parla Kruscev

Il XX congresso del PCUS si svolse a Mosca nel gran palazzo del Cremlino 
dal 14 al 25 febbraio 1956.
Il Congresso, che non si riuniva dal 1952, è il primo dopo la morte di Stalin.

" 14 FEBBRAIO - Mosca - Aperto il XX congresso del Pcus - L'ingresso dei dirigenti del partito, capeggiati da Kruscev e Bulganin che si recano in tribuna dominata da un'enorme statua di Lenin, viene salutato con una calorosa ovazione da circa 1600 delegati. Fra questi si notano Palmiro Togliatti del PC Italiano.

 L'assemblea ha quindi reso omaggio a Stalin e agli altri dirigenti scomparsi, poi Kruscev ha pronunciato un lungo discorso nel quale ha proceduto ad un profondo esame di tutti i problemi di politica interna ed estera.  Così ha sintetizzato il principali obiettivi della politica estera dell'Urss:

1 ) rispettare la politica leninista della coesistenza pacifica;
2 ) rafforzare le fraterne relazioni con le democrazie popolari;
3 ) consolidare ò'amicizia con i popoli d'India, Birmania e Afghanistan e "con i paesiche non vogliono aderire ai patti aggressivi";
4 ) adoperarsi per il miglioramento dei rapporti con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna. e la Francia in tutti i campi e specialmente in quello economico, tecnico e culturale;

L'Oratore ha quindi sottolineato che si presenta la possibilità di uno sviluppo del socialismo fuori dell'ambito di un singolo paese e di una sua trasformazione in un sistema di portata mondiale. L'oratore ha accennato al fatto che il trionfo del socialismo potrebbe avvenire per le vie parlamentari purchè necessarie forze conquistassero la maggioranza nei diversi paesi. "Il capitalismo - ha detto - si è rivelato incapace di impedire questo processo storico". A sostegno di ciò egli ha fatto presente che l'Urss fin d'ora occupa il secondo posto nel mondo per il volume totale della sua produzione industriale; essa ha superato Francia, Gran Bretagna e Germania occidentale ed è in procinto di raggiungere gli Stati Uniti. (Comun. Ansa, 14 febbraio 1956, ore 18.50).

"17 FEBBRAIO - Mosca - "Nel discorso pronunciato ieri al congresso, SUSLOV, membro del presidium si è scagliato contro il dogmatismo e i "falsi filosofi del partito" che hanno promosso il "culto della personalità".  (Ib. 17 febbraio, ore 12.47)

"18 FEBBRAIO - Mosca - Come riferisce la Pravda, nel suo discorso, Anastas Mikoyan ha espresso per la prima volta una aperta critica a Stalin. "Il principio della direzione collettiva è elementare in un partito di tipo leninista - ha detto Mikoyan- ma questa vecchia verità deve essere messa in rilievo perchè in realtà per circa 20 anni noi non abbiamo avuto direzione collettiva ed è fiorito il culto della personalità, esercitando un'influenza estremamente negativa sulla situazione e sull'attività del partito"
Criticando alcuni aspetti della passata politica estera sovietica, l'oratore ha affermato "Il governo sovietico si è messo risolutamente sulla via della eliminazione delle deficienze. L'URSS non teme di ammettere i suoi errori e di correggerli".
Il lungo discorso di Mikoyan, costituisce il più ampio e deciso attacco sinora portato a Stalin nell'Urss dopo la sua morte. (Ib. 18 febbraio, ore 14.27)

"23 FEBBRAIO - Mosca - Uno dei più eminenti storiografi sovietici Pankratova, ha posto in evidenza davanti al XX congresso, la profonda crisi di cui ha sofferto per circa trent'anni la storiografia sovietica a causa del grande numero di argomenti resi da Stalin "tabù". Gli interventi di Stalin nella storiografia sovietica cominciarono in maniera sistematica nel 1929. In quell'epoca, quando egli divenne arbitro assoluto dell'apparato del partito, egli ordinò di far sparire dalle biblioteche e dai musei tutte le opere e i documenti che ponevano in risalto il ruolo di primo piano che i suoi rivali e avversari ebbero durante la rivoluzione.
Nella stessa epoca egli fece introdurre il culto della personalità nella stampa e nella letteratura, le quali si videro obbligate a pubblicare periodicamente i suoi ritratti e i panegirici a lui indirizzati da varie personalità e collettività, attribuendogli, nella condotta della rivoluzione e della guerra civile, una parte molto importante di quella che in realtà egli aveva svolto. Stalin reclamò una completa revisione dei testi che trattavano la storia del partito da parte degli storiografi, e fece  riscrivere la storia della guerra civile, facendo apparire Trotzki come un agente degli imperialisti. (Ib. 23 febbraio, ore 16.53).

