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PERSONAGGI 

ADOLF HITLER 


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 1923 NOVEMBRE - Hitler a pochi giorni dalla grande decisione che ha preso, che da giorni gli frullava nella testa, fa un curioso viaggio "spirituale". E  un'ora molto critica per lui (con il suo triumvirato a un vicolo cieco - e non � il solo. Senza sbocchi � anche tutta la classe politica tedesca). Per placare il suo nervosismo, Hitler che � un accanito estimatore della musica e degli (ultimi) scritti di Wagner e dell'inglese Chamberlain che ha sposato la figlia del musicista e vive con i congiunti, lo troviamo a fare un devoto pellegrinaggio a Bayreuth. 
Nel giardino della villa, davanti alla tomba dell'autore del Parsifal (opera emblematica) Hitler non trattenne l'emozione. Cosima Lizst  ormai ottantaseienne  vedova di Wagner,  Siegfred suo figlio sposato con la figlia di un famoso giornalista anche lui inglese, ed infine Chamberlain con Eva Wagner, lo accolsero calorosamente e anche con orgoglioso compiacimento nel vedere questo fanatico estimatore in casa propria.  Quest'uomo di cui gi� si parlava in giro, e che stava ponendo a base della sua ideologia politica i miti nibelungici glorificati dal loro congiunto. Particolarmente intenso fu per� il colloquio con Chamberlain. Non gli parve vero che qualcuno mettesse finalmente in pratica quello che lui aveva scritto (una logorroica opera); e anche quello che non aveva scritto,  ma che Chamberlain pensava.

Era stato proprio Chamberlain a mettere in luce nella sua opera (che aveva dato poi vita a un circolo) come "in Germania risiede il pi� forte nucleo germanico continuatore degli ariani". Era proprio di Chamberlain la supposta teoria "dell'aspirazione ebraica al dominio mondiale, impedire il quale e contrapporvi la restaurazione di una gerarchia razziale universale � il compito degli ariano-germanici".

Sappiamo che dopo questo incontro, Chamberlain scrisse a Hitler una solenne lettera; lo definiva "un dono di Dio", un essere che il Signore ha inviato sulla terra a testimoniare la grande vitalit� della nazione; e se la Germania nella sua ora pi� critica  ha prodotto un Hitler, io adesso posso addormentarmi in pace. Dio protegga la Germania".

Per Chamberlain i nemici della Germania sono gli ebrei  perch� sono  l' incarnazione del capitalismo mondiale, e per Hitler lo sono anche del comunismo mondiale. Elencava infatti gli ebrei che hanno guidato la rivoluzione russa e che ora siedono 17 su 22 nel Consiglio del Popolo. Lo stesso Comitato centrale del partito socialista è composto da 9 ebrei e solo 3 russi. Infine ricordava i nomi più importanti di coloro (come Marx, Trotzski, che avevano dato forma a un bolscevismo che non era altro che un capitalismo spinto agli estremi). Elencava i vertici che hanno sposato donne ebree. Stalin, Raisa Kaganovic figlia dell'ebreo Lazarus, vicepresidente del Partito comunista, Commissario del Popolo per l'industria pesante e membro del "Polit-Bureau"; suo figlio Michael oltre essere pure lui Commissario del Popolo per l'industria bellica è anche membro del Comitato centrale del Partito comunista; il fratello Aaron amministratore degli approvvigionamenti; il fratello Sergio dirige l'industria tessile; e l'ultimo fratello Boris i rifornimenti dell'esercito.
Ma anche Molotov ha sposato una ebrea: Scemciuchina Karp. Figlia di una dinastia finanziaria ebrea a New York. Con i quali Molotov mantiene ottimi rapporti per le forniture americane di navi, armi, macchine utensili all'Urss.

(VEDI MAGGIORI PARTICOLARI IN GLI EBREI, WAGNER ED HITLER)


Ma per quanto l'incontro con Chamberlain fosse "istruttivo", Hitler aveva già le sue idee ben precise.
Abbiamo rintracciato una sua lettera, del 1922, che inviò e che "La Vita Italiana" ospitò, firmandosi come faceva spesso al suo paese "Il Bavarese". La rivista la conduceva Giovanni Preziosi, un noto antisemita. E la lettera compare sulla sua rivista il 15 agosto del 1922.

