HIROSHIMA: THE DAY AFTER



Hiroshima, un tramonto di morte

l'alba del giorno dopo....distruzione totale, gli abitanti volatizzati

Bis a Nagasaki


Nagasaki


sotto, com'era prima, com'era dopo

A cura di Marchi Gregorio


Dall’atomo…

E’ la parte più piccola di un elemento che conserva immutate le proprie caratteristiche attraverso qualunque reazione chimica. L'atomo può considerarsi costituito da un nucleo centrale, formato da un certo numero di protoni (particelle con carica elettrica positiva) e di neutroni (particelle elettricamente neutre), e recante quindi una carica positiva, attorno a cui ruotano tanti elettroni (particelle con carica elettrica negativa di valore uguale a quella del protone) quanti sono i protoni del nucleo, in modo che il sistema sia elettricamente neutro. Il primo tentativo di descrivere la struttura dell'atomo si deve a J.J. Thomson, che immaginò l'atomo come una sfera fluida carica positivamente, all'interno della quale si muovevano gli elettroni. Rutherford, invece, avanzò nel 1911 l'idea che gli atomi fossero costituiti da un nucleo centrale, puntiforme rispetto alle dimensioni dell'intero atomo e in cui fosse concentrata tutta la massa, carico positivamente, intorno al quale si movevano gli elettroni. Il modello planetario di Rutherford era però in contrasto con l'elettrodinamica classica. Le discordanze riscontrate nel modello di Rutherford imponevano un nuovo modello. Bohr (1922) propose un nuovo modello che, mantenendo valida la struttura a nucleo centrale ed elettroni periferici, si fonda su due postulati:
1) l'elettrone può percorrere solo certe orbite sulle quali non si verifica perdita di energia per irraggiamento;
2) l'emissione o l'assorbimento di energia sotto forma di radiazione avviene rispettivamente quando l'elettrone passa da un'orbita a un'altra più interna o più esterna.
Le orbite permesse sono individuate da un numero intero n, detto numero quantico principale o totale, che può assumere i valori 1, 2, 3,~ In seguito, Sommerfeld estese la teoria di Bohr considerando il caso di orbite ellittiche. La validità del modello di atomo di Bohr-Sommerfeld era però limitata all'atomo di idrogeno. Per superare questo limite, fisici illustri come L. de Broglie, E. Schrödinger, P. A. Dirac, M. Born, W. Pauli e W. Heisenberg (tutti insigniti del premio Nobel) tra il 1920 e il 1930 impressero alle ricerche sull'atomo orientamenti che dovevano rivoluzionare la fisica.

Nel 1923 L. de Broglie avanzò l'ipotesi che a ogni particella materiale in movimento potesse essere associata un'onda. Le prove sperimentali degli aspetti ondulatori delle particelle che componevano l'atomo erano incompatibili con le leggi e i principi della fisica classica; si dovette quindi elaborare una nuova meccanica, valida a livello atomico e subatomico: la meccanica quantistica. Lo stato di un elettrone viene, nella nuova meccanica, descritto dalla funzione y, detta funzione d'onda (Schrödinger). Il quadrato del modulo di questa funzione indica la probabilità che ha l'elettrone di essere presente in un dato punto dello spazio. Questa descrizione probabilistica non consente di rappresentare l'atomo secondo un preciso schema spaziale: esso può solo essere raffigurato da un nucleo circondato da una nube elettronica. Le equazioni della meccanica quantistica vengono risolte senza particolari difficoltà nel caso dell'atomo di idrogeno, ma aumentando il grado di complessità del sistema atomico le equazioni diventano talmente complicate che si rivelano insolubili. Occorre allora introdurre approssimazioni fisiche che consentano di semplificare il problema, ed è quanto è stato fatto verso il 1930 con l'elaborazione di particolari modelli atomici quali il modello di Hartree-Fok, utilizzato per lo studio degli atomi leggeri, e il modello di Thomas-Fermi, valido per gli atomi pesanti con un gran numero di elettroni.

…alla sua rottura

La fissione nucleare è un particolare processo per cui si ha la trasformazione di materia in altra materia più energia. Nel caso, per esempio, dell’uranio (U235) esso viene spaccato in due frammenti, più o meno delle stesse dimensioni, e in due o tre neutroni secondari. Sia i frammenti sia i neutroni così prodotti hanno un’elevata velocità, possiedono pertanto energia cinetica. I frammenti prodotti dalla fissione sono nuclei di atomi radioattivi, il cui numero atomico è circa la metà di quello dell’uranio. Si può dimostrare che il peso complessivo dei prodotti della fissione è minore di quello iniziale del nucleo di uranio più il neutrone: si ha cioè la perdita di una certa quantità di materia.

