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CRONOLOGIA

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vedi stesso periodo "RIASSUNTI STORIA D'ITALIA"

ANNO 1819

I MARTIRI ITALIANI DELLA LIBERTA'

*** NELLA RESTAURAZIONE
LA GRANDE INFLUENZA ("DITTATURA") DI  HEGEL
*** SCHOPENHAUER IN SORDINA
*** MARX E' APPENA NATO
*** INGHILTERRA: DAL
"Corn Laws" AI "Six Acts" 

Iniziamo con una panoramica generale sull'anno

In anteprima 17-18 APRILE - A Napoli panico!. Si � risvegliato il VESUVIO con una potente eruzione. Due giorni di violenti attivit� vulcanica, poi per il resto dell'anno solo lo spettacolare e coreografico pennacchio, per poi riaddormentarsi.

17 FEBBRAIO - ITALIA - Come a voler far dimenticare una breve parentesi e far ricordare chi � nuovamente sul trono con la potenza della sua dinastia e  la potenza dei suoi eserciti, l'Imperatore austriaco FRANCESCO I d'Asburgo compie una lunga visita in Italia, toccando le principali citt�; sei mesi di trionfi, di grandi banchetti, di feste, inchini di "servili nobili" sottomessi,  a Venezia, Firenze, Modena , Parma, Roma, Napoli e altre citt�. Dimostrazione pratica che la Restaurazione ha vinto e che oltre i patrizi "calabrache" (gli stessi che avevano affollato le sale di Napoleone a chiedere in"elemosina" un feudo o il mantenimento delle propriet�) anche una buona parte della popolazione applaude giuliva. Insomma un trionfo, che conferma quanto abbiamo detto lo scorso anno, che in questo periodo c'erano solo malcontenti di natura locale che poco avevano a che vedere con il sentimento nazionale.
A Venezia quell'aristocrazia che si era gi� umiliata davanti a Napoleone, ripete la "carnevalata". "mascherandosi"  e questa volta sceglie anche la data giusta (nei giorni di carnevale!). Del resto il banchiere Lippomano, nell'accogliere trafelato Napoleone era stato chiaro con i suoi colleghi "Bisogna essere alte nullit�, come noi siamo, per tenere tutto". Fare i trasformisti, riciclarsi, mettersi con il nuovo padrone se si voleva conservare qualche fetta dei propri patrimoni. Ecco cosa bisognava fare.
Al Te Deum a San Marco 900 patrizi erano allora,  e 900 erano ora ad accogliere il nuovo "padrone" austriaco. Ed erano passati cos� pochi anni che tutte le facce erano ovviamente le stesse. Non ne mancava una!
Allo stesso modo si comportarono le altre citt�. Napoleone non si era sbagliato "dell'Italia, di Venezia, di Roma, apprezzo il genio, ma ne disprezzo l'anima!".

I pi� tripudianti e naturalmente "osannanti" quelli del clero. Le numerose faraoniche cerimonie liturgiche innalzarono nuovamente i sovrani ad altezze divine e nello stesso tempo facevano abbassare la testa agli italiani tornati nuovamente tutti servi della gleba.  Del resto con un protettore cos� potente,  la Chiesa gi� faceva grandi progetti e non a caso invocava la protezione divina sugli Asburgo affinch� estendessero l'egemonia austriaca in Italia. Solo con i tedeschi il Papato era felice. I centomila soldati austriaci sempre pronti a Verona erano la  divina   "provvidenza" armata, pronta a colpire i ribelli, come il biblico "angelo sterminatore".

Ma l'Italia sta cambiando, dal '97 non � pi� la stessa; non  siamo a una vera e propria mutazione del sentimento popolare, ma qualcosa sta succedendo. Le prime agitazioni antiaustriache  stanno partendo non dal basso, ma dai nostalgici bonapartisti, i demotivati militari italiani, che spesso agiscono a fianco dei carbonari che fanno  da collegamento con la nuova borghesia. Sono progetti ancora ardui, poco chiari, con tanti obiettivi spesso confusi, o utopistici, ma a Torino e a Napoli siamo gi� alla vigilia delle prime agitazioni ispirate e guidate proprio da questi gruppi ancora nebulosi e spesso sfuggenti. Altri fermenti stanno lievitando in Lombardia, mentre   nello Stato della Chiesa le cospirazioni aumentano pari al numero delle societ� segrete che nascono, e sono proporzionate al numero delle repressioni e delle condanne a morte dei ribelli. La feroce repressione invece di ridurre il male lo sta diffondendo.

