DOC.127

La notizia dello sbarco aveva risvegliato nella capitale tutte le speranze degli antifascisti; e non solo quelli del CLN. Tutti erano convinti che la liberazione era una questione di ore o di pochi giorni. Che quella di Anzio era la battaglia decisiva.
Il Partito socialista di unità proletaria con un proprio manifesto (fa sempre le cose a parte) e il CNL ( Partito Socialista Italiano - Partito d'Azione - Democrazia Cristiana - Partito Liberale - Partito Comunista - Democrazia del Lavoro) con un messaggio invitarono i romani alla mobilitazione, convinti - recitavano entrambi - che "fra pochi giorni faranno il loro ingresso a Roma l'esercito anglo-americano" e che era "...giunto il momento di liberarsi non solo dei tedeschi ma anche da una decisa volontò di liberarsi dalla infausta dinastia regnante".


Il 25 gennaio 1944, si aggiunse l'ordine del giorno dei comabattenti di Taranto.
Il 26 Gennaio 1944 ci fu la mozione al Congresso riunito a Bari
Il 27 Gennaio 1944, il Congresso votò un ordine del giorno.
Il 6 Febbraio 1944 si aggiunse quello della Giunta Esecutiva a Napoli
Il 12 Febbraio la risposta di Badoglio alla nazione


MESSAGGIO DEL COMITATO CENTRALE DI LIBERAZIONE
19 gennaio 1944


Il Comitato Centrale di Liberazione Nazionale invia al Congresso di Bari il suo fraterno saluto. Il Congresso si riunisce, mentre si scatena la battaglia decisiva che darà la vittoria alle Nazioni che si sono battute sotto la bandiera della libertà.

In questa battaglia l'Italia, dal fascismo condotta al più grande disastro della sua storia, è a fianco delle nazioni alleate. Essa non può risorgere a Nazione libera e non può riacquistare il suo posto in Europa se non provando col sacrificio dei suoi figli come sia stata trascinata contro la sua volontà alla alleanza con la Germania ed alla guerra contro le Nazioni Unite.

I Comitati di Liberazione dell'Italia occupata sono impegnati con tutte le loro forze nella lotta contro l'invasore che bisogna scacciare oltre il Brennero e contro i suoi servi fascisti.

L'eroica guerriglia dei patrioti, i grandi scioperi del nord, la cospirazione, l'azione quotidiana dei partiti antifascisti, sono il segno della indomita volontà di lotta del popolo. I fucilati di Savona, di Brescia, di Milano, di Roma. di Ferrara e di tante altre terre d'Italia, le migliaia di carcerati che popolano le galere, la fierezza con cui i volontari della libertà affrontano il piombo nazista e fascista, le resistenze ai bandi ed alle leve, attestano davanti al mondo la volontà di lotta della nuova Italia.

In questa lotta è assente il governo che, dopo la fuga del Re da Roma, non ha saputo organizzare la partecipazione effettiva della nazione alla guerra, né ha contribuito alla resistenza nell'Italia occupata.

Questo governo deve sparire! La posizione da voi presa e quella assunta dal nostro Comitato Centrale per la costituzione di un governo straordinario che assuma tutti i poteri costituzionali dello Stato senza compromettere la concordia della Nazione e senza pregiudicare la libera espressione della volontà popolare sulla forma istituzionale, rappresentano la condizione indispensabile perché l'Italia conduca con necessario vigore la guerra fino alla vittoria ed assicuri il proprio avvenire.

Il Comitato Centrale di Liberazione Nazionale conta sulle deliberazioni del Congresso di Bari per intensificare nell'Italia meridionale e nelle isole la mobilitazione di tutte le energie e prendere le iniziative atte ad aiutare e potenziare la lotta dell'Italia occupata.

Roma. 19 gennaio 1944.

Partito Socialista Italiano - Partito d'Azione - Democrazia Cristiana - Partito Liberale - Partito Comunista - Democrazia del Lavoro.



ORDINE DEL GIORNO DEI COMBATTENTI
Taranto 25 Gennaio 1944

I Combattenti delle Terre Liberate, riuniti in Taranto per iniziativa della Federazione Ionica, nel giorno 25 gennaio 1944;

Fedeli
al loro giuramento ed alla disciplina combattentistica;

Salutano
le Nazioni Alleate alle quali gli Italiani si sforzeranno sempre più di apportare il maggior contributo possibile per la vittoria contro il comune nemico, creando così i sacri legami per la ricostruzione dell'Italia nel dopo-guerra;

Salutano
i propri commilitoni che valorosamente combattono sul mare, in terra e nell'aria, sia a fianco degli Alleati che con la guerriglia nella Italia occupata;

