LA CRISI ECONOMICA del  1846-1847

Nonostante la grande crescita dell'industria, tra il 1846 e il 1848 si aggravano alcuni grossi problemi economici. Il primo problema dell'industria europea era quello di riuscire a vendere le merci prodotte.
Mentre lo sviluppo industriale aveva aumentato la quantit� e la qualit� dei prodotti, i lavoratori, sia agricoli che urbani, non avevano i mezzi per acquistare beni diversi da quelli strettamente necessari alla sopravvivenza. Quasi tutto il loro salario, infatti, veniva speso nell'acquisto di generi alimentari.

La sovrapproduzione. Il sistema economico produceva pi� di quanto la popolazione fosse in grado di consumare. Si trattava cio� di un fenomeno di sovrapproduzione che sar� una malattia sempre presente nel sistema industriale capitalistico, e di cui allora non si seppero prevedere gli effetti disastrosi sull'intero sistema economico.

Nel biennio 1846-47 diminuirono gli acquisti di generi di cotone: si ricordi che con il cotone si producevano i tessuti, i pi� indispensabili dopo i generi alimentari. Quali le cause?

Per rispondere occorre considerare l'agricoltura di quegli anni. In questo settore, al contrario di quanto era avvenuto in quello industriale, le tecniche erano rimaste pi� arretrate e la capacit� produttiva, di conseguenza scarsa. Bastarono allora due cattivi raccolti (1845-46) ed una grave malattia della patata (causa di una grave carestia). I prodotti agricoli cominciarono a scarseggiare ed il loro prezzo a salire vertiginosamente, gettando nella miseria i proletari ed i ceti meno abbienti. Questi si trovarono addirittura incapaci di soddisfare i bisogni alimentari.

Il crollo dei prezzi. I magazzini delle industrie si riempirono di merci che rimanevano invendute e molte fabbriche furono costrette a chiudere ed a dichiarare fallimento. Ci� provoco un grosso aumento della disoccupazione e quindi un ulteriore diminuzione dei consumi. Il fenomeno si propag� in tutto il continente, determinando il panico tra gli imprenditori e sommosse e tumulti della classe operaia, che rivendicava pane e lavoro.

Ad aggravare la crisi si aggiunse un altro fenomeno, di tipo speculativo. Nella speranza di arricchirsi finanzieri e commercianti, usarono ingenti capitali per acquistare generi alimentari all'estero, nei paesi dove costavano di meno, per rivenderli sui mercati europei dove i prezzi continuavano a salire. Ma anche i generi alimentari importati in Europa rimasero invenduti a causa degli alti prezzi, gravati dei costi di trasporto, che i miseri salari della popolazione non potevano sostenere.

Non solo dunque continuarono i fallimenti, ma diminu� il capitale esistente, speso all'estero, che sarebbe invece stato necessario agli industriali per salvare le aziende in difficolt�. Sovrapproduzione e mancanza di capitali, insieme, aggravarono la crisi, provocando un disastroso sconquasso nelle strutture ancora fragili dell'economia europea. 

 


TORNA A CRONOLOGIA    o  ALLA PAGINA PRECEDENTE