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CRONOLOGIA di
FIRENZE
(Autore: Paolo Piccardi)

 

 

Parte terza

ANNO 1100         nel contado fiorentino ci sono 130 castelli.
Cresce l'importanza delle città, perchè le popolazioni rurali si trovavano indifese sia contro i frequenti saccheggi sia contro le vessazioni dei signori, i quali, d'altra parte, con il decremento della popolazione, le carestie, le guerre ecc. vedevano intaccati i patrimoni ed iniziarono ad impegnare i loro possedimenti per poter disporre di contanti.

3.1100         riunione generale dei 19 abati vallombrosiani.
La potenza politica ed economica dell'ordine era diventata di primaria importanza. Bernardo degli Uberti volle riconfermare le regole di cieca ed assoluta dipendenza dal generale, il divieto di trattare questioni economiche, frequentare mercati, sottoscrivere obbligazioni senza l'autorizzazione del generale.

1101         muore Corrado, che si era ritirato a fare una misera vita prima a S.Donnino e poi a Firenze. Si dice fatto avvelenare da Matilde col suo medico Avianus. Fu probabilmente sepolto in S.Reparata.
Matilde aveva dimostrato, in tutta la sua vita, di essere disposta a tutto pur di favorire la chiesa, ma Corrado era persona di troppo poca importanza perchè lei ordinasse di avvelenarlo.

17.11.1102        a Canossa, Matilde, davanti a Bernardo degli Uberti, conferma la donazione di tutti i suoi beni alla chiesa. Bernardo si reca a Milano per sostenere il vescovo Grossolanus, suo partigiano e va a celebrare la messa nel duomo di Parma, arringando il popolo ad abbandonare l'imperatore. La folla inferocita lo assale ma, mentre i suoi compagni fuggono, lui rimane, e viene fatto prigioniero.
Matilde accorre con i suoi soldati e con quelli modenesi. Ottiene la liberazione di Rodolfo, il quale impetra il perdono per i parmensi, che gli saranno riconoscenti e due anni dopo lo acclameranno come loro vescovo. Incarico che terrà per 27 anni, pur mantenendo il suo potere su Vallombrosa.

9.1104          Documentazione della nascita del comune di Anghiari, da una pergamena dell'epoca:

Bernardinus Sydonie, signore di Anghiari, sul letto di morte, decide di por fine alle vessazioni ed angherie praticate dai suoi esattori. Dona una parte dei suoi beni al convento di Camaldoli e la libertà a tutti i suoi dipendenti, uomini e donne. Dona ai masnadieri di Anghiari 1/3 delle terre da loro abitate. Questi e gli uomini liberi costituirono il comune di Anghiari, che ebbe nel 1163 il riconoscimento dell'Imperatore, dal quale doveva direttamente dipendere. Si hanno documenti anche della costituzione del comune di Poggibonsi e di Semifonte.

7.10.1105        Enrico V, più favorevole al papa, si ribella al padre Enrico IV. Scoppiano lotte fra opposte fazioni. Matilde guida in suoi ad una battaglia in S. Piero a Sieve.

25.12.1105        Enrico V a Firenze con un esercito imponente, benchè decimato dal tempo inclemente e dalla resistenza opposta da Pontremoli. per accrescere l'impressione, Enrico V fa accendere un fuoco davanti ad ogni tenda. Partecipa in pompa solenne alla messa di Natale. Firenze non oppone resistenza e Enrico V si accontenta del vettovagliamento, dovendo ripartire il giorno seguente per Arezzo, sobillata dal papa, che non aveva alcuna voglia di incoronare imperatore Enrico V.Arezzo aveva un vescovo nominato dall'imperatore e lo teneva sotto sequestro.
Enrico V, dopo un lungo assedio, riuscì ad appiccare il fuoco dentro la città, che venne distrutta e rasa al suolo, comprese le mura e gli edifici che avevano resistito alle fiamme.

2.1106         I fiumi straripano, la neve è abbondante nel Meridione, una cometa con una lunga coda splende per un mese. Il Vescovo Ranieri annuncia la fine del mondo, creduto in tutta Italia, percorsa da genti che si lamentano e fanno tumulti. Papa Pasquale lo ammonisce alla moderazione e indice un concilio a Firenze.

9.1106         Concilio di Firenze. Dibattito fra papa Pasquale e il vescovo Ranieri, con grande partecipazione popolare, divisa in due fazioni. Finisce in un grande tumulto che interrompe il concilio senza aver deciso se l'Anticristo era giunto o no. Papa Pasquale si dirige verso la Francia, dal nuovo re Enrico V, per cercare una composizione delle divergenze ed ottenere il suo appoggio. Nel frattempo, le varie fazioni continuano a darsi battaglia (Lucca contro Pisa, Firenze contro Prato ecc.).

