SCHEDA

TURISMO & VACANZE 



< Una pubblicit� USA degli anni Venti
    invita
i turisti americani sulle spiagge dell'Atlantico

DALLA PORTANTINA
AL CONCORDE:

500 ANNI DI TURISMO

I primi a scoprirlo furono gli intellettuali curiosi e i ricchi annoiati. Erano in pochi. Con il Novecento, il pianeta � diventato un formicaio di viaggiatori che cercano divertimento e avventure col brivido

di PAOLA MOCCHI

"Il viaggiare mi sembra un esercizio giovevole. L'anima si esercita continuamente a notare le cose sconosciute e nuove, e non conosco scuola migliore... per formare la vita che di metterle continuamente avanti la diversit� di tante altre vite, idee e usanze, e di farle gustare una cos� perpetua variet� di forme della nostra natura" (Montaigne, Viaggio in Italia, Laterza, 1991).

Con queste parole il famoso scrittore francese Michel de Montaigne, intorno alla met� del Cinquecento, descrive la sua passione per il viaggio che lo porta a girare in lungo e in largo l'Italia approfittando di una missione diplomatica da compiere a Roma. Montaigne � uno dei primi turisti di cui si ha notizia, se con la parola "turista" intendiamo quel viaggiatore non motivato esclusivamente da ragioni economiche, diplomatiche, religiose, o di conquista, tali per cui dovremmo definire turista anche l'antico romano impegnato nelle spedizioni militari, l'uomo devoto che parte per un lungo pellegrinaggio alla volta di Gerusalemme o ancora Cristoforo Colombo che sfida l'oceano per raggiungere l'India. Proprio nel Cinquecento, tra l'altro, vede la luce la prima guida turistica, La Guide des chemins de France, ad opera di Carlo Estienne, editore, libraio e tipografo lionese.

Si tratta di un vero e proprio itinerario di viaggio, stampato in edizione "portatile", in cui, con uno stile telegrafico zeppo di abbreviazioni, nomi in grassetto e sottolineature per indicare le priorit�, vengono elencate le citt�, i borghi, i castelli, le stazioni di posta e le abbazie pi� famose di Francia con tanto di segnalazioni sulle specialit� gastronomiche. Parigi, Lione, Bordeaux e Marsiglia sono le citt� degne di nota, e quando, nel giro di qualche anno la produzione di guide turistiche diventa una consuetudine editoriale, l'Italia passa di gran lunga in cima alla lista dei luoghi "da non perdere". A Roma si segnalano il Colosseo, il Pantheon, i Fori, e le Terme; a Ravenna i resti romani; Milano, Torino, Parma e Venezia passano davanti a Firenze e a Genova, ma nulla viene detto sui "ruderi" medievali in cui si pu� imbattere il turista per tutta la penisola.

Un viaggio compiuto nel '500 costituisce per� soprattutto un grave rischio, e le guide sono piene di raccomandazioni. Un fiume in piena, ad esempio, pu� rappresentare un nemico insormontabile e costringere il viaggiatore a fare retro marcia; un luogo soggetto a quarantena, se non evitato in tempo, obbliga il malcapitato a terribili disinfestazioni e ad un lungo isolamento, come successe a Rousseau sbarcato nel 1743 nel porto di Genova infestata dalla peste; frequenti poi sono gli attacchi dei briganti, anche se le pi� temute restano le traversate di monti e di mari: da guide e diari di viandanti si apprende che le Alpi sono infestate da mostri, che in realt� sono lupi, e da "cretini delle Alpi", cio� gli abitanti delle montagne, mentre nei mari ci si pu� imbattere in draghi-balene e in "saccheggiatori di relitti".

Mai, dunque, suggeriscono i manuali da viaggio, fare turismo senza un'esperta guida, oltre che ad uno stuolo di servitori necessari per il trasporto dei bagagli e della portantina su cui a volte viaggia languido il padrone. E, altra raccomandazione, partire da casa ben riforniti di denaro per essere in grado di pagare le profumate somme di dazi e balzelli che consentono il passaggio da una giurisdizione ad un'altra.