Fino ad allora erano noti due principi di conservazione; uno riguarda la materia e può essere così enunciato: in un sistema chiuso, che non può né cedere né ricevere materia dall’esterno, la quantità di materia in esso contenuta rimane costante. L’altro principio riguarda l’energia: in un sistema chiuso, che non può scambiare energia con l’esterno, la somma delle varie forme di energia presenti rimane costante.Una rivoluzionaria conseguenza della teoria della relatività di Einstein è che questi principi non sono più separabili in quanto è possibile trasformare la materia in energia e l’energia in materia secondo la relazione: E = mc2: in un sistema isolato, che non può scambiare né materia né energia con l’esterno, si mantiene costante la quantità totale di materia più energia.Il fenomeno della fissione costituisce un’importante verifica della relazione di equivalenza fra materia ed energia. Eseguendo il calcolo troviamo che l’energia prodotta da 1/1000 di grammo di materia è E = 9 x 1010 J. Abbiamo visto che con la fissione si producono due o tre neutroni secondari. Questo fatto è molto importante perché rende possibile lo stabilirsi di una reazione a catena, cioè i neutroni prodotti da una fissione possono, a loro volta, produrre altre fissioni. Quando la reazione a catena non è controllata e l’uranio è in quantità superiore a un certo valore critico, il fenomeno diventa esplosivo: è quello che accade in una bomba atomica.

Energia Relativistica
Analizziamo ora una delle equazioni più famose e ricordate della fisica moderna

Questa, che prende il nome di Equazione relativistica per l'energia, rappresenta una nuova legge per l'energia cinetica di una particella

che si muove con velocità v. Sviluppando l'equazione otteniamo
L'espressione risulta così costituita da due termini. Il primo dipende dalla velocità v del corpo mentre il secondo è indipendente da essa e pertanto prende il nome di
energia di riposo o di quiete. Questa legge sembra discostarsi molto dalla classica equazione per l'energia cinetica ma in realtà, quando v è molto minore di c, le due equazioni si assomigliano. Usando la formula di Mac-Laurin-Taylor (considerando come variabile del polinomio v/c e fermandoci alla derivata seconda) otteniamo la seguente approssimazione per y
Con una semplice sostituzione nella prima

otteniamo l'equazione classica per l'energia cinetica


L'identificazione del termine E=m0c2 come energia di riposo non è solo una convenzione. Gli studi e gli esperimenti odierni hanno mostrato che la conversione dell'energia di riposo in energia cinetica, con una corrispondente perdita di massa, è un fenomeno che si verifica comunemente e continuamente nel decadimento radioattivo e nelle reazioni nucleari.

“Noi non abbiamo paura della bomba”
by I giganti

Dal punto di vista scientifico, il tutto parte dalle scoperte di Einstein riguardo la trasformazione di materia in energia (la famosa legge E=mc2) e l’applicazione pratica di tali scoperte grazie a Fermi con la realizzazione dell’omonima pila atomica. Poi la scienza militare ci ha messo poco a sviluppare uno strumento di morte ad altissimo potenziale. Esteticamente non è molto dissimile da una bomba qualunque ed ha anch'essa gli alettoni equilibratori. È un cilindro di 80 cm di diametro, lungo 3,28 m e pesa complessivamente 4400 Kg. La carica nucleare è di appena 62,3 Kg. di Uranio 235, scomposta in quattro parti uguali che sono tenute scrupolosamente separate e isolate. Solo all'ultimo momento quattro detonatori provvedonoo a scagliarle l'una contro l'altra alla velocità di 1500 metri al secondo, affinché formino la massa critica, cioè la quantità minima di materiale radioattivo necessario per l’innesco della fissione.

