NORIMBERGA: gli orrori

COME GLI ALLEATI SCOPRIRONO GLI ORRORI DEL NAZISMO.
20 NOVEMBRE 1945 - 1 OTTOBRE 1946

di Claudio Li Gotti

Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa dell’Unione Sovietica liberò il campo di concentramento di Auschwitz, sulla cui entrata vi era scritto “Arbeit macht frei” (Il lavoro rende liberi), facendo emergere in tutto il suo orrore l’Olocausto del popolo ebreo. Attraverso le terribili immagini immortalate dagli operatori sovietici, il mondo intero venne finalmente a conoscenza dell’agghiacciante sterminio di ben 6 milioni di ebrei, un massacro teorizzato da Hitler nella sua autobiografia "Mein Kampf" e diabolicamente messo in pratica dopo la conquista del potere (1933), soprattutto durante la seconda guerra mondiale.

Le immagini riprese al campo di Auschwitz e quelle degli altri campi liberati dai soldati americani e britannici (Mauthausen, Bergen-Belsen, Treblinka, Dachau, Buchenwald ed altri) vennero mostrate al Processo di Norimberga, rappresentando la più schiacciante e sconvolgente prova contro i crimini nazisti.

L’idea di processare i criminali nazisti venne ufficializzata nell’ottobre del 1943, quando i ministri degli Esteri di Gran Bretagna, USA e URSS si incontrarono a Mosca; qui venne emanata una dichiarazione importante, la quale prevedeva, tra l’altro, che i criminali di guerra tedeschi fossero puniti per una “decisione comune” degli Alleati. Questa decisione comune fu discussa a Londra, a partire dal giugno 1945. L’accordo firmato l’8 agosto (Accordo di Londra) istituiva il Tribunale Militare Internazionale che doveva processare i principali criminali del nazismo.

Il giudice federale americano Robert H. Jackson, primo Pubblico Ministero per gli USA durante il processo, organizzò l’intero procedimento. Fu lui a consigliare Norimberga come sede per lo svolgimento del processo, proprio quella che era stata la città simbolo del nazismo e della persecuzione contro gli ebrei. (Leggi di Norimberga, 1935)

I processi di Norimberga furono in realtà tredici ma quello che più catalizzò l’opinione pubblica mondiale fu il primo, quello fatto ai ventuno alti gerarchi nazisti superstiti: i comandanti militari, gli esponenti del partito ed i responsabili del lavoro forzato e del genocidio.

Il processo agli alti gerarchi nazisti ebbe inizio il 20 novembre 1945, ma già l’udienza di apertura si era svolta il 18 ottobre precedente a Berlino. Dal 20 novembre 1945 al 31 agosto 1946 (ben 218 giorni!) il procedimento fu proseguito a Norimberga. La Corte era presieduta dal giudice britannico lord Geoffrey Lawrence. I capi nazisti, i “vinti”, erano sul banco degli accusati nelle vesti di imputati; i “vincitori” (USA, Francia, Gran Bretagna ed URSS) erano invece nelle vesti di giudici e della pubblica accusa.

Il primo giorno fu dedicato alla lettura degli atti d’accusa.
I capi di imputazione erano quattro:
1) Cospirazione, e cioè la preparazione di un piano comune per commettere gli altri tre crimini;
2) Crimini contro la pace, per aver diretto guerre d’aggressione contro altri Stati, scatenando la seconda guerra mondiale;
3) Crimini di guerra, per aver compiuto una serie di violazioni del diritto internazionale bellico contenuto nella Convenzione dell’Aja, per esempio attraverso i trattamenti disumani nei confronti di popolazioni civili e prigionieri di guerra;
4) Crimini contro l’umanità, per aver commesso atti di estrema atrocità nei confronti di interi gruppi etnici (il genocidio degli ebrei d’Europa).


