CRONOLOGIA - SPORT - STORIA - 

Anche nello Sport il... '68 - Alle Olimpiadi

 NASCONO I DIVISSIMI

CHE GAREGGIANO FRA AMORI E PAURE

Dalla vita sentimentale di Rivera alle azioni terroristiche durante le Olimpiadi di Monaco

di LIONELLO  BIANCHI

L'idea di nominare degli ambasciatori dello sport nelle scuole non � nuova, ma � stata messa in atto proprio recentemente dal governo Prodi per iniziativa del vice-premier Veltroni che sovrintende i Beni Culturali e appunto lo sport. L�iniziativa � stata ovviamente avallata dal Coni e dalle federazioni sportive. Campioni delle varie discipline costituiranno per le giovani generazioni scolastiche dei testimonials non solo ideali, un aggancio con il mondo agonistico, quasi un modello cui ispirarsi. In Italia manca un�adeguata cultura sportiva, dunque anche la mentalit� di fare e seguire lo sport nelle diverse specialit�. Eppure, la storia dello sport (come abbiamo riferito nelle precedenti puntate) ha visto spesso degli italiani in pole position nel mondo. 

Proprio guardando ai grandi campioni del passato o del presente, si possono avere stimoli per praticare una determinata disciplina, ma soprattutto si pu� conquistare una mentalit� e una cultura al passo con i tempi e con i popoli degli altri paesi europei o extraeuropei. 

In questa puntata della nostra storia dello sport, abbiamo voluto ripercorrere le tappe degli ultimi quarant�anni del ventesimo secolo, attraverso i protagonisti o meglio i mattatori, stranieri e italici, da ABELE BIKILA , il maratoneta etiope che correva scalzo, a CASSIUS CLAY (Mohamed Al�), il campione di pugilato che ha commosso il mondo dei telespettatori quando con i segni visibili del morbo di Parkinson � comparso accanto al tripode di Atlanta il giorno dell�inaugurazione, a NINO BENVENUTI e LIVIO BERRUTI, medaglia d�oro nei 200 (eroi dei Giochi olimpici di Roma, 1960) al maratoneta d�oro ABDON PAMICH, fino a Maradona e ad ALBERTO COVA, da GIANNI RIVERA a DINO MENEGHIN, da GIGI RIVA a PAOLO ROSSI, da Jim HINES, il primo uomo sotto i dieci secondi nei 100, a DIBIASI, dalla schermitrice ANTONELLA RAGNO a PAOLA PIGNI, campione nel mezzofondo, da DAMILANO a MENNEA, il cui record sui 200 stabilito nel 1979 � resistito fino allo scorso anno, dal grandissimo CARL LEWIS a BEN JOHNSON, da GELINDO BORDIN all�ultimo Settebello d�oro. Tutti questi campioni, con il re del calcio PELE', appartengono alla leggenda e alla storia. Sono tutti degni di figurare nelle enciclopedie o nei libri di testo, soprattutto adesso che nelle scuole verr� introdotta la storia del Novecento. Lo sport fa parte della storia dei popoli, degli usi e costumi.

Nel 1964 a Tokio ci sono tra gli altri il successo dell�italiano Abdon Pamich nella cinquanta km. di marcia e la riconferma di Abele Bikila nella maratona. Sempre a Tokio splende la stella del ginnasta azzurro FRANCO MENICHELLI, dei ciclisti BEGHETTO e PETTENELLA, e nell�equitazione quella di CHECCOLI. Gli anni della contestazione giovanile, sul finire degli Anni Sessanta, attraversano anche il mondo sportivo, toccano e investono l�Olimpiade in Messico. Gi� alla vigilia di questa edizione del �68, turbata peraltro dagli assassini di Martin Luther King e Robert Kennedy, sulla piazza delle Tre Culture di Citt� del Messico e all�Universit� c�erano state manifestazioni e disordini, sedati dall�intervento dell�esercito con centinaia di vittime.