Ad una sorte non molto migliore vanno incontro coloro che si imbattono in una locanda. Nomi come "Al cavallino bianco" o "Al leone d'oro", promettono molto di pi� di quanto in realt� non offrano: luridi e maleodoranti stanzoni comunitari, simili alle stalle per i cavalli, servono ai viaggiatori per consumare un pasto caldo e per riposare. Inoltre non esiste ancora la premura di imparare le lingue per soddisfare ogni richiesta dell'avventore: Racine racconta che trovandosi nel 1660 in una locanda, in preda al freddo, implor� una serva provenzale di portagli un bollitore ma guadagn� solo un bel vaso da notte!

Da notare che, se in Francia e nei Paesi Bassi almeno la qualit� della tavola e del vino vengono dalle guide elogiate e segnalate, le locande italiane vengono tutte pietosamente definite "misere e desolanti". Tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo gli inglesi lanciano la moda del Grand Tour. I giovani rampolli della upper class, tra i venti e i venticinque anni, non possono sottrarsi al rituale del viaggio per il mondo, che dura da sei mesi ad un anno e mezzo, e serve ad arricchire lo spirito e l'intelligenza e a
forgiare dei veri gentlemen. In realt� si tratta spesso di giovani eccentrici e sofisticati, che in giro per l'Europa "...spendono senza riguardo. La maggioranza passa le giornate a giocare a biliardo e parte da Roma senza avere incontrato altro che inglesi e senza sapere dove sia il Colosseo"; spesso sono collezionisti che depredano le citt� di opere d'arte, oppure le copiano, e comunque la loro ignoranza presso i pi� eruditi continentali rimane proverbiale: "Hai visto il colonnato del Bernini dal punto in cui si vede una sola colonna?" racconta all'amico un giovane inglese appena rientrato da un tours; e l'altro elettrizzato decide di partire per Roma alla ricerca del punto da cui non si vede nulla.

Le mete sono quelle che portano alla scoperta di vestigia romane, soprattutto dopo le nuove teorie dell'archeologo tedesco Winckelmann; Pompei � il nuovo fiore all'occhiello d'Italia, mentre San Marco e Venezia sono dotati di "un gusto miserevole". Dal 1740 le condizioni di viaggio migliorano notevolmente; le strade sono meglio percorribili, anche grazie alla nuova organizzazione delle stazioni di posta che permette la pubblicazione delle prime carte stradali; al calesse si sostituisce la pi� sicura berlina e nelle grandi citt� cominciano a comparire i primi alberghi tutti rigorosamente in puro stile inglese ma dotati di bidet
. I ristoranti si raffinano: sono puliti, ordinati ed � possibile mangiare a tavoli riservati scegliendo la portata di proprio gradimento. Ma la vera invenzione di met� settecento � la stazione termale. La cura con le acque termali � gi� conosciuta in epoca romana, ma ancora non si parla di stabilimenti appositi. La cittadina di Bath, in Cornovaglia, intorno al 1760, viene completamente ristrutturata da Richard Nash che ne fa uno degli healthy places (luoghi di cura) pi� "in" del mondo. L'ambiente della citt� viene reso teatrale dalla scelta urbanistica in cui le case s'inseriscono in un progetto che prevede piazze e portici dove i cittadini e i villeggianti possono passeggiare al riparo dal sole e dalla pioggia. A Bath i turisti seguono un ritmo di vita completamente regolato da Nash che ogni anno pubblica una guida apposita: al mattino si incontrano alle terme dove, sotto la sorveglianza del medico, si sottopongono alle cure giornaliere, poi di corsa al caff� per l'aperitivo, una passeggiata per le vie del centro, e alla sera non mancano mai ai ricevimenti.

I ripetuti incontri favoriscono la promiscuit� e soprattutto l'infedelt� coniugale tanto che le cure termali passano decisamente in secondo piano: a Bath bisogna prima di tutto apparire e poi sfruttare tutte le occasioni. Sullo stesso stile, in pochi anni, nascono Montecatini ad opera del granduca di Toscana, Salsomaggiore nel ducato di Parma, Abano Terme, sotto gli austriaci, Aix nel ducato di Savoia.