1107         Fiorentini abbattono il castello degli Alberti conti di Prato. Da tempo i pratesi ambivano all'indipendenza: avevano misure proprie e desideravano non essere più sottoposti al vescovo di Pistoia. Matilde si recò personalmente alla testa dei suoi soldati, in unione con le milizie del vescovo di Pistoia e dei soldati lucchesi. L'assedio fu lungo e terminò con la distruzione di Prato. Il vescovo di Prato dispose che i beni della chiesa della Vergine, situata nel castello, fossero trasferiti nella chiesa di S.Stefano. Dopo la conquista, Matilde portò i suoi soldati a combattere a Volterra, ribellatasi.

1108         i fiorentini distruggono il castello di Gangalandi a Signa, degli Adimari, alleati degli Alberti. con la scusa di difendere gli interessi del capitolo del Duomo per la riscossione delle decime di Signa, in realtà Firenze aboliva il balzello che veniva imposto alle barche da carico che passavano da Signa.

1110         Enrico V in Italia con un esercito di 30.000 uomini. Tutte le città che attraversa gli si sottomettono. Con l'anziana Matilde ha solo rapporti di fredda cortesia.

8.2.1111     a Sutri papa e imperatore si accordano: l'imperatore non si occuperà più delle investiture vescovili ed i vescovi restituiranno i beni e le regalie finora concesse.

12.2.1111        giorno dell'incoronazione, che non può avvenire perchè i vescovi rifiutano gli accordi. Scoppiano tumulti, i principi tedeschi sguainano le spade e prendono prigioniero il papa e i cardinali compresi il cardinale Uberti di Firenze e l'abate di Vallombrosa, che furono però subito rimessi in libertà grazie all'intercessione del conte Arduino, inviato della contessa Matilde.

11.4.1111       stanco di attendere gli aiuti dei Normanni, che non arrivano, il papa cede ed incorona imperatore Enrico V concedendo di consacrare i vescovi solo dopo l'investitura imperiale, purchè la sede non fosse stata acquistata con simonia.

2.1112         il concilio Lateranense dichiara nulli i privilegi concessi da papa Pasquale a Enrico V.

18.2.1113         muore nel castello di Fucecchio il conte Ugo, ultimo dei Cadolingi, in miseria, a causa della prodigalità nei confronti dei Vallombrosani. Nel testamento dispone che la metà dei suoi beni serva per ripianare i debiti. Tutti i castelli ed i possedimenti, nei quali vivevano le genti che lo avevano aiutato nelle imprese di guerra, dovevano essere loro regalati. Nascevano così altri comuni. Gli altri beni residui dovevano andare ai vescovi, con usufrutto alla vedova, a condizione che non si risposasse. La spartizione dell'eredità dette luogo a una serie interminabile di conflitti.

12.7.1113        muore Ranieri, vescovo di Firenze. Viene sepolto in Battistero in un bellissimo sarcofago, opera di maestro Angelo "magister marmoree artis Florentine civitatis".
Viene nominato vescovo Goffredo Alberti. Gli Alberti si erano rappacificati con la contessa Matilde, dopo la distruzione del castello di Prato ed erano ben visti dai fiorentini, perchè nemici dei Guidi nella spartizione dell'eredità Cadolingia.

6.8.1113         parte la crociata per la conquista delle Baleari. Per l'allestimento delle galere ebbe inizio il disboscamento del Mugello.
Pisa armò le barche a sue spese. Il contingente più grosso era quello dei fiorentini. A S.Feliu, 100 Km. da Barcellona, si unirono le truppe di Raimondo Berengario di Barcellona. I Pisani ottennero grandi benefici per i loro futuri traffici.
Non appena partiti i pisani, lasciando sguarnita la città, i genovesi costruirono il castello di Porto Venere, costante minaccia verso Pisa.
Il maltempo e i venti contrari non permisero lo sbarco nelle Baleari. I lucchesi tornarono a casa. Le altre truppe dovettero svernare nel sud della Francia, essendo scarsi i vettovagliamenti in Catalogna.

18.8.1114        i fiorentini distruggono il castello di Monte Cascioli, dei conti Guidi.

24.12.1114        i crociati sbarcano finalmente a Maiorca e approntano un lungo assedio, che rischia di abortire nell'inverno, a causa del maltempo.

2.2.1115         i crociati riescono ad espugnare il primo cerchio di mura di Maiorca ed iniziano a penetrare nelle cerchie più interne.

4.5.1115         scoppia un furioso incendio, forse doloso, in Borgo S.Apostoli, che si propagò nella città interna, distruggendo molte case. Il popolo scese nelle strade in armi.
La città era divisa fra i sostenitori del vescovo Goffredo degli Alberti e parte del capitolo del Duomo, che lo accusava di simonia.Pasqua

1115         i crociati rientrano portando il principe mussulmano e molti schiavi, un bottino enorme, comprendente anche il frutto delle razzie saracene. 2 antiche colonne di porfido vengono collocate ai lati del battistero, mentre altre colonne furono usate dai pisani per decorare il loro duomo.

24.7.1115       a Bondeno, vicino al Po, muore la contessa Matilde (69).

3.3.1116         a Roma il papa conferma Goffredo degli Alberti vescovo di Firenze e comanda l'ubbidienza ai suoi oppositori. Il priore di S.Lorenzo fu costretto a fuggire a Siena.