I ventuno alti gerarchi nazisti presenti a Norimberga erano:



* Dönitz Karl, grande ammiraglio, fu il successore di Hitler; alla sua morte costituì un governo che ebbe come compito principale quello di firmare la resa (il 7 maggio 1945). Imputato dei capi d’accusa 1, 2 e 3, fu condannato per i capi d’accusa 2 e 3 a 10 anni di reclusione.

* Frank Hans, avvocato, dal 1939 fu governatore della Polonia controllata dai nazisti. Imputato dei capi d’accusa 1, 3 e 4.

* Frick Wilhelm, ex ministro degli Interni del Reich. Imputato per i capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

* Fritzsche Hans, giornalista; dal maggio del 1933 direttore delle informazioni presso il servizio stampa del ministero della propaganda, fu soprattutto accusato come “fantasma” del suo superiore, Goebbels, il ministro della propaganda del Reich. Imputato dei capi d’accusa 1, 3 e 4.

* Funk Walter, ministro dell’economia del Reich e dal 1939 presidente della Deutsche Reichsbank (banca centrale del Reich). Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

* Göring Hermann, il “numero due” della Germania, il personaggio più importante del nazismo al processo. Goring, come ministro dell’interno della Prussia, istituì il "Geheimes Staatspolizeiamt" che successivamente divenne la GeStaPo, potente polizia segreta del regime; dopo il successo nelle elezioni del ’30 venne nominato Presidente del Reichstag, quindi Feldmaresciallo, comandante della Luftwaffe e uno dei principali artefici della potenza militare tedesca, facendo mobilitare tutte le forze economiche dello Stato per il riarmo. Partecipò nella pianificazione delle guerre di aggressione in violazione del Trattato di Versailles e degli altri accordi e trattati internazionali. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

* Hess Rudolf, dal 1933 fu il vice ed il segretario del Führer presso il partito nazista. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

* Jodl Alfred, generale di corpo d’armata. Capo delle operazioni militari e consulente di Hitler. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

* Kaltenbrunner Ernst, capo dei servizi di sicurezza del Reich. Imputato dei capi d’accusa 1, 3 e 4.

* Keitel Wilhelm, capo di Stato maggiore delle forze armate. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

* Neurath von Konstantin, primo ministro degli esteri di Hitler e poi protettore del Reich per la Boemia e la Moravia. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

* Papen von Franz, vicecancelliere nel primo gabinetto Hitler del 1933, successivamente ambasciatore a Vienna ed Ankara. Imputato dei capi d’accusa 1 e 2.

* Raeder Erich, comandante supremo della marina militare. Imputato dei capi d’accusa 1, 2 e 3.

* Ribbentrop von Joachim, dal 1938 al 1945 ministro degli esteri del Reich, fu protagonista del Patto nazi-sovietico del 1939 (conosciuto pure come Molotov-Ribbentrop), i cui protocolli segreti fissavano la spartizione dell’Europa centro-orientale tra Germania ed Unione Sovietica. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

* Rosenberg Alfred, ministro del Reich per le zone di occupazione nell’Europa orientale. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

* Sauckel Fritz, procuratore generale di Hitler come responsabile per i lavori forzati in Germania di manodopera straniera. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

* Schacht Horace Greely Hjalmar, banchiere, presidente della Reichsbank e ministro dell’economia. Dal 1944 nel campo di concentramento di Flossenbürg. Imputato dei capi d’accusa 1 e 2.

* Schirach von Baldur, ex capo della gioventù hitleriana e governatore del distretto di Vienna. Imputato dei capi d’accusa 1 e 4.

* Seyss-Inquart Arthur, avvocato, governatore del Reich per i territori occupati nei Paesi Bassi. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

* Speer Albert, architetto, ministro del Reich per l’armamento e le munizioni. Imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4.

* Streicher Julius, insegnante elementare, fu il violento propagandista della persecuzione degli ebrei. Fondò nel 1923 il settimanale "Der Stürmer" del quale restò proprietario e direttore fino al 1945. Imputato dei capi d’accusa 1 e 4.

