PIETROBURGO 1905
Il massacro  al Palazzo d'Inverno di Pietroburgo

VERSO LA RIVOLUZIONE RUSSA
LA RIVOLTA DEL 1905

 ( Una delle cause: la guerra persa con il Giappone l'anno prima )
 
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La domenica del 22 gennaio 1905 (9 gennaio anno giuliano)  fu per la dinastia degli Zar, un colpo decisivo verso la disgregazione del loro secolare impero.

Quel giorno un prete, il pope GEORGIJ APOLLONOVIC GAPON, si mise alla testa di oltre centomila lavoratori diretti verso il palazzo d'inverno sede dello ZAR NICOLA II, quel giorno assente, con la richiesta di protezione e di riforme che andassero incontro alla loro misera situazione.

Non era una manifestazione antizarista, molti lavoratori avevano con se immagini e ritratti di Nicola II, ma la polizia fedele allo zar dimostro' tutta la propria incompetenza; apri' il fuoco verso i manifestanti credendo di trovarsi davanti ad una folla ostile; i morti furono circa un centinaio, molto di più i feriti. 
Un moto di indignazione si diffuse ben presto in tutto il paese. Scoppiarono altre agitazioni spontanee a Varsavia e a Riga con  scontri con le truppe governative e si registrarono altre perdite in vite umane. Fu la cosiddetta "Domenica di sangue" e molti storici asseriscono che da quel giorno lo zar perse la fiducia di quasi tutti i lavoratori, rimastigli fino allora fedeli.

Ormai da tempo l'opposizione al regime andava montando: lo sviluppo dell'industria e l'espandersi del capitalismo avevano colto impreparata la societa' russa. La nascita di nuove fabbriche concentrate nelle citta' aveva creato una massa di proletari che vi lavoravano e che sempre piu' andava assumendo una coscienza di classe, e sempre piu' reclamava un miglioramento delle proprie condizioni, visto che il lavoro si svolgeva in ambienti sporchi e malsani con una paga irrisoria.

Inoltre, era sempre irrisolta la questione agraria che da secoli affliggeva la Russia. La servitu' della gleba era stata abolita dallo zar ALESSANDRO II solo nel 1861, ma in quegli anni i contadini parevano intravedere un barlume di speranza. Finalmente si sarebbero dovuti veder assegnare parte delle terre che lavoravano. Ma all'iniziale entusiasmo subentro' ben presto la rabbia, le terre assegnate erano scarse ed improduttive, le migliori restavano nelle mani dei nobili che venivano pure indennizzati per le terre date ai loro ex-servi. Per cui la questione contadina era ben lungi dall'essere risolta ad inizio secolo.

Ma vi era anche un'opposizione detta liberale, formata da medici, professori o ingegneri, che mal sopportava il clima reazionario di fine secolo e che spingeva verso riforme che aprissero di piu' la Russia al mondo esterno.

Cosi' l'opposizione comincio' a darsi delle organizzazioni: i liberali formarono nel 1902 "l'unione della liberazione" che nel 1905 divenne partito dei cadetti. Piu' a sinistra erano nati due partiti di grande importanza: il socialdemocratico, dichiaratamente marxista, e il socialrivoluzionario che si richiamava alla tradizione populista ed era forte nelle campagne russe. Il socialdemocratico in seguito ai congressi di Londra e Bruxelles, visto che in patria fu dichiarato illegale, si scisse in due componenti: la MENSCEVICA, piu' moderata, e la BOLSCEVICA, che puntava su un nucleo di rivoluzionari di professione ed alla cui guida c'era VLADIMIR ILIC ULIANOV meglio noto come LENIN.

Dunque il nuovo secolo cominciava per gli zar sotto i peggiori auspici, un po' ovunque vi erano proteste e scioperi, ma sostanzialmente il governo pareva riuscire a restare in sella e tuttavia in un momento in cui anche minime aperture, specie verso il popolo, si stavano rendendo necessarie niente di tutto cio' avvenne, anzi il regime si scredito' ancora di piu' in seguito alla disastrosa sconfitta rimediata in oriente ad opera del Giappone, in una guerra portata avanti in larga misura per distogliere l'attenzione del popolo dalla situazione interna e sperando in una grande vittoria che avrebbe compattato la societa' col suo zar.

Tutte queste tensioni finirono per esplodere definitivamente nella gia' citata "Domenica di sangue", che fu una sorta di punto di non ritorno.

Sotto pressioni ormai insostenibili lo zar decise di cominciare a venire incontro alle richieste dei sudditi. Aboli' alcune leggi illiberali, promulgo' la tolleranza religiosa e promise un parlamento (la DUMA) con funzione solo consultiva. Ma ormai non bastava piu', si voleva un vero parlamentarismo, il popolo rispose con un grandioso sciopero di 10 giorni, durante il quale la Russia si fermo'. E fu in quel momento che a Pietroburgo si formo' il primo SOVIET, un consiglio di operai, che 12 anni dopo ebbero un ruolo centrale nella RIVOLUZIONE BOLSCEVICA.

