TABELLA BATTAGLIE NELLA STORIA

BATTAGLIA DI LUTZEN


Data: 16 NOVEMBRE 1632
Luogo: LUTZEN (Centro della Sassonia, vicino a Lipsia)
Eserciti contro: SVEDESE-SASSONE e IMPERIALE
Contesto: GUERRA DEI TRENTANNI

Protagonisti:
GUSTAVO II ADOLFO (re di Svezia)
BERNARDO duca di SASSONIA-WEIMAR (Alleato agli Svedesi)
ALBRECHT von WALLENSTEIN (Comandante supremo degli Imperiali)
GOTTFRIED HEINRICH conte di PAPPENHEIM (generale degli Imperiali)

La battaglia

Dopo la vittoria di Breitenfeld, nel 1631, Gustavo II Adolfo, re di Svezia, l'anno dopo � ancora in terra di Germania. Ha disatteso le aspirazioni dei principi protestanti tedeschi che avrebbero voluto che marciasse su Vienna, ma il sovrano svedese era pi� propenso a impadronirsi dei ricchi principati tedeschi.

Il 15 aprile del 1632, egli decide di occupare la Baviera e, al passaggio del fiume Lech, deve affrontare ancora una volta il vecchio maresciallo Tilly, gi� sconfitto a Breitenfeld. Gustavo II attacca il nemico e lo travolge, aprendosi la strada per la Baviera. Il vecchio comandante dell'esercito dell'impero rimane ferito gravemente e morir� una settimana dopo.

L'imperatore Ferdinando II, a questo punto, � costretto a richiamare al comando supremo del suo esercito il maresciallo Wallenstein, gi� licenziato due anni prima, carico di glorie passate e sicuro di s� fino alla superbia.

Era usanza dell'epoca che durante l'inverno non si combatteva mai, e le truppe degli eserciti in lotta, in questa stagione, si ritiravano nei loro quartieri, in attesa della primavera.

Conscio di questa usanza, Wallenstein pens� che mai e poi mai il re svedese lo avrebbe attaccato e, dopo essersi ritirato nei suoi quartieri a Lutzen, una specie di smobilitazione, si indebol� ulteriormente mandando il suo generale Pappenheim a presidiare Colonia, e altre truppe in Boemia.

Gustavo II non aspettava altro, e quando Wallenstein vide avanzare gli Svedesi, fece schierare le sue truppe proprio a Lutzen, pensando a una battaglia difensiva, e mand� a richiamare il contingente di Pappenheim.

Il 16 novembre del 1632 Gustavo II giunse in prossimit� di Lutzen. Egli poteva contare su una forza di dodicimila fanti, circa settemila cavalieri e sessanta cannoni.

Di contro Wallenstein, al cui fianco erano schierati molti condottieri italiani con i loro soldati, tra cui Ottavio Piccolomini e Matteo Gallasso conte di Campo, che sar� destinato a diventare Matthias Gallas e a succedere a Wallenstein stesso, disponeva, comprese le forze di Pappenheim di un numero superiore di uomini (circa ventitremila) rispetto al re svedese, ma inferiore come cannoni (ventuno).

Gustavo II, postosi a capo della propria ala destra, si scagli� contro la cavalleria degli imperiali e la sbaragli�. Ma non era stato un successo risolutivo, perch� la lotta, ora, si era radicalizzata in furibondi corpo a corpo di fanteria e un potente fuoco di artiglieria da entrambe le parti.

Verso la prima parte del pomeriggio, sembrava che la vittoria dovesse arridere al re svedese, ma proprio in quel momento comparve all'orizzonte il corpo di Pappenheim, il quale con le sue avanguardie cominciava a caricare gli squadroni posti a protezione delle spalle dell'esercito svedese. La manovra era corretta e costringeva la retroguardia del re a retrocedere.

A questo punto Gustavo II Adolfo decise le sorti della battaglia. Messosi al comando di un reggimento di cavalleria si lanci� all'assalto delle truppe di Pappenheim, sbaragliandole. Ma proprio quando si stavano levando le urla di successo degli svedesi, Gustavo II, in sella al suo cavallo, venne colpito da due colpi di archibugio, e dopo ancora una breve corsa sul dorso del cavallo, cadde a terra morto.

Per la Svezia, con la morte del suo re, finiva lo splendore di un'epoca. Ma torniamo alla battaglia. Gli imperiali, visto la gravissima perdita del nemico, prese coraggio e il combattimento riprese, L'esito era incertissimo.

Il comando degli Svedesi venne assunto dal duca Bernardo di Sassonia-Weimar, figlio ventottenne dell'Elettore, il quale dimostr� subito il suo coraggio e la sua capacit� riuscendo a respingere ben otto reggimenti di cavalleria imperiale guidati dal generale Pappenheim.

I combattimenti continuavano veementi anche sul calar della sera fino a quando, durante l'ennesima carica, Pappenheim veniva colpito a morte e le sue truppe cominciarono a sbandarsi e a ritirarsi sotto l'incalzante avanzata degli Svedesi.

Wallestein, visto che le sue truppe erano dissanguate e scoraggiate, ordin� di lasciare il campo di battaglia e di ritirarsi in buon ordine.

Gli Svedesi avevano vinto, ma anche loro, come il nemico, dovevano constatare gravissime perdite, tra cui quella più dolorosa: la morte del gran re Gustavo II Adolfo.

Ecco come lo storico Golo Mann descrive il finale della battaglia di Lutzen nel libro "Wallenstein".

"...La battaglia era ormai quasi perduta all'ala sinistra, e al centro, scoperto ai fianchi per l'assenza della cavalleria, e nonostante la cupa resistenza la batteria di sette cortane era già stata portata via, quand'ecco, verso l'una, cade di nuovo la nebbia a coprire il sole e la morte, mentre i croati, soldati veloci e variopinti distesi assai sulla sinistra, eseguono il compito affidato e finiscono difatti sul fossato delle zattere e dietro la seconda linea svedese, dove fanno saltare in aria carri e munizioni, provocano disordine e fuga, tanto che si dovettero impiegare contro di loro tre reggimenti.

...Weimar fece sapere al re che non avrebbe potuto resistere più a lungo; allora Gustavo abbandonò la sua postazione con un reggimento, i cavalieri di Smaland, per correre in aiuto ai suoi in difficolt�; galopp� attraverso i campi; giunse ai limiti della sua fanteria di centrosinistra che aveva ricevuto danni assai pi� gravi e vi penetr� in profondit�; il nemico lo riconobbe come personaggio di riguardo, per la maniera ossequiosa con cui i suoi lo lasciavano passare e ricevette quindi un colpo di moschetto al braccio sinistro e non pot� pi� guidare il cavallo, impacciato dal peso e accecato dal fumo della nebbia"


( a cura di ENNIO DALMAGGIONI )
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Bibliografia: �MILES� - Fabbri Editori - fondamentale.
"Storia Universale Marmocchi" - SEI Ed. 1855 
" Storia Universale Cambridge" - Garzanti Editori
"Grande storia Universale"-  Curcio Editore
Istoria dell'Antica Grecia e Romana, Conti Ed. 1822.
�Storia d'Italia� - Montanelli - Fabbri Editori.


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