Tutti questi uomini furono accusati sia individualmente e sia come membri dei gruppi ed organizzazioni che furono giudicati criminali: la Gestapo, le SS (corpo scelto del regime, responsabile di massacri nell’Europa occupata), le SD (servizio di sicurezza dello Stato), le SA (squadre d’assalto), il Gabinetto del Fuhrer e i corpi dirigenti del partito nazionalsocialista, tutti strumenti dell’oppressione del regime.
Il processo di Norimberga fu però orfano dei maggiori protagonisti di quel macabro periodo: Hitler, Goebbels e Heinrich Himmler, capo delle SS, si erano suicidati; Martin Bormann, che durante la seconda guerra mondiale era stato intimo collaboratore di Hitler nel quartier generale del Führer, era sparito nel nulla. Fu ugualmente imputato dei capi d’accusa 1, 3 e 4 e più tardi condannato alla pena capitale in contumacia. Stessa cosa per il generale Heinrich Muller, capo della Gestapo, mentre Adolf Eichmann, uno dei responsabili della “Soluzione finale”, fu arrestato in Argentina e giustiziato in Israele nel 1962. Altri due incriminati furono Gustav Krupp e Robert Ley: il primo, magnate dell’industria pesante e degli armamenti tedeschi fu imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4 ma fu riconosciuto incapace di cosciente partecipazione al procedimento (al suo posto fu processato e condannato a 12 anni di reclusione il figlio Alfred, nel 1948); il secondo, capo del Fronte del lavoro nazista, si impiccò in cella prima dell’inizio del processo.
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L’accusa iniziò il suo lungo lavoro che si protrasse fino al marzo dell’anno seguente; durante questo periodo venne ricostruita, in tutti i suoi più terribili particolari, la storia del nazismo. Ciò che tutti conosciamo venne rivelato per la prima volta a Norimberga, attraverso la costruzione dell’accusa con prove documentarie e testimonianze. Furono ascoltati circa 350 testimoni, esaminate circa 200.000 dichiarazioni giurate, 100.000 documenti e, soprattutto, proiettati i filmati dei lager nazisti dopo la liberazione dei campi.

Una prova che fu molto discussa in seguito, fu il documento PS-386, il “protocollo di Hossbach”. Costui era un aiutante di Hitler che stilò un rapporto di un preteso discorso del 5 novembre 1937, nel quale il Fuhrer rivolgeva ai suoi gerarchi più importanti le sue pretese di un Lebensraum, la famosa teoria dello “spazio vitale” mutuata dal geografo tedesco Ratzel e adattata alle mire espansionistiche del nazismo. Ciò rappresentava la prova della politica aggressiva adottata da Hitler e messa in pratica dai suoi gerarchi. Ma, come ha scritto Carlos W. Porter nel suo “Not guilty at Nuremberg” (1996), il documento era soltanto una fotocopia, manipolata più volte, dell’originale manoscritto di Hossbach, mai approvato da Hitler, e perlopiù scritto a memoria 5 giorni dopo la riunione. Si trattò dunque di una prova insufficiente che però fu lo stesso considerata attendibile. Si venne poi a conoscenza dello stratagemma per giustificare l’invasione della Polonia da parte dell’esercito tedesco, invasione che costò lo scoppio del secondo conflitto mondiale: alcuni criminali condannati a morte erano stati uccisi con un’iniezione e poi vestiti con uniformi dell’esercito polacco per essere abbandonati in una stazione radio tedesca. Questo tranello sarebbe stato la prova dell’aggressione polacca.

Prova inconfutabile degli orrori della dominazione nazista in Europa fu il diario di Hans Frank, un documento di ben 12.000 pagine nelle quali si parlava di campi di concentramento, di antisemitismo, di sterminio ecc. Fu lo stesso Frank a consegnare il suo diario agli americani. Poi c’erano gli ordini di Himmler per la cosiddetta “soluzione finale”, cioè lo sterminio della razza ebraica ed anche delle altre razze considerate “inferiori”, che il Reichsfuhrer-SS aveva impartito nell’estate del 1941 all’allora comandante di Auschwitz Rudolph Hoess (vedere sotto circa la sua deposizione). Himmler ebbe la diretta responsabilità della deportazione e dello sterminio, attuati attraverso l’ufficio centrale di sicurezza del Reich diretto dal generale Reinhard Heydrich (sostituito da Kaltenbrunner alla sua morte, nel giugno del ’42, per mano di patrioti cechi ) e in particolare grazie al lavoro del colonnello Eichmann, responsabile della caccia agli ebrei.

