TABELLA BATTAGLIE NELLA STORIA

  BATTAGLIA DI KADESH
KADESH: La prima battaglia della storia di cui abbiamo una descrizione

Estensore: Prof. Giovanni De Sio Cesari

Data: 1286 a.C. (circa)
Luogo: Kadesh (città Hittita)
Eserciti contro: EGIZI e HITTITI
Contesto: Lotta di predominio
Protagonisti: faraone RAMSES II e re degli Hittiti MUTWALLI

ANTEFATTO DELLA BATTAGLIA

Mutwalli , re degli Hittiti cercava di espandere la sua influenza sulla Siria in contrasto con quella egizia. In questo quadro uno dei principi vassalli degli Egizi, Amurru, passò agli Hittiti. Il Faraone Ramses II allora, organizzò un grande esercito e mosse contro gli Hittiti per recuperare il suo predominio.

IL CARRO DI GUERRA

Gli eserciti erano composti, per la grande maggioranza, da fanti ma l'arma vincente erano i carri di battaglia che dominarono la storia militare per tutto il secondo millennio a.C.: trainato da un cavallo (o anche da due) portava due uomini, uno alla guida e uno combattente. I carri operavano in formazioni numerose e sfondavano e scompaginavano le file nemiche. La loro funzione è stata paragonata a quella dei carri armati nella Seconda Guerra Mondiale

DESCRIZIONE DELLA BATTAGLIA

Il faraone aveva devastato tutte le città che erano alleate degli Hittiti. Fra i molti prigionieri alcuni riferirono che Kadesh era scarsamente difesa. Ramses quindi pensò di prendere facilmente quella città e vi si diresse con una parte delle truppe e la sua guardia personale. Avanzò incautamente lasciando per di più la maggior parte dei carri nelle retrovie : all'improvviso fu assalito e circondato da forze preponderanti: infatti gli Hittiti avevano nascosto tutto il loro esercito dietro la città e presero di sorpresa gli avanzanti Egizi. Una formidabile onda urto di 2.500 carri di guerra si abbatté sulle file egizie. La guardia del faraone, costituita naturalmente dai migliori combattenti , si strinse intorno al sovrano e resistette eroicamente, decisi a morire tutti ma non a permettere che il Faraone, il dio vivente, cadesse di fronte ai suoi nemici. Anche il resto delle truppe si batté impavido. Malgrado la preponderanza delle forze, gli Hittiti non riuscirono a superare la disperata resistenza degli Egizi. Alla fine arrivarono precipitosamente altre forze egizie: a questo punto gli Hittiti preferirono ritirarsi e non rischiare una battaglia dall'incerto esito.

INTERPRETAZIONE EGIZIA

Ramses commise molti errori ed espose il suo esercito al rischio di una sconfitta disastrosa. Credette infatti ai disertori Hittiti, quasi certamente manovrati ad arte che davano per poco difesa Kadesh mentre invece c'era l'intero esercito Hittita in agguato, si lanciò in modo avventato alla sua conquista probabilmente per sete di prestigio personale e, cosa ancora più grave, frazionò il suo esercito che fu così colto di sorpresa dagli Hittiti. I combattenti egizi invece mostrarono grande valore e coraggio riuscendo a capovolgere la situazione e ad uscire sostanzialmente indenni dalla trappola in cui il suo avventato capo lo aveva cacciato. In analoghe circostanze molto condottieri sono stati esautorati, qualcuno anche giustiziato.

Ma la propaganda governativa fu tanto abile da dare una interpretazione, che pur sostanzialmente rispettosa dei fatti, tuttavia ne capovolgeva il senso. Il Faraone infatti si attribuì tutto il merito: da solo, in quanto figlio e fratello di Dei, egli stesso Dio, aveva affrontato il nemico, senza i suoi fanti e i suoi carri ed aveva riportato la vittoria. Così il responsabile di tutti gli errori diveniva l'eroe della giornata.