1116         Enrico V entra in Italia e prende possesso dell'eredità della contessa Matilde.
Nomina margravio della Tuscia Rabodo, nobile tedesco, che, senza comprendere lo spirito dei nascenti comuni, si circonda esclusivamente di consiglieri e coadiutori tedeschi.
A corto di soldi, Rabodo dà Bientina in pegno al Capitolo di Pisa, inimicandosi Lucca. Anche Firenze gli era nemica, perchè non aveva ricevuto le franchige imperiali concesse ad altre città toscane, ad esempio Lucca. Firenze era caduta in disgrazia agli occhi di Enrico V e non poteva sviluppare i commerci al di fuori del suo territorio.

16.8.1117       scoppia, nella notte, un incendio, forse doloso, nel Mercato Vecchio e distrugge buona parte della città. La gente scende nelle strade in armi.

1118              Genova e Pisa si danno battaglia per la supremazia sulla Corsica. Lucca occupa Fucecchio e Pescia, domini fiorentini.

2.10.1119         Firenze conquista il castello di Monte Cascioli, uccide il margravio Rabodo, ara il terreno e pianta viti dove era il castello. Adesso tutta la via verso Pisa è sotto il controllo dei fiorentini. Diventa Margravio Corrado, bavarese, che inizia subito a dare battaglia a Firenze, assediando Pontormo con l'aiuto di Guido Guerra e dei lucchesi.

9.1120      Genova si presenta a Pisa con 22.000 armati ed ottiene il dominio sulla Corsica. Lucca si approfitta delle difficoltà di Pisa per ottenere dal margravio privilegi a scapito della rivale. Contemporaneamente, Enrico V tentò invano di nominare un antipapa.

4.1121       il margravio Corrado si accampa a Passignano, in dispregio dei diritti dei Vallombrosani, per muovere contro Firenze. Nonostante alcune scaramucce, non fu mai in grado di esercitare alcun potere su Firenze.

1123      Crescono gli attriti fra Firenze e Fiesole, sia perchè quest'ultima angariava e depredava i mercanti fiorentini di passaggio, sia perchè Firenze temeva che Fiesole diventasse una ben fortificata testa di ponte del margravio Corrado.

7.1124         i fiorentini accampano metà del loro esercito a Borgunto e si preparano ad attaccare Fiesole. I fiesolani, aiutati da truppe mercenarie, di notte fanno una sortita, sorprendono i fiorentini nel sonno, ne uccidono molti, molti ne fanno prigionieri e raccolgono un ricco bottino. I fiesolani commettono l'errore di ritirarsi con i prigionieri ed il bottino. I superstiti fiorentini li attaccano al grido di "San Giovanni", ne uccidono 300 e riconquistano bottino e prigionieri. All'alba i fiesolani riuscirono a rientrare all'interno delle mura e la situazione rimase invariata, con cresciuto odio fra le parti.

30.3.1124         il papa Callisto II decide a favore di Siena nell'annosa questione della controversia sui territori contesi ad Arezzo.

10.1124         Guido Guerra muore in battaglia vicino a Pistoia.

5.5.1125         papa Onorio II annulla la sentenza di Callisto I e concede al vescovo aretino, che non si era mosso da Roma, avendo paura a rientrare ad Arezzo, i territori contesi a Siena. Iniziano battaglie per il possesso dei territori in contestazione. Le spese delle contese processuali avevano ridotto in miseria entrambi i vescovi. Quello di Siena aveva addirittura inventato la tassa sulle zappe.
Si ribellano i conti ed i signori del territorio senese, che ottengono l'appoggio degli aretini, di Ruggero, vescovo di Volterra e dei Fiorentini, che, imbaldanziti dall'impresa di Fiesole, volgevano le loro mire verso Siena. Si accesero varie battaglie, che si protrassero molti anni, con la cacciata di tutti i prelati senesi sui territori in contestazione con Arezzo.

30.6.1125      terza guerra contro Fiesole.
Essendo morto Enrico V e impegnate in guerra fra di loro Lucca, Pisa e Genova, nonchè Arezzo e Siena, i fiorentini attuarono un assedio sistematico, chiudendo le 4 strade di accesso a Fiesole. Dopo 10 settimane i fiesolani tentarono una sortita, ma furono sconfitti ed inseguiti dentro le mura. IL 12.9.1125 i fiorentini conquistarono Fiesole, che fu rasa al suolo, restando in piedi solo il duomo, la sede vescovile e parte delle mura.
Benchè i fiesolani fossero risparmiati e poterono in breve tempo ricostruire le loro case, Fiesole non riprese più la parvenza di città.
Per ottenere il perdono papale, i fiorentini elessero il vescovo di Fiesole signore della città e mandarono Attano, generale Vallombrosano, a perorare la loro causa a Roma, descrivendo le razzie ed i soprusi dei fiesolani che lui stesso aveva subito.
Ottenuto il perdono papale, Firenze iniziò il suo periodo di costante crescita sociale, politica ed economica.

