
A chi spetta la pensione di reversibilità (www.cronologia.it)
Recentemente, l’INPS ha introdotto importanti modifiche normative che ampliano la platea dei beneficiari della pensione di reversibilità.
La pensione di reversibilità è un tema di grande rilevanza per le famiglie italiane, poiché rappresenta un sostegno economico fondamentale per i familiari di lavoratori o pensionati deceduti. Recentemente, l’INPS ha introdotto importanti modifiche normative che ampliano la platea dei beneficiari, consentendo ora anche ai nipoti maggiorenni e agli orfani inabili di accedere a questa prestazione.
Queste innovazioni sono state formalizzate con la Circolare INPS n. 64/2024, che si basa su una sentenza della Corte Costituzionale (n. 88/2022), la quale ha riconosciuto l’importanza della rete familiare e la necessità di un supporto economico che vada oltre i legami diretti tra genitori e figli.
Pensione di reversibilità, ora spetta anche ai figli: l’Inps non può opporsi | Ogni mese arriva il pagamento
Con le recenti modifiche, la fruizione della pensione di reversibilità è soggetta a controlli più rigorosi. Per i figli maggiorenni, sia studenti che inabili, il diritto non è più automatico. È richiesta una documentazione adeguata che attesti la dipendenza economica dal genitore defunto, al fine di evitare abusi e garantire il beneficio a chi ne ha realmente bisogno. La dipendenza economica non è necessariamente legata alla convivenza; un figlio può essere considerato a carico anche se non vive con il genitore, purché riceva un supporto economico documentato.

Nonostante il compimento del diciottesimo anno d’età non comporti automaticamente la perdita del diritto alla pensione di reversibilità, i figli devono soddisfare specifiche condizioni. Per ricevere il beneficio, è necessario che il richiedente risulti inoccupato e a carico del genitore al momento della sua morte. I figli studenti possono continuare a ricevere la pensione fino a 21 anni se frequentano corsi di formazione e fino a 26 anni se iscritti all’università, sempre che la frequenza sia continua e documentata. È fondamentale dimostrare che il figlio non sia economicamente autosufficiente; eventuali entrate stabili possono far decadere il diritto alla prestazione.
Il calcolo dell’importo della pensione di reversibilità non è fisso, ma si basa su una percentuale della pensione maturata dal genitore. Le quote stabilite dall’INPS sono: 60% se il beneficiario è un solo figlio; 80% se ci sono un coniuge e un figlio, o due figli senza coniuge; 100% in presenza di tre o più figli, con o senza coniuge superstite. È importante sottolineare che questa percentuale è complessiva e non individuale, il che significa che l’importo verrà suddiviso tra i beneficiari in base alle indicazioni dell’INPS.
In caso di modifiche nel nucleo familiare, l’importo della pensione di reversibilità può essere ricalcolato. È responsabilità di chi riceve la pensione comunicare all’INPS qualsiasi cambiamento rilevante, come l’inizio di un nuovo lavoro o l’interruzione degli studi. La mancata comunicazione può portare alla sospensione dell’erogazione e alla richiesta di restituzione delle somme percepite indebitamente.
Con queste nuove disposizioni, l’INPS si impegna a garantire che le prestazioni previdenziali siano erogate in modo equo e trasparente, proteggendo i diritti dei familiari a carico e assicurando che i fondi pubblici siano utilizzati in modo appropriato. La pensione di reversibilità non solo rappresenta un importante sostegno economico, ma riflette anche l’evoluzione delle politiche sociali in un contesto familiare sempre più complesso e variegato.