E' una lettera inquietante, nella quale con mirabile sicurezza, veniva fissata la primissima tappa del Nazionalsocialismo. Una anticipazione di Main Kampf. Hitler vi esponeva il suo programma per la salvezza della Germania, quando a quel tempo non erano stati con precisione stabiliti i rapporti tra ebraismo e bolscevismo. E pochi ancora sapevano che prima Marx, poi Trotzky e tanti altri dentro nel Soviet erano ebrei, 406 su 503.

La lettera apparsa su "la Vita Italiana" la riportiamo integralmente digitalizzata nei documenti presenti in Cronologia QUI )

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Otto giorni dopo il curioso pellegrinaggio a Bayreuth, Hitler � pronto!

8 NOVEMBRE 1923 - Ore 20,45, la grande birreria Burgerbraukeller di Monaco � affollata di clienti che stanno ascoltando in una sala la relazione di tre commissari del governo. Si spalancano le porte ed irrompe minaccioso Hitler con i suoi fedelissimi. Impietrisce i presenti, e per fare ancora pi� scena, con la pistola spara in aria un colpo. "attenzione la rivoluzione nazionale � cominciata. Abbiamo circondato il palazzo con seicento uomini armati di tutto punto. Il governo bavarese e del Reich � stato rovesciato. Le caserme dell'esercito e della polizia sono occupate, gli uomini si sono schierati con noi e marciano sulla citt� con le nostre bandiere della svastica. Streseman non � pi� cancelliere. Io ho assunto la direzione politica del nuovo governo".

Ma � tutto un bluff (lo confesser� poi lo stesso Hitler). I presenti non si scomposero. Il famoso generale - Ludendorff (di destra)-  che da tempo appoggiava Hitler perch� aveva anche lui alcune ambizioni di potere, non si aspettava  una scena cos� plateale e drammatica; lui pur essendo militare era per la meno teatralit� e in pi� temeva spargimento di sangue che avrebbe compromesso tutto. I "Corpi Franchi" mercenari governativi mica scherzavano, quelli sparavano su chiunque; anche sugli ex generali.
Riusc� a calmare la tensione, e mentre i compagni di Hitler non sapevano cosa fare, Hitler si cav� dall'impaccio, annunciando che all'indomani ci sarebbe stata una grande manifestazione di protesta in tutta la citt� e che il suo plateale intervento era solo un "forte" avvertimento.

Ma il giorno dopo, 9 novembre la grande parata che doveva conquistare il Palazzo era un semplice corteo di 3000 aderenti che marciava verso il centro di Monaco. Qui trovarono la strada sbarrata dai poliziotti. Poi da un punto imprecisato part� un colpo, e subito dopo inizi� la carica e una fitta sparatoria. Nel caos e nel fuggi fuggi, rimasero uccisi 14 nazisti e 3 poliziotti.

Il fantomatico " colpo di Stato" era fallito miseramente, e Hitler pur fuggendo venne poi arrestato e processato per alto tradimento. Lui non si scompose, anzi, era la sua occasione per far parlare di s� tutta la Germania, attirare l'attenzione della pubblica opinione sul suo partito e le sue idee. Sapeva che sarebbe diventato un martire solo perch� voleva un governo forte e una Germania rispettata. Era quello che volevano in sostanza un po' tutti, anche se non si esponevano troppo. Insomma nel fargli il processo il governo commise  il suo pi� grosso errore: gli offrì una platea. E Hitler non cercava di meglio.

Lo condannarono dopo 24 giorni di dibattito processuale: ma  nel difendersi ostent� sicurezza, dialettica, populismo, argomentazioni patriottiche inscenando veri e propri comizi che strappavano gli applausi ai presenti, trasformando l'aula del tribunale in un teatro. 24 giorni di appassionante difesa che tenne banco sui giornali dalle cui colonne - in crescendo- una buona parte (tra le righe - o evidenziando le sue frasi riportate integralmente)  voleva libero il "patriota". Ma lo condannarono a cinque anni assieme al -pi� famoso di lui- generale, che per� fu messo in disparte, la platea era concentrata tutta su di lui. Quando Hitler lasci� il tribunale, sapeva di aver raggiunto lo scopo. Il processo era stato un vero trionfo. In Germania ormai tutti parlavano di lui.