1126         continua la guerra fra Pisa e Genova, che ha la meglio e giunge ad accamparsi in riva d'Arno e a devastare le campagne. La contesa vedeva le seguenti alleanze: il margravio Corrado con Lucca, Genova e Siena, mentre Firenze era coalizzata con Arezzo, Pisa e Volterra. Non si sa quale riflesso avesse su queste guerra la lotta per la successione a Enrico V, essendo estinta la casa di franconia, fra Lotario di Sassonia, accomodante col papa e lo svevo Corrado di Hohenstaufen, scomunicato.

11.2.1127      viene istituzionalizzata l'offerta dei ceri al Battistero, nel giorno di S.Giovanni, da parte dei quartieri di Firenze e dei popoli vicini, in segno di sottomissione al comune dominante. La consuetudine, non obbligatoria, era iniziata nel 931.

3.1128         Corrado di Hohenstaufen scende in Italia e, nonostante la scomunica, viene incoronato re a Monza e a Milano. Rimane coinvolto nelle lotte in Toscana

18.11.1129       Firenze conquista il castello di Vignale nel Chianti. Nel frattempo, prosegue la guerra fra Pisa e Genova ed altre guerre insanguinano il meridione e la Sicilia. Ruggero, arcivescovo di Pisa e Volterra, viene fatto prigioniera dai senesi. I costi delle guerre fanno indebolire le coalizioni. Ne trae vantaggio solo Firenze, che ha esteso il suo dominio fino ai confini di Siena e riesce ad ottenere per i Vallombrosani il convento di S.Donato. Per molti anni le campagne furono devastate la lotte locali.

1130         muore il margravio Corrado e gli succede Ramprettus, che però non si fa vedere in Toscana. I rapporti col margravio, infatti, erano diventati molto labili.

1133         l'elezione di papa Innocenzo II è contestata e la sua situazione a Roma è di pericolo. Non lo aiuta nemmeno la presenza a Roma dell'imperatore Lotario, che si forma solo per il tempo di ricevere l'incoronazione. Il papa preferisce spostare la sede pontificia a Pisa, dove rimane circa 2 anni, nei quali si prodiga per pacificare la Tuscia. Nomina vescovo di Pisa Attone, abate di Vallombrosa.

1135         i Peruzzi figurano come amministratori del convento di S.Felicita.

10.6.1135        il papa convoca un concilio di pacificazione. Partecipa anche Engelberto d'Istria, inviato del papa, forse margravio di Tuscia, ma senza potere ed i fiorentini, che alimentavano mire espansionistiche, si convinsero che non sarebbe stato loro di ostacolo.

10.1135       i fiorentini assaltano e distruggono il castello di Montegufoni, sulla strada per Volterra, in Val di Pesa, dove il Virginio si getta nella Pesa. Era degli Ormanni, che imponevano balzelli a chi passava. Durante il breve assedio, Ranieri Buondelmonti vide, nella sorte che aspettava gli Ormanni, anche il suo destino e decise di abbandonare il campo e correre a fortificare il suo Castello di Montebuoni, sulla Greve.

27.10.1135       i fiorentini, approfittando della defezione di Ranieri Buondelmonti, assaltano e distruggono il suo castello di Montebuoni. Non vengono toccate le proprietà di Montebuoni e dell' Impruneta. Viene solo imposto ai Buondelmonti di cedere i terreni di badia a Ripoli e di S.Bartolomeo in Ripoli alla gente del posto, nella chiara intenzione di rafforzarla, in opposizione ai signori. In questo stesso anno viene cacciato da Firenze il vescovo Goffredo, protetto dagli Alberti, malvisto e simoniaco, che era stato rimproverato perfino dal papa per le sue angherie nei confronti del convento di S.Felicita e della badessa Gasdia.

1136         lo pseudo-margravio Engelberto d'Istra tenta di recuperare una parte dei beni di Matilde ed occupa Fucecchio, ma venne subito dopo cacciato dai Lucchesi. Chiese aiuto agli Alberti ed ai Pisani, che lo aiutarono a riconquistare Fucecchio. Si formarono pertanto due schieramenti: gli Alberti, con Engelberto ed i pisani, i Guidi con Firenze ed i lucchesi.
L'imperatore Lotario marcia su Roma alla testa di un potente esercito, per confermare papa Innocenzo II e per combattere contro Ruggero, re di Sicilia, nell'Italia meridionale. Distrugge 3 castelli dei Guidi nel Mugello ed impone ai fiorentini di riprendersi il margravio Engelberto ed il vescovo Goffredo. Firenze e Lucca doverono pagare pesanti tributi in denaro, mentre Pisa, alleata dell'imperatore, gli mette a disposizione la flotta, che combatte vittoriosamente a Napoli, Amalfi e Salerno.
Quando Lotario, tradendo i pisani, firma una pace separata con Salerno, i pisani si accordano con Ruggero e rientrano a Pisa come suoi alleati. L'imperatore aveva perduto anche quest'ultimo appoggio in Toscana.
Lotario, nel rientrare verso Nord, senza aver conseguito nessun risultato utile, evitò Firenze e passò dal Mugello, dove le retrovie subirono numerosi agguati. I pochi assalitori catturati furono mutilati del naso e lasciati liberi, aumentando l'odio verso l'imperatore.

