TABELLA BATTAGLIE NELLA STORIA

CINA - BATTAGLIA DI HULAO

Data: 28 maggio 621 D.C.
Luogo: passo di Hulao (Cina)
Contesto: Lotte per il trono imperiale cinese
Forze impegnate;
Cinesi Tang: meno di 100.000
Cinesi Xia: 100.000
Protagonisti: Li Shimin, Dou Jiande, Wang Sichong

IL QUADRO STORICO

Dopo secoli di divisione, invasioni barbariche, dinastie effimere incapaci di esercitare il proprio potere sull’intera Cina, la potente dinastia Sui era riuscita nel 589 a ricreare l’impero sotto l’energica guida di Yang Jian, (581-605) che assunse poi il nome postumo di Wendi.
Al contrario delle altre grandi linee familiari che conobbero lunghi periodi di potenza e stabilità prima di declinare, la dinastia Sui, conobbe la parabola di massimo splendore, declino e rovina durante il regno del figlio di Wendi: l’imperatore Yang. La grandiosità dei suoi progetti; la costruzione di una nuova capitale a Luoyang, l’ampliamento del Grande Canale, l’impegno di numerosi sudditi in corvees straordinarie per realizzarle, e soprattutto le dispendiosissime e catastrofiche spedizioni in Corea causarono un malcontento nell’impero che non tardò a diventare rivolta.

Chiuso nel suo palazzo, immerso nei piaceri e nelle gozzoviglie delle sue concubine, l’imperatore assistette impotente negli ultim anni della sua vita al sorgere del dominio di signori della guerra in quello che era il suo regno, finchè non venne ucciso nel 618 dalle sue stesse guardie.

I CONTENDENTI PER IL POTERE.

Alla morte dell’Imperatore Yang non esisteva virtualmente nessuna autorità costituita in Cina e c’erano nove contendenti per il potere che agivano in varie parti della cina reclutando milizie locali. In altri tempi questa situazione di anarchia sarebbe durata per diverse generazioni, ma in questo caso emerse una famiglia di uomini eccezionali tanto per talento militare, che per abilità diplomatiche, che risolse questa intricata situazione nel giro di pochi anni, la famiglia Tang.
Li Yuan, il capo famiglia, era il govenartore dello Shanxi e risiedeva a Tayuan, controllando un territorio tra il corso mediano del fiume giallo e i monti Taihang, grosso modo nel nord-ovest della Cina. Indotto alla ribellione dal giovane figlio Li Shimin, vera “mente” della famiglia, non perse tempo ad estendere la sua autorità nei confronti degli altri signori della guerra che dominavano l’alto corso del Fiume Giallo e del fiume Wei.
Li Shimin nonostante fosse diciottenne, assunse il comando degli eserciti e riuscì a prendere Chang’an, che insieme a Luoyang costituiva una delle capitali dell’impero Cinese. Ma i suoi rivali non erano certo da meno.

Nella parte orientale della pianura del fiume Giallo tre signori della guerra si contendevano il potere: Li Mi in Henan, Wang Shichong intorno alla capitale Luoyang e Dou Jiande in Hebei. Li Mi sembrava il più potente: i suoi eserciti posero l’assedio a Luoyang tra l’estate e l’autunno 618, riducendo alla fame la popolazione, finchè non costrinse Wang Shichong alla sortita.

Il 6 Ottobre 618 la battaglia di Yanshi si concluse con l’inaspettata vittoria di Wang che distrusse le basi del potere di Li Mi e ottenne la sottomissione di quasi tutti i suoi sottoposti. Nello stesso tempo Li Shimin stava cercando di ottenere il controllo dell’alta valle del fiume Giallo e del suo affluente Wei, venendosi a scontrare contro il più occidentale dei signori della guerra, Xue Wei, despota del Gansu, che gli inflisse una sanguinosa disfatta a Qianshuiyuan il 6 agosto 618. Subito dopo questa vittoria Xue Ju morì di morte naturale e il suo dominio passò al figlio Xue Ren’Gao.

