BIOGRAFIA
(n. 1095 - m. 1148) - Conte 1103 - 1148

Amedeo III, nato nel 1095, restò successore del padre mentre era ancora bambino, e rimase sotto
la tutela della madre Gisla di Borgogna, e di Aimone conte di Ginevra.

Lo Stato era ancora ben lungi dal costituire quel complesso cospicuo e saldo di cui era stata giustamente orgogliosa la grande Adelaide. Durante l'invasione di Corrado, figlio d'Arrigo IV, anche Torino si era costituita in libero Comune, ed altre parti degli antichi possedimenti della Casa Sabauda erano poi rimaste al marchese del Vasto.

Amedeo III era giunto appena al quindicesimo anno di età, quando un altro esercito imperiale attraversò la Savoia per scendere in Italia, dove s'impossessò di Vercelli e di Novara. Ma molto scarse e confuse sono le memorie rimaste di questo oscurissimo periodo.

Secondo qualche storico, Amedeo III accompagnò a Roma, nel 1110, l'imperatore Arrigo V suo cugino, che andava a farsi incoronare dal papa Pasquale II, e in quella occasione venne creato conte dell'Impero. Alcuni anni dopo, per mezzo delle armi o per accordi con l'imperatore Lotario II (successore di Arrigo V) che a sua volta era sceso in Italia e vi si era impadronito di Torino, considerata come città ribelle, riebbe per breve tempo il possesso di quella città e riuscì ad estendere temporaneamente il proprio dominio nell'alto Vallese e sulla riva destra del Rodano.

Narra la tradizione che fino dal primo anno del secolo XII alcuni eremiti fossero venuti a far vita di penitenza in un luogo solitario sulla sponda del piccolo lago di Bourget. Nel 1125 venne in Savoia dalla Francia il monaco Bernardo (poi santificato) che aveva fama di far miracoli e di essere dotato di una eloquenza ispirata, efficacissima. Per esortazione di lui, gli eremiti del lago di Bourget passarono a stabilirsi sulla sponda opposta, in un punto elevato, vicino al « Monte del Gatto ».

A quel luogo fu dato il nome di Altacomba (Hautecombe): qui Amedeo III fondò il famoso monastero che accolse fra le sue mura le tombe degli antichi Sabaudi. Nell'atto di fondazione di quella badia, egli assunse, primo della sua stirpe, il titolo di Comes Sabaudiae (Conte di Savoia), non per nuove ragioni politiche o perchè la Savoia fosse una contea più importante di quella di Moriana, ma, certamente, perchè Altacomba era nel territorio della contea di Savoia.

Due guerre sostenne questo principe, una contro Luigi il Grosso, re di Francia, l'altra contro Guido VII, Delfino del Viennese.

La causa della prima guerra fu la seguente: Amedeo non aveva figli, benchè fosse già da parecchi anni unito in matrimonio con Matilde d'Albon; e sua sorella Adelaide, regina di Francia, volendo assicurarsi anticipatamente i suoi domini, indusse il marito ad impadronirsi di alcune fortezze della Savoia. Ma Amedeo III non esitò a difendere con le armi i propri possessi, contro il cognato. Questi d'altronde morì poco dopo, mentre al conte di Savoia nasceva un figlio, il quale rese vana l'avidità di Adelaide. Questa, allora, fece mandare ad Amedeo, da suo figlio Luigi VII successo sul trono a Luigi il Grosso, un'ambasciata portatrice d'offerte di pace e d'amicizia. Ma Amedeo rimase inflessibile fino a quando quel re suo nipote gli mandò una seconda ambasciata, con una lettera dell'abate di Cluny, Pietro il Venerabile, la quale può essere considerata come un documento della considerevole potenza ormai acquistata dal Conte di Savoia. In essa infatti l'abate lo supplicava, in nome del giovane re di Francia, di dimenticare le offese e i danni subiti da parte del padre di lui.

Dell'altra guerra sostenuta da Amedeo III contro il Delfino del Viennese, suo cognato, si ignorano le cause; ma si sa che il Delfino rimase sconfitto ed anche ferito in una sanguinosa battaglia, dopo essere entrato nella Savoia, dove aveva assediata la rocca di Monmeliano.

Nel 1147, Amedeo partecipò alla seconda Crociata, insieme col re di Francia Luigi VII, in presenza del quale prese solennemente, a Metz, l'insegna della croce. Le disgraziate vicende di quella crociata sono note. Tutto ostacolò il buon esito dell'impresa: la malafede dei Greci e dell'imperatore d' Oriente Emanuele Comneno, che favorivano nascostamente i Turchi, le interferenze della regina Eleonora di Guienna, che pare amoreggiasse ora con questo ora con quel capo dei Crociati, compreso Amedeo III, mal consigliandoli e facendo commettere errori ed imprudenze gravi.
I Francesi, coi quali stava Amedeo, subirono una grande sconfitta nella Panfilia, e il loro re corse pericolo di rimaner morto o prigioniero. Gli avanzi dell'esercito proseguirono verso la Terra Santa. Ma sorsero, poco dopo, complicate discordie tra i capi, i quali, davanti a Damasco assediata cominciarono, prima di aver presa la città, a contendersene il possesso. Parecchi aspiranti, prevedendo di rimaner delusi, non vollero più combattere, e defezioni e tradimenti si moltiplicarono, finchè l'assedio venne tolto e gli eserciti presero la via del ritorno, disorganizzati e umiliati.

Il viaggio di ritorno non fu meno disgraziato della tentata impresa. Amedeo di Savoia approdò, malato di peste, all'isola di Cipro, dove vi morì il 4 marzo 1148, e vi ebbe sepoltura nell'abbazia di Monte Santa Croce.

Da allora la famosa croce che era cucita nella tunica dei crociati iniziò ad apparire in piccolo all'interno dello stemma di Casa Savoia (spesso al centro dell'aquila), fino a quando Carlo Alberto adottò l'intero scudo crociato nell'intero stemma, e lo stesso a seguito dell'Unità d'Italia fu poi inserito sormontato dalla corona reale al centro del rettangolo bianco della bandiera nazionale.

Parecchi storici sono concordi nell'attribuire a questo principe una grande sagacia politica e nell'affermare ch'egli fu giusto e liberale verso i sudditi. Alla città di Susa, diede spontaneamente uno statuto di libertà considerato come uno dei più antichi di cui sia rimasta memoria.

Neppure questo principe riuscì a ricostituire integralmente l'antico Stato dell'ava Adelaide, ma potè assegnare ai propri figli le terre finalmente lasciate dal marchese Bonifacio del Vasto.
I figli di Amedeo III furono nove: tre maschi e sei femmine. Dei maschi, UMBERTO III fu suo successore, mentre Giovanni e Pietro furono monaci e morirono in fama di santità. Delle femmine, quattro si sposarono: Matilde (o Mafalda) ebbe per marito Alfonso di Borgogna, primo re di Portogallo; Agnese si unì ad Umberto, conte di Ginevra; Alisa e Isabella furono mogli di due grandi feudatari francesi. Le altre due, Margherita e Giuliana, si fecero monache, e divennero badesse: la prima del monastero di Bons, nel Bugey, l'altra di quello di Sant'Andrea in Vienna di Borgogna.