SCHEDE BIOGRAFICHE
PERSONAGGI
VINCENZO CARDARELLI

 

1887 Vincenzo Cardarelli  (il suo vero nome ra Nazareno) nasce a Corneto Tarquinia (Viterbo) il primo maggio. Da giovane pratica diversi mestieri e studia in modo irregolare.

1905 E' l�anno della morte del padre. Abbandona il paese natale, al quale fu per sempre legato da un rapporto di odio e amore, a causa dell'infanzia infelice e solitaria che vi aveva trascorso, lui afflitto da una menomazione al braccio sinistro spesso veniva affidato alla carit� e alla cura di estranei.

1906 Giunge a Roma, privo di una regolare istruzione, in cerca di fortuna; si accosta agli ambienti socialisti iniziando una attivit� giornalistica che lo porter� alla redazione dell� "Avanti!". Inizia la relazione amorosa con la scrittrice Sibilla Aleramo, che si esaurir� nel 1912. Intanto prosegue nelle sue intense seppure disordinate letture e, abbandonate le velleit� socialiste, entra in contatto con gli ambienti culturali che gravitano attorno alle principali riviste: nel 1911 invia alla "Voce" prezzoliniana uno studio su Charles P�gluy e inizia una assidua collaborazione al "Marzocco".

Pubblica anche lo scritto "Metodo Estetico" e le prime poesie sparse. Particolarmente significativa �, in questa fase, il sodalizio con Riccardo Bacchelli, mentre fallisce il progetto a lungo vagheggiato di dare vita a una nuova rivista. Nella capitale collabora, prima del conflitto mondiale, a numerose riviste: "Il Marzocco", "La Voce", "Lirica" ed � tra i fondatori de "La Ronda".
La Civita, Corneto, Roma, le memorie della sua infanzia solitaria e della sua focosa giovent�, sono i temi essenziali di un�opera che pur senza essere abbondante costituisce un alto e raro esempio di coerenza e di coscienza artistica.

Ma sarebbe difficile, e probabilmente arbitrario voler isolare nella sua produzione questo o quel titolo di una singola opera, perch� Cardarelli � soprattutto il creatore di uno stile. A tale esigenza massima egli subordina, quando era in vita, ogni altra ambizione e ogni ricerca di un successo facile ed effimero.

1916 Esce "Prologhi", una raccolta di brevissime prose. Nel medesimo anno collabora alla "Voce" di Giuseppe De Robertis, maturando via via quelle convinzioni di un ritorno all�ordine e alla tradizione da cui nascer� nel 1919 l�esperienza decisiva della "Ronda". Della rivista Cardarelli fu fra i pi� strenui ispiratori, dirigendola fino al 1923, quando cess� definitivamente le pubblicazioni.

1929 Vince il Premio letterario Bagutta per il libro "Il sole a picco"

"Io nacqui forestiero in Maremma, di padre marchigiano, e crebbi come un esiliato, assaporando con commozione tristezze e indefinibili nostalgie. Non mi ricordo la mia famiglia, n� la casa dove son nato, esposta a mare, nel punto pi� alto del paese, buttata gi� in una notte come dall'urto di un ciclone, quando io avevo due anni appena.

Sono venuto a conoscere mio padre un giorno che, nientedimeno, aveva sposato, e io soffiavo nel fornello a tutto andare, con una ventola nuova nuova. Ci fu un tempo ch'io vissi sotto la protezione d'un angelo custode e non ne ho altro ricordo se non che ero un ragazzo come tutti gli altri, curato, ben vestito e corretto con severit� ed amore. Il destino, dopo avermi tolto la madre mi aveva regalato in compenso una matrigna, tutta d'oro, dal cuore alle mani. Me la aveva portata da lontano, parlava un dialetto settentrionale.

Tutta questa felicit� dur� poco, tre anni appena. Un dopo pranzo, che tornavo dalla scuola, passando davanti alla camera dove la mia cara madre giaceva malata e mentre son l� per entrare (ma gi� mi aveva sorpreso il lenzuolo che le avevano tirato fin sopra il capo) due braccia mi sollevarono e mi deposero nella camera accanto, dove una sorella della morta stava, in quel momento, levandosi di letto, dopo aver trascorso la notte vicino a lei. Erano quelle di mio padre.

Da allora la mia esistenza si complic�. I confini della mia famiglia si confusero e si dispersero. Non potendo badare a me, mio padre si vide costretto a collocarmi ora qui ora l�, a dozzina. Conobbi altre case, dove fui accolto e trattato quasi in qualit� di parente, attesa la mia facilit� a familiarizzare. Il mondo mi allev�. [...]

Per farla corta, mio padre pretendeva che io diventassi nient'altro che un buon commerciante, alla sua maniera. Ecco la ragione vera per cui non volle che studiassi e fece, senz'accorgersene, la mia rovina. [...]

A sedici anni, cio� un anno avanti che mio padre morisse, ero gi� lontano da lui e dal mio paese. [...]

Per vivere, nei primi anni, dovetti fare i mestieri pi� vari: addetto a vigilare l'andamento delle sveglie in un deposito d'orologi; ammanuense nello studio d'un bisbetico avvocato piemontese e socialista; impiegato nella segreteria della Federazione metallurgica; contabile; infine giornalista.

1948 "Villa Tarantola"  vince il Premio Strega per la prosa

1959 Muore il 18 giugno nell�Ospedale del Policlinico di Roma. Egli riposa ora nel cimitero di Tarquinia, di fronte alla Civita etrusca secondo la volont� espressa nel testamento. La Civita etrusca, che il poeta ha cos� di frequente evocato nelle sue poesie e nelle sue prose, aveva ai suoi occhi pi� il valore di un simbolo morale che non di un tema autobiografico: era stato il faro che lo aveva guidato durante la sua avventurosa navigazione tra gli scogli dell�esistenza. Visse nella povert� e nella solitudine, e mor� a settantadue anni ancora pi� povero e pi� solo.

Le Opere 

I prologhi

In quasi tutte le prose e le poesie contenute nella raccolta, le parole usate da Cardarelli sono lineari. Il mondo rappresentato � un mondo intellettuale, senza mistero. I temi che affiorano pi� spesso, oltre a quelli dell'addio, del distacco, della solitudine, dello sgombero, sono la morte ("Angosce letargiche le quali sono state i miei anticipi di morte"), l'anima ("Sento che il tempo cade e fa rumore nell'anima mia"), la purit� ("Io sono grato al male per gli obblighi di purit� che mi ha posti"), la carne ("Perch� io ho ecceduto nella carne fino all'ironia").

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