
Fatture: i controlli dell'Agenzia delle Entrate - (cronologia.it)
Fatture elettroniche, corrispettivi e dichiarazioni IVA analizzati dall’Agenzia. L’ente ha esaminato dati delle fatture trasmesse
In un contesto economico sempre più digitalizzato, l’Agenzia delle Entrate ha intensificato i controlli relativi alle partite IVA, con l’intento di garantire una maggiore trasparenza fiscale e combattere l’evasione. Recentemente, l’Agenzia ha avviato un’analisi automatizzata dei dati, che include un confronto tra le fatture elettroniche emesse, i dati dei registratori telematici e le dichiarazioni IVA presentate.
Questi controlli incrociati rappresentano un passo significativo verso un sistema fiscale più efficiente, ma potrebbero anche comportare rischi per gli imprenditori e i liberi professionisti, soprattutto in caso di difformità.
L’analisi messa in atto dall’Agenzia delle Entrate si basa su tre principali fonti di dati:
- Fatture elettroniche: Vengono esaminate le fatture elettroniche inviate dai contribuenti residenti, stabiliti o identificati in Italia. Questo include anche le operazioni con la Pubblica Amministrazione, che sono particolarmente soggette a controlli.
- Registratori telematici: Gli importi memorizzati nei registratori telematici sono confrontati con le fatture emesse. Questi strumenti, introdotti dal d.lgs. 127/2015, consentono di registrare in tempo reale le operazioni di vendita, rendendo più difficile per i contribuenti omettere ricavi.
- Dichiarazione IVA 2022: Infine, le cifre dichiarate nella dichiarazione IVA presentata per l’anno 2022 saranno messe a confronto con i dati provenienti dalle fatture e dai registratori.
Questo approccio integrato permette all’Agenzia di identificare eventuali incongruenze e irregolarità in modo più rapido e preciso.
Rischio sanzioni
Qualora vengano riscontrate delle irregolarità, i contribuenti riceveranno una comunicazione, nota come lettera di compliance. Questo avviso conterrà informazioni dettagliate, tra cui:

- Numero di protocollo e data di trasmissione del modello IVA con presunte irregolarità.
- Dati relativi alle operazioni attive imponibili, con riferimento ai righi VE24, VE37, VE38 e VE39.
- Importi delle operazioni passive soggette a reverse charge, ricavati dalle sezioni VJ6, VJ7, VJ8, VJ12-VJ17.
- Cifre delle operazioni comunicate tramite il Sistema di Interscambio (SDI) per operazioni attive imponibili o passive in regime di inversione contabile.
- Eventuali importi mancanti o non correttamente riportati nella dichiarazione IVA.
- Elenco dei clienti, comprensivo di codice fiscale e importo delle operazioni imponibili.
- Corrispettivi giornalieri trasmessi, suddivisi per dispositivo, canale di vendita online o distributori automatici.
- Dati dei fornitori con relativi importi legati a operazioni in reverse charge.
Queste informazioni permettono ai contribuenti di comprendere le ragioni della comunicazione e di prepararsi a fornirne i chiarimenti necessari.
Una volta ricevuta la lettera di compliance, il contribuente ha a disposizione due opzioni:
- Richiedere chiarimenti: È possibile contattare l’Agenzia delle Entrate per ottenere ulteriori informazioni riguardo le presunte irregolarità. Questo passaggio è fondamentale per avere una visione chiara della situazione e per capire come procedere.
- Fornire documentazione integrativa: Se il contribuente è in grado di giustificare le difformità riscontrate, può presentare documentazione aggiuntiva. Questo può includere fatture, contratti o qualsiasi altro documento ritenuto utile a dimostrare la correttezza delle operazioni.
Entrambe le opzioni possono essere gestite anche tramite un intermediario abilitato, come un commercialista, che può assistere nella preparazione della risposta e nella gestione della comunicazione con l’Agenzia.
Nel caso in cui vengano riconosciute omissioni o errori, il contribuente ha la possibilità di regolarizzare la propria posizione tramite il ravvedimento operoso. Questa procedura consente di correggere le irregolarità e di beneficiare di sanzioni ridotte, a patto che la regolarizzazione avvenga entro un determinato lasso di tempo dalla violazione.
Le modifiche introdotte dal d.lgs. 87/2024 hanno reso più stringenti alcune regole, ma il ravvedimento operoso rimane una valida opportunità per evitare sanzioni elevate. È fondamentale che i contribuenti comprendano l’importanza di mantenere sempre una contabilità precisa e di rispondere tempestivamente alle comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate.