(P35) VERSO LA PRIMA GUERRA MONDIALE
                  LA PRIMA GUERRA MONDIALE

Verso la prima guerra mondiale

Il primo quindicennio del XX secolo fu un periodo di progresso industriale. Esso nascondeva tuttavia, sia sul piano delle rivendicazioni nazionalistiche, sia su quello delle istanze sociali, notevoli contraddizioni. I due blocchi in cui erano divise le maggiori potenze europee, la Triplice Alleanza e la Triplice Intesa, erano al loro interno lacerate da contrasti.

L'elemento di maggior attrito per la pace era costituito dalla rivalita' tra Germania e Francia. La situazione tra i due paesi fu peggiorata dagli
atteggiamenti intimidatori di Guglielmo II, soprattutto in occasione del tentativo francese di assicurarsi il protettorato sul Marocco. Nel 1905 e nel 1911, le due nazioni europee furono vicine allo scontro, ma grazie all'intervento delle diplomazie europee la tragedia fu evitata. La Francia ottenne il protettorato sul Marocco e diede in cambio alla Germania una parte del Congo.

Altra zona estremamente delicata erano i Balcani, dove i popoli slavi sottomessi all'Austria aspiravano all'indipendenza e chiedevano l'appoggio della Russia, il maggiore Stato slavo, tradizionalmente interessata a inserirsi nei Balcani.

Quando nel 1908 l'Austria decise di annettere la Bosnia e l'Erzegovina, molte nazioni europee protestarono ma senza risultato. La tensione esplose in occasione della guerra italo-turca per il possesso della Libia e la Turchia perse nella prima guerra balcanica quasi tutti i possedimenti europei.
La spartizione di questi territori porto' alla seconda guerra balcanica: la Bulgaria, sostenuta diplomaticamente dall'Austria, fu sconfitta dalla Serbia, forte dell'appoggio della Russia, e dovette cedere numerosi territori.

L'Austria, uscita cosi' sconfitta, attendeva l'occasione di rifarsi contro i Serbi e da questo contrasto doveva nascere la scintilla della prima guerra mondiale.

La prima guerra mondiale

L'assassinio dell'arciduca austriaco Francesco Ferdinando (28 giugno '14) da parte di un nazionalista serbo costitui' il pretesto per la dichiarazione di guerra dell'Austria alla Serbia. Si metteva cosi' in moto il meccanismo delle alleanze che dava alla guerra dimensioni europee e mondiali: da una parte le potenze dell'Intesa (Russia, Francia, Inghilterra, presto affiancate dal Giappone e poi dalla Romania), dall'altra gli imperi centrali (Austria-Ungheria e la Germania, cui si aggiunsero l'impero ottomano e la Bulgaria).

L'Italia, poiche' l'Austria non aveva tenuto conto di alcune clausole della Triplice Alleanza, si mantenne neutrale. 
Le operazioni belliche iniziarono con una travolgente manovra dell'esercito tedesco che, spezzata la resistenza del Belgio, penetro' in territorio francese. Le truppe francesi, con la gigantesca battaglia della Marna (settembre 1914), riuscirono pero' a bloccare l'avanzata tedesca, e la guerra di movimento si trasformo' cosi' in guerra di logoramento nelle trincee.

L'Italia, dopo lunghi contrasti interni, nonostante la maggioranza del paese fosse ostile alla guerra, decise, il 24 maggio 1915, di intervenire contro l'Austria.

Nel 1916, mentre nei Balcani si assisteva al crollo della Serbia e alla quasi completa invasione della Romania, sul fronte russo le sorti della guerra erano alterne. Sul fronte occidentale si registro' una dura offensiva degli imperi centrali: in Francia l'iniziativa tedesca porto' alla sanguinosa battaglia di Verdun; in Trentino l'esercito italiano riusci' a stento a bloccare la "spedizione punitiva" degli Austriaci, passando pero' poi alla controffensiva e liberando Gorizia.

Nel 1917 il tentativo della Germania di spezzare il blocco navale inglese scatenando una guerra sottomarina illimitata provoco' l'intervento degli USA a fianco dell'Intesa. Questo intervento non diede vantaggi militari immediati, e anzi la situazione dell'Intesa si aggravo' in seguito alla defezione della Russia, che fu costretta dallo scoppio della rivoluzione del 1917 a uscire dal conflitto. Cio' permise agli imperi centrali di portare rinforzi sul fronte occidentale, e di ottenere importanti successi. In Italia, gli Austro-Tedeschi sfondavano a Caporetto (ottobre 1917), costringendo le nostre truppe a ritirarsi fino al Piave. La sconfitta porto' alla sostituzione del generale Cadorna con il generale Diaz al comando supremo.

In Francia, i tedeschi giunsero a minacciare Parigi. Ma gli imperi centrali erano ormai stremati e il massiccio arrivo in Europa delle truppe americane contribui' a rovesciare la situazione.

Con la battaglia vittoriosa di Vittorio Veneto, l'Italia costringeva alla resa l'Austria-Ungheria (4 novembre): l'impero asburgico si dissolse. Anche in Germania una rivoluzione porto' alla fuga di Guglielmo II e alla proclamazione della repubblica, la quale, l'11 novembre, firmo' l'armistizio.

Alla Conferenza della pace (Parigi 1919-20) si scontrarono la politica del presidente degli USA, Wilson, il quale chiedeva giuste condizioni di pace, ispirate al principio dell'autodeterminazione dei popoli (14 punti), e la politica di potenza di Inghilterra, Francia e Italia.

Il trattato di Versailles impose alla Germania oppressive condizioni di pace (perdita di alcuni territori nazionali e delle colonie; riduzione dell'esercito e della produzione bellica).

Con il trattato di Saint-Germain l'Austria fu ridotta a una piccola repubblica e dovette cedere l'Alto Adige, il Trentino, Trieste e l'Istria all'Italia.

L'Ungheria fu dichiarata regno autonomo. Nacquero dalla spartizione dei territori austro-ungarici e dai territori strappati alla Russia la repubblica di Polonia, la repubblica della Cecoslovacchia, il regno di Jugoslavia, il regno di Albania e le repubbliche della Lituania, dell'Estonia, della Lettonia e della Finlandia.


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