18 LUGLIO - "RADETE AL SUOLO SONNINO" - Non � un generale pazzo, ma � il grido infuriato del Papa ai comandanti delle truppe pontificie. Il comune laziale � accusato di aver dato ospitalit� a bande di briganti cospiratori. Il castigo, per dare l'esempio � feroce e disumano. Con un editto papale firmato dal cardinale CONSALVI si ordina la distruzione totale del paese. Si diffidano gli altri paesi, pena la stessa fine, e si incoraggia la delazione con premi sostanziosi. Sacchi di sale per le informazioni, 500 scudi per ogni malvivente consegnato vivo o morto, 1000 scudi se  un capobanda.

*** NELLA RESTAURAZIONE
LA GRANDE INFLUENZA ("DITTATURA") DI  HEGEL
*** SCHOPENHAUER IN SORDINA
*** MARX E' APPENA NATO

HEGEL, dopo la Restaurazione, � chiamato  all'Universit� di Berlino, ed inizia ad esercitare una forte influenza culturale in Germania ma anche nel resto d'Europa. In vita la esercit� con una vera e propria "dittatura", poi alla sua morte - 1831- influenz� tutta quella posteriore, pur divisa in due correnti di pensiero, detta di sinistra e di destra (nella prima si distinguer� Marx, quest'anno ancora in fasce)
Rinnegando tutto il suo passato (ma lo sapremo molto dopo) Hegel si trasforma nel "Filosofo ufficiale" del "Palazzo" del Governo Metternich, ricolmato  di onori e protetto dalle autorit� politiche come pensatore ufficiale dello Stato   prussiano. E' insomma il "dialettico intellettuale" dei monarchi prussiani;  fa comodo, per ristabilire "l'ordine" e stroncare gli odi politici nell'organizzazione intellettuale che nel clima rivoluzionario e poi in quello bonapartista si erano creati.

Una folla (500-1000) di studenti (ben selezionati) provenienti da ogni parte della Germania e dell'Europa, frequenta le sue lezioni, mentre in una vicina aula quasi deserta insegna il trentenne SCHOPENHAUER, che di studenti ne ha solo 10; anche se ha gi� scritto, a  27 anni, "il Mondo come volont� di rappresentazione"; una "bomba atomica" filosofica ad orologeria! Non un rivoluzionario  politico della piazza, ma un (ancora impalpabile e per questo ignorato soggetto, ritenuto non pericoloso) sovvertitore del pensiero.

Quella di Hegel fu chiamata la Filosofia dell'idealismo, perch� fa delle idee il nucleo del mondo reale che evolve secondo un processo fenomenico del sapere speculativo "positivo razionale" e ha come  "Anima motrice", "la dialettica...":    "....con questa possiamo avere visione di ci� che il mondo �, ci� che � stato, e ci� che sar�'". Dottrina la sua che fa derivare la realt� dell'oggetto dal soggetto che lo pensa.

Poco distante, addirittura accanto alla sua aula, SCHOPENHAUER, al modesto gruppetto, spiega ben altro! Ai pochi allievi (ma la giovent� nel '48 sar� poi tutta con lui, dopo la caduta delle speranze e delle illusioni di un "pacifico" rinnovamento politico) espone una coraggiosa antitesi hegeliana. Opponendosi all'ottimismo e al razionalismo idealistico del suo vicino collega, concepisce invece la "realt� come manifestazione di un principio irrazionale: la Volont� infinita e universale, che � alla radice di tutte le forze che operano nella natura".

"Volont� intesa come "impulso cieco", desiderio di lotta come "energia vitale" che si manifesta negli esseri come istinto d'autoconservazione, genera il bisogno, il bisogno il dolore,  il dolore la lotta. In tutte le manifestazioni umane c'� un'oscura "volont�" di vivere, una volont� arcaica, che ci fa superare ogni ostacolo."