La bomba impiegò 43 secondi per cadere dal B-29 che l’aveva lanciata e centrare l’obiettivo. Il corpo centrale era circondato da piccoli fori da cui uscivano alcuni cavi di collegamento che vennero strappati al momento del lancio: questa manovra aveva azionato il dispositivo a orologeria del suo primo sistema di innesco. Accanto alle alette stabilizzatrici, poi, c’erano delle antenne radio che servivano per calcolare quanti metri mancavano all’impatto col suolo. A circa 580 metri di altezza giunse l’ultimo segnale di ritorno. L’altezza ideale si era calcolato fosse di poco meno di 610 metri. Un impulso elettrico avrebbe fatto brillare un certo quantitativo di cordite, producendo un’esplosione di normale artiglieria. A quel punto una piccola parte dell’uranio totalmente purificato sarebbe stata sospinta in avanti, attraverso la canna di un’arma da fuoco. Il primo segmento d’uranio si spostò di circa 1,20 m, per poi scontrarsi con la massa di uranio rimanente dando luogo alla reazione a catena. Tale reazione passò attraverso 80 “generazioni” di duplicazioni prima di concludersi. Alla 79a ogni azione di E=mc2 ebbe termine. Non scomparve altra massa né si formò nuova energia. L’energia cinetica dei nuclei venne semplicemente convertita in calore.

 

Come ci si è arrivati?

LA GERMANIA
I tedeschi erano animati da uno spirito ben diverso da quello americano: avevano una fede cieca in tutto ciò che c’era di nuovo: strade, automobili, macchinari e, perché no, conquiste.
La ricerca nel campo della distruzione atomica aveva ormai raggiunto un livello che si poteva ottenere il massimo con il minimo sforzo. La figura più importante della ricerca tedesca era Heisenberg, diffamato e perseguitato, però, dal settimanale delle SS per scarso patriottismo. In seguito ottenne protezione da Himmler a patto che disapprovasse pubblicamente Einstein e gli altri fisici ebrei. Nel dicembre del 1939 Heisenberg aveva già elaborato la prima parte di uno studio sulla bomba atomica.
I primi test ebbero luogo a Berlino presso la “casa dei virus”. I quantitativi di uranio erano facilmente reperibili, dato che la Germania aveva conquistato la Polonia. Per far avvenire la reazione, però, era necessario un moderatore di velocità per i neutroni: l’acqua pesante: si predisposero, quindi, dei laboratori a Lipsia. Quando tutto fu pronto, si chiusero l’acqua pesante e l’uranio in una sfera di materiale con un foro sul fondo in cui era inserito del materiale radioattivo che avrebbe rilasciato i neutroni. Nei primi milionesimi di secondo, secondo Heisenberg, sarebbero avvenute circa 2000 esplosioni, poi 4000,8000 e così via. L’uranio utilizzato, però, non era abbastanza puro da innescare la reazione.
Lavorare l’uranio in modo da renderlo utilizzabile era inoltre una procedura complessa, senza contare che si produceva una polvere dannosissima per gli operai, problema però facilmente risolvibile facendo lavorare i deportati dei campi di sterminio. Nel 1942 l’esperimento ebbe infine successo. Einstein ne ebbe notizia ed avvertì Roosevelt, che però non lo ascoltò. Altro problema per la costruzione della bomba tedesca era la forma da dare all’uranio. Quella migliore era certamente la sfera, ma Heisenberg scelse dei fogli piani, per semplicità di calcoli. Ora si trattava solo di aspettare che il materiale necessario per la bomba fosse prodotto ed in questo erano avvantaggiati i tedeschi, visto che gli USA erano reduci della Grande Depressione.

GLI STATI UNITI
Prima di procedere al progetto della bomba atomica, si sarebbe dovuto costruire un enorme reattore, accanto ad un grande fiume dove riversare l’acqua del sistema di raffreddamento.; ci sarebbe stato bisogno di fabbriche estese migliaia di metri quadrati per filtrare le nubi tossiche di uranio. Groves, direttore del centro di ricerche a Los Alamos, nonché del progetto Manhattan, riuscì a realizzare tutto questo a tempo di record, per l’aprile del 1943. Oppenheimer fu scelto come coordinatore delle ricerche. Egli reclutò per primi gli scienziati più anziani e famosi: i giovani vi si unirono presto.
In America, comunque, si stavano costruendo due bombe distinte. Un gruppo, guidato da Lawrence, nel Tenessee, aveva adottato un approccio brutale, tentando di estrarre la componente più esplosiva dell’uranio naturale. Gli scienziati dell’altro gruppo, nello stato di Washington, avevano adottato un approccio più sottile. Erano partiti dall’uranio comune, sperando di convertirlo in un elemento completamente nuovo: il PLUTONIO.

