
Da chi ereditano i bambini l'intelligenza (www.cronologia.it)
La questione dell’intelligenza e della sua ereditarietà ha da sempre suscitato un acceso dibattito tra scienziati e studiosi.
La questione dell’intelligenza e della sua ereditarietà ha da sempre suscitato un acceso dibattito tra scienziati e studiosi. Recenti ricerche, tuttavia, hanno fornito interessanti spunti su come e da chi i bambini ereditano le loro capacità cognitive. Un elemento sorprendente emerso da questi studi è che l’intelligenza dei bambini sarebbe, in gran parte, legata a quella della madre. Questa scoperta affonda le radici nella genetica e, più precisamente, nel cromosoma X.
L’intelligenza dei bambini deriva dal padre o dalla madre? La scienza risponde
Tradizionalmente, si pensava che l’intelligenza fosse un tratto ereditario trasmesso in egual misura da entrambi i genitori. Tuttavia, studi recenti hanno messo in luce un aspetto sorprendente: i geni che influenzano l’intelligenza sono in gran parte localizzati sul cromosoma X. Poiché le donne possiedono due cromosomi X, mentre gli uomini ne possiedono solo uno (insieme a un cromosoma Y), ciò implica che i bambini ereditano la loro intelligenza principalmente dalla madre.
Il concetto di “geni condizionati” è fondamentale per comprendere questa dinamica. Questi geni portano con sé delle etichette biochimiche che determinano se siano attivi o inattivi a seconda della loro origine. In sostanza, alcuni di questi geni si attivano solo se ereditati dalla madre, mentre si disattivano se trasmessi dal padre. Questo fenomeno evidenzia ulteriormente l’importanza del contributo materno nella formazione delle capacità cognitive.

Uno dei pionieri in questo campo è stato il ricercatore Robert Lehrke, che per primo ha avanzato l’ipotesi che l’intelligenza sia un dono materno. Le sue teorie sono state avvalorate da numerosi studi successivi, incluso uno condotto dall’Università di Ulm, che ha analizzato i geni coinvolti in danni cerebrali e ha scoperto che la maggior parte di essi, soprattutto quelli legati alle abilità cognitive, si trovano sul cromosoma X. Un altro studio condotto in Germania ha evidenziato che il miglior indicatore per prevedere il quoziente intellettivo di un bambino è il QI della madre.
Tuttavia, è importante sottolineare che l’ereditarietà non è l’unico fattore che determina l’intelligenza. Gli studi suggeriscono che il bagaglio genetico contribuisce per circa il 50-60% alla formazione dell’intelligenza, mentre il resto è influenzato da fattori ambientali. Ciò significa che l’intelligenza innata, pur essendo un fattore significativo, rappresenta solo il punto di partenza nello sviluppo cognitivo di un individuo.
Oltre alla genetica, l’ambiente in cui un bambino cresce gioca un ruolo cruciale nel determinare il suo sviluppo intellettuale. L’educazione, la stimolazione cognitiva, le interazioni sociali e il supporto emotivo sono tutti elementi che possono influenzare significativamente le capacità cognitive di un bambino. Ad esempio, i bambini che crescono in ambienti ricchi di stimoli, come libri, giochi educativi e conversazioni significative con i genitori, tendono a sviluppare abilità cognitive superiori rispetto a quelli che non hanno accesso a queste risorse.
Inoltre, la qualità delle interazioni tra madre e bambino è fondamentale. Le madri che incoraggiano la curiosità dei loro figli, che pongono domande stimolanti e che sono coinvolte attivamente nella loro educazione, possono contribuire a un aumento del quoziente intellettivo del bambino. La creazione di un ambiente favorevole all’apprendimento fin dalla tenera età può dunque fare una grande differenza nel lungo periodo.