 La contestazione, dicevamo, arriva nel cuore dei Giochi, quando i "colored" statunitensi, per protesta contro il razzismo, TOMMIE, JET SMITH e JOHN CARLOS (nell'immagine di apertura) salgono sul podio alzando al cielo il pugno guantato di nero al momento dell�inno americano. Immediata la reazione del comitato olimpico che espelle i due atleti. 
Ma l�episodio resta consacrato negli annali e passa alla storia.

STRAGE NEL VILLAGGIO - Sul piano puramente sportivo a stupire il mondo ci pensano Fosbury , l�americano volante, che si esibisce nell�alto in una nuova tecnica dorsale, Al OERTER che nel disco vince una quarta medaglia d�oro, l�altro americano Bob BEAMON trionfatore nel lungo con un record di m.8,90 che resister� ventitre anni, la ginnasta ceca VERA CESLAVSKA  (4 ori), gli italiani VIANELLI (ciclismo) e DIBIASI (tuffi). 

Terrore e paura s�abbattono sull�Olimpiade di Monaco (1972). Un blitz di guerriglieri palestinesi che, armi alla mano, occupano il villaggio atleti e prendono degli ostaggi israeliani. La vicenda si conclude con l�intervento di tiratori scelti dell�esercito tedesco che lascia sul campo diciassette morti. Il tutto accade a sei giorni dalla fine dei Giochi che fanno registrare un�elevatissima partecipazione di atleti (7892 in rappresentanza di 122 nazioni). Il mattatore di Monaco �72 � indubbiamente MARK SPITZ, che mette assieme sette ori nel nuoto. Splende anche il sovietico VALERI BORZOV, vincitore nei 100 e 200 , oltre al finlandese LASSE VIREN. Proprio sulla scia del grande Borzov nei 200 spunta un giovane talento italiano, PIETRO MENNEA. Mentre i sovietici dominano questi Giochi, con la bellezza di 50 ori contro i 33 degli Stati Uniti, l�Italia si distingue soprattutto con le sue ragazze, ANTONELLA RAGNO, fiorettista, medaglia di bronzo, PAOLA PIGNI (bronzo nei 1500), e NOVELLA CALLIGARIS, la prima azzurra in assoluto a vincere medaglie olimpiche.

Non ci sono le Olimpiadi a scandire con i loro appuntamenti quadriennali le generazioni. Nel calcio, tanto per stare allo sport pi� popolare, spuntano campioni un po� dappertutto nel mondo. Abbiamo accennato al re del pallone, Pel�. �O rey � universalmente riconosciuto come il genio assoluto. Dietro a lui sono saliti alla ribalta via via il portoghese EUSEBIO, l�argentino DI STEFANO, l�ungherese PUSKAS. Gi� gi�, fino ai giorni nostri, passando per PLATINI e MARADONA. Per rimanere in Italia c�� un ragazzo d�oro, il golden boy per antonomasia, GIANNI RIVERA, che ha occupato un ventennio, spaccando letteralmente l�Italia in due, tra estimatori e critici.

GIANNI RIVERA, L�ABATINO - Il maestro di giornalismo Gianni Brera l�aveva ribattezzato "abatino". Rivera, una carriera lunga nel Milan, in nazionale effettivamente ha avuto luci e ombre, esaltato e criticato quasi in ugual misura. Gianni Rivera faceva discutere anche fuori campo per certe sue prese di posizioni, talune vere e proprie sacre battaglie contro le ingiustizie arbitrali o polemiche tattiche. La pi� famosa quella in Messico �70 (mondiali, dove l�Italia si classific� seconda dietro il Brasile) con l�allora commissario tecnico FERRUCCIO VALCAREGGI e soprattutto con il capo delegazione federale Walter Mandelli, gi� a capo di Federmeccanica, sistemato alla presidenza del settore tecnico federale. Di quella spedizioni azzurra che pure si concluse con un secondo posto a salvarsi alla fine fu il solo Rivera, autore di un�esaltante prestazione nella celebre partita con la Germania, finita 4-3, al quale il ct azzurro fece disputare solo sette minuti nella finalissima con il Brasile suscitando le ire degli appassionati italiani. 

