TABELLA BATTAGLIE NELLA STORIA

BATTAGLIA  DI LIPSIA 

Data: 16-19 OTTOBRE 1813
Luogo: LIPSIA (Citt� della Germania)
Eserciti contro: FRANCESE e RUSSO-PRUSSIANO-AUSTRIACO-SVEDESE)
Contesto: GUERRE NAPOLEONICHE
Protagonisti:
NAPOLEONE BONAPARTE (Imperatore dei francesi)
PRINCIPE DI SCHWARZENBERG (Comandante dell'armata di Boemia)
JEAN BAPTISTE BERNADOTTE (Comandante dell'armata del Nord dei coalizzati)
BLUCHER (Feldmaresciallo prussiano)
CONTE DI BENNIGSEN (Comandante dell'armata di Polonia)
GIOACCHINO MURAT (Maresciallo francese)
MORTIER (Maresciallo francese)
NEY (Maresciallo francese)
PONIATOWSKI (Generale dell'esercito francese)

La battaglia

Dopo la disfatta della campagna di Russia e il minaccioso pericolo di un attacco degli Stati alleati nella Sesta Coalizione antinapoleonica, Napoleone deve ricostruire l'esercito francese e chiama a raccolta il maggior numero di giovani e non giovani in grado di combattere.

Siamo nel 1813. Mentre l'imperatore mette insieme le forze destinate a bloccare i russi e i loro freschi alleati, il vicer� Eugenio si impegna a contenerne l'avanzata, fino all'arrivo di Napoleone. In un primo tempo tenta di fermarsi a Francoforte, quindi indietreggia a Glogau ed infine, il 6 marzo 1813, raggiunge Wittenberg sull'Elba. Il 7 febbraio i russi sono entrati a Varsavia. Il 27 marzo, Dresda, capitale della Sassonia, � occupata dal vecchio feldmaresciallo prussiano Blucher. Al principe Eugenio non resta che concentrare i pochi uomini e mezzi a sua disposizione intorno a Magdeburgo, augurandosi che Napoleone giunga il pi� presto possibile.

L'imperatore raduna il suo esercito a Erfurt, in Turingia, e si ricongiunge con Eugenio alla Saale, un affluente dell'Elba. Verso la fine di aprile le sue truppe varcano questo fiume e cominciano ad avanzare verso Merseburg e verso Naumburg.

Inizia cos� l'avventura che porter� Napoleone alla battaglia di Lipsia, detta la "Battaglia delle Nazioni". La battaglia comincia il 16 ottobre del 1813 verso le 8 del mattino.

Si apre con scontri a nord e a sud di Lipsia. Alle 11 l'attacco delle forze coalizzate � ancora in corso, caotico e frammentario. I francesi bloccano le forze di Merveldt e Kleist, mettendo in fuga Gorcakov. Nel pomeriggio Napoleone ordina il contrattacco. Il suo piano consiste in un forte fuoco di concentramento di artiglieria, con la cavalleria di Murat lanciata a sfondare al centro, aprendo la strada all'avanzata delle fanterie. Ma sia la cavalleria che la fanteria francesi non sono pi� quelle di Austerlitz, di Wagram e di Jena. I russi resistono bene e addirittura ributtano il nemico. La prima giornata di battaglia pu� dirsi conclusa in parit�. Ingenti le perdite: per gli alleati circa trentamila uomini, mentre per i francesi venticinquemila.

Intanto stanno arrivando i rinforzi per i coalizzati: Bernadotte, che aveva abbandonato Napoleone per schierarsi col nemico, con settantamila uomini e il generale russo Bennigsen con altrettanti. Da questo momento l'imperatore si trover� di fronte un esercito nemico di quattrocentomila soldati, con 1500 cannoni.

La giornata del 17 ottobre trascorre in tranquillit�, con gli eserciti nemici che si osservano.

Per il giorno 18 il comando supremo dei coalizzati aveva previsto almeno sei attacchi concentrici contro i francesi. Mai come ora, in tutte le guerre napoleoniche, si erano forse trovati in una simile situazione di vantaggio. Al mattino presto Napoleone ordina, seppure in ritardo, di restringere il fronte e i combattimenti iniziali che furono confusi con scaramucce di contenimento. Nel pomeriggio la situazione precipit�. Mentre Bernadotte e Bennigsen entravano nella lotta, Napoleone ricevette una notizia drammatica: il corpo d'armata di Sassonia aveva disertato ed era passato ai coalizzati. Un colpo durissimo per lo schieramento francese. Nelle file napoleoniche si apriva un vuoto difficile da colmare.

