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CRONOLOGIA

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vedi stesso periodo "RIASSUNTI STORIA D'ITALIA"

ANNO 1823
I Personaggi politici di questo periodo
- I MARTIRI ITALIANI DELLA LIBERTA'

una panoramica generale sull'intero anno

E' l'anno della morte di papa PIO VII;  suo successore LEONE XII, ancora pi� reazionario del precedente. Del resto, in un conclave non proprio limpido, la scelta del papa venne imposta dall'imperatore austriaco (o meglio dal diabolico Metternich). Il suo primo atto nel salire sul soglio fu quello di allontanare il cardinale CONSALVI, segretario di Stato, autore di molti trattati riformisti gi� con Napoleone, un uomo  saggio, moderato in questo clima di restaurazione, quindi con molti nemici tra il clero conservatore e intransigente e in prima fila proprio Leone XII. Consalvi viene sostituito dal cardinale SOMAGLIA, intransigente e antiprogressista molto pi� del papa.

Gi� le persecuzioni dei reazionari non conoscevano sosta, ma con Leone XII (fino al 1829) nello Stato pontificio il regime poliziesco che lui  impone � il pi� implacabile fra tutti gli Stati italiani, peggiore di quello austriaco. La brutalit� di un suo "legato straordinario" inviato in Romagna a soffocare i liberali - il famigerato cardinale AGOSTINO RIVAROLA - non ebbe eguali come inesorabilit� in nessuna regione. Inquisitore unico, con pieni poteri. Con i suoi processi sommari senza appello, in pochi mesi mand� sul patibolo sette capi costituzionalisti e ne condann� pi� di cinquecento al carcere duro.

CARLO ALBERTO il principe ereditario del regno di Sardegna, � messo alla prova di fedelt� dalla Santa Alleanza. Matterlich ha organizzato una spedizione contro i costituzionalisti spagnoli (la loro Costituzione sta diventando una bandiera per tutti i moti reazionari in Europa)  per rimettere sul trono FERDINANDO VII di Borbone.
Il giovane tenente dei dragoni, dopo l'"avventura" di Torino del '21,  - per un attimo, filoliberale convinto - aveva tradito le tradizioni reazionarie della sua dinastia, ma subito voltando faccia e ubbidendo allo zio regnante CARLO FELICE aveva anche tradito la fiducia che riponevano in lui i liberali piemontesi. Ora per rientrare nella fiducia della famiglia - che ha intenzione di detronizzarlo dalla successione -  si trasforma in un giustiziere. Per riabilitarsi  (ma sembra che gli sia stato imposto da Metternich al congresso di Lubiana)   a Cadice, � il protagonista nell'attacco alla Battaglia del Trocadero del 31 agosto. Il Savoia con le truppe, spezza definitivamente la resistenza dei reazionari. Ferdinando VII restaura il proprio potere assoluto  e si abbandona anche lui a una feroce repressione.
L'esempio � subito seguito dai Portoghesi reazionari, dal figlio del re Giovanni VI, Michele, che restaura cos� l'assolutismo, ed impone al padre una costituzione anti-democratica.

Ma � in Italia che la repressione � durissima con mezzi illegali e crudeli e con un'attivit� inquisitoria da medioevo. Meno sanguinaria quella nell'austriaco Lombardo-Veneto, in particolare a Milano e a Brescia, condotta con processi nei limiti delle leggi austriache, pi� legali e meno brutali di quelli pontifici. Furono decretate  molte condanne a morte, ma poi tutte  tramutate in carcere duro a vita  per oltre quaranta appartenenti alla carboneria, che raggiunsero in carcere altri trecento condannati, appartenenti alla classe dirigente filoliberale o alla cultura milanese ritenuta cospirativa, come quella del conte Confalonieri (il fondatore del foglio Il Conciliatore)  braccato da tre anni, alla fine catturato, condannato a morte; fin� per raggiungere Maroncelli, Pellico, Moretti e altri alla fortezza dello Spielberg, proprio mentre Antonio Fortunato Oroboni, gi� ospite del duro carcere, vi cessava di vivere.

Questo � il 1823! di cui diamo una breve cronaca, costellata da processi, dure repressioni e forche. E' l'impegno che si sono assunti tutti i governanti che guidano i rispettivi regni in Italia; alcuni  sono parenti, altri succubi, comunque tutti cortigiani e servi degli imperiali austriaci.

