ANNO 1940 
(anno 1940 - Ottava  Parte)

SEGUIAMO QUESTE FATALI DATE 
CHE APPAIONO GIA'  "SULLA CARTA"

* L'IDEA "GRECIA"
*** GLI ITALIANI ALLA
BATTAGLIA D'INGHILTERRA


Il 3 Settembre - Mentre si sta svolgendo la Battaglia d'Inghilterra, Churchill sottoscrive un patto con gli Stati Uniti e gli Stati dell'Unione Panamericana, che si impegnano a fornire materiale bellico agli inglesi. Gli Usa ottengono pure dall'Inghilterra con cessioni varie, basi navali e aeree  rafforzando la loro presenza militare nell'Atlantico (Non si sa mai, pensano in America)

il 16 Settembre il governo degli Stati Uniti decide la registrazione di tutti gli uomini validi delle liste di leva, e contemporaneamente inizia l'addestramento di circa 2 milioni di uomini. Non certo per andare a fare una scampagnata.

12 Ottobre - Mussolini viene a sapere che Hitler ha occupato i pozzi petroliferi romeni �per proteggerli� (non si sa da chi). Il colpo di mano manda su tutte le furie il capo del fascismo che, stizzito, confida a Ciano: �Hitler mi mette sempre di fronte al fatto compiuto, ma questa volta lo pago con la stessa moneta: sapr� dai giornali che ho occupato la Grecia, cosi l�equilibrio verr� ristabilito�.

VEDI QUI DECISIONI
 PREPARATIVI E ATTACCO ALLA GRECIA

Il 5 novembre viene rieletto per la terza volta presidente degli Stati Uniti, ROOSEVELT con una maggioranza di oltre 4,5 milioni di voti sull�avversario  repubblicano Wendell Willkie. Pu� cos� mantenere la promessa fatta a Churchill il 3 settembre. Cio� lo stanziamento di fondi straordinari per la difesa, con un piano di produzione di 50.000 aerei e 15 milioni di tonnellaggio navale. 
Poi crea un Consiglio di produzione-spedizione di materiale bellico in Gran Bretagna. 
La macchina bellica si � messa quindi in moto, e alla grande. Le sue 250 acciaierie-altiforni  possono partire a pieno regime (l'Italia ne possiede 2), e 2000 fabbriche metallurgiche pronte a lavorare 24 ore al giorno, e altre
206.700 industrie per fare tutto ci� che occorre.

Agli americani e a tutte le forze produttive e sociali che volevano stare alla larga dalla guerra in Europa (il 90% della popolazione)  ROOSEVELT fece un bel discorso, rispolverando una legge del 1892, che autorizzava a dare in affitto propriet� militari quando queste servono e sono utili al bene pubblico.
La rigir� in questo modo: "In Europa non possiamo n� vogliamo intervenire; ma aiutare gli inglesi significa anche difendere il bene pubblico, cio� l'America".
Infine  esorta l'America a fare un grande sforzo perch� essa divenga "il grande arsenale della democrazia".
(Non siamo ancora "alla pistola puntata" come poi dir� a fine 1941- prima di Pearl Harbor)

Fine Novembre - Gli USA proclamano l'embargo sulle esportazioni in Giappone di petrolio, acciaio e ferro. Perch� poche settimane prima -il 27 settembre- Germania, Giappone e Italia hanno concluso un patto che li impegna a prestarsi aiuto reciproco. 
A Berlino i rappresentanti di Germania (il ministro degli Esteri von Ribbentrop), Italia (il ministro degli Esteri Ciano) e Giappone (l�ambasciatore Saburo Kurusu) firmano il Patto Tripartito. L�accordo, oltre all�obbligo della reciproca assistenza militare in caso di attacco di un paese non ancora coinvolto nel conflitto, riconosce agli italo-tedeschi il disegno di stabilire un �nuovo ordine� in Europa e ai giapponesi il piano di imporre il loro �ordine nuovo� in Asia.
Il 23 sempre di novembre al tripartito aderiscono l'Ungheria e la Romania
 (preoccupando non poco i russi).