Niente di meschino: si badi in Egitto il Faraone era il Dio vivente: senza la sua autorità l'Egitto sarebbe caduto nel disordine, nell'anarchia, nella rovina: il Faraone non può sbagliare, e se può sembrare che ha sbagliato è stato solo per mostrare la sua divinità a sudditi e nemici.

Gli antichi Egizi avevano poco da invidiare ai nostri esperti di mass-media.

CONSEGUENZE DELLA BATTAGLIA

Kadesh non può considerarsi una di quelle battaglie che hanno deciso la storia dell'umanità e i suoi effetti furono relativamente modesti. Hittiti ed Egizi arrivarono a un accordo che riconosceva lo status quo ed in seguito suggellarono un patto di pace e alleanza anche con vincoli matrimoniali fra le due case regnanti. Questo accordo fu dovuto anche e soprattutto al timore dell'espansione della potenza degli Assiri che minacciava ambedue i regni.

Nel complesso, l'esito della guerra fu favorevole agli Hittiti: la grande spedizione egizia infatti non aveva raggiunto alcun risultato concreto e anche Amurru restò alleato agli Hittiti.

Va notato che, poco dopo, intorno al 1200 a.C., la civiltà degli Hittiti fu travolta dall'invasione dei "popoli del mare" e sparì dalla storia per mai più risorgere e se ne perse perfino il ricordo. A stento gli Egizi riuscirono a salvarsi a loro volta da questa invasione.

CENNO SUGLI HITTITI

La fama della civiltà egizia (come di quella assiro- babilonese) è stata sempre grande. Molto meno noti invece sono gli Hittiti: ci pare quindi opportuno darne qualche cenno.

Di stirpe indoeuropea, si stabilirono nell'Anatolia meridionale agli inizi deI secondo millennio a.C. e costituirono uno stato a carattere feudale: il re era il primo guerriero e non il figlio di Dio. I caratteri della loro civiltà, (ad esempio il tipo di scrittura) furono sostanzialmente una rielaborazione originale della cultura babilonese.

La loro potenza arrivò al culmine dell'espansione all'epoca della battaglia di Kadesh ma, come abbiamo altrove accennato, la loro civiltà fu travolta intorno al 1200 a.C. dall'invasioni dei "popoli del mare".Gli Hittiti caddero nell'oblio per circa 3.000 anni; di essi infatti non ebbero conoscenze i Greci e Romani e pertanto nemmeno il mondo europeo. Solo in epoca recente gli studiosi ne hanno ritrovato le tracce rinnovando il ricordo di un popolo che per 700 anni costituì una delle più importante civiltà antiche.

 

SCENA EGIZIA RAPPRESENTANTE LA BATTAGLIA DI KADESH

 

A sinistra in alto la città di Kadesh circondata dal fiume Oronte . Da sinistra gli Hittiti che attaccano con fanteria e carri, a destra gli Egizi e, in grande, la figura del Faraone che domina tutta la scena.

 

TESTO EGIZIO DESCRIVENTE LA BATTAGLIA

Si inizia con la vittoria del re Usernare Setepnere Ramses II, che ha la sua vita per sempre.che è arrivato nella terra di Kheta, e Nahartin, nella terra di Arvad, in Pedes, nel Darden, nella terra di Mesa,nella terra di Kelekesh, Carchemish, Kode,nella terra di Kadesh,nella terra di Ekereth, e Mesheneth.

Si scorge.

"Sua Maestà, preparò la sua fanteria e i suoi carri,ascoltò i prigionieri di sua maestà presi nelle vittorie della sua spada ,essi consegnarono il piano di battaglia".

"Sua Maestà procedette verso nord e la sua fanteria e i suoi carri venivano dietro di lui. Egli cominciò una grande marcia. Nel quinto anno, nel secondo mese nella terza stagione , nel nono giorno, sua Maestà oltrepassò le fortezze di Tharu, di Montu e andò avanti".