IN CRONO

24 GENNAIO - A Napoli Ferdinando IV di Borbone, non concede tregua ai cospiratori. Il tribunale speciale contro i crimini verso la stato, condanna impietosamente a morte innanzitutto il generale Pepe, altri suoi ufficiali, e perfino due abati accusati di favoreggiamento. Prima di partire per Lubiana, con Pepe e con il nuovo governo formatosi, Ferdinando si era impegnato a difendere davanti alla Santa alleanza  la Costituzione Spagnola che aveva concesso ai suoi sudditi,  poi appena fuori dal paese non solo sollecit� l'intervento degli austriaci, ma dopo il suo ritorno sul trono ha iniziato una sanguinosa rappresaglia proprio sugli uomini che gli avevano dato fiducia.

1 FEBBRAIO - In Toscana, LEOPOLDO, il pi� illuminato tra i regnanti di questo periodo, non infierisce con i liberali. Non ha grossi problemi nel suo regno, ma non vuole correre rischi, n� farsi accusare di dare ospitalit� ai ribelli. Infatti, sia dal Regno Pontificio sia dal regno delle Due Sicilie, da Napoli in particolare, molti perseguitati, conoscendo quest'isola felice, vi si erano rifugiati. Con un decreto, forse pi� formale che sostanziale, Leopoldo ordina l'espulsione di tutti gli esuli.

24 MARZO - Meno fortunati i costituzionalisti di Catanzaro, nel regno di Napoli. I Borbone mandano sulla forca a penzolare, tre capi cospiratori: De Giesse, De Pascale, Di Depignano, mentre decine di seguaci sono condannati a scontare il carcere duro nelle regie fortezze di Ferdinando IV a Napoli.

20 AGOSTO - Una lunga agonia accompagna al sepolcro papa PIO VII. Scompare un papa che ha vissuto il suo pontificato (23 anni) in un periodo pieno di avvenimenti che hanno movimentato l'intera Europa, e con lui protagonista nelle situazioni pi� critiche della Chiesa, vissute con l'altro protagonista del secolo: Napoleone.

Salito sul soglio nel 1800,  Pio VII  si trov� a vivere con Napoleone la dissoluzione del papato e della Chiesa in Francia. Poi con lui concluse il famoso Concordato Consalvi nel 1801 - Nel 1804, come se fosse il prevosto di una parrocchia concessagli da Napoleone, si rec� lui a Parigi (non era mai accaduto prima, a nessun papa) per incoronarlo imperatore. Proprio per questo, iniziarono e non  cessarono mai i  contrasti con Bonaparte, fino a palesarli con delle aperte ostilit�, che gli procurarono l'arresto, il trasferimento a Savona, e la prigione a Fontaineblue nel 1811.
Assistette poi alla disfatta del suo nemico, poi al Congresso di Vienna ritorn� a dominare la scena europea con i potenti alleati austriaci, che trovarono nella figura autorevole del papa, e con lui la Chiesa, un diabolico strumento psicologico da utilizzare per egemonizzare tutti gli altri stati sventolando la bandiera della spiritualit�, ma nello stesso tempo brandendo la spada e terrorizzando con il ferro e col fuoco le citt� ribelli. 
In cambio, a Vienna, Pio VII ottenne di poter restaurare il suo Stato Pontificio, come abbiamo visto e vedremo, con la  repressione, e sempre con   l'appoggio militare degli "zelanti" austriaci. Repressione e zelo che non termin� quest'anno con la sua morte, ma anzi si accentu� con il nuovo papa.

2 SETTEMBRE - Aperto il conclave per la nuova elezione, l' assemblea dei 39 cardinali "di chiesa", per l'intero mese, per designare il successore trov� molti ostacoli di natura "politica". Le previsioni davano vincente il cardinale SEVEROLI appoggiato dall' ala guidata dal moderato segretario di Stato CONSALVI, ma arriv� il veto austriaco, questo papa non era a loro gradito.  Al conclave si aggiunsero cos� altri dieci cardinali filo-austriaci che -ovviamente- stravolsero i voti;  fu cos� eletto il ......

28 SETTEMBRE,  il cardinale   ANNIBALE DELLA GENGA col nome di LEONE XII. Non meno intransigente del precedente papa, ma giurato nemico del Consalvi; cos� tanto che con il primo suo atto papale appena salito sul soglio, lo licenzi� subito; al suo posto insedi� il cardinale SOMAGLIA; un uomo la cui principale "vocazione" era quella di dar vita a un regime poliziesco dentro lo Stato Pontificio scegliendosi gli uomini adatti, quelli "giusti".

