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Boris Kustodiev -  "La morte   entra  a  Mosca"
1937 - "IL GRANDE TERRORE"

Gli anni che andarono dal 1937 all'estate del 1938 nell' URSS coincisero con quello che e' stato definito il "grande terrore", il periodo della piu' brutale violenza di stato durante il quale migliaia di persone, anche fedeli al regime, vennero imprigionate o fucilate.

Ma quali erano i veri obiettivi di STALIN? perche' un inasprimento tale da portare alla morte anche numerosi sostenitori del sistema sovietico?

Negli anni che precedettero il 1937 i conflitti tra Stato e Societa', parevano essersi attenuati, era stato ristrutturato l'apparato giudiziario, vi furono amnistie e furono aboliti i tribunali speciali.

L' Urss andava predicando un accordo con le potenze occidentali in funzione anti-nazista ed era necessario dare una buona immagine di se', dopo le convulsioni che fecero seguito alla crisi degli ammassi del 1927 e all'omicidio del funzionario bolscevico KIROV.

Tuttavia le cose ben presto, mutarono, l'occidente attuo' una politica incerta che spesso parve preferire HITLER a STALIN, il quale comincio' a sentirsi circondato da potenze ostili e nemiche pronte a rovesciarlo.

La svolta decisiva ci fu quando EZOV divenne capo della polizia politica sovietica, l' NKVD. Ezov fu tra i massimi artefici del terrore.

Stalin ben presto cominciò ad esasperare i suoi sospetti e la sua diffidenza; l'accordo con l'occidente non c'era, e il mito del complotto comincio' ad affollare la sua mente e in crescendo sempre di piu' le menti dei capi sovietici a lui molto vicino.

MOLOTOV, ministro degli esteri sovietico, disse poi negli anni 60 "l'inasprimento fu necessario, eravamo invasi da spie al soldo occidentale, ci avvicinavamo alla guerra e non era possibile entrarci senza emarginare i sabotatori". In effetti, il grande terrore parve attenersi al principio del "cada pure una testa in piu', l'importante è avere uno stato sicuramente fedele".

Per cadere nelle maglie repressive bastò allora avere un passato scomodo, aver fatto parte di gruppi di opposizione all'interno del partito, aver espresso dubbi su Stalin o essere stati candannati in passato anche per pene lievi. Tutte queste erano persone sospette, non si sarebbe stati sicuri di loro in caso di bisogno, come disse KAGANOVIC, altro funzionario sovietico "per costruire un ponte, un canale o un esercito servono anni e milioni di persone, mentre per sabotarlo basta poco tempo e poche decine di persone"

Ed inoltre ci fu la ripresa delle brutali repressioni dei KULAK, contadini diventati ricchi con le derrate che nascondevano all'ammasso, oltre alle deportazioni di coreani, giapponesi e polacchi che si trovavano in Russia.

Celebri furono le purghe nel partito, numerosi dirigenti vennero accusati di lassismo, di essersi adeguati a rendite di posizione e percio emarginati e sostituiti con nuovi e giovani dirigenti a Stalin totalmente fedeli.

L'ORGANIZZAZIONE DEL TERRORE

La centrale era Mosca, da qui nel luglio del 1937 le sezioni locali del partito furono messe in guardia contro i presunti sabotatori, fino a che scatto' l'operazione 00447.

Da Mosca in ogni provincia e distretto vennero inviate un numero di quote di persone che dovevano essere o arrestate o fucilate. Ai dirigenti locali spettava di dare un volto a quei numeri, se Mosca richiedeva ad una provincia ad esempio 1000 arresti, la quota doveva essere raggiunta. Fu cosi' che solerti dirigenti locali per raggiungere i numeri stabiliti finirono con l'arrestare numerosi innocenti.

A livello locale si dovevano perciòfare delle liste di persone che speciali commissioni tripartite, ovvero tribunali speciali, avrebbero processato.

Contemporaneamente doveva essere diffuso il mito del complotto, la gente doveva credere che chi era stato arrestato era davvero colpevole e andava giustamente punito; numerosi furono i processi pubblici e le assemblee che dovevano insegnare al popolo come smascherare una spia. Tutti dovevano convincersi che feroci elementi antisovietici e traditori operavano sul suolo russo.

Il risultato fu la totale affermazione di Stalin sul partito e sulla società.

Nel partito venne favorito un violento ricambio generazionale, i vecchi funzionari fatti fuori e sostituiti da giovani elementi che solo a Stalin dovevano il fatto di aver fatto carriera e perciò gli furono sempre fedeli.

Nonostante le violenze di quel periodo, molta gente comune continuò a credere in Stalin che agi' abilmente sconvolgendo la coscienza collettiva.

Il grande terrore finìquando Stalin si accorse che cominciava ad essere troppo pericoloso continuare con una legislazione ultrarepressiva, ma anche perchè i suoi diabolici obbiettivi li aveva raggiunti.

Di li a poco iniziò la Seconda guerra mondiale, la Russia staliniana fu da tutti sottovalutata, in realtà ad un prezzo umano terribile, Stalin era riuscito a fare della Russia una superpotenza capace di sorprendere e quindi a non farsi travolgere dalle armate naziste.

L'occidente che per anni aveva escluso la possibilità di ogni accordo con Stalin, dovette ricredersi di fronte alla terribile minaccia nazista e così la Russia fu alla fine, anche grazie alla celebre resistenza di Mosca, la vittoria di Stalingrado e a Kurks, tra le potenze vincitrici del conflitto.

IL CULTO DI STALIN RAGGIUNSE L'APICE.

Solo nel 1956 KRUSCIOV svelò i terrori degli anni 30, gli anni del dominio di un dittatore che trasformò un paese agricolo in una superpotenza industriale e militare infliggendo al proprio paese numerose enormi violenze, pur riuscendo a guadagnarsi un indiscutibile consenso

(by GIACOMO PACINI)

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