12.1136          l'imperatore guelfo Lotario muore in Tirolo, sulla strada del ritorno.

19.3.1138         si incontrano a S.Genesio i Consoli di Firenze, Lucca. Pisa e Siena per appianare le antiche controversie e per far fronte comune contro l'imperatore guelfo, se fosse stato eletto Enrico il Superbo, nipote di Lotario.
A sorpresa, il papa riuscì a fare eleggere imperatore Corrado III, già anti-re. L'imperatore non pareva interessarsi delle cose italiane e il margravio di Toscana perse qualsiasi importanza. Firenze potè riprendere la sua azione di conquista. Sapendo di non potere attaccare i nobili nei loro feudi lontani, li obbligavano a sottomettersi quando si impossessavano di territori vicini. è la prima volta che viene documentata la nomina di Consoli a Firenze.

4.6.1138         Firenze attacca Colle Val d'Elsa e sottomette gli Aldobrandeschi, che avevano il grosso dei loro possedimenti nel grossetano e a sud di Siena.

Il conte Ugo degli Aldobrandeschi deve umiliarsi in Firenze, prigioniero, Deve cedere in custodia, a titolo di pegno e riscatto delle sue colpe, tutti i suoi beni di Colle Val d'Elsa alla chiesa di S. Giovanni, che li amministrerà a favore del popolo fiorentino. In realtà si trattava di una vera e propria presa di possesso.

Ugo doveva costruire una casa in Firenze, su di un terreno che il comune gli avrebbe assegnato. Avrebbe dovuto prestare aiuto all'esercito fiorentino, se si fosse trovato nei suoi possedimenti.

13.8.1138          Goffredo vescovo di Firenze impone tasse insopportabili, provocando una rivolta del popolo. Il vescovo decreta l'interdetto contro tutta Firenze. Per 3 mesi non suoneranno le campane nè verranno celebrate messe.

15.6.1139         Una commissione di canonici del capitolo del duomo, preti ecc. costringe il vescovo Goffredo a firmare l'impegno di non imporre più tasse. Si fanno più frequenti le contese fra i consoli e i vescovi per l'amministrazione dei beni ecclesiastici. Pistoia fu, per questo, scomunicata e Firenze ricevette la visita di un Legato pontificio, per appianare le divergenze.

20.8.1139      si presenta a Firenze Ulrico di Attems, nuovo margravio della Tuscia, accompagnato da soldati tedeschi. Conferma al vescovo i privilegi concessi dal predecessore e diventa protettore degli interessi fiorentini.

1.1.1140         Ranieri vescovo di Siena, alla presenza del vescovo di Pistoia, riconsacra la chiesa battesimale di S.Agnese, a Poggibonsi, in territorio fiorentino, suscitando l'ira e la reazione di Firenze.

1141              dal testamento del proprietario di fondaco e prestatore su pegni Mariscotto Lisciarde, che lascia molte case e corti in città e importanti torri nel contado, apprendiamo che alla nobiltà si è affiancata anche la classe dei mercanti.

3.6.1141     l'esercito fiorentino, accompagnato dal margravio Ulrico, assedia Siena, sfonda a porta Camollia, incendiando le case e saccheggiando per tre giorni.

Diventando partigiano di Firenze contro Siena e di Lucca contro Pisa, il margravio contribuì a indebolire il potere imperiale in Toscana.

Nel contempo, Lucca impose gravose tasse a chi transitava sull'Arno a Fucecchio, Prato era in lotta contro Pistoia e, avendo accordato condizioni generose agli abitanti del contado che si trasferivano in città, si misero in urto con i parroci di campagnia, che protestavano contro quello, che loro consideravano un ingiurioso abuso. Le liti davanti al vescovo ed al pontefice erano innumerevoli. L'abate di Cluny ebbe a scrivere della Toscana del tempo: "nelle città, nei castelli, nei borghi, nei villaggi, sulle vie maestre sono ladri e assassini e le chiese sono lasciate in balia ai profanatori del tempio".

1143         scoppia la guerra dei fiorentini contro Guido Guerra. La causa remota era ancora la divisione dell'eredità cadolingia, che vedeva contrapposti i Guidi e gli Alberti.

I fiorentini conquistano il castello di Cuona, sopra Pontassieve, distruggono il convento di monache di Rosano. Assediarono, senza riuscire ad espugnarlo, il castello di Monte di Croci, sopra le Sieci, dove si era asserragliato Guido Guerra.

Ritentano poco dopo un colpo di mano, scalando le mura del castello in una notte di tempesta, ululando come i lupi per spaventare le guardie. L'unico effetto che ottennero fu quello di svegliare tutta la guarnigione che li ricacciò. Guido Guerra trovò l'appoggio di Siena, Lucca, Pistoia e Arezzo. Firenze potè contare solo su Pisa, stranamente in pace con Genova.

6.1144         i pisani soffrono una pesante sconfitta per mano di Lucca e di Pistoia, che conquistano Massa, Viareggio e la Val di Nievole. Maggior fortuna ebbero i fiorentini, che vinsero vari combattimenti con i lucchesi. Le scaramucce proseguirono fra tutti i contendenti, con alterne fortune e con molti prigionieri, il che faceva accrescere l'odio accumulato.

