Una ricerca iniziata dai Caldei verso il 2500 a. C.

A UN UOMO VENNE LA LUNA
E NACQUE L�ASTROLOGIA

Condannata dagli scienziati senza facoltà di prova. 
Ma non pochi studiosi hanno scoperto che...

L�astrologia è un tema che, appena sfiorato, innesca furibonde polemiche e divide in due fazioni settarie e ringhiose anche il gruppo di amici più affiatati. Una fazione è fervida sostenitrice della "scienza" astrologica, l�altra invece snocciola sarcasmi illuministi e oppone la diga dello scientismo all�orda degli stregoni. 
Ma con un po� di pazienza è possibile cogliere in flagrante eresia i sacerdoti dell�ortodossia scientifica: basta appostarsi al chiosco di un giornalaio per sorprendere non pochi di loro mentre si allontanano furtivamente stringendo sul cuore, con aria colpevole, una copia fresca di stampa di qualche famosa rivista di astrologia. Siamo nell�era del computer, del miracolo elettronico, dell�informazione lampo, dell�uomo quasi bionico, trionfano la fisica, la chimica, l�ingegneria molecolare, ma l�astrologia è sempre annidata nella mente dell�uomo, "testarda come un asino", pronta a impadronirsi di noi offrendo illusioni, sicurezza, attenuando la paura del domani, aiutandoci a prendere decisioni senza incertezze e timori. 

Ma "noi" chi?... soltanto i piccoli uomini frustrati e ingenui, o anche gli intellettuali, i pragmatici uomini di potere, gli scienziati? Tutti, salvo le eccezioni d'obbligo. Stando alle chiacchiere nazionali e internazionali credono nell'astrologia l'onorevole Zanone, l'onorevole Manca, l�ex presidente Usa Ronald Reagan, Gianni Agnelli; in vita ci credevano l'onorevole Tambroni, Indira Ghandi. Si dice che negli studi degli astrologi installati attorno ai palazzi del potere a Roma ci sia un grande traffico di uomini politici di piccolo, medio e grande calibro.
"Come spiegare la tenace vitalità dell�astrologia?", si chiedeva sessantasei anni fa il professor Franz Boll, filologo classico, docente all�università di Heidelberg, autore di una ricerca storica di serietà tutta germanica.

"Che cosa hanno sperato di trovare qui - molto più del semplice presagio di un piccolo destino individuale - non solo la comune curiosità e ansia per il futuro, ma il sentimento più profondamente religioso e la più pura aspirazione alla verità? La ricerca scientifica non può lasciare senza risposta una simile domanda, perché liquidare come una follia una dottrina che ha affascinato per secoli e secoli le menti più pensose equivarrebbe a una rinuncia alla comprensione razionale della storia". Il luogo non può essere che quello dove il cielo é particolarmente limpido, mostra con nitidezza il ritmico movimento di stelle e pianeti e ne mette in evidenza grandezza e luminosità: la Mesopotamia, la regione dell'Asia occidentale che vide sorgere e decadere la grande civiltà assiro-babilonese.

IL GRANDE ASTRO GUARISCE LE FERITE 

La data di nascita é approssimativa: 2.500 avanti Cristo. E� l'epoca in cui ancora si traggono predizioni per il futuro attraverso l'osservazione dei visceri degli animali. Ma gli antichi Caldei (una delle popolazioni che in seguito avrebbero fatto parte dell'impero assirobabilonese) avevano già osservato l'influenza esercitata dal sole e dalla luna sullo stato fisico degli uomini e sui fenomeni interessanti il nostro pianeta: l'esperienza aveva insegnato loro che il Grande Astro poteva guarire le ferite e far crescere bene i bambini, che quando la Luna si faceva piena in cielo l'umore di molti uomini si faceva aggressivo (qualche millennio più tardi la medicina moderna dimostrerà che la luce del sole é battericida, cicatrizzante, anti-dolore, stimola la produzione della vitamina D che é indispensabile per lo sviluppo scheletrico; e la statistica metterà in evidenza la frequenza di episodi aggressivi in concomitanza con i pleniluni).