In prigione, alla fortezza di Landsberg, in mezzo ai carcerieri e ai detenuti parlava solo di Patria. Lo ascoltavano gli uni e gli altri rapiti. Nei sei mesi di carcere (non dimentichiamo che con lui c'� Rudholf Hess, l'ex studente di filosofia appassionato di geopolitica)  ha scritto un libro, il Mein Kampf (La mia Battaglia) dettato a un compagno di cella. Vi riportava i suoi progetti per la Germania e di se stesso di cui ha una sconfinata fiducia. E' infatti, sempre deciso come prima di entrare in galera, a rovesciare il governo e a instaurare un Reich forte ed aggressivo sotto... (e qui sembra proprio vaneggiare) sotto il suo comando.
La sua impresa la present� come una  missione quasi �divina� e il potere assoluto stava alla base del suo progetto. Solo cos� avrebbe potuto trascinare la nazione verso una nuova alba di grandezza. 


1924 - 7 DICEMBRE
- Landsberg, Germania. Adolf Hitler esce finalmente dal carcere per salire come un primo attore su un�auto scoperta di un amico. Con s� ha il libro che gi� considera la bibbia del suo movimento, ma che assieme al suo giornale gi� il giorno della condanna era stato messo fuorilegge; libro, partito e giornale.

MAIN KAMPF

Il libro si impegn� a stamparlo un suo compagno di galera, l'ex orologiaio Emile Maurice, ma non ebbe un gran successo, l'amico ci rimise perfino dei soldi. Pass� inosservato per anni, fino a quando Hitler sal� al potere. Un vero peccato perch� dentro quel libro, mentre il suo autore si agitava, su Mein Kampf,  i politici di tutto il mondo avrebbero potuto scoprire in anticipo, pagina su pagina, il suo programma per la conquista del potere e come avrebbe poi esercitato il medesimo per trasformare la Germania. I pochi che lo avevano letto, la passione che Hitler vi aveva trasferito sembr� anche sincera, del resto quelle aspirazioni erano non solo sue ma di tutta la Germania, ciò nonostante i progetti contenuti erano pura  fantapolitica. Invece c'era tutto il suo programma con estrema chiarezza, e un percorso da seguire nei minimi dettagli. E lui senza falsa modestia era ovviamente il condottiero:
"Attacco a est per l'occupazione della Polonia, Danzica, della Cecoslovacchia. Poi all'Austria. Attacco alla Russia. Attacco al Belgio, Olanda e Francia, lasciando l'Inghilterra in pace nella sua isola se veniva a patti e lasciava a lui solo dominare il resto dell'Europa". 

Vi era espressa la sua politica, quella della supremazia tedesca, la politica razzista e tutto il suo disprezzo e le ostilit� per gli ebrei, per il marxismo, il capitalismo, la borghesia, gli intellettuali e la cultura in toto.


La Germania si sarebbe riscattata ad est occupando -usiamo le stesse parole di Hitler- "uno spazio vitale� ai danni dell�Unione Sovietica e gli odiati "bolscevichi". Il successo era garantito dalla convinzione della superiorit� della razza ariana nei confronti delle altre. Hitler  infatti credeva fermamente nella divisione dell�umanit� in diverse etnie costantemente in lotta fra di loro. Il diritto alla sopravvivenza spettava solo al vincitore di questa lotta, ovviamente ai tedeschi. I popoli non ariani andavano semplicemente distrutti senza piet� e al primo posto della lista c�erano gli ebrei che si erano amalgamati con il resto della societ� tedesca, occupando posizioni di rilievo, minandone la solidit� e la compattezza. La Germania poteva uscire dalla grave crisi in cui era caduta e risolvere tutti i suoi problemi, ma solo sotto la sua guida. L�obiettivo era un Reich millenario libero dalle etnie impure, che avrebbe dovuto dominare su tutta l�Europa. 
Politicamente - sembrava fantapolitica o patologica megalomania- l'obiettivo di Hitler era di concentrare su di s� le due massime cariche politiche della Germania, cancelliere e presidente, e quindi diventare il Fuhrer, unica guida di tutto il paese.

