TABELLA BATTAGLIE NELLA STORIA

BATTAGLA NAVALE DELLA MELORIA


Data: 6 AGOSTO 1284
Luogo: Scoglio della  MELORIA (Toscana)
Flotta PISANA contro Flotta  GENOVESE
Contesto: Supremazia Mediterraneo
Protagonisti:
Fl. Genovese: OBERTO DORIA 
Fl. Pisana: ALBERTO MOROSINI

La battaglia

Anno di grazia 1284 sesto giorno del mese di agosto, quattro miglia al largo della costa toscana una delle pi� cruente ed importanti battaglie nella storia della marineria. 

Fu combattuta tra i Genovesi che avevano 130 navi comandate da messer Oberto Doria; ed i Pisani con 100 galee divise in tre squadre la prima comandata dal podestà di Pisa Alberto Morosini di Venezia, la seconda da Andreotto Saracino, la terza da Ugolino della Gherardesca conte di Donoratico, sul quale gravano ragionevoli sospetti di tradimento essendosi la sua squadra allontanata nel supremo momento dal luogo della battaglia.

In luglio la flotta pisana, saccheggiata la citt� di Rapallo, puntava la prora a Nord-Ovest e pronta a tutto faceva rotta verso Genova. 

Raggiunta la citt� ligure i legni pisani si fermano all�imboccatura del porto vedendolo poco e mal difeso; lo Zaccaria, uno dei pi� grandi e fortunati mercanti pirata del suo tempo, infatti, stava pattugliando le coste della Sardegna in cerca di teste moresche da portare a casa come trofeo. Le galee che erano rimaste in porto erano disarmate cos� i toscani scoccarono, in segno di sfida e di scherno, frecce d�argento e porpora, senza avventurarsi alla conquista, in rispetto di una citt� indifesa per alcuni, per paura di un ritorno della flotta nemica secondo altri. 

OBERTO DORIA, che era capitano del popolo nella diarchia con OBERTO SPINOLA , arm� le sue galee e si gett� all�inseguimento degli offensori; ne poteva seguire la scia di sangue e fiamme lasciati nei paesi lungo tutta la costa, mancando l�obbiettivo sempre di poche ore, i pisani ripararono allora nelle acque sicure di Porto Pisano. 

Quattro miglia di mare dividono i dolci colli toscani dalle secche della MELORIA e l� pareva la storia, non gi� l�uomo, aver fissato l�appuntamento delle due flotte, consapevoli entrambe che il risultato dello scontro sarebbe stato determinante per il futuro di due potenze, le massime che allora si potessero trovare sui mari , gloria al vincitore e morte per lo sconfitto. I pisani sicuri della loro superiorit� numerica presero il largo ed affrontarono il nemico a viso aperto, vi erano tutti, popolani, mercanti, nobili e perfino il vescovo. Due uomini, ODERTO DORIA , genovese, e ALBERTO MOROSINI, veneziano impiantato a Pisa, si studiavano; due erano i vessilli che sventolavano, uno bianco sormontato da una croce rossa come il sangue e l�altro d�un regale porpora con, al centro, una croce bianca; due eserciti di liberi cittadini si insultavano con grida, sputi, bestemmie; due flotte repubblicane si sfidavano; due potenze decidevano in quel giorno le sorti del mediterraneo. 

Era il giorno di San Sisto, il santo dei pisani ma quel 6 agosto fu soprattutto il giorno dei genovesi che con astuzia ed ardimento riuscirono a sconfiggere un nemico non meno agguerrito n� meno valoroso.

Mentre i legni del Morosini e del Doria si davano battaglia, spunt� dal suo nascondiglio, dietro un promontorio o un�isola, non importa, BENEDETTO ZACCARIA che, tesa una catena tra due galee, falci� l�ammiraglia pisana sulla quale sventolava il vessillo cittadino, segno che la guerra era finita. Uniche galee superstiti quelle del conte UGOLINO della GHERARDASCA accusato poi di vigliaccheria e condannato a morte, seppur fosse riuscito a sottrarre al massacro venti unit� ed i loro equipaggi. 

Sette navi pisane affondarono e trenta vennero catturate; cinquemila i caduti in battaglia e pi� di novemila i prigionieri, �chi vuol veder Pisa vada a Genova�, si diceva nelle Italie del tempo. In quella Pisa genovese per�, un tale RUSTICHELLO, poeta pisano che della vittoria genovese sarebbe divenuto il pi� celebre protagonista. 

(By: Filippo Noceti )


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