A questo punto l'imperatore, consapevole di non poter pi� difendere Lipsia, ordina la ritirata generale verso il Reno e passare il fiume Elster.

Nelle prime ore del mattino del 19 ottobre 1813 la ritirata dei francesi � in pieno svolgimento. A Lipsia sono rimasti trentamila francesi, al comando di Poniatowski, con il compito di bloccare l'avanzata del nemico e consentire il transito delle truppe dell'imperatore. Ha affidato il compito al generale Dulauloy di far saltare il ponte di Lindenau dopo il transito dell'ultimo soldato francese. Invece succede che il ponte viene fatto saltare quando ancora � in corso il transito delle truppe. La conseguenza � che trentamila uomini restano bloccati a Lipsia, senza possibilit� di scampo.

I francesi intrappolati perdono la testa e si accalcano confusamente sulle rive del fiume. Le truppe coalizzate avanzano sparando nel mucchio. Il tiro al bersaglio provoca una strage. Il maresciallo Oudinot si salva a nuoto, mentre Poniatowski, buttatosi anche lui nelle acque gelide dell'Elster, viene trascinato via dalla corrente. Nel pomeriggio i superstiti sono costretti ad arrendersi. Il bilancio delle perdite � gravissimo. In quattro giorni di battaglia i coalizzati hanno avuto cinquantaquattromila tra morti e feriti contro i trentottomila francesi, oltre a trentamila prigionieri.

Il risultato della sconfitta di Lipsia fu per Napoleone la perdita di quanto restava dell'impero a est del Reno. Baviera, Sassonia e Wurttemberg lo avevano abbandonato. Il declinante prestigio dell'imperatore avrebbe tra breve subito l'umiliazione del voltafaccia dei marescialli, dell'abdicazione, della partenza per l'Elba

Ecco come Francois-Ren� Chateaubriand scrive di Napoleone uomo politico nel libro "Napoleone"
"
...Bonaparte era un poeta dell'azione, un genio immenso nella guerra, uno spirito instancabile, abile e giudizioso nell'amministrazione, un legislatore operoso e ragionevole. Per questo egli fa tanto colpo sull'immaginazione dei popoli, e ha tanta autorit� nel giudizio degli uomini positivi. Ma come politico egli lascer� sempre a desiderare agli occhi degli uomini di stato. Questa osservazione, sfuggita alla parte pi� grande dei panegiristi, diverr�, ne sono convinto, l'opinione definitiva che rester� di lui; spiegher� il contrasto fra le sue azioni prodigiose e i loro miseri risultati. A Sant'Elena, lui stesso ha condannato severamente la sua condotta politica su due punti: la guerra di Spagna e la guerra di Russia; avrebbe potuto estendere la sua ammissione ad altre colpe. I suoi ammiratori pi� entusiasti non sosterranno forse che biasimandosi si � ingannato su se stesso.

Bonaparte agisce contro ogni prudenza, per non parlare nuovamente di quanta odiosit� era nell'atto, uccidendo il duca dEnghien: legava un peso alla sua vita. Nonostante i puerili apologeti, questa morte fu il lievito segreto delle discordie che esplosero pi� tardi fra Alessandro e Napoleone, come fra la Prussia e la Francia.

L'impresa contro la Spagna fu assolutamente un abuso: la penisola era sua; poteva trarne il partito pi� utile: invece ne fece una scuola per soldati inglesi e, attraverso la insurrezione di un popolo, il principio della propria distruzione".


le altre battaglie, 
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Bibliografia: �MILES� - Fabbri Editori - fondamentale.
"Storia Universale Marmocchi" - SEI Ed. 1855 
" Storia Universale Cambridge" - Garzanti Editori
"Grande storia Universale"-  Curcio Editore
Istoria dell'Antica Grecia e Romana, Conti Ed. 1822.
�Storia d'Italia� - Montanelli - Fabbri Editori.
Napoleone "Memoriale di Sant'Elena" 1a ed. 1843


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