Fu cosi' che NICOLA II dovette allargare le sue concessioni, egli varo' il cosiddetto "MANIFESTO DI OTTOBRE" nel quale prometteva una Duma con reali funzioni legislative, liberta' civili e politiche oltre che il suffragio universale.

Le successive "LEGGI FONDAMENTALI" del maggio 1906 parvero dettero corpo a quanto promesso; tuttavia il potere dello zar restava enorme: egli controllava l'esercito, aveva solo lui il diritto di dichiarare guerra, cosi' in sua mano restava la politica interna ed estera ed inoltre poteva sciogliere la Duma.

Ma parte dell'opposizione moderata fu soddisfatta, vedeva la Russia avanzare verso l'auspicato liberalismo, ma l'opposizione piu' radicale non accetto' quelle che reputo' concessioni minime; voleva un'assemblea costituente e riteneva eccessivo il potere dello zar.

Tuttavia, per la prima volta si voto' col suffragio universale e si formo' una Duma con una maggioranza ostile al governo, e ben presto lo zar comincio' a non tollerare le richieste a suo dire troppo radicali della Duma.

La grande questione era quella della terra, la maggioranza della Duma voleva che essa fosse davvero distribuita a chi la lavorava ponendo un freno al potere dei latifondisti, ma da quell'orecchio lo zar pareva non sentirci. Fu cosi' che decise di sciogliere la Duma e di indire nuove elezioni, ma la maggioranza fu ancora ostile allo zar ed anche la seconda Duma ebbe vita breve e fu sciolta dopo 3 mesi.

A questo punto NICOLA II decise di cambiare arbitrariamente la legge elettorale, atto molto grave che fini' per alienargli quella parte del consenso ottenuto con le prime concessioni del manifesto d'ottobre. Il suffragio divenne ristretto, in modo che la maggioranza fosse dei ricchi possidenti e che l'opposizione piu' radicale venisse emarginata.

Inoltre NICOLA II, nomino' primo ministro STOLIPYN, un reazionario, ma di grande abilita'. Egli intraprese una lotta durissima con quelli che definiva rivoluzionari, ma capi' anche che era necessario non chiudersi in un grigio conservatorismo e cerco' di attirare dalla propria parte i contadini con una riforma agraria. La politica di Stolypin e' ancora oggi oggetto di varie interpretazioni, c'e' chi dice che la sua fu una riforma che andava nella giusta direzione e chi invece definisce la sua politica un modo per salvaguardare ancora di piu' i grandi latifondisti.

Stolypin punto' a creare un gruppo di agricoltori che , resi autonomi, sarebbero dovuti diventare fedeli allo zar, sciogliendo le comuni contadine create dopo il 1861 e facendo nascere singoli proprietari.

Fu un'opera importante, ma davvero ben lontana dal risolvere i veri problemi delle campagne, la vita dei contadini rimase povera ed inalterato il potere feudale. In politica interna, su mandato dello zar, Stolypin agi' col pugno di ferro, cercando di infliggere duri colpi ai gruppi radicali che sempre piu' andavano formandosi; numerosi furono gli arresti e le condanne a morte. Ma lo stesso Stolypin il 14 settembre 1911 venne ucciso da un poliziotto affiliato ad un gruppo terroristico.

Ormai ci si stava avvicinando alla guerra mondiale e la Russia stava per entrarvi in condizioni di troppa arretratezza e con troppi squilibri. Le due Dume elette dopo il cambio della legge elettorale non avevano fatto altro che esacerbare ancora di piu' gli animi.

Tuttavia sarebbe ingiusto dire che la Russia era un paese povero e disastrato, l'industria c'era e fiorente era il commercio con l'estero, ma la ricchezza restava in poche mani. Da una parte poche persone ricche, dall'altra una massa di diseredati. La Russia aveva ottime scuole e valide universita', ma il sapere era per pochi, solo per i rampolli delle famiglie nobili.

Nelle fabbriche la legislazione sociale era ben poca cosa di fronte alla triste vita degli operai, ai miseri salari, ai massacranti turni di lavoro. Per non parlare della cronica arretratezza contadina, nelle campagne ci si sentiva traditi, le promesse fatte non si erano realizzate. I contadini volevano le terre dei padroni, altre concessioni non gli interessavano.

Con queste paurose differenze sociali la Russia si stava apprestando ad entrare nel conflitto mondiale, durante il quale la dinastia zarista dei ROMANOV, nella persona di Nicola II, conobbe la propria definitiva capitolazione durante quelli che vennero poi chiamati "i dieci giorni che sconvolsero il mondo" che portarono i bolscevichi diretti da LENIN a prendere il potere ed ad abbattere una dinastia secolare.

(by GIACOMO PACINI)

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