Fine Dicembre - Con la "disavventura" dell'Italia in Grecia (in piena ritirata dopo soli 8 giorni di guerra) iniziano a muoversi i tedeschi sui Balcani. Molotov vola a Berlino ad incontrarsi con Hitler per esprimere le preoccupazioni per la penetrazione tedesca sul territorio slavo; ma paradossalmente i russi indirettamente aiutano la Grecia disimpegnandola al confine bulgaro, permettendogli cos� di dislocare i propri reparti contro l'attacco italiano.

Fine Dicembre - Gli inglesi non hanno proprio per nulla abbandonato l'Africa orientale. 
L'estensione della guerra al Mediterraneo fu un vantaggio, perch� offrì una possibilit� di contrattacco in una zona in cui la potenza navale poteva esercitare la sua potenza.
Mentre infuriava la Battaglia d'Inghilterra, il 6 settembre gli inglesi hanno lanciato la controffensiva, riconquistando il Kenia e l'Egitto; ai primi di dicembre attaccano l'Etiopia, a fine dicembre si lanciano sul fronte libico. Avrebbero potuto marciare anche su Tripoli spazzando via gli italiani se non fossero stati fermati dall'ordine di mandare un contingente in Grecia.

Tuttavia, in  quattro giorni di combattimento (con solo 50.000 soldati comandati dal generale Wawel, contro il contingente italiano che era di 500.000)  cadono in mano inglese Tummar, Maktila, Sidi-el-Barrani: quattro divisioni italiane vengono distrutte (i prigionieri sono circa 38.000, tra cui 4 generali). Gli inglesi hanno inoltre catturato 237 cannoni, 73 tra carri armati medi e leggeri e non meno di 1000 automezzi.
Il 17 Dicembre cadono in mano inglese anche Sidi Omar e Sollum;  altri soldati italiani sono fatti prigionieri. La situazione delle forze italiane in Africa settentrionale � critica.


24 Dicembre - A Natale, e nell'ultimo giorno dell'anno i soldati italiani vivono nell'incubo di essere attaccati a Bardia sul confine  tra Libia ed Egitto, che purtroppo assalita il 1� gennaio cadr� il 5. Poi continuando l'offensiva gli inglesi proseguiranno fino a Tobruck dove saranno fatti prigionieri pi� di 120.000 uomini.

L'esercito guidato da Graziani, a Tobruk, prima ha una rovinosa ritirata, poi dopo pochi giorni saranno catturati 120.000 uomini . E anche qui  Mussolini chiede un aiuto a Hitler, per una offensiva contro gli inglesi che sulla carta sono ormai padroni del territorio;  per l'Italia � un'altra catastrofe annunciata perch� mancano i rifornimenti e con gli inglesi in Egitto, questi diventano ancora pi� difficili e critici pi� di prima.

Il 18 dicembre con il "Piano Barbarossa" Hitler informa con delle direttive (per il momento solo strategicamente teorico)  i suoi generali  per l'invasione a Est, ovviamente non tenendo conto degli inconvenienti che gli procurer� Mussolini. O meglio li poteva benissimo prevedere dopo aver visto che tipo di armate aveva Mussolini, in Francia, in Grecia e in Africa. Poi aveva in mano la lettera del 3 giugno 1939 dov'era altrettanto chiaro che Mussolini non aveva altro che armi giocattolo e i soldati andavano ancora vestiti  con le ghette e le fasce del 1915-18. Hitler � quindi bene informato, ciononostante il 22 giugno del prossimo anno invade la Russia mentre Mussolini sta facendo l'ultimo suo passo suicida, dopo i rovesci in Grecia e in Africa (nonostante l'arrivo il prossimo anno di Rommel).

Dal trionfo sulla Manica sono passati 90 giorni ma tutto lo scenario sta cambiando.Tutti gli avvenimenti decisivi -anche per il futuro- maturano e accadono in questi 90 giorni.