"La vita si identifica con il desiderio dei beni e dei piaceri; e connaturata a essi � la condizione di bisogno, di mancamento che si manifesta come una grande sofferenza quando questi non sono soddisfatti. Ma attenzione !! E' dolore.........anche quando i bisogni sono soddisfatti; il provvisorio appagamento porta con s� anche la noia dall'avere tutto, e la noia � dolore, � sofferenza; la vita dunque oscilla fra appagamento e noia, fra piacere e dolore, fra l'oziare e l'agire"
(Schopenhauer sembra anticipare le conoscenze dei processi dei neuromediatori biochimici: gli effetti delle endorfine, il basso o alto livello; rispettivamente nel primo quando si ha tutto, e nel secondo quando si � privi di qualcosa c'� l'azione dettata dal sofferenza-bisogno di "avere". Uno stato quest'ultimo in cui la soddisfazione di ci� che si � "conquistato" � proporzionata al forte desiderio e all'azione-lotta per conquistarlo. Come sappiamo oggi, la demotivazione (il basso livello di serotonina), nella societ� moderna, induce a far uso d'eccitanti, psicofarmaci, droghe pi� o meno forti, stimolanti la volont� psichica e fisica per far risalire il livello e far nascere sia il desiderio (seppellito nella noia) sia l'azione (non certo sollecitata dalla noia. Prendiamo cos� sostanze per meglio combattere, fare sport, l'amore, divertirci, studiare, lavorare, ecc. sostituiamo dei surrogati e forziamo il nostro agire fino al punto che poi subentrando un inerziale stimolo incontrollato dobbiamo prendere degli altri correttivi per far scendere il livello, per ritornare alla quiete).

Non molto distante, dentro una culla con pochi mesi di vita, sta poppando il latte KARL MARX, che nel '48, ancora giovane (lui Hegeliano di sinistra dopo la spaccatura dell'hegelismo destra-sinistra del '37) di fronte al fallimento di certi ideali di tutta la giovent� tedesca ed europea che si � satollata per anni alla "cattiva e insipida mensa" di Hegel, Marx elabora e fonda "la filosofia del materialismo storico" ritornando allo scetticismo e al criticismo pi� alto dell'Hegel giovane (che Marx non conosce affatto, perch� sono ancora inediti gli scritti)  sviluppando la filosofia della storia in una teoria di lotte di classe, che avrebbero portato (paradossalmente) per hegeliana necessit�, all'"inevitabile socialismo"; movimenti di masse e forze economiche come cause basi d'ogni fondamentale cambiamento, tanto nel mondo dei fatti che nella vita del pensiero.
Insomma il marxismo nacque come capovolgimento della dialettica predominante anche se svilupp� dalle premesse hegeliane, un'originale concezione del mondo e della storia, e una dottrina rivoluzionaria destinata a una eccezionale fortuna.

Che delusione Hegel ! quando nei suoi ultimi anni, in questi anni della Restaurazione, s'inchina come un servo davanti alle tendenze pi� conservatrici che radicali della sua filosofia. Rinnega il suo giovanile "Spirito del tempo", e,   andando incontro ai mutamenti del nuovo ordine politico, rimanendo in pantofole, scrive la sua pi� grossa contraddizione: "Finalmente dopo quarant'anni di guerre e d'indicibile confusione, questo mio vecchio cuore pu� rallegrarsi di veder posto un termine a tutto ci� e di vedere l'inizio di un periodo di pacificazione". Il filosofo della lotta e il dialettico del progresso diveniva l'avvocato del quieto vivere, con il desiderio della pace. La pace fatta dai suoi vecchi sovrani feudali ritornati arroganti con parrucche, ciprie e codino, sul trono, dopo le barricate, la ghigliottina e la Comune Parigina, che proprio Marx pi� tardi giudic� essenzialmente un governo della classe operaia, la forma politica finalmente scoperta nella quale si poteva compiere l'emancipazione, esempio della realizzabilit� di un sogno e fonte pi� prossima dello stesso "comunismo".

Eppure, come scrisse poi Durant "Hegel, "l'imperiale professore", in giovent� - in quel periodo sconvolgente - aveva covato le uova socialiste!". Nella sua successiva vita, negli anni berlinesi, se ne rese anche conto, ma ormai divenuto "il filosofo ufficiale" del Governo prussiano, scaldandosi a questo sole per ricevere accademici favori, nascose accuratamente i suoi primi saggi (editi solo nel 1907) a "quella gente": cio� ai nuovi rivoluzionari (che ispireranno Marx e C.) che Hegel addirittura denunci� come radicali, sovversivi e sognatori".