Dalla cura termale alla stazione balneare, il passo � molto breve e lo stile con cui vengono organizzate citt� marittime come Nizza, � il medesimo. Giorgio III � solito trascorrere qualche giorno a Brighton e il suo bagno in mare, perch� sia gradevole, viene accompagnato dalla musica di un gruppo di orchestrali immersi nell'acqua fino alle ginocchia, mentre i "bagnatori" e le "bagnatrici" lo aiutano ad immergersi. Curiose sono le cabine di cui si servono i bagnanti: dotate di ruote, vengono fatte entrare nel mare permettendo al turista di svestirsi nella privacy e di immergersi subito dopo con facilit� tramite una scaletta-trampolino.

Le localit� marine, a differenza delle stazioni termali, hanno il vantaggio di avere il clima mite tutto l'anno e quando il turista del nord se ne accorge, aspira a giovarne per tutto l'anno; rimane quindi a Brighton o a Hy�res da ottobre a maggio rinunciando alla mondanit� ed accontentandosi di passeggiate solitarie tra i giardini. Il turismo invernale invece nasce quando, tra il 1741 e il 1742 Windham e Pococke prima, e il ginevrino Martel poi, tornando dalla scalata dei ghiacciai sopra Chamonix, raccontano l'entusiasmo e la meraviglia provati di fronte alle pianure di ghiaccio: si scatena la corsa alla cima pi� alta. Il Monte Bianco non � pi� "la montagna maledetta" ma piuttosto "la pi� ambita", soprattutto dopo che Henriette d'Angeville ne ha conquistato la cima e in segno di vittoria � salita sulle spalle della sua guida per essere la donna pi� alta del mondo.

Miss Straton invece, dopo la scalata, in segno di vittoria far� della sua guida... suo marito. Nel 1857 viene fondato l'Alpine Club e la passione per la scalata cresce vertiginosamente: l'Himalaya, il Caucaso, le Ande ma soprattutto i Pirenei che ispirano i quadri di Gustave Dor�, i racconti di Hugo e i sentimenti di Vigny, che ai piedi della catena, nella citt� di Pau conosce sua moglie, vengono presi d'assalto, anche se gli incidenti, spesso mortali, si moltiplicano.

Una volta che la cima � conquistata, la montagna diventa famosa e la valle sottostante si riempie di turisti: Zermatt, ad esempio, si forma in questo modo. De Saussure nel 1788, davanti al Monte Bianco, scrive: "Quali magnifici contrasti formano queste rocce di granito imbrunite che si stagliano con tanta nettezza e tanta audacia fra le nevi rilucenti!... L'animo s'eleva, le viste dello spirito sembrano ampliarsi, e in questo maestoso silenzio la natura sembra parlare, la sua voce confidarvi le sue operazioni pi� segrete". Siamo in pieno preromanticismo e la conquista delle vette, cos� come la contemplazione degli oceani in tempesta (si pensi al famoso dipinto di David Friedrich, Viaggiatore che contempla una mare di nuvole), offrono nuovi orizzonti per la ricerca della libert� perduta nell'angusto e corrotto ambito urbano. Nel 1844 Rodolphe Topffer direttore del collegio pi� prestigioso di Ginevra, pubblica il primo libro a fumetti, Voyages en zig-zag, dove racconta e illustra molte tra le escursioni da lui stesso guidate nei cantoni svizzeri e sul versante italiano delle Alpi.

La presentazione dei Viaggi Straordinari di Jules Verne presso la Royal Geographical Society, spinge mezza Europa ad intraprendere il giro del mondo e la Revue des deux mondes in cui vengono pubblicate le impressioni di viaggio di autori come Hugo o Dumas, affascina intere generazioni di giovani, ricchi e poveri, anche se il viaggio � ancora appannaggio di aristocratici sfaccendati attratti dall'idea della fuga o dell'esibizione del proprio status di benessere. L'Italia �, a seconda dell'occasione, un gigantesco museo o il paese delle tresche amorose, e Venezia � la prima destinazione dei viaggi di nozze.