Al Pentagono Lawrence e il suo gruppo del Tennessee piacevano, ma alla fine risultò che il progetto di Washington, gestito da stranieri, aveva ottenuto i migliori risultati: gli scienziati del primo gruppo, infatti, avevano ottenuto uranio purificato sufficiente per riempire solo una busta. Lo staff di Los Alamos, però, si rese anche conto che il plutonio prodotto sarebbe stato inutilizzabile perché sarebbe esploso fin troppo facilmente. A questo punto Oppenheimer intuì che l’unico modo per utilizzare questo materiale era usarne una massa a bassa densità, che non sarebbe esplosa. Però, poi, vi si sarebbe dovuto avvolgervi intorno dell’esplosivo da far scoppiare nello stesso istante. In questo modo il plutonio sarebbe collassato verso l’interno così velocemente da non disperdersi prima di scoppiare.
Intanto la situazione stava precipitando: il 21 agosto del 1943 arrivò un dispaccio:

".... è possibile che i tedeschi…abbiano, poniamo, una produzione di due gingilli al mese. Ciò metterebbe la Gran Bretagna in una situazione estremamente grave ma ci sarebbe la speranza di una nostra risposta…a patto che il nostro programma…venga drasticamente accelerato.

Con l’arrivo di Bohr a Los Alamos, giunsero voci secondo le quali il potente ciclotrone dell’istituto di Copenaghen sarebbe stato portato in Germania e con esso si poteva produrre plutonio. Inoltre le fabbriche tedesche avevano iniziato a produrre acqua pesante. Fu il trasporto di questa sostanza, insomma, la ragione che spinse gli Americani ad affondare, il 20 febbraio del 1944 alle 10.45, un traghetto partito da Vemork e diretto alle coste tedesche.
Fu solo, però, nell’agosto del 1945 che i lavori vennero completati. In precedenza, sempre nel 1945 le armate alleate in avanzamento avevano trovato intere fabbriche con file e file di aviojet e aviorazzi. L’affondamento del traghetto dell’anno precedente aveva garantito che solo una piccolissima parte dei progetti atomici tedeschi fossero portati a termine.

Oggi si sente spesso ripetere che il bombardamento atomico del Giappone era giustificato in quanto l’unica alternativa sarebbe stata un’invasione. Ma all’epoca il quadro della situazione non sembrava così chiaro. Il grosso delle truppe giapponesi non rappresentava un problema per gli USA: era bloccato in Cina dai sottomarini americani che ne impedivano la traversata verso la madrepatria e minacciato dal peso delle truppe sovietiche. La maggior parte della capacità industriale giapponese era finita in fumo.
MAC ARTHUR non pensava si sarebbe arrivati ad un’invasione,
il capo dello stato maggiore, LEAHY disse che non c’era stata alcuna necessità di usare la bomba.
EISENHOWER, poi si opponeva fermamente per due ragioni:
1) i Giapponesi erano pronti alla resa.
2 )non voleva usare per primo un’arma così terribile.

Il più influente consigliere di Truman, Byrnes, però, era a favore del suo utilizzo.
Oppenheimer accettò questa decisione, anche se parta di lui continuava a nutrire qualche dubbio.
Americani ed Inglesi con due grandi battaglie aeronavali avevano iniziato l’accerchiamento del Giappone. Ma la casta militare giapponese ed un fanatismo di tipo razziale li spingevano a non arrendersi. Anzi i giovani piloti addestrati al suicidio, i “Kamikaze” si gettavano con i loro aerei contro le navi americane per affondarle. Il 26 luglio gli Alleati inviano un ultimatum al Giappone per una resa incondizionata. Ricevuto il rifiuto come risposta il presidente americano Truman ordinò di sperimentare una nuova arma: la bomba atomica che fu sganciata il 6 agosto su Hiroshima e il 9 agosto su Nagasaki.

