
Sempre più bambini soffro d'ansia - cronologia.it
Purtroppo anche i più piccoli sono vittime indifese dei disturbi d’ansia, non solo smartphone, le cause sono molteplici.
I più piccoli dovrebbero essere protetti da certi disturbi, invece anche loro ne soffrono lasciando spesso i genitori con domande e preoccupazioni. Un’inquietudine silenziosa che cresce, giorno dopo giorno, un senso di disagio che serpeggia tra i più giovani, spesso invisibile agli occhi di chi dovrebbe proteggerli.
Quando un genitore si accorge che qualcosa sta cambiando nel proprio piccolo, è sempre un campanello di allarme, che spesso suona però troppo tardi. Ma capire il problema e imparare a difendersene è comunque un primo passo verso un benessere psicologico migliore, per grandi e piccini.
I disturbi d’ansia nei più piccoli
È inutile demonizzare gli strumenti della nostra era, gli smartphone o i social network, non sono di per sé il nemico da affrontare. A fare la vera differenza è l’uso che ne viene fatto, soprattutto in età delicate come l’infanzia e l’adolescenza, come sempre il troppo storpia.

L’intervento degli adulti diventa cruciale durante questi periodi, ma bisogna educare, non vietare, bisogna guidare e insegnare al corretto utilizzo delle piattaforme. Ne parlano ormai molti psicologi nel mondo, grazie ad anni di approfondite e dettagliate analisi sulla nostra società e sulle generazioni moderne.
Il vero errore secondo alcuni è stato proteggere eccessivamente i bambini nel mondo reale, lasciandoli però esposti al caos incontrollato del mondo digitale. Vuoi il divario tecnologico generazionale, vuoi una certa diffidenza, ma spesso ci dimentichiamo che per i più giovani gli smartphone sono parte integrante del quotidiano.
Eppure, lasciati senza controllo, gli smartphone stanno trasformando l’infanzia in un’esperienza mediata da uno schermo, la vita vista attraverso il filtro alterato dei social network. Il legame tra salute mentale e uso dei dispositivi elettronici non è più una semplice correlazione, è un dato di fatto ormai.
Si nota un aumento esponenziale di ansia, autolesionismo e sintomi depressivi tra gli adolescenti, che spesso dichiarano di essere “quasi costantemente” online. Le conseguenze sono diverse, come la privazione di sonno, isolamento sociale, difficoltà di concentrazione, assomigliando sempre più a una vera e propria dipendenza.
Cosa possono fare i genitori? Innanzitutto, comprendere che la responsabilità è condivisa, non basta limitare, bisogna costruire alternative valide, gestire correttamente l’uso. Un primo passo può essere ritardare l’accesso agli smartphone, soprattutto nel periodo elementari-medie, si può sopperire alla mancanza di comunicazione con dei modelli più semplici.
Fondamentale anche rimuovere i telefoni dalle scuole e soprattutto dalle camere da letto almeno un’ora prima di dormire, così attenzione e sonno ne guadagneranno. Bisogna poi restituire ai bambini la libertà di esplorare, giocare, uscire, ma senza un adulto sempre alle calcagna, piuttosto con un senso di fiducia ritrovata.