1 OTTOBRE - A soli due giorni dall'elezione, la "creatura" di Somaglia vede la luce. Infatti a guidare la famigerata polizia pontificia viene nominato il cardinale AGOSTINO RIVAROLA che ha gi� una pessima fama, quella di essere un intransigente su tutto e su tutti. Dopo poche ore dalla nomina viene inviato in Romagna con pieni poteri, e fra questi, fare processi sommari, senza appello. I suoi metodi inquisitori brutali e le sue numerose condanne a morte, e altre centinaia  alla dura galera, aumentarono ulteriormente la sua fama; non di intransigente ma di prete famigerato.

5 OTTOBRE - A San Pietro, grande cerimonia dell'incoronazione del nuovo papa. Grandi feste, benedizioni ai romani dalla loggia; trionfanti i seguaci del partito degli "zelanti" filo-austriaci, che per sei anni si godranno gli spettacoli pubblici offerti dal cardinale Rivarola  con i costituzionalisti messi a penzolare sulle forche delle piazze, o con la testa finita sotto la ghigliottina.


26 OTTOBRE - Grandi festa a Roma a San Pietro. Te Deum di ringraziamento del papa per la bella impresa della spedizione punitiva in Spagna contro i costituzionalisti di Cadice. Partito il 30 marzo, CARLO ALBERTO ha guidato con zelo la repressione contro i rivoluzionari spagnoli. Alla Battaglia del Trocadero, la resistenza dei liberali � definitivamente spezzata. L'ex ribelle Savoia ha superato la prova di fedelt� che gli era stata chiesta comportandosi come un perfetto giustiziere dei liberali.  FERDINANDO VII di Borbone pu� cos� restaurare il proprio potere assoluto in Spagna e abbandonarsi anche lui ad una feroce repressione.
Il Te Deum di ringraziamento � infatti per celebrare il ritorno del re di Spagna sul suo trono.

24 NOVEMBRE - A Napoli, a Capua viene scoperta una nuova setta segreta, e la "Nuova Riforma di Francia", di ispirazione giacobina francese. Due capi del movimento finiscono impiccati, altri seguaci condannati al carcere duro. Subito dopo, il 5 dicembre, anche nella stessa  Napoli, i seguaci di un'altra setta carbonara repubblicana guidata da Saverio MINICHINI sono arrestati, condannati a venti anni di carcere duro, mentre il loro capo finisce sulla forca.

16 DICEMBRE - Condanne a morte anche a Verona nel processo per cospirazione contro il Regno Lombardo-Veneto. I condannati sono alcuni nobili della provincia di Brescia e di Mantova.

24 DICEMBRE - Per il conte CONFALONIERI condannato a morte, si mobilitano molti cittadini milanesi e noti intellettuali (fra i quali  Manzoni) firmando varie petizioni da inviare all'Imperatore d'Austria per concedere la grazia al noto esponente della cultura lombarda. Alcuni si sono recati anche a Vienna per intercedere, ma sono costretti da una lunga attesa prima di essere ricevuti -non dall'imperatore,che si rifiuta di ascoltarli per non sconfessare i giudici del suo tribunale - ma dall'imperatrice, alla vigilia di Natale. Carolina, riuscir� a convincere l'augusto consorte. Il prossimo 8 gennaio, FRANCESCO I commuter� la sentenza di morte in quella di carcere duro sia Confalonieri che a molti suoi seguaci.

*** MONROE  DIFFIDA L'EUROPA AD INTERVENIRE IN AMERICA.

"L'America agli americani" grida al Congresso, naturalmente non si riferiva a quelli che vi erano nati, ma a quelli che se l'erano presa l'America, infatti per gli indigeni propose invece una deportazione generale, una "pulizia etnica", che verr� presa alla lettera con ogni mezzo.

(Per quanto riguarda la colonizzazione, studi recenti confermano che in America da Pissarro in avanti fu commesso l'atto pi� barbarico della Storia Umana. Nel complice silenzio di tutte le cronache degli Stati Europei dell'epoca, ma anche dopo (solo negli ultimi anni  alcuni studiosi indigeni stanno ricostruendo la "vera storia" di questa "pulizia etnica") ci fu uno sterminio di 100 milioni d'individui che risiedevano sul suolo americano prima dell'arrivo dei "civili" europei. 17 volte lo sterminio che si attribuisce a Hitler) (By, Lo Prete Francesco).