E un nuovo sole si accese nel cielo

(vedi qui la cronaca di questi attimi)

Il colonnello Tibbets, comandante del B-29 <<Enola Gay>>, guidò l’apparechio a 8000 metri d’altezza, verso il centro della città di Hiroshima. Nello spazio riservato al carico, l’armiere, il maggiore Farabee, mise in funzione il meccanismo di sganciamento della bomba.
Poi mirò il bersaglio.
La bomba cadde.
Con un miagolio infernale il mostro precipitò giù.
Gli uomini dell’ “Enola Gay” inforcarono subito, secondo gli ordini ricevuti, neri occhiali protettivi davanti ai vetri della maschera per l’ossigeno. Nessuno di loro sapeva a quale scopo dovevano servire questi occhiali. Nessuno di loro sapeva cosa sarebbe accaduto il minuto successivo. Eseguivano soltanto un ordine preciso.
Ed aspettarono, con le membra così irrigidite da parere insensibili. Tendevano l’orecchio, e credevano di sentire l’urlo della bomba che precipitava. Ma era soltanto il pulsare del loro stesso sangue. E tutti guardavano fissi nel vuoto, senza vedere, con i volti impietriti dal presentimento di una catastrofe ancora mai vista sulla faccia della terra.

Per quanto forte battesse il polso del collonnello Tibbets, il suo orologio seguitava indisturbato a scandire il tempo con le sue rotelline; un secondo dietro all’altro si trasformavano in passato. Le lancette segnarono le otto, quattordici minuti e trentacinque secondi.
Alla bomba era attaccato un paracadute che, per mezzo di un apparecchio appositamente studiato, si aprì com’era previsto.
La bomba oscillò, sempre scendendo verso terra, appesa al paracadute.
Le lancette dell’orologio segnavano le otto, quattordici minuti e cinquanta secondi.
La bomba si trovava a 600 metri dal suolo.
Alle otto e quindici era scesa di altri cento metri, quando altri apparecchi inventati dagli scienziati fecero scattare l’accensione all’interno della bomba: neutroni provocarono la scissione di alcuni atomi di un metallo pesante, l’uranio 235. E questa scissione si ripeté in una reazione a catena di sbalorditiva velocità.
In un milionesimo di secondo, un nuovo sole si accese nel cielo, in un bagliore bianco, abbagliante.
Fu cento volte più incandescente del sole nel firmamento.
E questa palla di fuoco irradiò milioni di gradi contro la città di Hiroshima.

 

In questo secondo, 86 000 persone arsero vive.
In questo secondo, 72 000 persone subirono gravi ferite.
In questo secondo, 6 820 case furono sbriciolate e scagliate in aria dal risucchio di un vuoto d’aria, per chilometri di altezza nel cielo sottoforma di una colossale nube di polvere.
In questo secondo, crollarono 3 750 edifici, le cui macerie si incendiarono.
In questo secondo, raggi mortali di neutroni e raggi gamma, bombardarono il luogo dell’esplosione per un raggio di un chilometro e mezzo.
In questo secondo, l’uomo, che Dio aveva creato a sua immagine e somiglianza, aveva compiuto, con l’aiuto della scienza, il primo tentativo per annientare se stesso.
Il tentativo era riuscito.

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Enola Gay

Enola Gay you should have stayed at home yesterday
Oho it can't describe the feeling and the way you lied
These games you play, they're gonna end it all in tears someday
Oho Enola Gay it shouldn't ever have to end this way
It's 8:15 and that's the time that it's always been
We got your message on the radio
Condition's normal and you're coming home
Enola Gay is mother proud of Little Boy today
Oho, this kiss you give, it's never ever gonna fade away
Enola Gay it shouldn't ever have to end this way
Aha Enola Gay, it should've faded our dreams away
It's 8:15 and that's the time that it's always been
We got your message on the radio
Condition's normal and you're coming home
Enola Gay is mother proud of Little Boy today
Oho, this kiss you give, it's never ever gonna fade away...

O.M.D. (Orchestral Manoeuvres In The Dark)

Emi Music Publ. Italia Spa.
(P) 1980 Virgin Records, Ltd.
Courtesy Of Virgin Music Italy Spa.
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E subito dopo ?

I dati sono stati desunti dal rapporto del “Manhattan Engineer District”, inviati sul posto per calcolare con precisione i danni causati dall’esplosione.