LE TATTICHE DI LI SHIMIN
Questa scacco, la cui colpa venne opportunamente attribuita ai suoi generali incapaci di eseguire i suoi ordini, rese Li Shimin molto più accorto e prudente sul piano tattico.
Un mese dopo la sconfitta invase nuovamente il Gansu, e pose un campo fortificato vicino alla città di Gaozhe. Da qui mandò dei distaccamenti per impegnare il nemico con scaramucce ma evitò una battaglia su larga scala.
Dopo sessanta giorni l’armata di Xue Ren’gao, a corto di provviste iniziò a sfaldarsi, con un sempre maggior numero di reparti che disertavano ai Tang. A questo punto Li Shimin accettò il confronto e sconfisse il nemico nella seconda battaglia di Qianshuiyuan il 29 novembre. Già il giorno successivo Xue Ren’gao capitolava consegnando tutto l’ovest della Cina al vincitore. Era tempo, perché le armate del signore del nord, LiuWuzhou, avevano invaso i domini Tang conquistandone la base di Tayuan ed avevano disceso il fiume Fen fino alla confluenza col fiume Giallo. La stessa Chang’an si trovava minacciata dal loro attacco.

Li Shimin attese con pazienza che le forze avversarie penetrassero profondamente nei suoi domini allungando pericolosamente le linee di comunicazione e inizio a manovrare alle loro spalle. Le armate di Liu Wuzhou si trovarono presto in una posizione insostenibile con le loro linee di comunicazione tagliate dalla cavalleria degli avversari e iniziarono a ritirarsi verso nord. A quel punto Li Shimin sorprese i vari corpi d’armata avversari sparpagliati lungo la strada che porta a Tayuan e li fece a pezzi ad uno ad uno in una serie di scontri che si protrassero tra la fine di maggio e l’inizio giugno del 620. Liu Wuzhou abbandonò la contesa per rifugiarsi presso alcune tribù turche alleate e non costituì più un pericolo.

LA BATTAGLIA DI HULAO.

Una volta assicuratesi le retrovie con la sconfitta dei signori della guerra che operavano a ovest e a nord dei suoi territori, Li Shimin nell’agosto del 620 puntò verso Luoyang, la seconda città capitale della Cina dove ancora governava Wang Shichong.
Dopo una serie di scontri minori tutti i distretti e le posizioni strategiche intorno alla capitale si arresero alle armate Tang. La capitale si ritrovava quindi nella stessa situazione del 618 con un esercito nemico che la stringeva in blocco e senza apparente speranza di successo. Fallita una sortita l’11 marzo dl 621 Wang chiamò in aiuto Dou Jiande, che fino a quel momento non aveva partecipato ai conflitti per il potere badando a consolidare i propri domini in Hebei dove aveva fondato la dinastia Xia.
Su suggerimento del suo consigliere Liu Bin Dou Jiande accettò la richiesta di aiuto, ma si mosse dopo parecchi mesi con la speranza che le forze di Li Shimin e Wang Shichong si consumassero reciprocamente, consentendogli di fare la parte del terzo che gode.

Soltanto nell’Aprile del 621 Dou Jiande si mise in moto avanzando con estrema circospezione a capo di un’armata di 100000 uomini lungo la sponda meridionale del fiume Giallo, accompagnata da battelli e chiatte cariche di rifornimenti. Il pericolo per i Tang era grave, ma Li Shimin non abbandonò l'assedio. A sessanta miglia da Luoyang vi era una strettoia che invitava alla difensiva: il passo di Hulao. Qui le colline formate dal Loess che si estendono verso est lungo la riva meridionale del fiume Giallo, finiscono bruscamente presso un ruscello detto Ssu Shui. Il corso d'acqua si è scavato una stretta valle nell'altopiano formato dal Loess, circondata da dirupi su entrambi i lati. La strada che da est conduce a Luoyang si inoltra in questa sorta di canyon naturale, oltrepassando il ruscello Ssu Shui presso la città omonima, prima di entrare nella zona collinae attraverso uno stretto passaggio tra i precipizi. Il 22 Aprile del 621 Li Shimin posizionò il suo esercito sulle colline che dominavano la gola, sbarrando il passo all'esercito Xia a cui non rimase che accamparsi a dieci miglia dal passo.