1) L'aiuto americano agli inglesi, per gli Usa � allettante perch� ci guadagnava tutta la produzione industriale americana. Lo spettacolare e coraggioso blitz fatto da Churchill su Berlino ha fatto tifare tutta la stampa americana e ha convinto gli americani ad accettare il piano del rieletto Presidente. 
2) Convinto � anche Hitler della forza anglo-americana, anzi la teme, e cerca di non provocare incidenti. Eppure sta aprendo un altro fronte; ma lontanamente prevede che Mussolini gli sta mettendo la manciata di sabbia nel suo perfettissimo ingranaggio bellico.

Ma dobbiamo ritornare alla guerra di Mussolini in questo 1940.......
perch� accadono molti altri fatti, piuttosto gravi, fin dall'inizio delle ostilit�

*** ERRORI A PUNTA STILO

*** GLI ITALIANI ALLA
BATTAGLIA D'INGHILTERRA

Ritorniamo proprio a lui, a Mussolini. Umiliato e messo nell'angolo all'armistizio francese, dove ha ricevuto "un pugno di mosche", vuole riscattarsi e offre a Hitler un corpo di spedizione militare per l'invasione dell'Inghilterra. Vorrebbe ripetere le gesta di Cesare, ma Hitler rifiuta anche questa volta la sua offerta; gli bastano i suoi soldati e i suoi aerei. Ma Mussolini insiste, alla fine il Furher accetta l'aviazione visto che con questa vuole in quattro giorni mettere in ginocchio l'Inghilterra e poi fare lo sbarco navale.

Mussolini manda 75 "bombardieri" BR 20  e 95 "caccia" CR 42 e G 50. Il generale capo dell'Aeronautica, Pricolo, lo sconsiglia, dice che non sono adatti.  Ma Mussolini � irremovibile, "� una questione politica". Intanto manda  Ciano da Hitler, ma questa volta, prima dell'invasione dell'Inghilterra (non vuole certo  ripetere la brutta esperienza francese) con le sue richieste di spartizione dei territori inglesi una volta finita la campagna (ora le mire del Duce si spingono fino al Congo). Ma Hitler nemmeno  ascolta le pretese di Ciano:  "prima di parlare di  spartizioni bisogna sconfiggerla l'Inghilterra" e lo liquida bruscamente. Ciano ci resta male, non tollera l'arroganza. Torna a casa, esprime queste idee al suocero. Che lo liquida in malo modo e manda ugualmente gli aerei in Normandia per l'attacco. 

Quando gli aerei italiani arrivarono alla base germanica per attaccare l'Inghilterra, i tedeschi implorarono in ginocchio i piloti di non volare con quelle "cicogne", senza carlinga, senza a bordo la radio (inconcepibile nella nebbia inglese), lenti, obsoleti, inadatti a scontrarsi con i potenti Spitfire inglesi. Cercarono di convincerli che quelli non erano caccia ma libellule. Inutilmente; alla fine le perdite italiane all'uscita della prima e della seconda missione  furono il 50 per cento. Tutti suicidi preannunciati.
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Ultimamente, Domenica 17 Settembre, il Corriere della Sera, ed altri giornali, hanno pubblicato un bellissimo articolo-intervista fatta a LUIGI GORRINI.

Negli anni della guerra, Luigi Gorrini � stato un incredibile asso dell'aviazione, un elemento della pattuglia acrobatica; 19 aerei abbattuti, medaglia d'oro; uomo energico e fiero, combattente audace, che poi ader� l'8 settembre alla Repubblica Sociale Italiana. Quindi non � un antifascista nel narrarci questa scellerata "avventura" dell'Italia.