15.2.1145       viene eletto papa Eugenio III, pisano, abate di un convento romano. Si insedia in Laterano, ma non può raggiungere S.Pietro, avendo la strada sbarrata dal popolo inferocito, perchè il papa non vuole riconoscere la costituzione repubblicana di Roma. Il papa si rifugia a Viterbo, mentre il popolo, infiammato da Arnaldo da Brescia, saccheggia i palazzi dei nobili e depone il prefetto, unico rappresentante imperiale a Roma.

13.7.1145         i fiorentini tentano un nuovo, infruttuoso assalto al castello delle Sieci di Monte di Croce di Guido Guerra. Ne approfittano i senesi, che conquistano il castello di Radicofani e saccheggiano terre fiorentine. Sulla strada del ritorno, vengono assaliti dai fiorentini che li sbaragliano alle porte di Siena, riprendendosi il bottino.

25.12.1145        Eugenio III può ritornare in S.Pietro, avendo riconosciuto la repubblica romana. Viene reinsediato anche il prefetto imperiale. Bandisce la crociata, alla quale parteciperà anche Cacciaguida, antenato di Dante, re Luigi VII di Francia, Guido Guerra, il cardinale fiorentino Guido, come legato pontificio. La crociata finirà in un fallimento.

3.1146         Eugenio III riparte per Viterbo, poi si reca in Francia, dove resterà 2 anni, mentre il re Luigi VII andrà in crociata.

23.6.1146        Firenze ripone sotto assedio Monte di Croce, con molte catapulte, ma sopraggiunge Guido Guerra con i rinforzi e sbaraglia le truppe fiorentine.

24.4.1147       domenica delle Palme. Finalmente i fiorentini conquistano Monte di Croce alle Sieci ma accettano di non distruggerlo completamente.

7.1148         i fiorentini bruciano e radono al suolo il castello di Monte di Croce, per rivalsa contro i conti Guidi, che stavano stringendo alleanze contro Firenze con Vinci e Pistoia.

8.1148         Eugenio III, offeso per la distruzione del castello di Guido Guerra, che era in crociata, scaglia l'interdetto su tutto il territorio di Firenze, esclusi i possedimenti dei Guidi e dei loro alleati. Durerà quasi 6 anni, senza preoccupare eccessivamente i fiorentini, che non stimavano il papa pisano, esule in Francia, con Roma infiammata dalle predicazioni repubblicane di Arnaldo da Brescia.

4.1149         Pisa conclude una pace di 20 anni con Genova e abbandona l'alleanza con Firenze, che si allea con Lucca. Proseguono le battaglie e le scaramucce in tutta la Toscana.

5.1149          l'imperatore Corrado rientra dalla crociata e progetta una spedizione in Italia contro Ruggero di Sicilia, basata sulla flotta pisana. Pisa accetta in cambio dell'umiliazione dei lucchesi e dei fiorentini.

22.2.1150       un esercito di Fiorentini, Lucchesi, Pistoiesi e nobili della Val di Nievole assediano il castello pisano di Vorno, di proprietà dei Soffredi, edificando 3 controcastelli. Dopo 8 mesi di assedio, convincono i Soffredi a vendere il castello per l'iperbolica cifra di 5000 libbre lucchesi e lo radono al suolo.

1150 circa.         Un prete della pieve di Signa, colpito dalla ballata di un giullare vagante fiorentino, ne trascrive il testo sull'unico foglio disponibile: al termine del martirologio della sua chiesa. Questo testo rappresenta l'unico esempio di quel genere di canzioni e il più antico saggio di idioma fiorentino. Il codice si trova alla biblioteca Laurenziana. Inizia con le parole "Salva lo vescovo...".

1151         sotto la guida del podestà Scudacollo, Siena ricostruisce le proprie mura e sottomette i territori di Ugolino dell'Angherdesca in Chianti e nella Val d'Elsa ed il castello di S.Giovanni in Asso. Costringe Grosseto ad un'alleanza. Guido Guerra infligge perdite ai lucchesi. I legati dell'imperatore non riescono a tranquillizzare Lucca e Firenze, essendo chiaro che l'imperatore ha bisogno della flotta pisana e che tenta i tutti i modi di favorire Pisa.

15.2.1152         muore l'imperatore Corrado e sale sul trono di Germania il nipote Federico I di Hohenstaufen (Barbarossa), che nomina margravio di Tuscia, duca di Spoleto, principe di Sardegna e margravio della Corsica lo zio Guelfo, che aveva simpatia per Firenze, dovendo contrastare le mire di Pisa su Corsica e Sardegna.

Pisa viene indebolita anche da un trattato commerciale fra Lucca e Pisa, che esclude dai trasporti lucchesi le navi pisane.

Firenze aveva conquistato la simpatia di Guelfo inviando un prezioso omaggio in contanti.