Già nel luglio del 1941 Goring preparò una direttiva in cui incaricava Heydrich di risolvere la questione ebraica nella sfera di influenza tedesca in Europa. In poche parole, significava pulizia etnica. Il 20 gennaio 1942 Heydrich si incontrò con altri 14 alti funzionari dei ministeri tedeschi (tra cui Eichmann, che preparò la riunione, e Muller) in una residenza tranquilla, lungo un lago a Wannsee (vicino Berlino). La riunione era segretissima e il suo scopo era quello di dare una soluzione al problema ebraico. E la soluzione fu: sterminare undici milioni di persone in tutta Europa. Del cosiddetto “Protocollo di Wannsee”, è sopravvissuta una sola trascrizione che fu scoperta da agenti segreti americani nascosta al ministero degli Esteri tedesco, nel 1947. La maggior parte delle deportazioni ebbe luogo tra l’estate e l’autunno del 1942, ma già a partire dal 1941 gli ebrei tedeschi venivano deportati nei ghetti in Polonia e nelle città sovietiche occupate. Successivamente vennero deportati nei campi di concentramento, così come stabilito alla conferenza del Wannsee; alcuni erano già esistenti prima della guerra, altri vennero appositamente costruiti, soprattutto in Polonia, per assolvere alla funzione di sterminio. Vi confluirono gli ebrei provenienti dai ghetti vicini, come il famoso ghetto di Varsavia, ma anche da tutti i paesi europei occupati dai nazisti nel loro “spazio vitale”.

I bambini, i vecchi e tutti gli inabili al lavoro venivano direttamente uccisi nelle camere a gas; gli altri invece erano costretti a lavorare nei campi e, una volta divenuti inadatti alla produzione per le terribili situazioni in cui si trovavano, venivano eliminati anch’essi.
Ma la testimonianza più sconvolgente dello sterminio degli ebrei fu quella resa da Rudolph Hoess, che dal 1940 al 1943 era stato comandante di Auschwitz-Birkenau, il più grande e tristemente famoso lager nazista, situato in Polonia nell’Alta Slesia. Hoess era stato chiamato dalla difesa a testimoniare il 15 aprile 1946, allo scopo di scagionare Kaltenbrunner dall’accusa di complicità nel genocidio. La sua confessione è stata raccolta nel documento 3868-PS e presentata al processo durante la sua deposizione. Egli valutò almeno 2.500.000 di vittime uccise nelle camere a gas, uomini, donne e bambini i quali corpi vennero fatti sparire attraverso i forni crematori.

Un altro mezzo milione soccomberono a fame e malattia, il che fa un totale di circa 3.000.000 di morti, cifra che rappresentava circa il 70 o 80 percento di tutte le persone che vennero spedite ad Auschwitz come prigionieri. Di questi, 20.000 furono prigionieri russi di guerra, circa 100.000 ebrei tedeschi e poi il resto fu costituito soprattutto da ebrei provenienti dall’Olanda, Francia, Belgio, Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Grecia ed altri paesi. Hoess raccontò della sua visita a Treblinka per scoprire come venivano eseguiti i loro stermini. Il comandante del campo gli disse che ne aveva liquidati 80.000 provenienti dal ghetto di Varsavia usando del monossido di carbonio, ed Hoess affermò che i suoi metodi non gli sembrarono molto efficienti. Così quando preparò lo sterminio ad Auschwitz, usò il Zyklon B., che era un acido prussico cristallizzato che, da una piccola apertura, veniva fatto cadere in grandi camere a gas camuffate da docce, capaci di contenere fino a 2.000 persone. I prigionieri morivano nel giro di pochi minuti, dopo di che, passata circa un’ora, si aprivano le porte e venivano rimossi i corpi per eliminarli nei forni crematori. Perfino l'oro dei denti dei cadaveri veniva rimosso per essere poi fuso con anelli, bracciali ecc.

