora reminiscenze delle teorie anglosassoni sulla superiorit� della "razza caucasica" sostenendo che solo questa ha creato delle civilt� e non l'altra.
Ma con queste teorie non si va da nessuna parte. Anzi, se questa superiorit� ha posto un limite all'intelligenza nel comprendere quello che doveva e poteva comprendere,  ha dato motivi all'altra a non avere ormai alcun dubbio, che questa razza detta superiore, � in piena decadenza. E nonostante la sua vantata superiorit� non  se ne � resa ancora conto.

vedi sullo stesso argomento -  LA CROCIATA ANTISCHIVISTA

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*** IN ITALIA CAVOUR FA CHIUDERE 334 ORDINI RELIGIOSI
E PROCLAMA SOVRANO IL POTERE CIVILE.
PIO IX LANCIA ANATEMI E SCOMUNICA TUTTI.

*** STORIA MONDIALE: IL GIAPPONE PER SECOLI ERA RIMASTO VOLUTAMENTE ISOLATO DA QUALSIASI CONTATTO CON GLI STRANIERI, FIN QUANDO L'AMERICA INVIA QUEST'ANNO COMMODORE PERRY, CHE FORZA IL BLOCCO AL PORTO CON UNO SQUADRONE ARMATO DI 4 NAVI DA GUERRA A VAPORE E RIFIUTA DI ANDARSENE ANCHE CON LA FORZA (!)
IL GIAPPONE DI FRONTE AI CANNONI PUNTATI E' COSTRETTO AD APRIRE L'UNICO  PORTO CHE POSSIEDE.
E' FINITO L'ISOLAMENTO MILLENARIO. ARRIVANO GLI STRANIERI!
I VANTAGGI FURONO QUELLI DI APRIRSI ALL'ECONOMIA DI MERCATO - E LASCIAMO AI GIAPPONESI - E SOLO A LORO -  DECIDERE SE CI HANNO GUADAGNATO O MENO.

L'Europa e l'America da quest'anno scoprono lentamente un altro popolo di cui ignorava quasi l'esistenza.
Conta 25.000.000 abitanti, la Capitale � Yedo 1.300.000 abitanti, Kio (futura To-kio) 500.000, Miaco 500.000, Nara 150.000, Oasaka 150.000, Mantsamai 55.000, e Nangasaki 60.000 con l'unico porto dell'isola dove si pu� attraccare.

*** G. OTIS brevetta il 1� ASCENSORE (con motore a vapore)

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