 Parallelamente al progredire dello studio del cielo, che implica l'osservazione dei movimenti di stelle e pianeti e la conseguente stesura di mappe, si fa sempre più ferma la convinzione che ogni elemento costituente l'universo sia profondamente legato e influenzato dall'altro. é la visione unitaria dell�universo tipica del mondo orientale che verrà poi ripresa dal pensiero greco, in particolar modo da Aristotele:
"Questo mondo é legato in modo necessario ai movimenti del mondo superiore. Ogni potenza, nel nostro mondo, é governata da quei movimenti. Se questo é il meccanismo - affermano i Saggi dei Caldei - se ogni evento é condizionato dalla struttura dell'universo, é possibile conoscere le tendenze del futuro e condizionarlo. Così l'astrologia diventa "scienza". E crisalide dell'astronomia, la figlia che respingerà poi con profondo sdegno l'idea di tale maternità. Le maggiori e più precise testimonianze sulle origini e sull'applicazione pratica dell'astrologia provengono dalla biblioteca del re Assurbanipal (668-626 avanti Cristo) trovata nel perimetro dell'antica Ninive, capitale dell'Assiria, durante una campagna di scavi organizzata verso la fine del secolo scorso.

LE PREVISIONI DI CARATTERE MEDICO 

Delle 25.000 tavolette d'argilla, scritte in caratteri cuneiformi e in lingua assira, 4.000 hanno come tema l'astrologia e si articolano in tre gruppi: "Testi di base", "Relazioni e lettere", "Iscrizioni esegetiche". Particolarmente interessanti, per l'esempio immediato, i "Testi di base". Ognuno di essi é composto da circa 150 righe - due colonne per ogni lato della tavoletta - disposte in modo che ogni presagio astrologico rappresenti l'inizio di una nuova riga. Ecco qualcuno di questi presagi, così come li ha tradotti Franz Boll nella sua "Storia dell'astrologia" (Universale Laterza):
"Se al 14� giorno del mese Luna e Sole sono in opposizione, il re avrà un grosso orecchio".
"Se al 14� Sivan (maggio-giugno) la Luna é offuscata e soffia il 4� vento (quello dell�est), regneranno (... ), ci saranno morti".
"Se la Luna al novilunio porta una corona bianca il re avrà potere supremo su altri popoli...". Le previsioni di carattere medico sono frequenti. In una tavoletta si prevedono molti morti (probabilmente un'epidemia) se Mercurio sorge al quindicesimo giorno del mese. In un'altra l'astrologo assicura che i malati che si trovano ad Akkad guariranno se, mentre si svolge il turno di guardia del mattino, si verifica un'eclissi e contemporaneamente soffia il vento di settentrione. 

E ancora: le donne partoriranno con facilità e senza dolore se Venere muove verso la costellazione del Cancro. Dalla cultura caldea l'astrologia si diffonde nei luoghi e nel tempo, conquista potenti, popolino e intellettuali dei più diversi settori, medici compresi. Scriveva Ippocrate (460-377), il grande greco che fu uno dei padri della medicina: "Chi ignora l�astrologia dev'essere considerato non un medico ma un idiota". E nella più importante opera della medicina greca si insiste: "é necessario porre molta attenzione agli astri, specialmente per quanto riguarda il sorgere di Sirio e anche di Arturo nonché il tramonto delle Pleiadi. Infatti é proprio in questo periodo che molte malattie arrivano a una crisi."
Anche Roma, che a differenza della colta Grecia é più incline al pragmatico che al teoretico, si lascia affascinare dall'astrologia.