Nel 1834 Lord Brougham and Vaux, ministro delle Finanze inglese, decide di svernare in Italia ma il colera arresta il suo viaggio in Francia e lo costringe a ripiegare sulla sconosciuta cittadina di Cannes. Innamoratosi del posto, si far� costruire una lussuosa villa e ci torner� tutti gli anni portando con s� gli amici. Intorno a Cannes gi� a met� ottocento si sviluppa la fama della Riviera o Costa Azzurra. Leopoldo II del Belgio preferisce Cap Ferrat; Colette sceglie Saint-Tropez; Renoir, Chagall e Picasso s'installano lontano dalla folla nell'entroterra di Cagnes, Vence e Vallarius. Mentre Monte Carlo deve la sua fama al Casin� i cui principi-proprietari si arricchiscono e finanziano abbellimenti e ricevimenti.

Sulle spiagge le persone passeggiano, discorrono, giocano a croquet, al salto della corda e costruiscono castelli di sabbia. Il bagno in mare si riduce ad un'immersione rapida, accompagnata da qualche inspirazione profonda per prendere lo iodio, ma ancora nessuno nuota. Cos� come ancora non esistono i costumi da bagno n� si vedono persone stese al sole. La tenuta da spiaggia � quella da passeggio: giacca, cravatta e
bombetta per gli uomini, vestiti lunghi fino ai piedi con cappellini ricamati per le signore. Ancora gli inglesi sono i pionieri degli sport invernali a fine ottocento e precisamente sir Doyle a Davos, il dottor Lunn nel Montana e nell'Arlberg, sulle Alpi. Si pratica il pattinaggio sul ghiaccio, si cavalcano le slitte canadesi, si pratica il curling, un gioco di bocce sul ghiaccio, si gioca a hockey e ci si arrischia anche nel salto. Ma il primo sport in assoluto a sfondare � lo sci alpino e Arnold Lunn fonda a Davos, un club per appassionati e indice una gara per principianti: lui stesso si classifica al primo posto e riceve gli onori della regina Vittoria per "servigi eccezionali resi allo sci britannico". Sfrecciando gi� per le discese Lunn esclama "downhill only" e cio�, "a tutta birra". Peccato che non esistano ancora gli impianti di risalita (che faranno il loro ingresso solo nel 1924 con la teleferica e nel 1935 con lo skilift sganciabile) e si sia costretti a faticosissime arrampicate su pelli di foca.

I primi istruttori di sci sono i norvegesi cos� come le localit� dove � possibile praticare lo sport si trovano tutte in Scandinavia e presso i massicci dei Vosgi e del Jura, ma ben presto anche la Svizzera e l'Austria si attrezzeranno per ospitare un gran numero di turisti. Per tutto l'Ottocento il motto dei ricchi e degli aristocratici � stato dunque partire, partire, partire. La russa Maria Bashkirtev lascia scritto nel suo diario quanto sia difficoltoso stare dietro a tutti gli spostamenti: "Fare, disfare bagagli, provare, comprare, viaggiare. Sempre e poi sempre cos�". E poi le battute di caccia fino in India o in Sudafrica. L'archeologia in Egitto e in Grecia. Gli inverni sulle Alpi bavaresi o in riva al lago L�man e i viaggi intorno al mondo: un manifesto pubblicitario della ditta "Gatti" recita cos�: "L'inizio del grande viaggio � fissato per il prossimo Gennaio. Possono parteciparvi viaggiatori per l'intero Giro del Mondo oppure per singoli tratti. Trattamento di lusso, su nave appositamente armata. Personale specializzato per caccia, pesca, ricerche scientifiche, oceanografiche. Escursioni in zone sconosciute dell'Africa equatoriale.

Esplorazione del corso dello Zambesi. Nuovo, importante raid in Persia, Afganistan, Belucistan. Traversata dell'India da Calcutta e Karical. Esplorazione della Nuova Guinea. � assicurata la partecipazione alla spedizione di tre altissime personalit�". Con l'avvento del Grand Hotel o Palace, l'ostentazione del ricco viaggiatore diviene plateale.

