Il Protocollo del Wannsee
Come i nazisti organizzarono la “Soluzione Finale”


Il generale Reinhard Heydrich.

Premessa

Una delle più tremende conseguenze delle idee nazionaliste e razziste elaborate da Adolf Hitler nel suo “Mein Kampf” (scritto tra il ’25 ed il ’27), manifesto ideologico del Terzo Reich, fu la discriminazione e la persecuzione sistematica degli ebrei in Germania, formalizzate in seguito nelle leggi di Norimberga (5 settembre 1935).

Secondo queste leggi, chiunque risultasse avere tre o quattro nonni osservanti della religione ebraica veniva considerato ebreo; mezzo-ebreo era chi aveva due nonni osservanti o era sposato con un ebreo; chi aveva un solo nonno ebreo veniva considerato come un meticcio (“mischlinge” in tedesco). A queste tre categorie vennero proibiti il matrimonio ed i rapporti sessuali con tedeschi ariani e furono colpite da tutta una serie di privazioni e discriminazioni razziali.

All’inizio l’obiettivo del regime nazista era costringere gli ebrei all'emigrazione dalla Germania. La notte del 9 novembre 1938 un giovane ebreo polacco sparò ad Ernst vom Rath, diplomatico tedesco a Parigi, uccidendolo. Come rappresaglia, in Germania furono incendiate tutte le sinagoghe e infrante le vetrine dei negozi di ebrei (per questo motivo fu chiamata “la notte dei cristalli”).

Molti di loro furono costretti ad abbandonare il paese trovando rifugio all'estero, altri vennero arrestati nei giorni successivi dalle SS.
Dopo la notte dei cristalli e, soprattutto, con l’invasione della Polonia occidentale (1 settembre 1939, che costò lo scoppio del secondo conflitto mondiale), vi fu il passaggio dalla politica di persecuzione a quella dello sterminio di massa puro e semplice, dai vecchi ai bambini, portata a compimento con la Shoah.
La Polonia occidentale contava tra gli abitanti più di due milioni di ebrei, i quali vennero sottoposti a restrizioni ancor più dure di quelle vigenti in Germania. Furono infatti costretti a trasferirsi in ghetti, isolati dai quartieri ariani per mezzo di alti muri e filo spinato, ed ebbero l’ordine di indossare una sorta di distintivo, la stella gialla.

L’invasione dell’Unione Sovietica (21 giugno 1941) cambiò drammaticamente la situazione degli ebrei. Iniziò la loro sistematica eliminazione nella zona di influenza tedesca, con fucilazioni in massa eseguite dalle unità d’azione speciale (le Einsatzgruppen) operative in Polonia e in Unione Sovietica; nel 1941 si costruirono i primi campi di concentramento (Lager, adibiti alla funzione di sterminio), costruiti per la maggior parte in Polonia, come quello di Auschwitz-Birkenau, il più grande e tristemente famoso, vero e proprio simbolo degli orrori nazisti. Vi confluirono gli ebrei provenienti non solo dai ghetti vicini, ma anche da tutti i paesi europei occupati dai nazisti, dando vita al loro tentativo di sterminio.

L’ordine di dare avvio alla “soluzione finale” (“Endlosung” in tedesco) del problema ebraico fu impartita direttamente dal Fuhrer ai due suoi più importanti gerarchi: Hermann Goring, numero due del regime, ed Heinrich Himmler, comandante supremo delle SS. Fu proprio quest’ultimo il diretto responsabile di tutta l’organizzazione dei campi di concentramento e di sterminio, attuata attraverso l’Ufficio Centrale di Sicurezza del Reich (l’RSHA), diretto dal generale Reinhard Heydrich e in particolare grazie al lavoro del colonnello Adolf Eichmann, a capo dell’Ufficio per le questioni ebraiche della Gestapo (la polizia segreta del regime) e responsabile della caccia agli ebrei. Heydrich ed Eichmann saranno i due organizzatori della Conferenza del Wannsee, la quale doveva coordinare quella soluzione finale già praticata nei territori occupati dalla Germania.