Nessuno lesse il libro, o gli avversari politici che lo fecero sottovalutarono la portata delle mire di Hitler, mentre lui attenendosi al programma che aveva elencato nel volume procedeva una pagina dietro l'altra. Dove affermava a un certo punto che tutto questo si poteva realizzare con un milione di soldati e un solo uomo a comandarli: ovviamente quell'uomo era lui!
In questi primi tempi, evitava sempre in pubblico di trattare gli elementi pi� estremi della sua ideologia contenuta nel libro, nei suoi discorsi sapeva moderare con incredibile abilit� il contenuto, il suo lessico lo adattava spesso alle esigenze. Solo con i suoi �fedeli� parlava apertamente dei suoi progetti per la Germania dopo la conquista del potere. Con il popolo invece manteneva un atteggiamento molto pi� moderato, ma non mancava mai di rimandarli a "La mia battaglia", al suo credo, a quel libro che dal 1933 in poi si cominci� a vendere in Germania con tirature pari alla Bibbia.

Il nocciolo della questione (soprattutto dei revisionisti) verr� poi dopo. Cio� se i tedeschi sapevano o no di questi progetti: desiderio di una Germania dominante; predominio con i mezzi militari; governare il mondo con l'impronta imperialistica; infine l'idea di popolo "puro" con le leggi razziali e la "pulizia etnica".
Prima il libro non l'aveva letto nessuno, fu quasi un fiasco. Ma poi  quando sal� al potere- il libro fu letto in tutte le case tedesche come una sorta di vangelo. Fu il libro -come abbiamo detto sopra- pi� venduto, al pari della Bibbia. Circa sei milioni di copie. Quindi nessuno potrebbe dire che i tedeschi non sapevano.
E sapevano anche gli Italiani: Il Corriere della Sera del 1933, all'indomani della grande ascesa  non aveva dubbi sulla natura  del nazismo "la sua vera forza non � quella numerica, n� la sua volont�! Sono  sani e vitali elementi della politica europea e mondiale".

Cos� il libro anche in Italia con molto zelo fu stampato come "doveroso omaggio al grande Fuhrer" e fu pubblicato nel 1934 dalla Bompiani,  La mia battaglia (Mein Kampf).  Andiamo  alla pagina 364. Ed ecco cosa troviamo:

"In luogo dell'odio contro altri ariani, dai quali tutto pu� separarci, ma ai quali tuttavia ci unisce comunanza di sangue e di civilt�, dobbiamo votare al furore generale il perfido nemico dell'umanit�, l'ebreo, il vero autore di tutte le sofferenze. Il nazionalsocialismo deve fare in modo che, almeno nel nostro paese, il mortale avversario sia riconosciuto e che la lotta contro di esso mostri anche agli altri popoli la via della salvezza dell'umanit� ariana".... " Se all'inizio e durante la guerra si fossero tenuti sotto i gas velenosi quei 15.000 ebrei marxisti corruttori del popolo, come dovettero restare sotto i gas, centinaia di migliaia dei migliori tedeschi di tutti i ceti e di tutti i mestieri, non invano sarebbero periti al fronte milioni di vittime" 

Hitler poi and� oltre i suoi progetti: quando in fatto di uomini questi furono venti volte di pi�, ma su una cosa non sbagli�, che l'uomo che doveva realizzare questi progetti era lui, e di questo ne era sicuro fin dalle prime pagine. Ma nessuno - quelli che contavano- lesse il libro. E chi lo lesse lo sottovalut�.  Hitler lo consideravano per lo pi� un esagitato, che sarebbe crollato tanto velocemente come era nato. Molti lo considerarono uno strumento quasi inoffensivo per i propri fini. Pochi lo temettero davvero non comprendendo la sconfinatezza dei suoi obiettivi. Consideravano la lettura del libro una inutile perdita di tempo. Del resto l'autore - indicato con disprezzo - era quello che aveva tentato di fare un "colpo di Stato" in una... "birreria", intendendo che  il tentativo di rovesciare una repubblica era stato fatto in mezzo ai fumi dell'alcool.