Si creò quindi una situazione di stallo, dal momento che per oltre un mese né Li Shimin mostrò la volontà di scendere dal passo, né Dou Jiande riuscì a costringerlo a battaglia aggirandone la posizione. In realtà se il signore dell'Hebei avesse tentato un movimento aggirante avrebbe dovuto lasciare esposti i rifornimenti trasportati dalla flotta fluviale. Verso la metà di maggio Li Shimin riuscì a indurre il rivale a sferrare un attacco frontale.
Simulando di tenere il passo con poca attenzione, indusse Dou Jiande ad entrare nella scomoda valle del Sishui. Dou contava di sorprendere i presidi Tang quando il 28 maggio discese attraverso numerosi sentieri nella valle del Sishui, ma quando scoprì che tanto il villaggio che le alture sovrastanti ad esso erano molto più fortemente presidiate del previsto schierò il suo esercito lungo la riva destra del torrente, tra il fiume Giallo a nord e lo sperone roccioso detto “monte Magpie“ a sud. Ancora una volta Li Shimin non accettò lo scontro, ma tenne le sue truppe nelle inespugnabili posizioni sulla cresta rocciosa. Ai suoi sottoposti spiegò che avrebbe tenuto le truppe nelle linee difensive finchè quelle avversarie non avessero mostrato segni di stanchezza nell'aspettare per ore in linea di battaglia, lontane dal loro accampamento. Solo allora, quando avessero iniziato la ritirata, avrebbe colpito.

I fatti gli diedero ragione. I soldati di Dou Jiande schierati dalla prima mattina, verso mezzogiorno iniziarono a sentire la fame, la sete e il caldo e iniziarono a rompere i ranghi. Li Shimin ordinò quindi ad un distaccamento di 300 cavalieri di galoppare davanti alle formazioni nemiche e testare la loro reazione. Immediatamente i soldati Xia iniziarono a vacillare. Un nuovo distaccamento di cavalleria più corposo venne mandato contro il loro fianco sinistro. Dou Jiande ordinò all'esercito di ritirarsi e prendere posizione sulle alture antistanti che costeggiavano il lato orientale della valle, ma il suo esercito non potè mantenere l'allineamento durante la ritirata e iniziò a frazionasi in gruppi. L'esito della battaglia non poteva rimanere dubbio.
Un reparto di cavalleria leggera al comando di Li Daoxuan, cugino di Li Shimin intercettò alcuni gruppi di avversari rallentandone la marcia, mentre un gruppo scelto di cavalieri comandati dallo stesso Li Shimin arrivarono in cima alle alture orientali, precedendovi i nemici ormai scoraggiati. Il collasso dell'esercito di Dou Jiande fu totale. I morti furono tremila, ma ben cinquantamila i prigionieri, tra cui lo stesso Dou Jiande.

L'infelice signore della guerra fu fatto sfilare in catene davanti alle mura di Luoyang il 3 giugno del 621, e Wang Sichong, appreso della disfatta dell'alleato, si arrese il giorno dopo.

CONSEGUENZE.

Forte della cattura delle due capitali imperiali, Li Shimin non perse tempo a conquistare il resto delle province, dove gli ormai disorganizzati avversari gli si consegnarono man mano. Li Shimin combattè per mettere sul trono imperiale suo padre, ma sopo soli sei anni, nel 627 ascese al trono lui stesso con il nome postumo di Taizong e inaugurò uno dei regni più epici della storia cinese. Sotto l'imperatore guerriero le armate cinesi sottomisero il vasto impero turco, che aveva sponsorizzato alcuni dei pretendenti al trono imperiale, e si spinsero fino al deserto del Tarim e oltre, entrando in seguito in contatto con il mondo arabo che in quesgli stessi decenni si stava tumultuosamente espandendo verso est. I discendenti di Li Shimin avrebbero regnato sulla Cina per quasi tre secoli, finchè l'impero non precipitò nella stessa situazione di debolezza e anarchia da cui il grande generale l'aveva tirata fuori. Ma questi tre secoli videro il sorgere della grande tradizione cinese nel campo della letteratura e amministrazione. Una grande epoca che non sarebbe mai stata dimenticata.

Bibliografia

David A. Graff, Medieval Chinese Warfare 300-900 London 2002
René Grousset, The Rise and splendour of the Chinese Empire, London 1952
C. J. Peers, Imperial Chinese Armies 590-1260 A.D.,Oxford 1997
J. A. G. Roberts, A History of China 1: Prehistory to 1800 trad. Italiana: Storia della Cina, Roma 2002

 

by ALESSANDRO CONTI


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