Erano i tre interventi sopra solo un antipasto. Il vero colpo di scena lo si ebbe l'ultimo giorno, il 24.
Ci fu nel pomeriggio la seduta conclusiva a porte chiuse, poi i delegati furono invitati a non allontanarsi, ma a tornare il giorno dopo, in una seduta riservata con Kruscev oratore.

Il discorso poi divenuto celebre è il "Rapporto Segreto"

 16 MARZO - "New York - Il "New York Times" pubblica un articolo di H. Salisbury,  ex corrispondente del giornale a Mosca, il quale, dichiarando di aver attinto le sue informazioni da fonti diplomatiche, scrive che nel corso del recente Congresso, Nikita Kruscev ha fatto ai delegati dichiarazioni relative a Stalin che non sono state rese pubbliche. Kruscev avrebbe spiegato i motivi per cui si è voluto togliere Stalin dal pidistallo, svolgendo tutto un processo critico nei confronti di lui e facendo un "quadro sensazionale" degli avvenimenti dell'ultimo periodo staliniano. Dopo aver detto che Stalin "era soggetto a forme di fobia circa supposti tradimenti da parte di quelli che gli stavano vicini", Kruscev avrebbe dichiarato che negli ultimi anni Stalin "non era più lui" e che in quel periodo Mosca era una capitale oppressa da complotti, controcomplotti e intrighi, nei quali nessuno sapeva che sarebbe stato la prossima vittima". (Comun. Ansa, 16 marzo 1956, ore 11.35).

Conferma in Germania

16 MARZO - Bonn - Secondo notizie provenienti da fonti autorevoli e giunte oggi a Bonn, Kruscev, in un discorso pronunciato alla fine del  XX Congresso del Pcus, avrebbe lanciato un violento attacco contro Stalin, accusandolo di responsabilità per massacri e terrore durante i 30 anni in cui fu a capo dello stato sovietico. 
Durante questa riunione del 25, che sarebbe durata fino alle 4 del mattino, Kruscev avrebbe fornito ai delegati un vivido quadro del regime di "sospetto, paure e terrore" con il quale Stalin aveva regnato specialmente negli ultimi anni della sua vita. Sempre secondo le stesse fonti, la decisione di rivelare tali segreti dell'epoca staliniana è stata presa perchè ritenuta la sola maniera di spazzare via il "culto di Stalin" imposto ai sovietici per 30 anni" (Ib. 16 marzo, ore 21.35)

"Kruscev avrebbe detto che prima dell'attacco tedesco contro l'Unione Sovietica, tutti si rendevano conto che stava scoppiando la guerra ad eccezione di Stalin, il quale si rifiutava di credere per il solo fatto che aveva concluso un trattato di amicizia con Hitler.
(Sono famosi gli avvertimenti di Churchill, cui Stalin non voleva mai credere fino al giorno precedente. Fin quando alle  2 di notte del 22, quando Hitler iniziò l'"operazione Barbarossa" lo stesso Churchill gli diede la drammatica notizia sulla "linea rossa",  "Stanno arrivando, adesso sono sicuro che ci crederai")
"Durante la guerra - avrebbe affermato Kruscev- Stalin controllava le operazioni servendosi di un mappamondo di quelli che si usano nelle scuole, senza sapere mai veramente che cosa fosse una vera carta militare".
"Dopo la guerra Stalin divenne particolarmente sospettoso. Perfino i membri del Politburo avevano paura quando erano convocati da Stalin. Essi non sapevano mai se avrebbero fatto ritorno". 
Kruscev avrebbe infine affermato che Stalin era dominato nello stesso tempo da mania di persecuzione e megalomania. (Ib. 16 marzo, ore 23.58)

"4 LUGLIO - Washington - Il dipartimento di Stato americano ha pubblicato stamane sotto forma di un fascicolo di 58 pagine "la copia di un documento definito come una versione del discorso che Nikita Kruscev ha pronunciato nel corso del XX congresso del partito il 25 febbraio 1956" (Ib. 4 luglio, ore 17.26)

"4 LUGLIO - Washington - Come appare dalla copia del documento pubblicato oggi dal Dipartimento di Stato, in numerose circostanze Stalin dette prova di intolleranza, di brutalità, di abuso di potere. Egli spesso sceglieva la via della repressione e dello sterminio fisico contro uomini che non avevano commesso alcun delitto contro il partito e il governo sovietico. Stalin sarebbe l'autore del capo d'accusa "nemico del popolo". "Questo termine, avrebbe precisato Ktuscev, eliminava la possibilità di qualsiasi divergenza ideologica. In realtà, la sola prova di colpevolezza alla quale si ricorreva era la "confessione" ottenuta per mezzo di pressioni fisiche esercitate contro l'accusato.
Nel suo discorso, Kruscev si sarebbe lungamente soffermato a parlare delle epurazioni all'attivo di Stalin. "Il 70 per cento dei membri del Comitato centrale e dei candidati eletti al 17 congresso sono stati qualificati "nemici del popolo". Kruscev avrebbe poi attribuito la liquidazione politica dei trotzkisti sotto Stalin all'"impiego del terrore di massa contro i quadri del partito" 
"Se Stalin fosse rimasto ancora per qualche mese al potere -avrebbe dichiarato Kruscev- Molotov e Mikoyan molto probabilmente non avrebbero preso la parola al XX congresso" ..."Opporsi?  Stalin aveva liquidato eminenti personalità del partito per cause di minore importanza". ( Ib. ore 23.40)

Perchè nessuno ha reagito?