Costruiti tra il 1890 e il 1900 sono caratterizzati non solo dalle enormi dimensioni, ma soprattutto dalla disposizione interna. Il piano terra � deputato alla vita sociale e le sale e la hall sono disposti intorno allo scalone centrale. Ai piani superiori le suites e le stanze, che sono circa duecento, hanno tutte la vista sulla facciata davanti mentre gli uffici e la stanze della servit� danno sul retro.

Pu� esservi un grande parco attorno e non manca mai la stazione termale: il Savoy di Londra, il Ritz di Parigi e il Carlton di Cannes sono tra i primi a vedere la luce. I turisti abituati a tanto lusso costringono la concorrenza a farsi spietata e anche treni e navi si devono attrezzare per non perdere i clienti. La Pullman, la Compagnie Internationale des Wagons-Lits e il Simplon-Orient-Express, offrono a pochi eletti ogni sorta di comfort portandoli in poco tempo da un continente all'altro fino a Costantinopoli e, dal 1904, con la Transiberiana, fino a Vladivostok. Il Transatlantico invece, in rotta verso l'America, � zeppo di emigranti che costituiscono i tre quarti dei passeggeri e occupano i piani inferiori della nave: da questi non � possibile accedere agli spazi delle classi ricche per le quali invece � a disposizione una grande piscina, il campo da tennis, la sala da ballo e la sala pranzo.

Qualche volta con il nome di transatlantico vengono indicate anche navi che l'oceano non l'hanno mai visto, come il "Rex" che per 155 lire, nel 1937, porta in crociera per tre giorni nel mare di Napoli. Negli ultimi decenni del XIX secolo il viaggio subisce comunque una trasformazione radicale. Notati probabilmente i miracolosi effetti benefichi che il viaggio esercita sul corpo e sullo spirito del turista, se ne conclude che esso non debba essere appannaggio solo dei ricchi.

E, anche se viaggiare costa e il lavoro non permette di concedersi pause troppo lunghe, si cerca di studiare il modo perch� almeno i fanciulli possano godere di un meritato riposo. Nel 1875 a Zurigo nasce la prima colonia estiva per opera di un pastore protestante: alcuni volontari raccolgono i fanciulli dei ceti popolari costretti a vivere tutto l'anno in ambienti malsani, e li accompagnano in campagna facendo scoprire loro un nuovo mondo e un nuovo modo di vivere.

L'intento � fondamentalmente educativo, infatti le associazioni che si incaricano di tali progetti sono solitamente cattoliche, protestanti o formate da laici amanti dell'alpinismo che si propongono di iniziare i ragazzi all'amore per la montagna. Nel 1908 Baden-Powell fonda gli scout. Nella guerra anglo-boera Lord Powell � stato impressionato dalla destrezza e dall'ingegnosit� degli esploratori cos� decide di addestrare, sempre con scopi formativi ed educativi, gruppi di ragazzi all'amore e alla cura della natura istituendo gruppi di sorveglianza sempre pronti per ogni evenienza. Anche un'altra grande associazione, quella degli ostelli della giovent�, nasce in seguito agli effetti di una guerra. La carneficina della grande guerra aveva rinforzato lo spirito pacifista dei giovani che con l'istituzione degli ostelli vogliono far passare il messaggio della convivenza pacifica tra i giovani di tutto il mondo. Marc Sangnier, il fondatore della rivista "Sillon", l'organo dei socialisti cristiani, costruisce il primo ostello a due passi da Parigi nel 1925.

Lo spirito della vacanza organizzata si diffonde soprattutto dopo la seconda guerra quando nascono numerosi centri vacanza no-profit che assicurano tutto il necessario, compresa l'assistenza a bambini ed anziani, a pochissimo prezzo. Vengono a tale scopo sfruttati i materiali lasciati dagli americani, come le tende da campo che sono utilissime per allestire abitazioni in stile campeggio.