Due grandi voci contro
Einstein:
“Il nostro mondo è minacciato da una crisi la cui ampiezza sembra sfuggire a coloro che hanno il potere di prendere le grandi decisioni, per il bene o per il male. La potenza scatenata dell'atomo ha tutto cambiato salvo il nostro modo di pensare, e noi stiamo scivolando così verso una catastrofe senza precedenti. Perché l'umanità sopravviva, un nuovo modo di pensare è ormai indispensabile.”
Einstein stesso, a nome di un nutrito gruppo di uomini di scienza, firmò una lettera per il Presidente Roosevelt, nella quale lo informava della situazione dei possibili vantaggi/svantaggi che essa comportava:
"Signor Presidente,
la lettura di alcuni recenti lavori… comunicatimi sotto forma di manoscritto, mi induce a ritenere che, tra breve, l’uranio possa dare origine a una nuova e importante fonte di energia. Alcuni aspetti del problema, prospettati in tali lavori dovrebbero consigliare all’amministrazione la massima vigilanza e, se necessario, un tempestivo intervento…
In tal modo si potrebbe giungere alla creazione di bombe che -è da supporre- saranno di tipo nuovo ed estremamente potenti. Uno solo di questi ordigni, trasportato via mare e fatto esplodere in un porto, potrebbe distruggere l’intero porto e parte del territorio circostante…
Distintamente, Albert Einstein".

Purtroppo, però, questa fu la risposta che ottenne:
"Mio caro professore,
La ringrazio per la Sua recente lettera e per l’interessantissimo e importante allegato.
Ho trovato questi dati di una tale rilevanza che ho convocato una commissione in proposito…
La prego di accettare i miei più sentiti ringraziamenti,
cordiali saluti
Franklin Roosevelt."


Gandhi: dagli Aforismi :
“Considero l’impiego della bomba atomica per l’annientamento di uomini, donne e bambini, l’uso più diabolico della scienza. (II-98)”
“La non violenza è la sola cosa che la bomba atomica non potrà mai distruggere…A meno che il mondo non adotti subito la non violenza, la bomba atomica significherà il suicidio certo della specie umana. (II-98)”
“A meno che le grandi nazioni non si liberino della loro voglia di sfruttamento e dello spirito della violenza, di cui la guerra è l’espressione naturale e la bomba atomica l’inevitabile conseguenza, il mondo non ha speranza di pace. (II-163)”.

(Gli aforismi sono tratti dal libro: Non-violence in Peace and War,, I e II vol., Pubblicati dalla Navajivan Publishing House, Ahmedabad 1948; testo e aforismi sono stati riprodotti da Gandhi Per la pace, a cura di Thomas Merton, Universale Economica Feltrinelli, Milano 2002, traduzione dall’inglese a cura di Laura Noulian).


Manifesto degli scienziati pacifisti

" Nella tragica situazione che si pone all'umanità, pensiamo che gli scienziati dovrebberoriunirsi per valutare i pericoli che sono sorti come risultato dello sviluppo delle armi di distruzione di massa, e discutere una deliberazione nello spirito del documento allegato.In quest'occasione noi non parliamo come membri di questa o quella nazione,continente o fede, ma come esseri umani, membri della specie Uomo, della quale è in dubbio la continuità dell'esistenza […]. Dobbiamo imparare a pensare in un modonuovo. Dobbiamo imparare a chiederci non quali passi possono essere fatti per dare la vittoria militare al gruppo che preferiamo, perché tali passi non esistano più; la domanda che dobbiamo porci è: quali passi debbono essere fatti per evitare una contesa militare la cui conclusione sarebbe disastrosa per tutte le parti? […]. Non c'è dubbio che in una guerra con bombe-H diverse grandi città verrebbero rase al suolo. Ma questo sarebbe uno dei disastri minori da fronteggiare. [...]. Oggi noi sappiamo, specialmente dopo il test di Bikini, che le bombe nucleari possono distribuire gradualmente distruzione sopra un'area molto più grande di quanto si fosse supposto. [...]. Oggi si può costruire una bomba che sarà 2500 volte più potente diquella che distrusse Hiroshima. Questa bomba, se esplodessevicino al suolo o sott'acqua, invierebbe particelle radioattive nell'atmosfera. […]. Nessuno sa per quale grande estensione queste particelle radioattive mortali potrebbero diffondersi, ma le autorità più qualificate sono unanimi nell'affermare che una guerracon le bombe-H potrebbe molto probabilmente segnare la fine della razza umana […]. Il termine "genere umano" suona vago e astratto. La gente si rende poco conto, nell'immaginazione, che il pericolo è loro, dei loro figli, dei loro nipoti, e non solo per l'umanità vagamente concepita […]. Qualsiasi accordo di non usare la bomba-H sia stato raggiunto in tempo di pace non sarebbe più considerato vincolante in tempo di guerra, e ambedue leparti si metterebbero al lavoro per costruire bombe-H non appena la guerra scoppiasse […]. Sebbene un accordo per rinunciare alle armi nucleari, come parte di una riduzione degli armamenti, non permetterebbe una soluzione finale, esso risulterebbe utile per alcuni scopi importanti. Primo: ogni accordo fra l'Est e l'Ovest è rivolto verso il bene, in quanto tende a diminuire la tensione. Secondo: […] diminuirebbe il timore di un attacco improvviso alla Pearl Harbour, che attualmente mantiene ambedue i blocchi in uno stato di angoscia nervosa […]. Abbiamo di fronte a noi, se lo scegliamo, un progresso continuo in felicità, conoscenza e saggezza. Sceglieremmo invece la morte, perché non possiamo dimenticare i nostri litigi? Ci appelliamo da esseri umani agli esseri umani: ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto […]. Invitiamo questo Congresso, e attraverso di esso gli scienziati di tutto il mondo e il grande pubblico, a sottoscrivere la seguente deliberazione: "In previsione del fatto che in qualsiasi futura guerra mondiale verranno sicuramente impiegate le armi nucleari, […] esortiamo i governi del mondo a rendersi conto, e a riconoscere pubblicamente, che i loro scopi non possono essere favoriti da una guerra mondiale, e, di conseguenza, li esortiamo a trovare mezzi pacifici per la sistemazione ditutti gli argomenti di contesa tra loro".

