AFFARI DI GUERRA

LA SIDERURGIA BELLICA ITALIANA
1884 - 1914
IL MONOPOLIO DELLA TERNI

di Alessandro Boselli

La necessità di un'industria bellica nazionale
La Regia fabbrica d'armi - La fondazione della Terni - La scelta di Terni
La "decapitazione" del disegno di Breda
Il finanziamento dell'impresa - 1884 - 1904 e 1904 - 1914
Il monopolio della Terni
Il trust siderurgico

La necessita di un'industria bellica nazionale

La decisione di raggiungere l�indipendenza dall�estero, per quanto riguarda la fornitura di materiale bellico risaliva agli anni immediatamente successivi alla costituzione del Regno d�Italia.
Per un ventennio si discusse sulle opportunità di produrre in Italia l�acciaio necessario per la fabbricazione del materiale bellico . Tra i più attivi nella risoluzione di questo problema ricordiamo V.S. Breda e l�Ammiraglio Benedetto Brin.
V. S. Breda fin dal 1867 aveva puntato sullo sviluppo del settore degli armamenti; ma il suo progetto di costruire fabbriche di fucili e cannoni, che avrebbe comportato l�introduzione di forni Martin-Siemens e di convertitori Bessemer, non ebbe seguito. Infatti un�iniziativa di tale portata, attraverso finanziamento a metà pubblico e privato, avrebbe comportato una spesa non compatibile con la situazione di deficit statale. Nel 1871 presentò alla Camera dei deputati una proposta per la realizzazione di un piano di spesa pubblica a carico dei bilanci della marina e della guerra, per offrire delle possibilità di sviluppo a nuove imprese nazionali. Su questo terreno andò maturando il suo accordo con capaci ministri della Sinistra, come il Depretis, lo Zanardelli, il Brin. [1]
Quest�ultimo fu uno dei fautori della diretta iniziativa dello stato per la costituzione di una <<accieria di Stato>>. Divenuto ministro della marina negli anni 1876-1878, Brin fu tra i principali sostenitori della necessità della creazione di un�industria pesante nazionale, che si sforzò di favorire in ogni modo, sollecitando misure protezionistiche e varando un poderoso piano di costruzione di grossissime unità navali da guerra.
 Il 1� luglio 1877 divenne legge il progetto Brin-Depretis, che prevedeva lo stanziamento della cifra record di centoquarantasei milioni di lire [2] (ripartiti in dieci anni) per la costruzione di settantasette navi da guerra. Tale progetto mirava al raggiungimento di una supremazia navale militare nel Mar Mediterraneo e a cancellare l�onta che gravava sulla marina militare dopo la sfortunata battaglia di Lissa. [3]
La costruzione di tale flotta di grandi navi da guerra era coerente con una politica internazionale più <<aggressiva>>, e l�elevazione dell�Italia a grande potenza. Come insegna lo Chabod un esercito ed una marina forte sarebbero stati utili per la conduzione di un�efficace politica estera, poichè era difficile giocar serrato nel gioco diplomatico quando non s�aveva, alle spalle,  la Guardia Prussiana.

La Regia fabbrica d�armi

Il 18 maggio 1876 il governo istituì una commissione di studio per la costruzione di un complesso siderurgico per la fabbricazione di materiale bellico in una zona strategicamente adatta. Fu presa in considerazione la zona di Terni, già proposta nel 1871 da V. S. Breda e qui nel 1879 fu portata a termine da parte dello stato la costruzione della Regia fabbrica d�armi. Nello stesso periodo l�ing. Cassian Bon ,strettamente legato alla Società Veneta per imprese e costruzioni, rilevò a Terni due altiforni per la produzione di ghisa costituendo la Società degli altiforni e fonderie Terni Cassian Bon e C.

La fondazione della Terni

Nel 1883 l�allora Ministro della Marina Acton fece costituire una Commissione delle industrie meccaniche e navali, con lo scopo di stabilire quali società italiane fossero in grado di soddisfare le commesse statali di materiale bellico. Prima che i risultati dell�inchiesta fossero resi noti B. Brin, divenuto nuovamente Ministro della Marina, si fece promotore della costruzione degli impianti a Terni e dell�assegnazione del compito alla Società Veneta. Brin era convinto che solo l�iniziativa di V.S. Breda e della Società Veneta meritassero l�affidamento del governo.
La <<Società degli Altiforni, Acciaierie e Fonderie di Terni>> venne fondata il 10 marzo 1884 per costruire e gestire impianti capaci di produrre acciaio secondo le tecniche più avanzate in uso nei principali paesi industriali, e con il proposito specifico di fabbricare le piastre necessarie alla corazzatura delle navi della Regia Marina.
Il nucleo iniziale della società fu costituita dalla società in accomandita Cassian Bon e C. già citata (che versava allora in una situazione di grave crisi), il cui capitale era stato rilevato, per la maggior parte da V. S. Breda.