E' dunque  il primo grido americano uscito dalla " Dottrina di Monroe". Questi i tre punti essenziali:
1) Nessuna ulteriore colonizzazione da parte di potenze europee in America.
2) Qualsiasi tentativo di estendere la propria influenza sar� interpretato come un atto ostile.
3) GLI STATI UNITI NON INTERFERIRANNO MAI CON GLI AFFARI EUROPEI.

(Queste le intenzioni, ma sappiamo che poi non and� a finire cos�. Nel 1917 l'America inizi� ad aiutare materialmente l'Inghilterra, poi i nemici con questa interferenza trovarono mille ragioni per far colare a picco alcune navi degli States, ma erano gli incidenti che aspettavano gli americani per "intervenire" . Non molto diversi furono i motivi per giustificare anche la Seconda Guerra Mondiale. Del resto senza le due guerre, l'America sarebbe rimasta isolata e la sua economia, con l'alta potenzialit� della sua produzione sarebbe immediatamente crollata. La prima necessit� gi� nei primi anni del 1900 fu quella di trovare gli sbocchi alla sua produzione. E le guerre in qualsiasi parte del pianeta, d'ora in avanti, creeranno all'America sempre benessere, senza rischiare mai nulla in casa propria. Solo soldati...ma quelli si fanno nelle "fattorie", pronti all'uso, meglio se poco intelligenti. In quella del Vietnam inviarono - con grande spirito democratico - gli studenti dell'interno che avevano brutti voti scolastici. Cio� quelli - dissero - che non avevano voglia di impegnarsi allo studio. I risultati poi si videro!)

Cos'era accaduto negli States in questi anni? Che durante le guerre europee, nel quadro caotico e tumultuoso, gli Stati Uniti avevano proseguito a lottare per darsi una fisionomia indipendente. La crisi europea serv� a modificare e a dare a questo processo una accelerazione determinante.

Fino al 1794, non solo nell'intero continente ma anche negli stessi Stati Uniti, le frontiere non erano ancora state definite, e pur fortemente impegnati sul continente europeo, Paesi come la Gran Bretagna, la Francia e la Spagna non avevano smesso di avanzare rivendicazioni che risalivano alle colonizzazioni pionieristiche, e non avevano rinunciato a imporre dazi sui manufatti, n�, come la Gran Bretagna aveva concesso libere le rotte atlantiche o quelle delle Indie occidentali.   Insomma con le antiquate leggi dei primi sbarchi, gli inglesi volevano esercitare sul continente la loro influenza, spesso il dominio, e su quelle economiche e mercantili pretendevano il diritto assoluto.

Gli americani  miravano a una repubblica autosufficiente, ma se era fatta di soli contadini, e se volevano svilupparsi, non potevano certo rinunciare, alle relazioni commerciali con i paesi d'oltremare per scambiare le traboccanti  materie prime che possedevano con i manufatti europei di cui avevano sempre pi� estremo bisogno, oltre che attrarre i capitali.
Il presidente Washington proprio nel 1794, - visto che c'era in alcuni settori produttivi gi� una vaga tendenza protezionistica, lasciando la presidenza, aveva ammonito e consigliato di "non chiudersi in un isolamento, che l'Europa era necessaria all'America".  Ma dopo questa data molte cose erano cambiate e gli States sfruttarono il pi� possibile le difficolt� delle grandi potenze europee; prima nel periodo napoleonico, poi nella pi� retriva  Restaurazione di questi ultimi anni (li stiamo scorrendo, questi anni, raccapriccianti, che sembrano appartenere a un epoca  medievale).

Erano difficolt� ai pi� incomprensibili per il fatto che c'era stato il ritorno di un conservatorismo-assolutismo che appariva (dopo la rivoluzione bonapartista) perfino anacronistico rispetto a quanto era accaduto in America, che aveva gi� anticipato i principi della dottrina liberale (di Cadice - Costituzione Spagnola 1812), e tradotto  in realt� quei principi del liberismo inglese (della Glorious Revolution, 1688), li aveva gi� connessi nella lotta per l'indipendenza e stava gi� superando i concetti democratici espressi dalla stessa Gran Bretagna rimasta improvvisamente ferma quasi mezzo secolo nelle riforme politiche, sociali ed economiche (il libero scambio lo concesse solo nel 1830 quando agli Stati Uniti il libro mercato non interessava pi�, camminavano gi� con le proprie gambe;  e solo nel 1832 la camera dei Lords  fu battuta dai Liberali sul suffragio universale, e solo allora permise ai whigh di attribuire allo Stato maggiori funzioni nell'economia e nella societ� e legittimare le nuove classi borghesi. In America questo era gi� una realt� di fatto, neppure formalizzata.