E subito in contemporanea, pochi lessero il libro Ci sar� la guerra in Europa? di Knickerbocher. Lui era un famoso giornalista (premio Pulitzer),  uno dei pochi - fuori della Germania- che con inquietudine  aveva letto Main Kampf. Ne era rimasto scioccato e dato che Hitler era salito al potere da pochi mesi, si era messo in viaggio intorno al mondo e aveva poi interrogato tutti i potenti della terra. Il libro inchiesta  fu pubblicato in Italia nello stesso 1934 e sempre dalla Bompiani (ne possediamo una copia).
Un anno prima Hitler era salito legalmente al potere e aveva gi� impresso una svolta autoritaria.
Per quali motivi sarebbe scoppiata quella che fu poi la seconda  guerra mondiale era descritto nei minimi particolari, perfino che iniziava a Danzica; come Hitler avrebbe piegata la Polonia, la Cecoslovacchia, il Belgio e la Francia; non mancava l'Invasione (punizione) dell'Austria, il Paese che lo aveva da giovane umiliato. Il Giappone che far� la guerra alla Russia. Poi veniva tutto il resto, ma gli statisti dell'epoca si dimostrarono analfabeti.
Il libro iniziava. "Ci sono sei milioni di uomini in uniforme...con la baionetta in canna, Che cosa aspettano?" La risposta era il titolo del libro, pur avendo "come un inutile accessorio" il punto interrogativo. Dentro, gli interrogativi non c'erano, anzi Knickerbocher
precisava: "La domanda non � se "Scoppier� la guerra?" ma "Quando scoppier� la guerra?"
"I giochi olimpici della morte sono partiti. Oggi sono le gare eliminatorie. Domani saranno le semifinali. Alla contesa partecipano Germania, Francia, Inghilterra, Russia, Giappone e l'Italia.
Ho interrogato Churchill mi ha detto "Rabbrividisco pensando il giorno. Non � molto lontano. Forse a un anno, o a diciotto mesi".


Il libro di Hitler costava 12 marchi (8 lire). L'altro quello di Knickerbocher costava 12 lire e Hitler li spese bene comprandone una copia. Dentro nel libro oltre al resto (le interviste ai potenti della Terra), un polemico generale francese rivelava che la sua Maginot non valeva nulla, che la si poteva aggirare benissimo in Olanda e anche sfondarla nella stessa Francia  in un preciso punto (Ardenne). Hitler fece poi esattamente entrambe le due cose. Proprio in quei due punti.
Knickerbocher forse trasal�, infatti scrisse: "La Francia diventa fascista. Colpevole l'Inghilterra che mostra di dilazionare troppo a lungo un patto con i francesi, e intanto la Germania ne approfitta e si concentra nel riarmo".

Insomma aveva chiarissime le idee, e dobbiamo aggiungere anche la scintilla di una geniale follia. Dopo il 1938, quando punter� al "dominio del mondo" (anche se questo lo diranno gli altri, quelli che avevano strangolato a Versailles la Germania) e si prepar� a scatenare la guerra, qualcuno inizia a definirlo pazzo. Se lo era, lo era anche nel 1923. Da questo 1923 grazie alle sue capacit�, razionali, funeste fin che si vuole ma comunque politicamente razionali. (Anche nel '33 ad esempio agisce  non come un dittatore ma segue un percorso nella forma costituzionale, perfettamente democratica. Prende il potere con la legalit�. L'autoritarismo non se lo prende, gli viene regalato su un vassoio d'argento.

Solo il generale Erich Ludendorff,  capo di stato maggiore durante la prima guerra mondiale (e lui lo conosceva bene fin dal putsch della birreria) si era reso conto in che mani andava questo potere e scrisse a Hindenburg  il seguente telegramma: �Nominando Hitler cancelliere del Reich tu hai posto la nostra sacra madre patria nelle mani di uno dei pi� astuti demagoghi di tutti i tempi. Io prevedo che quest�uomo diabolico sprofonder� il nostro Reich nell�abisso e procurer� al nostro popolo immani sofferenze. Le generazioni future malediranno il tuo nome�.
Era il 31 gennaio 1933. Da poche ore si era insediato Hitler al Reichstag 
 
Hitler attua cos� il suo progetto; il suo pretenzioso programma nei minimi dettagli (e non certo da solo, come non era solo in Italia in questo stesso 1922 e '23, Mussolini).

Ma ritorniamo all'uscita dal carcere

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