La scelta di Terni

Decisa la costruzione di un grande complesso siderurgico per la produzione bellica si decise anche il luogo in cui tale complesso doveva sorgere.
I luoghi presi in considerazione furono molti : La Spezia, l�isola d�Elba, Livorno, Follonica. Tuttavia ciascuna di queste soluzioni presentava svantaggi insormontabili.
Alla fine del 1883 dopo lunghi dibattiti fu scelta la località di Terni per motivazioni tecnico-strategiche. Terni poteva ritenersi sicura da attacchi provenienti dal mare ed era lontana dai confini settentrionali. Inoltre a Terni esisteva già La Regia fabbrica d�armi (sorta nel 1879) che poteva essere collegata al complesso siderurgico ed esistevano già gli altiforni della Cassian Bon e C.. In più potevano essere facilmente sfruttate le risorse idriche disponibili.
La <<decapitazione>> del disegno di Breda V. S. Breda tra il 1885 ed il 1886 decise di ampliare il progetto originale dotando l�acciaieria di una produzione maggiore, bruciando le ligniti umbre negli altiforni di Civitavecchia e decidendo di produrre in proprio la ghisa  in Valtrompia.
La costituzione della Terni stessa aveva sollevato il problema delle importazioni di ghisa e come osservò Breda <<in Italia non solo non fabbrichiamo, ma neanche lavoriamo la ghisa, l�estero ci fornisce purtroppo il ferro e l�acciaio come li fornisce alle sue colonie>>.
L�acciaieria Terni, da sola, aveva un consumo annuo di 150 mila tonnellate di ghisa e il fatto che potesse rimanere <<esposta al pericolo di trovarsi senza materie prime>>, avrebbe cancellato le ragioni per cui gli impianti erano stati costruiti.
Breda richiese quindi l�introduzione di una tariffa doganale sulla ghisa e l�uso esclusivo dell�ottimo minerale di ferro elbano (magnetite [6]
Breda nei primi anni era molto ottimista e arrivò a prevedere che, entro il 1890, la Terni, dotata di una produzione superiore alle richieste statali, avrebbe esportato prodotti bellici di alta qualità. Ma errori di progettazione, inesperienza, carenze organizzative, oltre al rifiuto del ministro delle Finanze riguardo al minerale elbano, determinarono un drastico ridimensionamento del programma. Il fallimento del piano rese insostenibile la posizione di Breda a capo della Terni, così assunse la direzione della società dal 1887 al 1894 l�ing. Casalini (anche se Breda ne rimase presidente).

Il finanziamento dell�impresa

Lo Stato rinunciò a costruire in proprio uno stabilimento siderurgico, preferendo fornire un cospicuo apporto finanziario diretto ad un�impresa avviata e gestita da privati.
Inoltre il governo, varando misure protezioniste, pose le condizioni che permisero ad un gruppo di capitalisti privati, di investire in un progetto che altrimenti non sarebbe stato possibile realizzare.

1884 - 1903

 

Il capitale sociale dell�impresa, che inizialmente ammontava a sei milioni di lire [7] venne formato da V.S. Breda in persona, dalla Società Veneta e da un gruppo di capitalisti e di banchieri veneti.
Lo Stato versò 12 milioni di lire come anticipo di una fornitura di 8600 [8] tonnellate di piastre per la corazzatura delle navi. Altri cospicui finanziamenti furono messi a disposizione da tre banche in particolare : Banca Nazionale, Credito Immobiliare , Banca Generale.



Breda affermò che <<l�affare Terni >> impegnò un capitale di 56 milioni di lire, ma la cifra realmente spesa per la realizzazione degli impianti non si è mai conosciuta.
L�azienda privata tuttavia incontrò numerose difficoltà finanziarie, e fu necessario <<salvarla>> con un anticipo su di un�ulteriore commessa di 2500 [9] tonnellate di piastre corazzate nel 1887 e grazie alla Banca Nazionale, che consentì un rinnovo dei crediti erogati.  I debiti contratti negli anni ottanta furono estinti nel 1903

1904-1914

Nel 1904 l�integrazione degli impianti siderurgici con l�attività cantieristica comportò un ingente fabbisogno di mezzi finanziari. I crescenti e cospicui immobilizzi di capitale e le spese, costrinsero la Terni all�indebitamento bancario (poiché dopo il 1905 si rinunciò agli aumenti di capitale).