In America non c'era il fardello del passato, con i vincoli feudali o quelli religiosi, era tutta lineare, con al vertice solo la nuova classe borghese che intendeva superare gli ostacoli giuridici e sociali  posti dall'antico regime europeo allo sviluppo economico e politico, e intendeva affermare il primato dell'iniziativa privata e individuale.

Insomma  il primo benessere americano fu favorito e poi assicurato in questi anni proprio dai quei benefici che le lotte intestine europee procuravano al nuovo continente (una provvidenziale "provvidenza" che si ripeter� ancora nelle due grandi guerre mondiali. I belligeranti europei, con il loro fardello monarchico conservatore,   nell'incapacit� di mettersi d'accordo, usciranno  da tutti i conflitti di "cortile", sempre sconfitti, in quanto le guerre segnarono lo spostamento della potenza internazionale dall'Europa all'America.
In Italia i Principi con codino e cappello a tre punte congiuravano e si scannavano per uno staterello di pochi chilometri quadrati, mentre in America sempre pi� spesso, un paio di braccianti si dividevano fra una bevuta e l'altra, territori grandi come l'intera Italia.

Nel censimento del 1790 la popolazione degli Stati Uniti era formata da 3.900.000 abitanti, mentre in questo 1822 si era pi� che triplicata, quasi 12.000.000. New York contava 30.000 "coloni", ora era a 120.000, gi� chiamati con rispetto "abitanti". Non c'erano "sudditi" ma erano dal primo all'ultimo tutti "lavoratori".

Tutto il territorio americano in questi anni fu invaso da un esercito di emigranti, non controllato dalle potenze europee, non scoraggiato dalle difficolt� naturali, n� dagli indiani, n� dallo stesso (ancora piccolo) governo degli Stati Uniti. Masse di coloni si riversavano sul continente e si arrogavano un  diritto naturale sui terreni da loro disboscati o appena calpestati. Individui isolati, famiglie, gruppi, si stabilivano su vasti tratti del paese cercando di adattarsi con l'aiuto della carabina e l'ascia ad una vita quasi primitiva. Moltissimi territori, come il Kentucky, il Tennessee, l'Ohio, Missouri, Michigan  erano solo amministrati potenzialmente e solo apparentemente dal governo federale; del resto fino al 1821, per la scarsa popolazione queste vaste zone non potevano certo essere eretti in Stati; e nemmeno si prendeva in considerazione di esercitarvi una autorit�, di mettervi un'amministrazione; quindi una espansione territoriale sembrava a tutti molto problematica per motivi logistici oltre che per i costi proibitivi.
(Non dimentichiamo che non esistevano ancora i mezzi meccanici, quindi i collegamenti, date le considerevoli distanze erano problematici, in certi casi impossibili).

Tutte le praterie sconfinate che si stendevano verso i Grandi laghi erano ancora evitate, il Michigan (dai testi scolastici dell'epoca) era considerato una palude inabitabile, desolante la descrizione.
Il villaggio di Hudson contava 3.000 coloni, Detroit 2.000, Buffalo 4.000,   Indianapolis 1.000, Jefferson 1.000.

Nel solitario  Mississip� (nell'Unione solo nel 1817 ceduto da una Spagna ridotta sul lastrico) o nelle paludi della spagnola Florida (qualche colono, vi era gi� arrivato e si era insediato prima del 1790, aveva messo i suoi simbolici paletti su grandi appezzamenti di terreno e si considerava tutelato dal protettorato europeo di appartenenza; ma i "locali", quelli che non mettevano limiti all'espansione degli States, procuravano loro, prima grandi difficolt� (diritto passaggio, su terreni e fiumi, rifiuto di vendere attrezzi, ecc.)  poi facevano scoppiare le liti,  infine si rivolgevano al governo federale, che interveniva prima con qualche operazione militare per ripristinare l'ordine, poi interveniva con quello diplomatico, e sfruttando il caos e le difficolt� delle grandi potenze europee riusciva a stabilire con le delegazioni straniere dei nuovi trattati, delle nuove cessioni, e quindi modifiche territoriali.