"Il 10 giugno 1940, c'era il sentore che qualcosa stava succedendo. Ero di base sull'aeroporto di Mondov�, dove era distaccato il 18� Gruppo del 3� stormo da caccia che era a Mirafiori, dove rientrammo per armare gli aerei. Da l� la mia squadriglia and� a Novi Ligure, poi ad Albenga destinati contro i Francesi, dove vi era uno dei migliori aeroporti perch� aveva la pista in cemento laddove gli altri aeroporti l'avevano erbosa. Ero ad Albenga mentre Mussolini faceva il famoso discorso e vi fu subito un allarme per aerei nemici su Genova.

"Avevamo i CR 42, macchina all'epoca gi� superata, strasuperata. Biplano di tela, senza corazze, apparecchi radio e impianti d'ossigeno malfunzionanti. Era un gran bell'apparecchio in quanto a maneggevolezza, armato da 2 mitragliatrici da 12,7, mitragliatrici efficaci, ma se pensiamo alle otto da 8,7 di cui disponevano gli Spit e gli Hurricane...

"Il morale era molto alto. Credevamo inoltre di avere aerei validi, ma quando vedemmo cosa aveva il nemico, la Francia, parlo dei Dewotine e dei Morane, ci dovemmo ricredere. Io poi ho conosciuto quelle macchine in seguito, quando mi recai in Francia a prendere alcuni loro aeroplani che erano rimasti al Governo di Vichy (cominciavamo a scarseggiare dei nostri ed avevamo bisogno di tutto). Era come paragonare un triciclo ad una Ferrari...
Noi pensavamo comunque di vincere la guerra, dopo invece... gli unici aerei competitivi che abbiamo avuto sono stati il Macchi 202 ed in particolare il 205: con questo potevamo tener testa agli Spitfire, agli Hurricane e persino agli americani con i loro Mustang, durante la Repubblica Sociale. Certo che il Mustang era superiore, perch� a 10000 metri i comandi con il 205 non li sentivi gi� pi�. Forse il migliore di tutti i nostri � stato il Fiat G.55, l� potevi andare anche a 10000 metri, ma ne produssero davvero pochi.

"La Battaglia d'Inghilterra - Ci consegnarono nuovi aeroplani CR 42: senza corazze, impianti d'ossigeno malfunzionanti, salvagenti di marina troppo grossi che ci impedivano i movimenti. Da Torino partimmo ed atterrammo a Monaco dove facemmo rifornimento. Ricordo che nevicava. Di l� ancora fino a Francoforte e poi da l� fino in Belgio, ad Ursell, una cosa assurda e incredibile, il campo non si vedeva, anche il comandante era stupito. �
Un bel momento abbiamo visto degli alberi, pini, che si muovevano, delle mucche per terra. Era tutto mimetizzato e cos� bene che gli Inglesi non sono mai riusciti a trovare quel campo. C'era perfino una grande fattoria di cartone con porte e finestre, mucche di gomma gonfiabili e pini che una volta tolti venivano rimessi al loro posto per coprire i rifugi degli aerei a loro volta coperti da reti. Eravamo in braghe di tela, pensi che non avevamo riscaldamento sugli aerei, che peraltro erano aperti. Volavamo anche a trenta gradi sottozero.

Le operazioni venivano decise dai tedeschi e a noi spettava la scorta ai nostri bombardieri: era un macello. Erano venuti un sacco di piloti, figli di pap�, a provare l'ebbrezza della guerra...questo fenomeno si era gi� visto in Spagna. Ma non era una guerra dei soldi, era una guerra del piombo e gli Inglesi non scherzavano affatto, sparavano sul serio.
Facevamo la scorta ai bombardieri, ma tenerli uniti era un'impresa: uno andava gi� perch� i motori non ce la facevano. Erano BR 20, macchine anch'esse di tela, idonee a volare leggere e a partire su terreni secchi ed aridi. Qui invece si era carichi di bombe e le piste erano fangose, e poi i piloti mancavano d'addestramento. Le prime due azioni furono un disastro: i Tedeschi ci fermarono e si accorsero degli aeroplani che avevamo...ossigeno che si bloccava, senza radio, aeroplani di tela e come prima cosa ci diedero le stufe catalitiche per scaldare i motori e poi, nel giro di 48 ore ci applicarono corazze aggiuntive. Ci dettero le loro combinazioni, guanti e caschi nuovi (avevamo ancora il caschetto di tela).
 