Considerando
che lo slancio totale di tutte le energie deve essere rivolto alla guerra di liberazione; che ogni deviazione da questo scopo è un tradimento; che all'uopo s'impone una tregua delle passioni, in maniera che nessuno sforzo si disperda verso altro fine che non sia quello della cacciata dei tedeschi dall'Italia; che è quindi necessario l'affratellamento di tutto il popolo nel supremo sacrificio comune, sedando ogni divergenza nel campo della politica interna, per assicurare la completa tranquillità nelle retrovie, e rinsaldare il morale dei nostri soldati che eroicamente si battono sui fronti di guerra;

E s a m i n a
l'attuale situazione politica e le modalità e gli scopi del prossimo congresso dei Comitati di Liberazione in Bari, dichiarando che detto congresso rappresenta unicamente il pensiero di limitati gruppi politici;

Fanno voti
che tutti gli italiani si stringano, con l'unico scopo di raggiungere presto la liberazione del nostro Paese, rinviando la soluzione di ogni questione politica al giorno in cui tutti gli italiani potranno esprimere liberamente e serenamente la loro opinione, compresi quelli oggi ancora sottoposti al giogo e quelli che con ansia attendono la fine della loro prigionia.




MOZIONE DEL PARTITO D'AZIONE PER IL CONGRESSO DI BARI
(26 GENNAIO 1944)

1. - Non essendo seguita né al 25 luglio né all'armistizio né alla dichiarazione di guerra alla Germania l'attesa e richiesta abdicazione di Vittorio Emanuele III, ed essendosi dimostrato il susseguito suo governo in Brindisi del tutto inefficiente e anzi tuttavia ispirato a metodi reazionari e a un effettivo spirito antidemocratico: formulare, l'atto di accusa
contro il re, fondato su tutte le violazioni dello statuto da lui commesse.

2. - Che il Congresso si proclami Assemblea Rappresentativa dell'Italia Liberata e che stabilisca di riconvocarsi al più presto, con l'inclusione di delegati delle province non ancora liberate, in Roma per ivi sedere in permanenza fino alla formazione
della Costituente, assolvendo temporaneamente ai seguenti compiti:
a) Procedere alla formazione del Governo;
b) Intensificare lo sforzo bellico;
c) Vigilare acché niuno attenti alle riconquistate libertà.

3. -- Nel frattempo, e fino alla liberazione di Roma, eleggere una giunta esecutiva permanente dell'Italia liberata che:
a) si compia tutti gli atti necessari al perseguimento degli scopi sopraenunciati di intensificazione dello sforzo bellico e di vigilanza e tutela delle riconquistate libertà;
b) Rappresenti il popolo italiano nei rapporti con le Nazioni Unite;
c) si curi la legale riconvocazione del Congresso quale assemblea rappresentativa e deliberante in Roma, verificando i poteri di ciascun delegato;
d) Abbia i poteri di deliberare e agire in vece del congresso.

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4. - ORDINE DEL GIORNO VOTATO DAL CONGRESSO DI BARI
(29 GENNAIO 1944)
Il Congresso, udita ed approvata la relazione Arangio-Ruiz sulla politica interna;
ritenuto che le condizioni attuali del Paese non consentono la immediata soluzione della questione istituzionale; che, però, presupposto innegabile della ricostruzione morale e materiale italiana è l'abdicazione immediata del Re, responsabile delle sciagure del Paese;
ritenuto che questo Congresso, espressione vera e unica della volontà e delle forze della Nazione, ha il diritto ed il dovere, in rappresentanza del popolo italiano, di proclamare tale esigenza;
Dichiara
la necessità di pervenire alla composizione di un governo con i pieni poteri del momento di eccezione e con la partecipazione di tutti i partiti rappresentanti al Congresso, che abbia i compiti di intensificare al massimo lo sforzo bellico, di avviare a soluzione i più urgenti problemi della vita italiana, con l'appoggio delle masse popolari, al cui benessere intende lavorare, e di predisporre con garanzia di imparzialità e libertà la convocazione dell'Assemblea Costituente, da indirsi appena cessate le ostilità;

Delibera
la costituzione di una Giunta esecutiva permanente alla quale siano chiamati i rappresentanti designati dei partiti componenti i Comitati di Liberazione e che, in accordo col Comitato Centrale ed in contatto con le personalità politiche e riconosciute come alta espressione dell'antifascismo, predisponga le condizioni necessarie al raggiungimento degli scopi suddetti.