RIVERA ha contrassegnato un�epoca. Capitano del Milan, ha vinto tutto quel che c�era da vincere sempre in primo piano. La sua rivalit� in azzurro con MAZZOLA, il figlio del grande Valentino capitano del Torino tragicamente finito a Superga, port� alla staffetta in nazionale. Anche questo un argomento che fece discutere gli italiani.

Ma Rivera era personaggio non solo sui campi di calcio, anche nella vita privata ha dato materia a riviste e giornali con le sue storie d�amore, vere o romanzate, come quella con la soubrette Zarpanely, l�inizio di una serie prima che in amore trovasse la sua piena maturit�. Dal golden boy che fece le sue prime apparizioni a diciassette anni, giocando nella nazionale olimpica a Roma (1960), a GIGI RIVA, ribattezzato "rombo di tuono" altra definizione felice di Gianni Brera, adottata poi da tutti i cronisti sportivi. "Giggirriva", lombardo di Leggiuno, si afferm� nel Cagliari che giunse grazie ai suoi gol allo scudetto sotto la guida di un grande tecnico Manlio Scopigno. Riva - un sinistro proibito - si affezion� all�isola sarda e non volle mai lasciare il Cagliari, anche quando gli furono offerte opportunit� di giocare nella Juventus e soprattutto nel Milan che, alla vigilia dei Mondiali del �74, arriv� a concludere il suo ingaggio con i dirigenti del club isolano: ma l�accordo non pot� concludersi per il rifiuto di Riva che, messo al corrente delle trattative, oppose un secco no.

IL FIGLIO DEL VENTO - Nonsolocalcio. Un altro mattatore ha tenuto banco in quest�ultimo quindicennio fino alle Olimpiadi di Atlanta. Si tratta di CARL LEWIS, ribattezzato "il figlio del vento". Pu� essere avvicinato al fenomeno Jesse OWENS, una vera leggenda della velocit� che ai Giochi del �36 stabil� in settantasei minuti ben cinque primati. Carl Lewis - autentico protagonista ad Helsinki nei mondiali di atletica leggera del 1983, � nato a Bloomington (Alabama) il primo luglio 1961. Da allora Carl Lewis ha via via confermato la sua classe, ribadendo la sua fama di figlio del vento, superando pi� volte la barriera umana nei cento. Cresciuto nel Texas, esattamente a Houston, il suo nome � divenuto celebre grazie alle sue imprese, nei meeting di tutto il mondo, ai Giochi e ai Mondiali. Di fronte a un campione come lui non c�� che da inchinarsi. Fin da giovanissimo Carl Lewis frequenta le piste, spronato dal padre prodigo di consigli. A una manifestazione intitolata al grandissimo Owens, Lewis arriva secondo nel salto in lungo, conquistandosi gli elogi dello stesso Owens, che gli stringe la mano. "Da quel giorno - ha raccontato Carl - mio padre, la mia famiglia sono molto orgogliosi di me". Il padre in effetti era amico personale di Owens, e lui stesso aveva praticato sport, buon giocatore di football americano.

Ma anche la madre era stata ostacolista sugli 80 metri. Insomma, questo straordinario atleta (cento metri e lungo) aveva un destino segnato fin dalla nascita. Le sue prime esperienze sono nel soccer: nel primo torneo giovanile cui partecipa vince persino la classifica cannonieri. Poi per� si � dedicato esclusivamente all�atletica, contrassegnando un�epoca, diventando "the king". Il fenomeno Carl Lewis - "l�uomo che salta nel futuro" come lo definirono dopo i suoi primi grandiosi risultati - viene analizzato da tecnici e studiosi. Uno di questi ultimi, un professore d�universit�, canadese, docente di matematica e scienza sportiva, Robert Schultz, all�indomani del successo del 10 agosto 1983, ad Helsinki, profetizz�: "Lewis ha ancora notevoli possibilit� di miglioramento". E le sue previsioni non tardarono ad avverarsi, vista la sequenza dei trionfi del "figlio del vento".