Il monopolio della Terni


La Terni si specializzò esclusivamente nelle forniture di materiale bellico per le forze armate italiane divenendo, in pratica, unico fornitore dello Stato. Nel 1904 si verificò l�integrazione degli impianti siderurgici della Terni con i cantieri Odero ed Orlando (situati in Liguria e Toscana). Tale fusione pose la Terni in grado di costruire una nave da guerra nell�ambito della sua organizzazione industriale.
Inoltre nel 1908 , in collaborazione con la società Vickers, si avviò la costruzione di uno stabilimento per la fabbricazione di artiglierie.
L�acciaieria di Terni nel periodo 1901-1914 fu in grado di fabbricare la totalità delle piastre corazzate, dei fucinati per cannoni, dei proiettili perforanti per la Marina; mentre ai cantieri Odero ed Orlando spettò il 30% del tonnellaggio complessivo varato dai cantieri italiani.
I prodotti bellici della Terni raggiunsero un livello paragonabile a quelli reperibili sui mercati esteri, l�azienda acquisì un�esperienza tecnica notevole e fu capace di emanciparsi dall�aiuto estero. Non mancarono però contrasti con lo Stato.
Tra il 1903 ed il 1906 ci fu un�inchiesta della Marina riguardante le condizioni alle quali la Terni effettuava le sue forniture, il rapporto prezzo-qualità, e eventuali connivenze con gli ambienti della Marina. Poi con un gesto dimostrativo, dirottò un ordinativo di corazze ad una società nordamericana, la Midvale. La posizione di privilegio della Terni come unica fornitrice dello Stato di materiale bellico non fu messa in discussione, ma l�inchiesta <<ebbe l�effetto benefico di consigliare la Terni a non trascurare alcuna iniziativa per aggiornarsi sul piano tecnico e dotarsi di nuove capacità di produzione [10]
Le commesse statali di materiale bellico tra il 1898 ed il 1914 non furono trascurabili, ma il complesso ternano era in grado di soddisfare una domanda assai più elevata e solo lo scoppio della guerra permise di sfruttarne in pieno le capacità produttive. Tuttavia sarà proprio la I� guerra mondiale a determinare la fine del monopolio della Terni per quanto riguarda le produzioni belliche e <<il complesso ternano non usciva dalla guerra irrobustito ed ampliato, ma riusciva a malapena a tenere la posizione che occupava alla vigilia

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Il trust siderurgico (in sintesi)

A partire dal 1897, grazie all�introduzione di incisive misure protezioniste sull�importazione della ghisa, si verificarono in Italia condizioni per la nascita di una industria della ghisa.
Lo stesso anno, un provvedimento legislativo fissò l�affitto delle miniere elbane per quarant�anni a condizioni molto favorevoli.
Nel 1899 il Credito Italiano e le Ferriere Italiane costituirono la società Elba, che si assicurò i diritti di escavazione del minerale dell�isola e avviò la costruzione di altiforni a Portoferraio.
La Terni che era la più grossa importatrice di ghisa, dette vita alla siderurgica di Savona (1900). <<Quest�ultima funzionò da ponte tra la Terni e l�Elba *>>.
Nel 1903 una combinazione, patrocinata dalla Banca Commerciale, tra la Terni, L�Elba, la Siderurgica di Savona e la Ligure Metallurgica, dettero vita al cosiddetto <<trust siderurgico>>.
Nel 1905 si costituì l�Ilva con il programma di costruire a Bagnoli un grande impianto a ciclo integrale. La creazione di questa potente coalizione di forze eterogenee, aveva il proposito di gestire le forniture belliche e le produzioni commerciali speciali e comuni, per esercitare il massimo controllo possibile <<su tutti i fronti del mercato siderurgico italiano>
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Bibliografia
Franco Bonelli - Lo sviluppo di una grande impresa in Italia: la Terni dal 1884 al 1916 - Pagg. 3-38 e pagg. 94-127
Franco Bonelli , a cura di - Acciaio per l�industrializzazione. Contributi allo studio del problema siderurgico italiano
Antonia Carparelli - Perché di una <<mezza siderurgia>> - >Pagg. 5-27
Martino Pozzobon -L�industria padana dell�acciaio - Pagg. 169-197
Richard Webster - Imperialismo industriale italiano - Pagg. 248-289

( ) Note
1) Treccani Dizionario biografico degli italiani- Breda, Vincenzo Stefano. Pag.101
2) Il bilancio del Ministero della Marina del 1871 era stato di 24 milioni di lire , dei quali solo due assegnati al rinnovamento del naviglio. Treccani : Dizionario biografico degli italiani - Benedetto Brin. Pag. 312. 
3) Infatti, nel 1895 la flotta Italiana occupava il terzo posto nel mondo. Dizionario biografico degli italiani. Pag. 316
4)  Federico Chabod : Storia della politica estera Italiana dal 1870 al 1896. Pag. 507
5) Franco Bonelli: Lo sviluppo di una grande impresa in Italia: la Terni 1884-1962 pag. 3 
6)  Magnetite : dotata del massimo tenore di Fe nei minerali, contenendo dal 60 al 65% di Fe non deve essere arricchita. è il minerale più pregiato poiché esente spesso da zolfo e fosforo. Autori vari : Manuale del perito industriale. Pag.434
7) Franco Bonelli :- Lo sviluppo di una grande impresa in Italia : La Terni 1884-1962 .  La cifra è però incerta, in quanto Treccani parla di tre milioni di lire nel Dizionario biografico degli italiani- Benedetto Brin. Pag. 315
8) Franco Bonelli : - (Ibidem)  - La cifra è però incerta, in quanto Treccani parla di sedici milioni di lire a.Pag. 315
9) Per un ammontare di 5,8 milioni di lire. Treccani Ibidem
10) Franco Bonelli : - Lo sviluppo di una grande impresa in Italia : La Terni 1884-1962  Pag.98
11) Franco Bonelli: - Lo sviluppo di una grande impresa in Italia : La Terni 1884-1962  Pag.121
*Antonia Carparelli : I perché di una mezza siderurgia


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