"Ogni paese tremava davanti a lui, la paura era nei loro cuori, tutti i ribelli si piegavano con paura davanti alla fama di Sua Maestà quando il suo esercito si trovò su una stretta strada. Ed era come se si trovasse su una grande strada".

Si scorge.

"Ora dopo molti giorni dopo di questo , Sua maestà fu in Usermare-Meriamon, la città dei cedri".

"Sua Maestà procedette verso nord e arrivò allora all'altopiano di Kadesh".

"Allora sua maestà andò avanti, come suo fratello Montu,(dio della guerra) signore di Tebe e attraversò il fiume Oronte ed era con lui la prima divisione di Ammone chiamata "Vittoria del re Usermare-Setepnere"

"Quando Sua Maestà raggiunse la città , vedendo che il re di Kheta, l'ignobile, lo sconfitto era venuto, raccolse insieme tutti i paesi dalle estremità fino al mare, la terra di Kheta Naharin e Arvad, Mesa, Keshkesh, Kelekesh, Luka, Kezweden, Carchemish, Ekereth, Kode, la intera terra di Nuges, Mesheneth, e Kades"

"Egli non lasciò alcuna contrada che non portasse con sè con i suoi capi e ciascun uomo portava il suo carro e avanzava una moltitudine senza pari. Essi coprivano le montagne e le valli, era come le cavallette per la loro moltitudine. Egli non lasciò né oro né argento nelle loro mani, ma tolse loro tutti i possessi e portò ogni paese alla battaglia".

Si scorge.

"Il re di Kheta, l'ìgnobile, il vinto, con numerosi popoli alleati era fermo in ordine di battaglia , concentrato a nord-ovest della città di Kadesh quando Sua Maestà rimase solo con la sua guardia personale , e la divisione di Ammone marciava dietro di lui. La divisione di Ra attraversò il letto dell'Oronte a sud della città di Shabtuna alla distanza di un cammino dalla divisione di Ammone ,la divisione di Path era a sud della città di Aramanir e la divisione di Sutech marciava per la strada".

Si scorge.

"il re di Kheta, l'ignobile, il vinto rimase in mezzo alla fanteria che era con lui e non usci alla battaglia per paura di Sua Maestà".

"Egli fece andare i soldati dei carri, una moltitudine numerosa come i granelli di sabbia, e c'erano tre uomini per ogni spanna".

"Allora vi erano ogni tre giovani un uomo del re di Kheta, lo sconfitto, equipaggiato con tutte le armi di battaglia....."

"Sua Maestà brillò come suo fratello Montu quando egli prese i suoi ornamenti di guerra: quando indossò la sua cotta di maglia era come Baal nel suo giorno".

"Sua Maestà si fermò nella ritirata, allora caricò contro il nemico, il re di Kheta, lo sconfitto e rimase solo e nessuno era con lui. Quando Sua Maestà venne a vedere dietro di lui egli trovò 2.500 carri che lo circondavano e tutti gli uomini del re di ketha, lo sconfitto con i suoi innumerevoli alleati di Arvad, Mesa, Pedes, fKeshkesh, fErwenet, Kezweden, Aleppo, Eketeri, Kadesh, e Luka, essendo stretti tre uomini in una spanna".

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"L'anno quinto, il terzo mese,del terzo periodo, sotto la maestà di Horus, il potente toro, amato dalla verità, re del basso e dell'alto Egitto Usermare-Setepnere figlio di Ra Ramses Merianon, che ha la vita per sempre".

"Io assalii tutte le genti mentre ero solo, la mia fanteria e miei carri mi avevano abbandonato. Nessuno stava intorno a me. Io lo giuro, come Ra mi ama, come mio fratello Aton mi favorisce, come in ogni cosa che Sua Maestà ha detto, io lo feci, in verità , in presenza della fanteria e dei miei carri".

prof. Giovanni De Sio Cesari
Sito Web http://www.giovannidesio.it


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