Per il Partito Liberale: Michele Di Pietro Per la Democrazia Cristiana: Angelo Venuti Perda Democrazia del Lavoro: Andrea Gallo Per il Partito d'Azione: Adolfo Omodeo Per il Partito Socialista: Luigi Sansone Per il Partito Comunista: Paolo Tedeschi
Sono stati designati dai rispettivi partiti, come membri nella G.E.P.:
FRANCESCO CERABONA, per il Partito della Democrazia del Lavoro;
VINCENZO ARANCIO-Ruitz, per il Partito Liberale; PAOLO TEDESCHI, per il partito Comunista; VINCENZO CALACE, per il Partito d'Azione; ANGELO RAFFAELE JERVOLINO, per la Democrazia
Cristiana
ORESTE LONGOBARDI, per il Partito Socialista.
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LA GIUNTA ESECUTIVA AL RE
(6 FEBBRAIO 1944)
A Vittorio Emanuele III Re d'Italia
La Giunta Esecutiva Permanente, nominata dal Congresso dei Comitati di Liberazione tenutosi a Bari nei giorni 28 e 29 gennaio 1944, e che ha svolto i suoi lavori in un'ardente atmosfera di passione italiana e umana, francheggiata dal messaggio di dolore e di speranza pervenuto da Roma a nome dei fratelli oppressi ancora dal Vostro alleato di ieri, fedele interprete della solenne, austera, unanime condanna del Popolo Italiano a carico Vostro, di fronte all'incolmabile abisso morale e politico, che divide il popolo dal Monarca, reputa suo preciso dovere notificarVi il deliberato del Congresso stesso.
Vogliate ben meditare il significato di tale voto, che esprime il sentimento unanime degli italiani, i quali angosciosamente domandano una pronta azione, che lavi le vergogne del passato e ponga i possibili ripari alla rovina del Paese.
Prevalga finalmente la carità di Patria e si faccia chiaro alla Vostra coscienza il dovere dell'immediata abdicazione, sì che il potere venga assunto in questa ora suprema da uomini non compromessi con un ventennio di violenze, di turpitudini e di delitti.
Ogni ulteriore indugio aggrava la situazione del Paese e rende più paurose le Vostre responsabilità, che non possono in alcun modo essere coperte da una costituzione lacerata.


Napoli, 6 febbraio 1944
La Giunta Esecutiva Permanente
VINCENZO ARANCIO-RuIz, A. RAFFAELE JERVOLINO,
FRANCESCO CERABONA, ORESTE LONGOBARDI,
PAOLO TEDESCHI, VINCENZO CALACE.


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PROCLAMA DI BADOGLIO
(11 FEBBRAIO 1944)

« Italiani! Le Nazione Unite, aderendo alla richiesta del Regio Governo, hanno disposto che la maggior parte del nostro territorio finora occupato dalle Forze Alleate ci sia restituito. Restano naturalmente in vigore soltanto quelle clausole e condizioni che sono necessarie per la condotta della guerra.

E' questo, dopo molte dolorose e tormentose giornate, un primo giorno fausto, perché, se lo sapremo e lo vorremo, sarà il primo della rinascita che può venire solo dallo sforzo risoluto e concorde. Siate, Italiani, all'altezza dell'avvenimento, in nome di questa Patria risorgente dall'abisso, insanguinata e dolente.

Ringrazio gli Alleati, a nome di S. M. il Re e di tutto il popolo italiano, per questo nobile gesto che è un atto di generosità ed anche una prova di fiducia. A nessuno sfuggirà l'importanza e la portata dell'avvenimento. E' questa la prima tappa verso la rinnovata unità della Patria, che deve essere il nostro scopo e la nostra suprema aspirazione, la prima tappa dopo quella cieca corsa verso l'abisso alla quale il popolo italiano è stato per venti anni costretto da un regime di cui vogliamo completamente redimerci, in nome della libertà che c'è cara, ma non della licenza, in cui nessun popolo può cadere senza pericolo estremo.

Italiani! Le Forze Alleate combattono vittoriosamente con noi il comune nemico tedesco, quello stesso nemico che abbiamo combattuto insieme sul Carso, sull'Isonzo, sul Piave. Dall'esito di questa lotta dipende l'avvenire dell'Italia e del mondo. Tutti gli italiani, in ogni settore della vita nazionale, dai più umili ai più alti, vi debbono contribuire con tutti i mezzi e con tutte le loro forze, senza riserva, senza esitazioni, senza discussioni. I nostri fratelli ci attendono in Roma Eterna, in tutte le città ed in tutti i villaggi ancora premuti dalle baionette naziste.

La guerra può essere vinta soltanto con la più leale, con la più franca, con la più intima collaborazione con i liberi e i grandi popoli Alleati. Chiunque compia atti che ostacolino le forze armate nostre ed Alleate e ne intralcino lo sforzo bellico, o comunque giovino al nemico, sarà senz'altro giudicato ed esemplarmente punito ».

Badoglio

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