
Nuovi requisiti per viaggiare all’estero dal 2026 (www.cronologia.it)
A partire dal 3 agosto 2026, cambieranno le regole per chi intende recarsi all’estero dall’Italia, in particolare per motivi di lavoro.
In base al Regolamento Europeo 1157/2019, sarà obbligatorio essere in possesso della Carta d’Identità Elettronica (CIE) o di un passaporto valido per l’espatrio: la carta d’identità cartacea attualmente in uso non sarà più accettata come documento valido per viaggiare all’estero. Questa novità si inserisce in una più ampia strategia europea volta a incrementare la sicurezza e semplificare i controlli grazie ai documenti digitali più affidabili.
La decisione di rendere obbligatoria la Carta d’Identità Elettronica per gli spostamenti nell’Unione Europea deriva dalla necessità di adottare standard di sicurezza più elevati e di facilitare il riconoscimento digitale dei cittadini. La CIE, infatti, è dotata di una zona a lettura ottica con stringhe alfanumeriche non alterabili, che consentono una verifica immediata e sicura da parte degli operatori di frontiera.
Per chi ancora non dispone della CIE, è fondamentale avviare tempestivamente la richiesta presso l’Ufficio Anagrafe del proprio Comune o, per gli italiani residenti all’estero, presso il Consolato di riferimento. La procedura richiede il fissare un appuntamento, presentare una fototessera recente, il codice fiscale e un documento d’identità valido. Il costo è di 22,20 euro e la validità varia in base all’età: 3 anni per i bambini fino a 3 anni, 5 anni per i minorenni e 10 anni per gli adulti.
Si segnala inoltre che la richiesta prevede il rilascio delle impronte digitali e la possibilità di esprimere il consenso alla donazione di organi e tessuti, mentre la consegna della carta avviene entro circa una settimana dalla domanda, in quanto la stampa è effettuata dalla Zecca dello Stato.
Opportunità di lavoro e stipendi più elevati in Belgio, Paesi Bassi e Austria
Parallelamente alle novità sui documenti, resta alta la domanda di lavoro per chi cerca opportunità all’estero, soprattutto in Europa, dove alcuni Paesi si distinguono per una forte carenza di manodopera e condizioni economiche favorevoli. Secondo i dati aggiornati di Eurostat relativi al quarto trimestre 2024, il tasso medio di posti vacanti nell’UE è del 2,8%, ma Belgio, Paesi Bassi e Austria presentano valori ben superiori, rispettivamente 4,7%, 4,5% e 4,4%.
Questi numeri denotano una vera emergenza di manodopera in settori chiave come sanità, edilizia, logistica, industria e IT. In Belgio, ad esempio, la domanda è particolarmente elevata in ambito sanitario e tecnologico, mentre i Paesi Bassi faticano a trovare personale qualificato nel turismo, ristorazione e manifattura avanzata. In Austria, il turismo e l’industria metalmeccanica richiedono figure tecniche specializzate.
Il problema non è la mancanza di posti di lavoro, bensì la difficoltà di trovare candidati con le competenze richieste o disposti a ricoprire tali ruoli, motivo per cui queste nazioni sono sempre più aperte ad accogliere lavoratori stranieri, italiani compresi.

Oltre all’abbondanza di offerte di lavoro, ciò che rende particolarmente attrattivi Belgio, Paesi Bassi e Austria sono gli stipendi medi nettamente superiori rispetto all’Italia e una qualità della vita tra le più elevate al mondo.
Secondo un’analisi recente, i salari annuali lordi medi superano i 46.000 euro in Belgio, sfiorano i 50.000 euro nei Paesi Bassi e raggiungono quasi i 64.000 euro in Austria. Questi valori sono da confrontarsi con i circa 32.000 euro medi italiani, evidenziando un potere d’acquisto decisamente migliore. I Paesi Bassi, in particolare, offrono anche il vantaggio del “30% ruling”, un incentivo fiscale che consente ai lavoratori stranieri qualificati di ottenere un’esenzione fiscale pari al 30% del reddito per un massimo di cinque anni, aumentando così il netto percepito.
Sul fronte della qualità della vita, il World Happiness Report 2025 colloca stabilmente queste nazioni nelle prime posizioni europee per benessere e soddisfazione personale. Servizi pubblici efficienti, sanità di alto livello, infrastrutture moderne e una burocrazia snella sono elementi che contribuiscono a un ambiente di vita sereno e sicuro. Inoltre, il bilanciamento tra lavoro e tempo libero è più favorevole rispetto a quello italiano, così come la rete di welfare sociale risulta più robusta e inclusiva.