(P19) L'EUROPA A META' 500
L'ITALIA  PREDOMINIO SPAGNOLO

L'Europa nella seconda meta' del '500

Con la vastita' dei suoi domini, le enormi ricchezze americane e un esercito invincibile, la Spagna si presentava, dopo la pace di Cateau-Cambresis, come la piu' grande potenza europea. Il centralismo politico e burocratico, l'intolleranza religiosa e l'esoso fiscalismo del governo di Filippo II l'avviavano tuttavia alla decadenza. Portato dalla sua profonda fede a erigersi come protettore della Chiesa cattolica, Filippo intervenne in tutta Europa a fianco dei cattolici contro i protestanti. Al giogo spagnolo tentarono per prime di sottrarsi le provincie protestanti dei Paesi Bassi, che, dopo una
lunga guerra, ottennero l'indipendenza.

Anche la Francia fu agitata da violente lotte religiose, esplose tra cattolici e calvinisti. Dopo la tragica notte di San Bartolomeo, nel 1572, e l'intervento spagnolo, sali' sul trono l'ugonotto Enrico IV di Borbone, il primo di una gloriosa dinastia.

Intanto diveniva regina d'Inghilterra Elisabetta I, che riusci' a portare il suo paese a un grado di grandissimo prestigio, soprattutto incrementando la flotta. Nello scontro con la Spagna la flotta inglese sgomino' quella spagnola, rimanendo incontrastata padrona dei mari. Sotto il regno di Elisabetta, si ebbe inoltre in Inghilterra un periodo di grande rinnovamento artistico e civile, noto come "eta' elisabettiana".

L'Italia durante il predominio spagnolo

Dopo la pace di Cateau-Cambresis del 1559 la situazione degli Stati italiani, taluni direttamente, altri indirettamente controllati dalla Spagna, ando' prograssivamente aggravandosi sia per l'arretratezza tecnica dell'agricoltura, sia per il peso insopportabile delle tasse imposte dai dominatori, sia, infine,per le conseguenze prodotte dalla colonizzazione delle Americhe, che mise in crisi i tradizionali traffici nel Mediterraneo e determino', sul piano economico, la crisi dell'oro. Questa difficile situazione provoco' a Palermo e a Napoli violente rivolte popolari sanguinosamente represse dagli Spagnoli.
Intanto nello Stato pontificio i papi consolidavano il proprio potere personale e mentre abbellivano la citta' di fastosi monumenti, si impegnavano anche a eliminare i mali che travagliavano i propri possedimenti, per esempio il brigantaggio. In Toscana Cosimo I de' Medici, autore di importanti riforme, ebbe il titolo di granduca, con la facolta' di tramandarlo ai suoi successori.

A Venezia, dove l'influenza spagnola non aveva potere, il governo dei dogi ebbe violenti contrasti con il papa, con i cui territori Venezia confinava, e con l'impero turco per il possesso di Cipro. A quest'ultima vicenda e' legata la gloriosa vittoria di Lepanto del 1571. Oltre Venezia, solo la repubblica di Genova, alleata della Spagna, conobbe in questo periodo un certo benessere.

Intanto il ducato di Savoia, riorganizzato da Emanuele Filiberto, il vincitore di San Quintino, comincio' a gravitare verso l'Italia, dove maggiori erano le possibilita' d'espansione. La capitale divenne Torino e fu creato un esercito permanente. L'Italia del Seicento ci presenta nel complesso un quadro di decadenza politica e morale.


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