SCHEDE BIOGRAFICHE
PERSONAGGI
ERNESTO DE CURTIS

Celebre autore di canzoni napoletane

Ernesto De Curtis nacque a Napoli il 4 ottobre 1875; era quarto dei sette figli del pittore Giuseppe ed Elisabetta Minnon, e pronipote, per parte di madre, del compositore Saverio Mercadante. Ereditò appieno le doti artistiche familiari e iniziò giovanissimo a studiare pianoforte, con Vincenzo Valente e armonia con Daniele Napolitano, diplomandosi al conservatorio San Pietro a Majella. Aiutò anche il padre nel lavoro di pittore e decoratore, ma la musica ebbe la meglio e così diede vita con un amico ad un duo di varietà, esibendosi nei teatri di Napoli, Roma e Viareggio.
Successivamente avviò una lunga e proficua collaborazione con il fratello Giambattista, poeta e pittore, e dal sodalizio nacquero successi come ‘Torna a Surriento’ , ‘Amalia’ e ‘’A primma vota’.

Accanito fumatore, simpatico, cordiale e stimatissimo nell’ambiente musicale napoletano De Curtis fu chiamato più volte a musicare i versi di grandi poeti partenopei: tra i suoi pezzi più famosi ‘Voce ‘e notte’ di Eduardo Nicolardi, ‘Sera mia’ di Rocco Galdieri, ‘Sentinella’ di Roberto Bracco’ , ‘Ah! L’ammore che ffa fa’ di Ernesto Murolo ed infine ‘A canzone e Napule’ di Libero Bovio.
Altri suoi successi furono: So’ nnammurato ‘e te (1912), Autunno (1913), Sona chitarra (1913), ‘A guerra (1915), Senza nisciuno (1915), Tu ca nun chiagne (1915), Mandulinata (1917), Sentinella (1917), e ‘ 0 balcone ‘e Napule (1934).

Dopo essersi cimentato anche nella composizione di romanze, con versi di Adolfo Genise, Ernesto De Curtis avviò un fortunato rapporto di collaborazione con Beniamino Gigli che fu magistrale interprete di due sue canzoni in lingua italiana, ‘Non ti scordar di me’ del 1935 e ‘Ti voglio tanto bene’, del 1937, entrambe su versi di Domenico Furnò. Il valzer lento di ‘Non ti scordar di me’, che risentiva non poco delle tonalità del melodramma ottocentesco, stregò l’Italia degli anni ’30 e proprio Beniamino Gigli la eseguì nel film omonimo, diretto da Augusto Genina. Anni dopo, nel 1968, il brano conobbe un nuovo successo, grazie all’arrangiamento ed alla rinnovata interpretazione che ne fece Sergio Leonardi, piazzandola nelle hit parade.

De Curtis fu anche autore di musiche di altri due film nei quali Gigli era tra i protagonisti.
Sin dal 1920, proprio per seguire Beniamino Gigli, De Curtis lasciò l’Italia e lavorò a lungo come pianista a New York ed anche a Parigi, Londra e Buenos Aires, accompagnando sempre il cantante nelle sue tournee e riscuotendo clamorosi successi.

Molte delle canzoni di Ernesto De Curtis nacquero per caso o in circostanze particolari: la prima di esse è la notissima ‘Torna a Surriento’, scritta nel 1902 dal fratello Giambattista su richiesta del Sindaco della città, Guglielmo Tramontano, per ingraziarsi il presidente del consiglio Zanardelli ed ottenere la creazione di un ufficio postale nella ridente località costiera. Di questo brano, interpretato dai più noti cantanti del mondo, fu realizzata anche una versione da Elvis presley, alla fine degli anni ’50.

Nello stesso anno 1902, i fratelli De Curtis scrissero ‘Amalia’, per le edizioni Bideri, in onore di Amalia Russo, che diverrà la moglie di Ernesto poco tempo dopo.
Un altro dei più noti successi di Ernesto De Curtis fu infine ‘Voce ‘e notte’, i cui versi di Nicolardi egli lesse per caso nel 1904 su un giornale ed insistette per musicarli, colpito dalla loro bellezza ed intensità. Ne nacque una delle più belle e struggenti melodie, tradotta in varie lingue, che ha conosciuto vari periodi di popolarità fino ai giorni nostri, con una interpretazione di Peppino Di Capri che fu per molto tempo in classifica.

Il sodalizio tra i due fratelli non si interruppe mai e anche dall’America Ernesto scriveva puntualmente a Giambattista, inviandogli la musica per le canzoni che egli gli faceva pervenire per posta.

Ernesto De Curtis morì il 31 dicembre 1937: qualche giorno dopo arrivò dall’America una lettera di suo fratello con lo spartito della musica, per la sua ultima canzone.


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