Che tristezza! Hegel era nato nello stesso anno di Napoleone e di Beethoven, ma "fino in fondo", il primo esiliato e il secondo sordo, "veri titani" del tempo di Hegel, rimasero solo loro due. E pensare che Lui, l'Hegel non proprio giovanile - ma maturo trentenne - aveva scritto:
"La lotta � la legge del progresso: il carattere si foggia fra le tempeste e le violenze del mondo, e l'uomo, raggiunge la sua piena consapevolezza attraverso costrizioni, responsabilit� e sofferenze. Ogni pena ha la sua ragione d'essere: � un segno di vita e lo stimolo alla ricostruzione. Anche le passioni hanno il loro posto nella ragione delle cose: nulla di grande non fu mai compiuto al mondo senza le passioni, ed anche l'egoistica ambizione di  Napoleone contribuisce inconsapevolmente allo sviluppo delle nazioni. La vita non � fatta per la felicit� ma per l'azione. La storia del mondo non � teatro di felicit�: i periodi di felicit� sono come le pagine vuote di un libro, perch� sono periodi d'armonia, e il loro scipito contenuto � indegno dell'uomo". (sembra una pagina di Nietzsche!)

Non fece in tempo a veder trionfare le sue (rinnegate) idee giovanili, mor� l'anno dopo, nel 1831, di colera, in poche ore, in piena contraddizione fino all'ultimo istante. Proprio nell'anno in cui scoppiavano le prime insurrezioni in Francia, in Belgio, in Polonia, in Italia, e nel '32 in Germania con le grandi repressioni del governo reazionario del suo protettore Metternich. Nel 1848 di Hegel non restava pi� nulla. E se non avesse scritto qualche buona pagine in giovent�, oggi l'avremmo sepolto.
I suoi scritti vennero fuori nel 1907; erano del 1793-1800 (allora aveva 30 anni!) e ci rivelano un Hegel completamente diverso, dominato da interessi politico-religiosi, partecipe allo sforzo speculativo per afferrare la mobilit� della vita storica dei popoli, impegnato a cogliere il senso dell'esistenza individuale nell'ambito dei grandi movimenti collettivi in costante fibrillazione. La Rivoluzione francese, seguendola nella quieta Tubinga (con a fianco due compagni Chelling e Holderlin)  l'aveva cos� entusiasmato che lo port� - su questi scritti mai pubblicati- a progettare riforme che avrebbero dovuto immettere nuova vita in istituzioni antiquate e corrotte.
Poi per trenta lunghi anni, cambi� registro! E riprese quello sbagliato, antiquato e corrotto!
Avrebbe potuto anticipare  di vent'anni SCHOPENHAUER,  di cinquanta MARX, di ottanta NIETSZCHE (Hegel giovane per indicare un nuovo corso della vita us� una particolare parola Aufhebung, Superamento, che Nietszche us� invece come superuomo , inteso come "oltre l'uomo".

Anche VITTORIO ALFIERI (1749-1893) inquieto e ribelle, peregrinando in Europa, con addosso l'odio verso i tiranni e l'amore per la libert�, scriveva nel suo Misogallo, nella Francia rivoluzionaria:  "Gli odi di una nazione contro l'altra essendo stati pur sempre n� altro potendo essere che il necessario frutto di danni vicendevolmente ricevuto o temuti, non possono esser mai n� ingiusti n� vili. Parte anzi preziosissima del paterno retaggio, questi odi soltanto hanno operato quei veri prodigi politici che nelle storie poi tanto si ammirano".
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*** "GRAN BRETAGNA: Le tensioni suscitate dall'approvazione nel 1815 dei dazi protettivi delle "Corn Laws" giungono al loro apice. Le Corn Laws colpivano l'afflusso di grano straniero a basso prezzo causando uno stato di forte disagio per i lavoratori. Essi trovano un forte difensore nel giornalista Cobbett. I lavoratori iniziano le prime manifestazioni di protesta che culminano in quest'anno nei disordini di Peterloo vicino Manchester dove interviene un reparto dell'esercito che disperde la manifestazione con un'incredibile violenza. In seguito a questi fatti il governo Tory del Liverpool e gli "Old Stupid Tories", corrispondenti agli "Ultras" francesi, emanano i "Six Acts" (Sei decreti). Si tratta di leggi capestro contro la libert� di stampa e di associazione. Tutto ci� rischia di trascinare anche la Gran Bretagna in una spirale involutiva antiliberale. Contro questa tendenza iniziano a muoversi anche alcuni giovani esponenti del partito conservatore come Peel. L'influenza di Peel porter� a miglioramenti sia nella politica estera che nei diritti civili in Gran Bretagna". (By: Pier Paolo Chiapponi)

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