Nel frattempo, Guido Guerra ricostruiva il castello di Monte di Croce e i fiorentini lo distruggevano sistematicamente. La cosa finì nel 1227, quando i fiorentini comprarono il castello e lo dettero al vescovo.

1153         viene fusa la campana maggiore di S.Pietro a Gropina

8.7.1153         muore Eugenio III e viene eletto Anastasio IV, che dura solo 16 mesi, riconosce la costituzione repoubblicana di Roma e si occupa solo di questioni religiose.

2.1154         termina l'interdetto contro Firenze.

è di questo anno la prima traccia di giurisdizione cittadina con 2 o 3 "consules justitiae", eletti ogni mese (poi ogni 2 mesi), che dovevano amministrare la giustizia. Veniva esautorato così l'imperatore da una delle sue prerogative, che riotterrà saltuariamente. I fiorentini tentano di conquistare il castello di Carmignano, ma Guido Guerra, con l'aiuto dei pistoiesi, li sconfigge.

1154         Bolla di Anastasio IV. La chiesa di S.Donato in Polverosa viene presa sotto la protezione della Sede Apostolica. Era tenuta dai monaci Agostiniani dell'Ordine Portuense. Priore: Piero. Risulta che fosse ospedale per i pellegrini.

5.12.1154         muore Anastasio IV e viene eletto Adriano V, inglese, che si pronuncia subito contro la repubblica romana e lancia l'interdetto su Roma. I romani, spaventati, cacciano Arnaldo da Brescia.

1.1155         Federico Barbarossa ha iniziato la spedizione in Italia e manda l'ordine di pacificazione in Toscana, ripristinando le tasse sul commercio vigenti all'epoca matildina. In realtà si giunse solo ad una tregua.

5.1155         Federico Barbarossa, alla testa del suo esercito e con Guido Guerra, varca l'Appennino e circonda Firenze, devastandone le campagne, ma non gli viene consentito di entrare in città.

18.6.1155          Federico Barbarossa viene incoronato imperatore in S.Pietro, ma deve ritirarsi subito a Frascati, sia per il calore sia per la sollevazione dei romani. Guido Guerra viene spedito in Puglia per assicurarsi aiuti contro Ruggero di Sicilia. Al ritorno, si ferma a Spoleto come ospite, ma gli spoletini, istigati da Firenze fanno prigioniero lui e tutto il suo seguito.

27.7.1155          Federico Barbarossa si presenta alle porte di Spoleto e pretende la restituzione di Guido Guerra e degli altri ostaggi, più un tributo. Gli spoletini rifiutano la liberazione degli ostaggi e tentano di pagare il tributo con monete false. In 6 ore il Barbarossa conquista Spoleto, che verrà distrutta, data alle fiamme e quasi tutti gli abitanti uccisi.

Il Barbarossa tornò in Germania, ripromettendosi di tornare in Italia per sottometterne i popoli.

Contemporaneamente, Firenze conquista e rade al suolo il Castello di Guido Guerra a Marturi, a Poggibonsi, in territorio fiorentino. Ne consegue una coalizione fra Guido Guerra, Siena e il papa: Guido Guerra regalò al papa il Podium Bonizi (colle di Poggibonsi), dove i senesi avrebbero edificato una città. Una bolla di Adriano IV concede al vescovo di Siena la facoltà di costruire una chiesa, provvederla di preti ed esercitare i diritti di supremazia spirituale su tutti colore che vi immigrassero dal senese. Venivano così indebolite contemporaneamente le posizioni di Firenze e del suo vescovo.

9.4.1156          Poggibonsi, ormai edificata e fortificata, respinge un assalto dei fiorentini. Chi passava sulla via fra Firenze e Siena doveva pagare un pedaggio a Poggibonsi.

3.12.1156      consapevole che solo Firenze aveva lo forza e l'animo di proteggerlo eventualmente contro Federico Barbarossa, Adriano IV annulla tutte le concessioni fatte a Siena ai danni di Firenze. I senesi, certi che i fiorentini avrebbero dato battaglia, obbligano i signori, proprietari di castelli nel senese, di giurare aiuto militare in caso di conflitto. Ranuccio di Staggia è obbligato a giurare, ma non è contento di doversi trovare circondato dai senesi ed in obbligo con loro. Si accorda segretamente con i fiorentini e diventa capitano del loro esercito.

1157         viene istituita l'Opera di S.Giovanni, con il compito di reperire i fondi e curare l'ultimazione delle decorazioni del Battistero Le chiese, edificate con denaro pubblico, erano state affidate alla Chiesa, che istituì le Opere per la manutenzione e la custodia. L'Opera di S.Giovanni aveva anche il compito di custodire il Carroccio, mentre l'asta e la bandiera venivano conservate in Battistero. Il carro era riccamente addobbato, agli angoli aveva 4 leoni intagliati. Una armatura sosteneva la campana. La bandiera era rossa e bianca, di seta. In cima all'asta una mela d'oro sovrastata da un ramo di palma e da un ramo d'ulivo. I buoi avevano un drappo rosso e di rosso erano vestiti i loro guardiani. Si battezzano bambini col nome Carrocci, Carracci ecc.