IL CAVALIERE DELLA VELOCIT� - Dalle piste di atletica vale la pena trasferirci alle piste delle moto. Un asso ha polarizzato l�attenzione mondiale per sedici anni: GIACOMO  AGOSTINI, un italiano, pieno di fascino, divenuto l�emblema dello sport motoristico. Interpret� un�epoca, vincendo una sfilza di titoli iridati. Il brivido della velocit�, il suo modo di portare il mezzo, tutto contribuiva a dare al campione di origine bergamasca, nato e cresciuto a Lovere il 16 luglio 1942, un alone romantico, quasi di cavaliere antico. Le donne erano pazze per lui, i circuiti quando c�era lui erano affollatissimi di belle ragazze, tutte accorse per ammirarlo, applaudirlo.

L�unico suo vezzo era quello di alzarsi la statura di 1 centimetro; quando gli chiedevano l�altezza, diceva 1,70, in realt� era 1,69: "Fa pi� colpo", sosteneva con un sorriso. Agostini era proverbiale, fuori pista, anche per i suoi scatti di ira. Se pensava di subire delle ingiustizie si ribellava, diventando anche furioso. In sella alla sua moto era viceversa sempre controllato, impeccabile. Un personaggio, davvero. Circondato dall�ammirazione di tantissime donne, Agostini era seguito con sofferente trepidazione dalla madre, la quale, ad ogni gara, si recava in chiesa a pregare per il figlio. Lo ribattezzarono il "Merckx del motociclismo", accostandolo al fuoriclasse belga della bicicletta, il pi� grande dopo Coppi, per il suo stile, per le straordinarie qualit� , per la sua grandissima sensibilit�. Agostini � stato un campione anche per le sue doti umane: si spiega cos� il suo attaccamento alla giovinezza, ai piaceri della vita. Dopo quindici titoli mondiali, diciotto titoli italiani, Agostini nel 1977 annuncia il proprio ritiro dall�attivit�: "� un grande pezzo della mia vita" comment� subito dopo. Grandi protagonisti, grandi avvenimenti. Si susseguono le Olimpiadi. Con Montreal 1976 inizia l�era dei boicottaggi. A Montreal si registra il ritiro del sessanta per cento dei paesi africani per protesta contro la tourn�e dei rugbisti neo-zelandesi nel Sudafrica dell�apartheid.

L�ERA DEI BOICOTTAGGI - � un�Olimpiade sottotono, ma ciononostante ci sono personaggi di spicco, che vengono alla ribalta: sono i Giochi del cubano ALBERTO JUANTORENA  (400 e 800) e della piccola rumena NADIA COMANECI, la nuova stella della ginnastica. 
A Mosca 1980 i Giochi sono dimezzati per il boicottaggio degli Stati Uniti e di altri 28 paesi in seguito all�invasione dell�Afghanistan da parte dell�Armata Rossa sovietica. Gli italiani partecipano, ma sotto la bandiera del Coni, cos� come hanno fatto altre nove nazioni. Assenti gli americani nell�atletica si distinguono i britannici Sebastian COEN, Steven OVETT, Alain WELLS, ma anche PIETRO MENNEA nei 200 e MAURIZIO DAMILANO, oro nella 20 km di marcia, oltre alla SIMEONI che trionfa nell�alto. 

Nel 1984 a Los Angeles � la volta dell�Urss con tutti i paesi dell�Est europeo a non partecipare ai Giochi. Ma c�� la Cina Popolare, la vera grande novit�. Sono i Giochi di Carl Lewis, che con quattro medaglie uguaglia Owens. Stravincono gli statunitensi , che sfilano quasi in passerella: MOSES (400 ostacoli), BENOIT (maratona), Valerie Brisco HOOKS (200), Evelyn ASHFORD (100), Rick CAREY (100 e 200 dorso), Greg LOUGANIS (trampolino e piattaforma), Michael JORDAN (basket), Mary Lou RETTON (ginnastica). Salgono sul podio pi� alto comunque anche atleti di altre nazioni. Per cominciare il marocchino Sai AOUITA (5000) e ALBERTO COVA (10.000).