IL "DOTTOR" GALENO E I SUOI PIANETI 

Nella capitale latina Galeno (129-201 dopo Cristo), il maestro della medicina che fece scuola per mille anni, ha un successo travolgente oltre che per la sua indubbia abilità di medico anche per il sapiente uso che egli sa fare dell�astrologia nell'esercizio della professione. Uso che egli teorizza nel trattato "Sui metodi di cura": in quest�opera egli afferma che nel far la diagnosi si deve tener conto della situazione degli astri e dei pianeti, della stagione dell'anno, della regione nella quale si trova il paziente. Con la progressiva affermazione del cristianesimo l'astrologia conosce il suo primo grande ostacolo. La condanna più aperta viene formulata dall�apostolo Paolo che nella "Lettera ai Romani", sottolinea appassionatamente e definitivamente la supremazia di Dio su tutte le potenze degli astri e del destino.

Ma la fede nell'antica scienza caldea é troppo radicata per poter essere espulsa dalla cultura contemporanea. é tanto forte da resistere all'attacco e da riuscire ad annidarsi nelle pieghe della fede cristiana. Ricorda il professor Boll: "... non era trascorsa una generazione da quando Costantino il Grande, dopo la sua vittoria su Licinio (323 d.C.) aveva bensì cancellato dalle sue monete il nome e l'immagine di Elios (il dio Sole), ma aveva ordinato ad un astrologo l'oroscopo della sua nuova capitale... la colonna di porfido a Costantinopoli recava la sua effigie in veste di dio del Sole e, con sdegno dei cristiani più seri, i suoi sacerdoti le offrivano sacrifici e venerazione.

 Nulla attesta la persistente influenza della religione astrale più del fatto che, richiamandosi a un passo del profeta Malachia, la Chiesa ufficiale romana sostituisca Cristo al dio del Sole come "sole di giustizia" e, verso la metà del IV secolo, sposti la sua data di nascita al 25 dicembre, cioè a quello che per i pagani era "genetliaco del sole"... gli stessi Vangeli, nel miracolo dell'eclissi solare alla morte di Cristo e più ancora nel patetico racconto dei Magi "che hanno visto la sua luce in Oriente" e ne sono stati guidati fino a Betlemme, legavano all�astrologia la vita di Cristo".

LA DIFESERO ANCHE I PRIMI CRISTIANI 

Avevano quindi ragione, conclude Boll, i difensori cristiani dell'astromantica di non cessare di richiamarsi a questa parabola a riprova della propria fede. Essa apparteneva allo stesso genere folkloristicamente primitivo dell'apparizione di una cometa alla nascita del grande Mitridate (il re del Ponto, che si batté con eroismo omerico contro l'imperialismo romano), o della provvidenziale stella del mattino che fa da guida a Enea verso la sua ultima meta. All'astrologia il colpo fatale viene sferrato dall'illuminismo, nel corso di quel secolo dei lumi che vede il trionfo della "religione scientifica", una religione che proclama subito il dogma della propria infallibilità. E� tuttavia un dogma che qualcuno prende con le pinze:
"Non v�é cosa che accada in un luogo qualsiasi del mondo che non influenzi in qualche maniera tutte le cose esistenti". Questo qualcuno é Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716) un maestro della filosofia che ha lasciato anche molte geniali anticipazioni dei concetti e dei metodi della matematica moderna.

Come naviga l'astrologia nelle pericolose acque della cultura moderna? Si ha l'impressione che le batterie dell'esercito di fede avversa abbiano rallentato il tiro. Si comincia ad avere qualche dubbio, a prendere in considerazione la possibilità che il "vibrare" - il termine é di comodo e del tutto indicativo - dei corpi astrali, il vibrare dell'universo abbiano una influenza sul mondo biologico, possano provocare nel nostro corpo determinati stati fisici e mentali, prefissare già a livello embrionale quelli che saranno i dati del nostro carattere.

I sostenitori dell'astrologia portano alcune argomentazioni che fanno pensare. Perché, ad esempio, il giovane tecnico enologo, laureato in agraria in questa era dei computer, raccomanda ancor oggi di imbottigliare il vino soltanto nel momento in cui la luna é piena, ripetendo l'insegnamento che il contadino di secoli fa dava al figlio quando lo preparava al mestiere? Cosa c'entra la luna? C'entra e lo dimostra l'esperimento che si ripete ormai dalla notte dei tempi: quando un vino viene imbottigliato con la luna piena presenta, al momento della "beva", caratteristiche migliori di un altro imbottigliato nel momento della luna "sbagliata".