L'ente organizzatore di tali centri pu� essere sia la struttura statale, sia i sindacati o le associazioni di lavoratori, come quella dei ferrovieri francesi, che, dal 1914, si sono organizzati per praticare tra loro scambi di abitazioni. In Inghilterra invece sono le Trade Unions che si incaricano di acquistare castelli o parchi in rovina da adibire a case-vacanze, i Countryside Mansion House Centers (i centri di vacanza in case di montagna). La vita in questi centri � di tipo comunitario: si stabiliscono i turni per le attivit� di pulizia e manutenzione e per la preparazione dei pasti che vengono consumati su tavolate comuni.

Gli orari sono fissi e le attivit� di svago sono le stesse per tutti, ma la gente � felice di aderirvi, soprattutto tra gli anni Trenta e Sessanta, quando l'orgoglio di appartenere ad una certa categoria di lavoratori � fortemente sentita da tutti. Spesso la vacanza organizzata porta con s� un forte contenuto ideologico. In Francia l'associazione Tourisme et travail di matrice comunista, compie quasi esclusivamente viaggi all'est. In Cecoslovacchia i sokols (associazioni giovanili), che nel 1914 contano circa un milione di adesioni, applicano programmi di risveglio culturale tramite esercizi fisici, canti corali, escursioni e manifestazioni.

Anche in Austria gli Amici della Natura offrono un altro esempio in tal senso. Essi riconoscono che la natura rifiuta tutti i simboli della civilizzazione e che in essa � presente una mistica che richiama il naturalismo dello spirito: da tale naturalismo nasce
in Germania il nudismo. I nudisti rifiutano tutto ci� che richiama l'ambiente urbano, primi fra tutto i vestiti: su interi litorali troviamo il cartello con la scritta "no textil", cio�, vietato tutto ci� che � tessile, mentre il bagno in mare e il sole permettono di ricreare un contatto diretto tra l'uomo e la natura.

Se questi comportamenti nel Nord dell'Europa trovano una buona risposta, nei paesi cattolici, ortodossi e musulmani rimangono, per ovvi motivi, incompresi e con le prime leggi proibizioniste i nudisti sono costretti a cercarsi luoghi appartatati e riservati come l'isola di Levant a Hy�res. Negli anni venti, con il totalitarismo, in Italia, in Germania e in Russia, le vacanze diventano un dovere: Mussolini si inventa il "dopolavoro" incoraggiando migliaia di lavoratori a riversarsi sulle spiagge della costa adriatica. Stalin invia i lavoratori meritevoli nelle "case di cura" che erano state le stazioni termali, gli alberghi di lusso e le dimore dei nobili negli anni della belle �poque, anche se lo stesso trattamento non � previsto per le cooperative contadine.

La vera rivoluzione nel campo del turismo avviene per� intorno agli anni Trenta del ventesimo secolo quando i lavoratori di mezzo mondo, grazie ad una serie di contrattazioni sindacali, ottengono il diritto alle ferie retribuite. Tutto era partito con il Bank Holiday Act votato in Inghilterra nel 1871 che aveva conquistato i paesi pi� civilizzati, ma eravamo ancora lontani da una vera e propria legge che garantisse lo stesso trattamento per tutti. � la Francia il primo paese a raggiungere la meta nel 1936, quando Camera e Senato votano un progetto di legge che garantisce quindici giorni di ferie pagate per tutti. L�o Lagrange, primo segretario di stato francese al "tempo libero" decreta il 1936 "l'anno I della felicit�". Sembra che solo in quell'anno si vendettero 600.000 biglietti ferroviari e l'anno dopo 1.800.000 approfittando del "biglietto popolare per le ferie". � per� l'entusiasmo della conquista che provoca tante partenze perch� il fenomeno andr� scemando negli anni a seguire.

Mentre i ferrovieri, gli insegnanti o i funzionari originari della Corsica approfittano delle ferie per tornare al paese di provenienza, tutti gli altri lavoratori preferiscono non spostarsi per dedicarsi alla sistemazione della propria casa, al giardinaggio, o al limite, fare gite fuori porta in giornata: i lionesi fanno visita al lago di Aiguebelette, chi abita a Lille si reca a Malo-les-Bains e gli alsaziani vanno a godersi un po' di frescura sui Vosgi.

