
Cos’è la TARI e come si struttura il pagamento (www.cronologia.it)
La stagione della dichiarazione dei redditi è un momento cruciale, e quest’anno sarà possibile visualizzarla precompilata.
Tra le domande più frequenti, una riguarda la possibilità di utilizzare i crediti Irpef per compensare il pagamento della TARI, la tassa sui rifiuti. Questo articolo esplorerà come funziona questa compensazione, i requisiti necessari e le modalità di pagamento.
La TARI, acronimo di Tassa sui Rifiuti, è stata introdotta nel 2014 per sostituire i precedenti tributi locali, come TARSU, TIA e TARES. Essa ha l’obiettivo di coprire i costi dello smaltimento e della gestione dei rifiuti urbani. L’ammontare della TARI varia a seconda della superficie dell’immobile e del numero di occupanti. I Comuni stabiliscono le scadenze per il pagamento, che generalmente ricadono a fine aprile, fine luglio e fine dicembre. È fondamentale che i contribuenti controllino gli avvisi di pagamento inviati dai propri comuni per rispettare le scadenze.
Credito Irpef e compensazione con la TARI
Molti contribuenti si interrogano se sia possibile utilizzare un credito Irpef per compensare la TARI. La risposta è affermativa. Se un contribuente ha un credito Irpef derivante dalla sua dichiarazione dei redditi, può utilizzarlo per ridurre o estinguere il debito TARI. Questa opzione può rivelarsi particolarmente vantaggiosa per chi affronta difficoltà di liquidità e desidera evitare ritardi nei pagamenti.
Come funziona la compensazione
La compensazione avviene attraverso il modello F24, un documento utilizzato per il pagamento di tributi e contributi. Nel modello F24, il contribuente può indicare il debito TARI e il credito Irpef, compensandoli. È importante notare che la compensazione è ammessa solo se il Comune consente il pagamento della TARI tramite modello F24. Se il saldo finale risulta pari a zero, il pagamento deve essere effettuato esclusivamente attraverso i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
I requisiti per la compensazione
Per poter utilizzare il credito Irpef in compensazione, il contribuente deve verificare che il credito sia stato già riconosciuto dall’Agenzia delle Entrate. Inoltre, è necessario che il credito derivi dalla dichiarazione dei redditi modello 730 o dal modello Redditi Persone Fisiche. La compensazione può avvenire non solo con l’Irpef, ma anche con altri tributi, come un credito IVA, sempre che si tratti di crediti già approvati.

I contribuenti hanno diverse opzioni per il pagamento della TARI:
- Bollettino postale: Ogni Comune invia un bollettino postale direttamente al domicilio del contribuente.
- Domiciliazione bancaria: È possibile impostare un addebito diretto sul proprio conto corrente.
- Modello F24: Questa modalità consente di compensare crediti e debiti erariali, incluso il credito Irpef.
Se si opta per il pagamento tramite modello F24, è essenziale indicare correttamente il codice tributo TARI, che è 3944, per garantire una corretta registrazione del pagamento.
Attenzione al saldo zero
Un aspetto importante da considerare è che se, a seguito della compensazione, il saldo del modello F24 è pari a zero, il pagamento deve necessariamente essere effettuato tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. Per accedere a questi servizi, i contribuenti possono utilizzare le credenziali di accesso come CIE (Carta d’Identità Elettronica), SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi).
Vantaggi della compensazione
Compensare la TARI con il credito Irpef può offrire diversi vantaggi. In primo luogo, consente un recupero più rapido dei fondi, evitando lunghe attese per i rimborsi fiscali. Inoltre, è una soluzione utile per chi si trova in difficoltà economiche, permettendo di gestire meglio le spese domestiche. Infine, l’utilizzo del modello F24 per la compensazione semplifica il processo di pagamento, poiché consente di gestire più tributi in un’unica operazione.