SOTTO LA LUNA VIEN BUON VINO 

Le cause di questo fenomeno sono costituite da due elementi: primo, alla fermentazione del vino, come in tutti i processi fermentativi, lavora una enorme massa di microrganismi, cioè di esseri viventi invisibili a occhio nudo; secondo, il collegamento fra il massimo rendimento dei microrganismi e la massima fase lunare. Dunque la luna ha una particolare influenza sull�attività dei microrganismi, cosi come ha influenza - assieme al sole - sul susseguirsi delle maree. Ovviamente l'uomo, dicono i cultori della "scienza" caldea, non si sottrae a questa regola. Gli astri tengono sotto tiro anche lui.

La ricerca fatta una quindicina di anni or sono negli Stati Uniti e in altre parti del mondo, passando al setaccio molte stazioni di polizia e cliniche psichiatriche, ha dimostrato statisticamente che i disturbi mentali ed emotivi aumentano con l'avvicinarsi del plenilunio, provocando anche quelle che vengono definite "esplosioni di pazzia". E� sotto la spinta di questi e altri dati che nell'ambiente scientifico sta facendosi strada l'ipotesi che i disturbi mentali, piccoli o grandi, possano venire influenzati da lievi modulazioni del campo elettrico e magnetico della terra. 

Il dottor Robert Becker, un ricercatore statunitense che con un gruppo di assistenti ha preso in esame, negli anni Sessanta, 28.642 casi di ricovero negli otto grandi ospedali dell'area di New York, ha potuto constatare che il numero dei ricoverati per malattie mentali subisce un'impennata in parallelo con perturbazioni del campo magnetico terrestre.
Si può pensare che le sottili variazioni del campo geomagnetico abbiano influenza sul sistema nervoso in quanto - hanno commentato i ricercatori - alterano anche il campo elettromagnetico del corpo umano. Verso la metà degli anni Cinquanta, Carlo Gustav Jung, uno dei maestri del pensiero psicoanalitico, quasi alla fine di una lunga vita di studi, analisi ed esperimenti, prendeva atto che "alcuni avvenimenti adeguatamente provati e sostenuti da infinite statistiche rendono il problema astrologico degno di una ricerca filosofica e di un totale riconoscimento da parte della psicologia, in quanto l'astrologia rappresenta il compendio di tutte le nozioni psicologiche dell�umanità".

"LA SCIENZA NON ABBIA PRECONCETTI"-  E, in altro contesto, scriveva: "Del resto devo osservare che la cosiddetta scienza non ha alcun diritto di affermare a priori che certi fatti non esistono... é superfluo rilevare che non si fa scienza con l'indignazione e che argomenti di indignazione morale stanno bene al moralista perché questo fa parte del suo mestiere, ma non all'uomo di scienza, la cui norma é la verità e non il sentimento morale". Questo atteggiamento di Jung, scientificamente corretto - nel quale si legge implicitamente che la scienza deve avere dei dubbi sulle conoscenze raggiunte altrimenti non progredisce - ha molto probabilmente aiutato l'ambiente scientifico a modificare la posizione totalmente negativa nei confronti dell'astrologia e a guardare a questo settore della ricerca umana con curiosità e bisogno di verifica. I segni di questo nuovo corso prendono corpo preciso anche sulla stampa specializzata americana, particolarmente severa e selettiva. 