5 LUGLIO - In una dichiarazione pubblicata oggi dalla Pravda, il Comitato centrale del Pcus risponde alla domanda " Come il culto di Stalin ha potuto svilupparsi nel paese dei Soviet" 

Si deve tener conto - afferma il rapporto- da un lato delle condizioni storiche in cui è stato edificato il socialismo nell'Urss e, dall'altro, della personalità di Stalin. La Russia sovietica fu la prima a tentare l'edificazione di una società socialista. Durante un quarto di secolo essa è restata come "una fortezza assediata" e la minaccia che incombeva si aggravò dopo l'assunzione del potere da parte di Hitler"
"Il XX Congresso e tutta la politica dopo la morte di Stalin mostrano con evidenza che in seno al Comitato centrale esisteva un nucleo di dirigenti comunisti che si rendevano conto. Ci si potrebbe chiedere perchè questi uomini non si sono apertamente levati contro Stalin, perchè non l'abbiano allontanato dalla direzione. Nelle condizioni di quell'epoca non era possibile farlo. I fatti dimostrano che Stalin è colpevole di numerose illegalità, ma non si deve dimenticare che nello stesso tempo i sovietici vedevano in Stalin l'uomo che si levava sempre per difendere l'Urss contro i suoi nemici, l'uomo che lottava sempre per il socialismo. In questa lotta egli si serviva qualche volta di metodi indegni. Questa era la tragedia di Stalin. Ma tutto ciò rendeva difficile la lotta contro l'illegalità che allora regnava. Un'azione diretta contro Stalin non sarebbe stata compresa dal popolo; non si trattava di mancanza di coraggio. Chiunque si fosse levato contro Stalin non avrebbe ottenuto l'appoggio del popolo. Tale azione sarebbe stata considerata diretta contro l'edificazione del socialismo, un'azione estremamente pericolosa nelle condizioni dell'accerchiamento capitalista" (Ib. ore 09.48)

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LENIN LO AVEVA GIA' INTUITO

 19 MAGGIO  1956 - Parigi - "Grazie al giornale Komsomolskaia, il popolo sovietico conosce finalmente l'essenziale dei giudizi dati da Lenin nel suo "testamento politico", tenuto nascosto per 34 anni. 

Il 25 dicembre 1922 Lenin si andava riprendendo dal suo primo attacco di paralisi; con un appunto dettato alla sua segretaria, tenne ad esprimere al Comitato la sua apprensione che Stalin, nominato nel 1921 segretario generale, abusasse del potere che gli veniva da tale carica. Dava un giudizio molto duro su di lui, raccomandandone l'allontanamento puro e semplice dal posto di segretario.

Il 4 gennaio Lenin aggiungeva all'appunto questo post-scriptum: "Il compagno Stalin ha concentrato un immenso potere nelle sue mani e io non sono sicuro che egli ne sappia sempre fare uso con sufficiente prudenza.  D'altra parte il compagno Trotzki si distingue non soltanto per le sue capacità eccezionali ma anche per una eccessiva fiducia in se stesso. Queste caratteristiche dei due dirigenti più notevoli potrebbero condurre a una scissione."
Stalin è troppo rude e questo difetto, pienamente sopportabile tra noi comunisti, diviene intollerabile nella funzione di segretario generale. Ecco perchè io propongo ai compagni di riflettere sul modo di allontanare Stalin da questa carica e di nominare al suo posto un uomo che sia più paziente, leale, gentile, meno capriccioso. Questa circostanza può sembrare un'inezia insignificante, ma io penso che per impedire una scissione, considerati i rapporti tra Stalin e Trotzki, non si tratti di un'inezia".

Il documento morto Lenin fu consegnato dalla vedova al Comitato centrale chiedendo che venisse comunicato al Congresso.
Prima si cercò di farlo passare sotto silenzio, poi su insistenza della vedova ne venne data lettura nel corso di una seduta ristretta  del congresso con divieto di pubblicarla in seduta plenaria.
Stranamente lo stesso Trotzki non ci teneva che fosse reso pubblico. Fu così seppellito per 34 anni.
Trotzki andò incontro al suo destino e Stalin non era un'inezia.

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