11.4.1157     durante un eclisse solare muore Guido Guerra. Prende il suo posto la sorella Sofia, che riuscì a stipulare una pace con Firenze.

1158         i fiorentini armano un forte esercito e muovono alla conquista del castello di Strove, fra il fiume Staggia e Monte Maggio. L'esercito senese li attende in posizione favorevole, sulle pendici del Monte Maggio sopra Badia dell'Isola. Il capitano fiorentino Ranuccio di Staggia, vista la posizione favorevole dei nemici ed il loro numero, giudica che sono pochi rimasti a difendere Siena, dove ordina ai suoi di precipitarsi. I senesi, presi alla sprovvista, si sbandano e corrono disordinatamente verso Siena. Alle porte della città vengono sconfitti e 1.700 fatti prigionieri. I fiorentini non entrarono nelle mura, limitandosi a offendere i difensori. Rientrati a Firenze, in piazza del duomo consacrarono i prigionieri a S.Giovanni Battista e li lasciarono ripartire liberi. Furono aboliti i consoli e conferiti a Ranuccio di Staggia poteri dittatoriali. I senesi distrussero il castello di Ranuccio e giurarono vendetta contro di lui e contro i suoi figli. Firenze, morto Guido Guerra, inizia a modificare, in senso favorevole, il suo atteggiamento verso Federico Barbarossa.

14.8.1158          Federico Barbarossa riesce ad ottenere la pacificazione generale della Toscana, avendo bisogno di rinforzi nell'assedio di Milano.

7.9.1158         Milano cede e gli alleati toscani possono rientrare a casa. La sconfitta di Milano fece capire ai Lombardi ed ai Toscani quale poteva essere la loro sorte di comuni liberi. Infatti, nella dieta di Roncaglia, riunita dal Barbarossa subito dopo la vittoria, vennero riconfermati tutti gli onerosi privilegi di epoca longobarda, comprese tutte le tasse soppresse, insopportabili adesso che i commerci fiorivano. Nelle città veniva imposta sia l'autorità imperiale che quella marchionale, con duplicazione delle imposte. Federico Barbarossa, fidando unicamente sulla forza, non seppe vedere i mutamenti che erano intervenuti nel frattempo nelle città italiane. Genova e Pisa rifiutarono di trasportare i legati imperiali in Corsica e in Sardegna e fortificarono le loro mura. Il papa Adriano IV comprese che doveva essere posto un freno alle ambizioni imperiali.

7.9.1159         muore Adriano IV. I suoi seguaci nominarono Alessandro III, mentre il partito imperiale Vittore IV. Scontri armati costringono Alessandro III a ritirarsi a Terracina, sotto la protezione del re normanno Guglielmo e lasciando Roma al concorrente imperiale Vittore IV

5.2.1160         Federico Barbarossa indice il concilio di Pavia, al quale non si presenta Alesandro III nè i cardinali suoi fedeli. In questo concilio, composto solo da 50 vescovi tedeschi, venne proclamato papa Vittore IV, scatenando riprovazioni timorose del potere imperiale. il vescovo di Pisa, che gode del favore di Guelfo, margravio di Tuscia, rifiuta di giurare fedeltà a Vittore IV, come pure Giulio, vescovo di Firenze.

20.3.1160          Federico Barbarossa a S.Genesio, fra Fienze e Lucca, convoca una dieta alla presenza di tutti i rappresentanti toscani. Pisa prestò subito giuramento, mentre Firenze e Pistoia presero tempo, perchè nel frattempo erano scoppiati tumulti fra le opposte fazioni.

1.3.1162         Milano, che aveva osato ancora una volta muovere contro l'imperatore, viene umiliata. Il Barbarossa, da Pavia, ordina la distruzione completa di Milano, di cui non rimase in piedi pietra su pietra di mura, case, torri e chiese.

6.4.1162         Federico Barbarossa, grato per l'aiuto prestato dai pisani nella guerra contro Milano, concede a Pisa tutta la costa che va da Porto Venere a Orbetello, quindi il monopolio di tutti i traffici marittimi dell'entroterra. Inoltre, nessuna imposta o tassa poteva essere fatta pagare ai mercanti pisani in qualsiasi parte dell'impero. In caso della conquista della Sicilia, Pisa avrebbe avuto la signoria della metà di Palermo, Messina, Salerno e Napoli e di tutta Gaeta. In ogni altra città conquistata avrebbero avuto una strada per poter aprire un fondaco. L'imperatore promise ai pisani anche aiuto in caso di conflitto con il margravio Guelfo, che si trovava ad essere destituito da qualsiasi autorità. Il documento è datato "dopo la distruzione di Milano". Effetto immediato dell'accordo coi pisani fu il mutato atteggiamento di Genova, che si affrettò a riconciliarsi con l'imperatore. Pisa si affretta a mandare truppe alla conquista dei territori assegnati. Guglielmo di Sicilia fa imprigionare tutti i pisani residenti nel suo regno. A Costantinopoli si fronteggiano 1.000 mercanti pisani e 300 genovesi, che hanno la peggio, vengono spogliati di tutto e devono tornare a Genova.

Continua.....

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