Nel giro di pochi anni anche Germania, Austria, Cecoslovacchia, Gran Bretagna e paesi scandinavi garantiscono le ferie a circa il 90% della popolazione, mentre i paesi mediterranei, gli Stati Uniti e il Giappone non prevedono ancora nulla che possa assomigliare ad una vacanza. In America viene almeno istituito il "ponte", cio� tre giorni di riposo consecutivi uniti ad un giorno di festivit� nazionale come il Thanksgiving Day o Halloween. Dopo la seconda guerra la domanda di balneazione si moltiplica incredibilmente: la costa adriatica richiama i turisti tedeschi, quella dalmata francesi e tedeschi, la Costa del Sol e la costa Brava sono prese d'assalto grazie all'opera di recupero e di sensibilizzazione di Franco. Per far fronte alla situazione il cui punto debole � la mancanza di alloggi, viene raddoppiata la costruzione di villaggi-vacanza in riva al mare costituiti da confortevoli abitazioni a prezzi modici: i bungalow. L'invenzione risale agli anni trenta ad opera di Billy Butlin ma, strano a dirsi, per alcuni decenni questi villaggi vengono gestiti senza alcuno scopo di lucro. Lo stesso Club Mediterran�e, fondato negli anni Cinquanta da G�rard Blitz e Gilbert Trigano, vuole rispondere alla domanda di tutti gli appassionati di sport marini edonistici senza per questo avere un carattere commerciale. Diverso � il discorso quando ad offrire una sistemazione per i turisti sono i residenti privati che ne approfittano per arrotondare i guadagni.

Dagli anni venti nei paesi del nord, soprattutto in Austria, nasce la soluzione che oggi chiamiamo bed and breakfast (pernottamento e prima colazione - alberghi e pensioni chiamati Meubl�). Il caravanning e il camping costituiscono invece un'alternativa alla dimora stabile e una soluzione al problema degli alloggi: ancora una volta si tratta di un'invenzione inglese che sfrutta la comodit� dell'automobile spingendo le case automobilistiche ad adeguarsi alle nuove esigenze. La Volkswagen intorno agli anni quaranta vanta la propria utilitaria, la Fiat, la Mercedes e la Berliet ideano automezzi che siano in grado di rispondere ai bisogni del turista.

Il pullman, il cui nome lo si deve al suo inventore, nasce proprio per questi motivi mentre Desgranges, intuendo quale attrazione possa esercitare il valico delle Alpi, promuove il Tour de France, che causa un incremento del cicloturismo e dei percorsi turistici in automobile. Fino agli anni '50 comunque chi va in vacanza fa ancora parte di un'�lite non pi� costituita per� dall'aristocrazia inglese, ma dalle stelle del cinema. L'abbronzatura � il nuovo segno di riconoscimento: se fino a qualche decennio fa la pelle scura distingueva il lavoratore incallito e i turisti passavano il tempo a proteggersi con l'ombrellino dai raggi solari, adesso essere abbronzati significa essere appena tornati da una vacanza al mare o in montagna. Questo nuovo bisogno di sole e di luce, si riflette anche nell'arte. Pittori e scrittori per la loro ispirazione vanno alla ricerca di luoghi aperti e inondati di luce come i porti mediterranei, o le spiagge bianche della Florida. Lo scrittore americano Scott Fitzgerald non ne vuol sapere di tornare in America e insieme alla sua compagna, l'inseparabile Zelda, trascorre il suo tempo tra Monte Carlo, Montparnasse e Juan-les-Pins che dal 1925, per merito dell'imprenditore Franck Jay Gould, diventa una delle stazioni turistiche pi� ambite dalle �lite. Dal 1950 il turismo subisce un'impennata straordinaria.