La Conferenza del Wannsee

Nel luglio del 1941 Hitler fece preparare a Goring una direttiva in cui incaricava Heydrich, capo dei servizi di sicurezza, di risolvere la questione ebraica nella sfera di influenza tedesca in Europa.
Il 20 gennaio 1942 Heydrich si incontrò con altri 14 alti funzionari dei principali ministeri tedeschi in una residenza tranquilla, lungo un lago a Wannsee (vicino Berlino). La riunione era segretissima e il suo scopo era quello di precisare i termini della soluzione al problema ebraico. I partecipanti alla riunione (oltre ad Heydrich ed al già citato Eichmann) furono:
- Gen. SS Heinrich Muller, capo della Gestapo, in rappresentanza della polizia tedesca;
- Gen. SS Otto Hoffmann, rappresentante dell’Ufficio per la razza e l’insediamento;
- Col. SS Karl Schongarth, rappresentante della SD, polizia di sicurezza;
- Col. SS Gerhard Klopfer, in rappresentanza del partito nazista;
- Magg. SS Rudolf Lange, vice-comandante SS in Lettonia;
- Gauletier Dr. Alfred Meyer e Dr. Georg Leibbrandt, rappresentanti del Ministero per la Polonia occupata;
- Dr. Wilhelm Stuckart, uno degli artefici delle Leggi di Norimberga, rappresentante del Ministero dell’Interno;
- Dr. Roland Freisler, rappresentante del Ministero della Giustizia;
- Dr. Martin Luther, sottosegretario del Ministero degli Esteri;
- Dr. Joseph Buhler, segretario di Stato della Polonia tedesca occupata;
- Dr. Wilhelm Kritzinger, direttore ministeriale della Cancelleria del Reich;
- Erich Neumann, direttore del piano quadriennale per l’economia.

All'inizio della discussione, il generale Heydrich, precisò che il problema da risolvere era quello dell’eccessiva presenza di ebrei in Germania e nei territori occupati, per cui la politica di emigrazione forzata perseguita dal Reich non era più sufficiente per far fronte al problema ebraico. Una possibile soluzione del problema sarebbe allora consistita in una '“evacuazione” degli ebrei dall'Est, termine che in realtà voleva dire eliminazione fisica o pulizia etnica dallo “spazio vitale” tedesco. Le prime operazioni di sterminio, provvisorie, avvennero sul luogo durante la conquista dell’Est; gli ebrei catturati erano costretti a scavare grandi fosse comuni per poi essere fucilati in massa e seppelliti nelle stesse fosse. Ma adesso era necessario pianificare lo sterminio in modo più preciso e sicuro e la riunione del Wannsee doveva appunto occuparsi di questo. Approssimativamente undici milioni di ebrei sarebbero stati coinvolti nella soluzione finale del problema; tra questi, cinque milioni di essi vivevano in Unione Sovietica e circa tre milioni erano gli ebrei già sotto il controllo dei tedeschi (in Polonia e nei territori orientali occupati).

Bisognava però risolvere la questione in termini legali; la pulizia etnica degli ebrei dallo spazio vitale doveva perciò avvenire seguendo la legge. Così Heydrich affermò che si dovevano riesaminare le leggi di Norimberga e revocare le esenzioni previste che permettevano a molti ebrei di rimanere tra i tedeschi. In ogni caso, le SS avrebbero avuto i poteri decisionali in materia. Restava soltanto da risolvere il lato “tecnico”, cioè trovare un sistema più veloce per l’uccisione e l’eliminazione dei corpi; le fucilazioni in massa creavano problemi tra le truppe ed anche costi eccessivi in fatto di munizioni. Fu così il colonnello Eichmann a spiegare che l’utilizzo del gas avrebbe risolto il problema. Il programma “eutanasia”, avvenuto prima della guerra, aveva già sperimentato l’uso del monossido di carbonio per eliminare i malati di mente a Brandeburgo; adesso, lo stesso sistema poteva essere approntato anche per i campi di concentramento.

Nell’estate del 1941 il Reichsfuhrer-SS Himmler aveva chiesto di visitare un campo nell’Alta Slesia polacca (Auschwitz), per trasformarlo in un grande centro di sterminio. Qui, affermò Eichmann durante la riunione, era possibile eliminare fino a sessantamila ebrei al giorno, attraverso delle speciali camere a gas camuffate da docce o camere di disinfestazione. Inoltre, con la costruzione di appositi forni crematori, si potevano occultare i cadaveri, cremandoli.

Lo sterminio degli ebrei, così come pianificato dalla conferenza del Wannsee, iniziò nel marzo 1942 in Polonia, nel campo di Chelmno; successivamente toccò a tutti gli altri campi dislocati nell’Europa occupata. L’operazione fu poi chiamata “Reinhard” in memoria di Heydrich, ucciso nel luglio del ’42 per mano di patrioti cechi (Heydrich si trovava in Cecoslovacchia come Protettore della Boemia e Moravia). La terribile pianificazione dello sterminio, elaborata a Wannsee, costò la vita a circa sei milioni di ebrei, ma questa stima non tiene conto delle vittime della cosiddetta “marcia della morte” che i tedeschi in fuga dagli Alleati imposero agli ebrei prigionieri dei campi.

Del cosiddetto “Protocollo di Wannsee”, è sopravvissuta una sola trascrizione che fu scoperta da agenti segreti americani nascosta al ministero degli Esteri tedesco, nel 1947. Si trattava della copia di Martin Luther.

 

Claudio Li Gotti

Documentazione:
Protocollo del Wannsee, 20 gennaio 1942
(English version by The Avalon Project at Yale Law School)


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