Francamente avevamo solo gli occhi per piangere, abbiamo fatto la guerra in queste condizioni; non avevamo neppure le carte, dal momento che gi� in Italia andavamo avanti seguendo le carte stradali del Touring Club. Immaginatevi in Inghilterra con le nebbie! Dopo un combattimento rientrammo in 25 in quattro nazioni diverse, non si vedeva nulla se non i campanili.�Sono atterrato avendo visto una pista ma era un'autostrada, e prima di me, lo avevano gi� fatto in quattro: uno and� a finire in una piazza d'armi ad Amsterdam, altri finirono fra i pini. 
In pieno inverno arriv� quindi l'ordine di rientrare, e nel frattempo erano arrivati anche i Fiat G.50, ma non parteciparono ad alcuna azione, non avevano autonomia perch� passata la Manica dovevano tornare subito indietro. Li schierarono quindi come difesa notturna degli aeroporti, in voli notturni isolati. 
La spedizione in Inghilterra fu tutta da dimenticare: bombardamenti male eseguiti, macchine inidonee."

(nelle sue memorie ci sono tante altre storie, la sua carriera, i ricordi, e tanta onest� nei giudizi)

"Prima o dopo l'8 settembre, Noi non avevamo alcun partito, noi difendevamo le citt� italiane dai bombardamenti dei liberatori, le nostre case ed il nostro onore. La guerra sapevano tutti che era persa con El-Alamein ed io l'ho persa due volte: l'8 settembre ed il 25 aprile. Ma quello che ho fatto allora...quelle tonnellate di bombe in meno che abbiamo evitato alle nostre citt�, questo � un innegabile merito storico. Io non abbasso gli occhi di fronte a nessuno, l'ho fatto e lo rifarei".

La guerra vissuta da Luigi Gorrini � narrata nel libro "Ali d'Italia-Vespa 2"
edito dalla Societ� Editrice Barbarossa.
Il libro, corredato di diverse introduzioni, fotografie, disegni, � acquistabile anche presso gli Aeroclub di Milano, Vercelli, Bergamo, Vergiate, Casale Monferrato, Gorizia, Udine, Bergamo, Brescia, Bologna, Mantova, o ordinato a
[email protected]
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vedi in altre pagine "GLI ASSI ITALIANI"

Eppure l'Italia si era presentata in guerra con il pi�  grande numero di aerei in "circolazione" ma solo sulla carta; oltre 5760 aeromobili (rispetto ai 1850 inglesi e ai 3000 tedeschi), ma erano tutti antiquati, solo 700 erano in grado di volare, e solo a vista, ovviamente solo quando era sereno, perch� nella nebbia o semplicemente dentro un cielo nuvoloso i piloti volavano alla cieca.
(La Regia Aviazione Italiana disponeva complessivamente di 594 velivoli da caccia-assalto: 177 anziani biplani Fiat CR32 (serie Ter e Quater); 202 Fiat CR42; 89 caccia monoplani Fiat G50; 77 Macchi MC200-1-2; 7 idrovolanti biplani Ro44; 12 Breda Ba 65 e 30 bimotori Breda Ba 88).

Vi era in Italia, nonostante tutti gli allori conquistati negli anni precedenti (ma erano nati solo per questo motivo) un grosso ritardo non tecnologico ma industriale, e con scelte sbagliate. Eppure l'Italia aveva i migliori motoristi, progettisti e radiotecnici - l'RDF (Radar) fu esposta l'idea di costruirlo nel 1922! Nessuno ne cap� l'importanza).
 L'Italia non aveva pi� diversificato la produzione dal 1936. La grande industria aeronautica seguitava a produrre aerei con i vecchi schemi, pur avendo nei cassetti progetti di avanguardia. 
L'Inghilterra aveva gi� le "fortezze volanti" totalmente in metallo, l'Italia invece era ferma al bombardiere Savoia Marchetti  79 e 80 in tela cerata, che furono ribattezzati dal generale Santoro "le debolezze volanti", o meglio conosciute fino al 1960, come "le vacche" , viste nella foto precedente (chi scrive ci ha volato un centinaio di volte e ha fatto i lanci col paracadute proprio con questi aerei).