Firmatari:
Max Born, Percy W. Bridgman, Albert Einstein, Leon Infeld, J.F. Joliot-Curie, H.J. Muller, Linus Pauling, Cecil F. Powell, J. Rotblat, Bertrand Russell, Hideki Yukawa.

E dunque?
Con il nucleare siamo come il bambino che parcheggia l’auto del padre nel vialetto del garage di casa, basta poco per sbandare e fare dei bei danni, non siamo degli autisti provetti. L’energia atomica, quella a fusione controllata, sarà la soluzione a tutti i problemi energetici del pianeta per un bel po’ di tempo. Non lascia scorie tossiche, i materiali sono reperibilissimi (il 75% della materia dell’universo si stima che sia idrogeno), l’energia ottenuta è tantissima. Ma, come tutte le cose, ha il suo rovescio della medaglia. Gli esempi sono eclatanti: non solo Hiroshima e Nagasaki, ma anche gli errori commessi a Chernobyl (si scoprì, dopo, che furono commessi ben 71 errori di procedura), dei postumi derivanti dal contatto con l’uranio “impoverito” in Kosovo… Si è posto un freno alle armi atomiche con il TNP (Trattato di Non-Proliferazione), sottoscritto nel 1968 da alcune potenze atomiche (prime fra tutte, Usa e Urss), che oggi comprende la quasi totalità degli stati mondiali, ma per la sicurezza di tutti i cittadini mondiali, si devono rivedere alcune cose: la quasi totalità delle centrali elettriche è in mano ai privati, che perseguono ovviamente una logica del profitto, spesso sorvolando sulla sicurezza. Cito come esempio un fatto recente, accaduto nel settembre del ‘99 a Tokaimura, in Giappone, dove, in una centrale per laraffinazione di materiale fissile, furono mischiati 16Kg di ossido di uranio in acido nitrico (quantità ben 3 volte maggiore di quella approvata e consentita), innescando una reazione ad auto-sostenimento, per fortuna non raggiungendo la massa critica. Questo indusse il governo giapponese a rivedere le licenze e i controlli per tutto il piano nucleare, che fornisce circa il 40% di tutta l’energia elettrica consumata nel paese del sol levante.

L’Uomo, da sempre, ci pensa dopo ai disastri che combina.

Che Zeus abbia fatto bene a punire Prometeo per aver dato il fuoco agli uomini?

A cura di Marchi Gregorio


altri link sull'argomento:

< MA "IROSHIMA FU NECESSARIO ?
originale http://www.ihr.org/jhr/v16/v16n3p-4_Weber.html

in italiano >


qui le immagini e i comunicati > > 

vedi anche LA PRIMA FISSIONE NUCLEARE A BERLINO >

SULLA COSCIENZA DI EINSTEIN? >

L'ATOMICA - L'ULTIMO SEGRETO VENNE DA BERLINO? >  

 

RITORNO A CRONOLOGIA GENERALE