Nel 1967 si legge su "Hospital Focus", una seria rivista medica: "Si può dimostrare che i fenomeni elettromagnetici sono in qualche modo associati ai processi biologici. L�ambiente terrestre é ricco di questi fenomeni (e di effetti secondari da essi derivanti), ed é soggetto a variazioni prodotte da altri fenomeni elettromagnetici del sistema solare". Il 1967 é anche l�anno in cui il dottor Eugen Jonas, psichiatra cecoslovacco, dà il resoconto di una serie di ricerche condotte nella clinica ginecologica di Pozsony. Il tema della relazione é "Il ciclo lunare in rapporto al concepimento umano e al sesso del nascituro".
Jonas è persona molto apprezzata nell�ambiente scientifico per la sua serietà e - prima dell'inizio delle ricerche su questo tema - non lo sfiora neppure da lontano l'idea che l'astrologia possa avere a che fare con i suoi studi. Ma a un certo punto, analizzando il materiale raccolto durante la sua carriera egli si accorge che alcune donne sono particolarmente predisposte all�attività sessuale a intervalli di trenta giorni, intervalli che non hanno nulla a che vedere con il periodo mestruale. La cosa lo lascia molto perplesso e per tentare di capire il fenomeno studia a fondo biologia, ostetricia, ginecologia. Nel corso di queste ricerche, che lo portano molto a ritroso nel tempo, s'imbatte negli antichi testi indiani, egizi e greci nei quali trova diversi riferimenti astrologici.

GLI ESPERIMENTI DI UNO PSICHIATRA 

E nota che questi riferimenti combinano con certe sue osservazioni. Queste combinazioni sono affascinanti ma la formazione scientifica di Jonas lo induce a resistere fortemente, a evitare di giungere rapidamente a deduzioni che gli sembrano troppo facili e hanno sapore di magico. Soltanto dopo aver analizzato migliaia di casi nella clinica ginecologica di Pozsony deve arrendersi all'evidenza delle conclusioni alle quali lo hanno portato studi e statistiche.
Queste conclusioni si articolano in tre punti: "La fase in cui la donna é in grado di concepire si verifica precisamente in coincidenza con la fase lunare (rapporto Sole-Luna) in corso al momento della sua nascita; il sesso del nascituro varia a seconda che la Luna si trovi nel campo positivo o negativo dell'ellittica nel momento del concepimento; la capacità di sopravvivere dell'embrione é fortemente influenzata dalla posizione di alcuni corpi celesti". 

Derek Parker, giornalista scientifico della Bbc, autore di "Il mistero dell'astrologia", (Palazzi editore -1971) ricorda nel suo libro che per completare le proprie dichiarazioni Jonas citò ad esempio un caso che dimostrava come la sua teoria funzionasse anche in circostanze insolite. Dietro suo suggerimento una donna aveva accettato, sia pur malvolentieri, di avere rapporti sessuali con il marito durante il ciclo mestruale (che secondo il dottor Jonas era il periodo di maggior fertilità) ed aveva concepito un figlio al primo tentativo
A parte questo esempio, va detto che il lavoro dello psichiatra cecoslovacco offre delle statistiche non prive di valore. Nel corso di undici anni ha applicato praticamente la sua teoria e in oltre il 90 per cento dei casi é riuscito a prevedere con esattezza il periodo fertile. A questo punto può venire la tentazione di pensare alla riabilitazione dell�astrologia. Tentazione legittima, specie se si prendono in considerazione certi test provenienti dall'ambiente scientifico. 

Tuttavia é meglio attendere il responso di laboratorio, il risultato del lavoro degli scienziati, molti dei quali stanno studiando il problema senza preconcetti. Tant�è vero che uno studioso come Otto Neugebauer osserva nel suo "Le scienze esatte nell�antichità" (Feltrinelli 1974): "Per i filosofi e gli astronomi greci l'universo era una struttura ben definita di corpi direttamente connessi fra loro. La concezione di un'influenza prevedibile esercitantesi fra questi corpi non é minimamente diversa, in linea di principio, da una qualsiasi teoria meccanicistica moderna. Essa si contrappone nettamente all�idea di un dominio arbitrario degli dei".

 Ringraziamo per l'articolo
(concesso gratuitamente) 
il direttore di
 


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