 
Un fantastico aereo era stato messo in progetto, il P.108, ma entr� in servizio a fine 1942 e solo in 24 esemplari. C'era poi il Cant Z. 1018 metallico, stupendo, pi� sofisticato di quelli americani e inglesi, ma gli unici cinque (!) esemplari furono terminati 10 giorni prima dell'armistizio nel '43, a guerra "finita".
Prima negli hangar, poi di nascosto in una officina a Milano (per incrollabile volont� dei tecnici che si erano visti mettere i bastoni fra le ruote) si stava costruendo un gigantesco bombardiere unico al mondo. Non lo finirono mai. Nel 1945 a fine guerra la carcassa rimase come ricordo.

Mentre nel frattempo in Inghilterra erano stati costruiti 18.188 Liberator, 16.701 Fortezze volanti, 7366 Lancaster, 6176 Halifax e 2371 Stirling. E in America  96.000 caccia.

Poteva vincere l'Italia?

Nella battaglia d'Inghilterra con velivoli inglesi e tedeschi, nel voler fare un confronto qualitativo con quello italiano era a dir poco umiliante. Il confronto numerico nemmeno parlarne.
"Era come paragonare un triciclo ad una Ferrari..." (Gorrini)

Ancora nel 1943 l'Italia costruiva il SAI 207, fatto di legno e con due sole mitragliatrici a bordo, quando gli altri erano gi� costruiti in acciaio corazzato, avevano cannoncini, oltre la immancabile radio sempre in contatto  con i RDF (Radio Direction  Finding - poi battezzato dagli Usa, RADAR) a terra sulla costa che segnalavano gi� a dieci chilometri gli aerei tedeschi e la direzione da dove provenivano. Inoltre gli Spitfire volavano a 700 Km ora. Una velocit� tale che permetter� perfino di affiancarsi alle successive V1, volargli sotto per un tratto, poi virando bruscamente creavano quel vuoto d'aria sufficiente per far dirottare la bomba volante.

Alla costruzione di una portaerei si erano in Italia opposti tutti, Marina (per gelosia) e Aviazione (per non dipendere dalla Marina); "la portaerei � l'Italia infilata nel suo Mediterraneo" si disse. Ma bast� la prima missione di una sola portaerei inglese nei pressi del porto di Taranto (dov'era alla fonda il meglio delle navi italiane) per far fuori in 22 minuti e dopo appena 30 giorni dall'inizio della guerra la met� della flotta italiana. La beffa era  che Taranto si trovava  a mezz'ora da quell'isola di Malta (come del resto Malta rispetto a Taranto) che nessuno aveva preso in considerazione allo scoppio della guerra. Bast� un attacco in piena notte. Proprio quello che avevano temuto gli inglesi dagli italiani, si rivelava ora quest'isola utile proprio agli Inglesi; da l� partivano, l� si rifugiavano, e l� avevano anche  in sovrappi� i  RDF (radar).

L'antiaerea sul territorio era inesistente, e l'abbiamo visto a Torino e Genova. L'esercito si era preparato a difendersi dagli aerei con 265 postazioni fornite di mitragliatrici (!). Ma solo 9 erano vere contraeree, fra l'altro chieste e poi inviate in tutta fretta da Hitler.

MA TORNIAMO ANCORA PIU' INDIETRO
ALL'INIZIO DELLA GUERRA 

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Continua

(pagine in continuo sviluppo  (sono graditi altri contributi o rettifiche)