DOPING - Nel 1988 a Seul si registrano ancora delle defezioni. Non partecipano Cuba, Etiopia e Corea del Nord. Torna il tennis e c�� l�ingresso, per la prima volta nella storia olimpica, dei professionisti. Sono i cosiddetti Giochi open. Una novit� dettata dalle esigenze dello sport moderno, sorretto dai potenti sponsor. Accanto a queste innovazioni comunque esplode anche un caso clamoroso di doping. Il protagonista � il canadese BEN JOHNSON che il 24 settembre nello stadio di Seul vince i 100 battendo tra l�altro CARL LEWIS  con il sensazionale record mondiale di 9" 79. Sembra la sua una grande conquista dell�atleta uomo. Ma tre giorni dopo arriva la condanna del Cio (il Comitato olimpico internazionale) che squalifica Ben Johnson per doping. � l�inizio di una triste vicenda, di una storia melanconica. Il doping entra prepotentemente nello sport, invade tutte le discipline.

 Ne sa qualcosa Diego ARMANDO MARADONA, il "pibe de oro". Ma questa � un�altra storia, che racconteremo nell�ultima puntata. 

GLI ABBAGNALE, FRATELLI FENOMENALI -

Seul 1988 regala soddisfazioni e successi agli italiani. La bella favola di "Pollicino" MAENZA nella lotta greco-romana si celebra proprio qui, insieme a quella luminosa e fantastica dei fratelloni d�Italia, gli ABBAGNALE che nel canottaggio conquistano due ori, facendo vibrare l�Italia intera con la voce appassionata e inconfondibile del telecronista "Bisteccone" GALEAZZI, che oggigiorno conduce su Raiuno "Novantesimo minuto". � l�Olimpiade d�oro di GERARDO BORDIN, trionfatore nella maratona, mentre l�Urss fa incetta di medaglie, ben 132 di cui 55 d�oro. Nel nuoto la tedesca dell�est KRISTIN OTTO e lo statunitense MATT BIONDI conquistano ciascuno cinque medaglie e la fanno da mattatori in vasca.

Altri protagonisti di Seul 1988 sono stati - occorre rilevarlo - la velocista Florence Griffith JOYNER e l�eptatleta Jackie Joyner KERSEE. Mentre in Italia il Napoli di Maradona, genio del pallone, si inserisce nell�albo d�oro degli scudetti, si arriva a Barcellona 1992, l�Olimpiade che registra un boom di partecipazione: 9094 atleti in rappresentanza di 172 paesi.
 
Sono i primi Giochi dopo la caduta del Muro di Berlino. � il trionfo del business mondiale e delle tv. Nell�atletica c�� sempre Carl Lewis, ancora due ori per lui (lungo e staffetta) ma sui 100 vince il britannico Linford CHRISTIE. Allo spagnolo Fermin CACHO, idolo di casa, vanno i 1.500 mentre la francese Maria Jos� PEREC domina i 400. L�altra donna, l�algerina Hassiba BOULMERKA si aggiudica i 1.500. Nel nuoto si impone su tutti il russo POPOV che centra la doppietta 50 e 100, analoga prestazione dell�ungherese Tamas DARNYL (200 e 400 misti). Sei medaglie d�oro nella ginnastica al bielorusso Vitaly SCHERBO. Nel basket domina il Dream team, la squadra dei sogni, guidata dall�asso Michael Jordan ed Earving Magic Johnson. Nella pallanuoto vince il Settebello azzurro davanti alla Spagna. 

di LIONELLO BIANCHI

Ringrazio per l'articolo
concessomi gratuitamente
dal direttore di


 
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