Hoess riferì anche dei maltrattamenti e delle sevizie che subivano gli internati, i quali anche se non venivano inviati nelle camere a gas, andavano incontro alla morte per fame, per epidemie o anche a causa degli esperimenti medici “dal vivo” del famigerato dottor Joseph Mengele.
Quando l’Armata Rossa varcò l’entrata del lager, nel campo si trovavano solo poco più di 7.000 sopravvissuti (altri erano stati già evacuati dai nazisti).

 

Conclusioni

Il 30 settembre si arrivò al giudizio ed il giorno dopo, 1 ottobre 1946, ci fu la sentenza. Furono pronunciate undici condanne a morte: Bormann (in contumacia), Frank, Frick, Goring, Jodl, Kaltenbrunner, Keitel, Ribbentrop, Rosenberg, Sauckel e Seyss-Inquart. Hess, Funk e Raeder furono condannati all’ergastolo, Speer e Schirac a vent’anni di reclusione, Neurath quindici e Donitz dieci. Papen, Fritzsche e Schacht furono assolti. La data delle esecuzioni era prevista per il 16 ottobre; il giorno prima Goring si suicidò con una capsula di cianuro di potassio. La provenienza della capsula, così come il suo nascondiglio, rimane un mistero. I cadaveri degli alti gerarchi nazisti, compreso quello di Goring, furono cremati e le ceneri vennero sparse in un fiume imprecisato della Germania.

Come ha scritto lo studioso John Man (“Norimberga” in Storia del mondo contemporaneo, V vol.), il processo fu criticato da molti giuristi in quanto le prove erano state scelte in modo da avvalorare la tesi della colpevolezza, mentre i documenti che avrebbero condannato gli Alleati furono negati alla difesa o non furono presi in considerazione. Ad esempio, i tedeschi furono accusati dell’aggressione alla Polonia nel quadro del complotto nazi-sovietico i cui patti segreti, che vennero alla luce a Norimberga, riguardavano la spartizione della Polonia tra i due paesi (e quindi anche l’Unione Sovietica era complice!). Ma nessun russo fu mai processato, così come nessun italiano e nessun Alleato. Più o meno dello stesso parere è anche il già citato Porter, il quale ha affermato che le dichiarazioni giurate presentate dalla difesa sono state dimenticate mentre molti documenti che rappresentavano prove dell’accusa furono manipolati.

Si può quindi dire che il processo di Norimberga, il primo compiuto da un Tribunale Internazionale nella storia dell’umanità, non fu molto valido dal punto di vista giuridico. Ma una cosa è certa: i crimini commessi dai nazisti durante la seconda guerra mondiale sono stati talmente enormi ed atroci da non poter rimanere impuniti; ed anche se si può obiettare che a Norimberga, in realtà si fece “vendetta” da parte degli Alleati allo scopo di “denazificare” la Germania, non si può mettere in discussione il valore morale del processo per delle incredibili malvagità che non devono mai essere dimenticate.

Claudio Li Gotti

Documentazione:
Atti del Tribunale Internazionale Militare di Norimberga, I.M.T. Nuremberg - English version
(trovasi sul sito dell'Università di Yale)
Protocollo del Wannsee (20 gennaio 1942)
Conferenza di Mosca (ottobre 1943)
Accordo di Londra del 8 agosto 1945 (vol. I, I.M.T. Nuremberg)


< < Ancora sul processo di Norimberga  

Norimberga: OBBEDIRE O NON COMBATTERE ? > > >

poi anche questa singolare pagina.
" 8 SETTEMBRE in ITALIA : LA BEFFA" > > >

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