In tutto il periodo napoleonico, Spagna, Francia, Inghilterra e anche la Russia (che cedette pi� tardi agli States tutta l'Alaska) di questi nuovi trattati e cessioni, ne furono firmati a centinaia. Alcuni dietro corrispettive somme di denari, altri,  gli europei furono costretti a firmarli perch� non in grado di opporsi militarmente; in casa avevano ben altri problemi. La Spagna era sprofondata, l'Inghilterra viveva una grave crisi, e la Francia di Napoleone impegnata su quattro fronti era sull'orlo del baratro. L'unica a dominare, dopo, nella restaurazione in Europa, come abbiamo visto, l'Austria degli Asburgo, che per� non si era mai interessata al Nuovo Mondo perch� viveva in un "altro mondo". Il suo isolamento non era solo intercontinentale, ma lo era anche sullo stesso continente.

Fino al 1796, gli Stati Uniti, federazione intesa come repubblica era soprattutto un'idea, non proprio una terra e neppure un popolo; mancavano precisi confini geografici e la popolazione, come carattere, era ancora indefinita e culturalmente grezza. Frontiere aperte, espansione verso ovest, e grande afflusso di immigrati, incoraggiarono gli americani  a concepire  il futuro sviluppo e a volersi distaccare totalmente dall'Europa, a voltargli le spalle, crearsi un proprio destino; insomma in certi ambienti si cominci� a considerare un'ingerenza ogni intervento europeo sul suolo americano. (soprattutto  quello economico, che in America condizioner� la politica molto di pi� che in Europa - Poi condizioner� l'Europa stessa).

Gli americani avevano cominciato prima dell'et� napoleonica (dopo aver ottenuta l'indipendenza) a lottare per il libero scambio con l'Europa, ma in modo particolare con gli arroganti inglesi. Le lotte per la liberalizzazione della politica commerciale proseguirono per tutto il periodo napoleonico, ma furono da parte europea accomodanti per le note difficolt� in cui si dibattevano, come la Gran Bretagna con il  blocco napoleonico, il cui allentamento delle restrizioni verso i cugini americani fu comodo e in certi periodi necessari per far sopravvivere l'economia sull'Isola "isolata" dai mercati Europei.
 
Nel 1812-14, quasi per la disperazione, l'Inghilterra tent� pi� volte  colpi di mano, sbarc� pi� volte in America, ci furono battaglie con sorti alterne, gli inglesi occuparono e incendiarono persino Washington; alcuni stati danneggiati dall'embargo, esaminarono persino la possibilit� di staccarsi dall'Unione. Poi una grossa sconfitta l'11 novembre a Plattsburg, quella di Baltimora e le difficolt� in Europa (per il ritorno di Napoleone)  ribaltarono le sorti, e a Gand il 24 dicembre 1814, la Gran Bretagna pose fine alla guerra con gli Stati Uniti.

Poi, liquidato Napoleone per sempre, con la Restaurazione, le lotte accese ripresero, l'arroganza pure. Da cinque anni stanno proseguendo roventi e proseguiranno incandescenti fino al 1830. Dopo lunghi e difficili negoziati, ma anche lotte intestine nella stessa Gran Bretagna;  in un modo sofferto alla fine gli inglesi concessero il libero scambio all'America. Troppo tardi! Gli Stati Uniti avevano gi� incominciato a sostenere una politica opposta.

In pochi anni era cambiato tutto. Si ribalt� la situazione. A non voler fare pi� gli scambi ora erano gli Stati Uniti. "Dell'Europa non abbiamo pi� bisogno!" (dissero, ma solo "alcuni". I grandi proprietari terrieri, "inglesi", (quelli delle piantagioni) che facevano lucrosi affari esportando  non la pensavano allo stesso modo).