Sono lontani i tempi in cui la vacanza costituiva il cavallo di battaglia dei sindacati, anche se ancora larghe fasce di popolazione, come gli operai e gli agricoltori, rimangono escluse da qualunque discorso turistico. Alcuni governi tentano, ma spesso senza riuscirci adeguatamente, di improntare politiche d'incentivazione tra i connazionali, di coordinamento turistico regionale e di richiamo dei turisti stranieri. Ma sono le grandi strutture private che riescono ad impossessarsi del mercato del turismo: catene alberghiere, tour-operators e compagnie aeree, mettendo a disposizione anche i giganteschi Concorde, inventano freneticamente sempre nuove formule e si specializzano in settori particolari per accontentare i mutevoli gusti del turista che ora, per sfuggire all'affollamento, chiede la vacanza all'insegna dell'avventura selvaggia: a poco prezzo e senza rischio per la vita.
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di PAOLA MOCCHI

Bibliografia

Il Turismo. Dal Grand Tour ai viaggi organizzati, Marc Boyer, ed Electa Gallimard
Viaggi d'altri tempi, A. Nacci
Viaggio in Italia, M. de Montaigne, Laterza, Roma-Bari 1991
Breve storia della vacanze, Fruttero e Lucentini, A. Mondadori Editore, Milano 1994

Ringraziamo per l'articolo
(concesso gratuitamente) 
il direttore di
 


*** COSTUME - Il 1843 � l'anno del primo stabilimento balneare riminese.
(Approfondimento  http://www.balnea.net - LINK ESTERNO di Ferruccio Farina)
Ma gi� il 1790,  era stato l'anno della prima bagnante straniera  in Italia "documentata"
a Rimini. Una nobildonna di origine irlandese, Elisabeth Kenny, moglie del marchese romano Giuseppe Rondanini, una bellissima donna dai capelli rossi di origine irlandese ed amante del nipote di Papa Pio VI: Si ferm� a Rimini per quindici giorni per compiere un ciclo di immersioni marine; una terapia marina alla maniera inglese durata quindici giorni, puntualmente annotata da un cronista del tempo. La Kenny dunque, � la prima  turista straniera a tutti gli effetti. La prima di quella infinita serie che da due secoli anima e popola le stagioni della Riviera. E' l'episodio che segna la partenza ufficiale del turismo vacanziero sulla costa romagnola."

Fino alla fine del Settecento, al mare di Rimini si arrivava solo dopo "avventurose" camminate fuori dalle mura della citt�, tra gli acquitrini, le dune e le sterpaglie che costituivano l'arenile a quel tempo.  Passarono alcuni anni, poi un pioniere nell' anno citato all'inizio (1853), si sceglie un bel sito, ci fa un po' di pulizia e ci costruisce il primo avamposto sulla "spiaggia", e come si usava allora lo chiama pomposamente "stabilimento", aggiungendovi "balneare". Non si era proprio sbagliato nel dargli questo nome; creer� una vera e propria industria alimentata da una sempre maggiore vocazione dei suoi concittadini a imitarlo; cio� offrire alloggio ai "forestieri" (cos� li chiamavano i turisti) e nella vacanza dare non solo il mare ma il divertimento, la cordiale ospitalit�, ed insieme la ricca locale  gastronomia marinara mista ai sapori dell'entroterra; come il vino, il Sangiovese o la classica Piadina.
Il grande decollo del turismo balneare di massa  nella Costa Romagnola inizier� a partire dal 1922 con il fascismo (assiduo frequentatore di Riccione lo stesso Mussolini) e con la creazione lungo il litorale romagnolo di centinaia di colonie marine per i bambini.
Il desiderio del salutare bagno di mare nel ventennio contagia un po' tutti. Sorgono le prime pensioni, i primi modesti alberghi, le prime attivit� collaterali. 
Superato poi il critico periodo bellico e i successivi anni del dopoguerra, con la motorizzazione di massa degli anni Sessanta (la 500 e la 600) il turismo verso le coste marine esplose contemporaneamente sia nel ceto medio che nella classe operaia, dato il costo quasi irrisorio di una vacanza.
Esempio: all'albergo Nuova Rimini di Corso XXIII settembre, nel 1960 un giorno di pensione costava 600 lire, e ancora nel 1972 si pagava 1200 lire- "Dall' Annuario Enit". Per quanto bassi i salari italiani, un operaio torinese della Fiat, con la paga giornaliera poteva trascorrere due giorni di pensione a Bellaria, Igea Marina. Miramare, Cattolica o a Rimini. 

(per quanto riguarda gli albori dello  SCI IN ITALIA vedi qui )


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