Il discorso di MONROE al Congresso � gi� tutto un programma. E non ci sono ancora profonde divisioni. Anzi, fu definito il periodo della sua presidenza "Era della concordia".  Seguiranno poi le leggi protezionistiche (del '24 e del '29) con dazi di entrata punitivi, perfino del 45 per cento (chiamate dagli inglesi tariff of abominations = abominevoli) rendendo cos� possibile in alcuni stati americani la creazione delle prime industrie.  HAMILTON, il ministro del tesoro anni prima (1803) che aveva dato forza a questi progetti con una serie di provvedimenti radicali, aveva affermato che "bisognava imitare la Gran Bretagna, creare la grande industria per diventare potenti, ma non importando soli coloni, ma tecnici da ogni parte d'Europa e creare scuole anche per chi non aveva i mezzi".
I tecnici (delle nuove tecnologie industriali in una totale trasformazione in Europa) nel 1794 sul continente americano mancavano del tutto. Famoso un certo Slater, sbarcato a Rhode Island, riusc� a memoria a ricostruire le prime filatrici meccaniche. In Inghilterra c'era la galera a vita per chi esportava disegni; e rigorosamente si negava l'espatrio a qualsiasi tecnico o capace artigiano).

Nel 1813 a Boston, Lowell con lo stesso sistema di Slater, apr� cos� la sua prima fabbrica, organizzata secondo criteri produttivi simili a quelli europei, ma con un grosso vantaggio: era vicino alla fonte delle materie prime; inoltre aveva davanti alla porta un grande mercato, una popolazione che si raddoppiava ogni dieci anni.

Questa tendenza cominci� per� ad inasprire le controversie fra le comunit� delle piantagioni e quelle dei nuovi centri commerciali e industriali. I primi vivevano di esportazioni di prodotti agricoli con un'economia esclusivamente schiavista che procurava enormi (e facili) capitali, mentre i secondi potevano fare a meno di esportazioni e di schiavi, ugualmente realizzavano ingenti capitali, ma rispetto ai primi dovevano investire in risorse umane molto pi� scolarizzate o con un lungo apprendistato; e sia in un caso sia nell'altro costoso; "piantare" macchine e seguirle, non era come "piantare"  cotone.
La frusta - si affermava - va bene al sud, ma non produce nulla a nord. Noi abbiamo bisogno di teste, e non di braccia.

Le animosit� e i rancori  cessarono con l'Europa, ma se ne iniziarono altre all'interno del Paese. In America si apr� un altro capitolo della sua storia. Il pi� importante! Tutto accadde in poche decine di anni. In questi anni.

Con Monroe si delinea  la direttrice principale della linea politica che caratterizz� - in una lunga fase di assestamento delle ex colonie europee - l'evoluzione storica americana a partire da questo 1823. Sul piano economico, il rapido affermarsi in pochi anni del sistema industriale e finanziario del Nord naturalmente non trov� un parallelo con il Sud, nei Paesi detti latino-americani. 
Una rivalit� fra Stati agricoli del sud in prevalenza liberisti, e quelli industriali del nord protezionisti, che alla fine caus� la guerra civile. La schiavit� essendo uno dei principali elementi su cui si fondava la prosperit� (!) degli stati meridionali divenne la causa della secessione (specificatamente economica; che  poco o nulla aveva a che vedere con la causa filantropica umanitaria. Infatti, abolita la schiavit�, non si pens� affatto agli schiavi. Si lasciarono allo sbando, con le discriminazioni, nonostante le leggi antirazziste. E molti vissero peggio di prima. (Questo oggi  affermano molti studiosi neri, i pronipoti).

Nel 1861 quando scoppi� la guerra civile, gli Stati del Nord avevano 22 milioni di abitanti, quelli del Sud 4 milioni, di cui 3,5 milioni schiavi. Ma molti vivevano negli stati del sud non proprio come una certa letteratura riporta. Nel 1861 lo schiavo non era pi� quello del '700, era un "patrimonio" da salvaguardare, creando socializzazione, assistenza medica, alimentazione, formazione di famiglie, ecc. La tratta era terminata, il mercimonio finito, quindi fu riservata molto attenzione a una realt� che era profondamente mutata rispetto agli anni precedenti.
(A questi anni, pi� avanti ci arriveremo. Guardando pi� in dettaglio il fenomeno e le ultime verit� su un periodo dove la storia degli ultimi cento anni � piena di omissioni, sui fatti politici-economici  ha molte lacune, e su quelli sociali molte ombre.

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*** BEETHOVEN compone la 9a sinfonia, in contemporanea (l'Ode alla gioia, � ribadito nel canto di resurrezione) viene composta la Missa solennis op.123, capolavoro assoluto della scarsa attivit� di Beethoven nel campo della musica sacra.

*** SAINT SIMON scrive SAGGI POLITICI sul "Socialismo Utopistico e il primo quaderno del Catechismo degli industriali.

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