HOME PAGE
CRONOLOGIA

DA 20 MILIARDI
ALL' 1  A.C.
1 D.C. AL 2000
ANNO x  ANNO
PERIODI STORICI
E TEMATICI
PERSONAGGI
E PAESI

vedi stesso periodo "RIASSUNTI STORIA D'ITALIA"

ANNO 1817 
SAVOIA DELL'800 E LA DINASTIA - I MARTIRI ITALIANI DELLA LIBERTA'

*** RESTAURAZIONE - SEVERE DISPOSIZIONI IN ITALIA
*** TUMULTI A RIMINI
*** IL SANFEDISMO

LE ORIGINI DI CARLO ALBERTO DI CARIGNANO-SAVOIA


Iniziamo con una panoramica generale dell'anno

In ITALIA  - come nel resto d'Europa - cresce negli ambienti liberali l'opposizione alla politica della restaurazione. Sono organizzazioni   spontanee, spesso non collegate fra di loro e molte hanno una ideologia diversa, differenti  metodi di lotta, e le stesse strutture hanno all'interno gruppi eterogenei. La composizione  di alcune di queste formazioni, quelle pi� potenti a carattere internazionale, non sono mai state - nemmeno dopo, a risultati ottenuti - individuati sia i capi che i seguaci. Si � sempre parlato di sette, di massoneria, di vecchie societ� guelfe, o della Carboneria; quest'ultima  molto diffusa nel meridione d'Italia ma con ramificazioni in ogni parte della penisola. Erano e rimasero societ� segrete.

Del resto la repressione era subito scattata e il terrore di essere scoperti suggeriva a capi e seguaci di modificare continuamente nome dell'organizzazione, e spesso anche la composizione interna, creando compartimenti stagni tra gli stessi proseliti. Come nella CARBONERIA (nata inizialmente in Francia con finalit� antibonapartiste, in seguito con intenti antiborbonici, di conseguenza verso programmi democratici e repubblicani) che era organizzata gerarchicamente, ma gli iniziati conoscevano solo i superiori immediati, ne ignoravano i vertici. Dalla massoneria  la carboneria mutu� i riti (persino esasperati)  e dalla religione cristiana il misticismo e la lotta intesa come una "missione". Il  declino con il fallimento dei moti del 1820-21, fu dovuto proprio alla scarsa collaborazione tra le varie altre associazioni regionali sempre pi� numerose, pi� agili, pi� efficienti. Da soli - si dissero queste ultime societ� segrete - non si andava da nessuna parte, bisognava unirsi.

FILIPPO BUONARROTI, sostenitore delle istanze rivoluzionarie, esule a Ginevra, cerc� proprio lui di riorganizzare le attivit� di societ� segrete di carattere egualitario e repubblicano, e con lui, FEDERICO CONFALONIERI. Tra le organizzazioni pi� attive: i sublimi Maestri in Piemonte, la Federazione Italiana in Lombardia, la Costituzione latina nell'Italia centrale. Altre meno note l'Adelfia, l'Ordine Delfico, massoni dell'ex Regno Italico, la Societ� Guelfa, e altre ancora, nate, estinte o ricomparse in seguito. Del tutto particolare quella siciliana, con un orientamento non unitario, ma separatista.

In ogni regione d'Italia, con la Restaurazione, sono scattate severe disposizioni  (pi� dure che in ogni luogo d'Europa) contro i "colpevoli di trasgressioni politiche" (che voleva dire tutto!) . Iniziano ad essere applicate subito nel Lombardo-Veneto. Nel Regno delle due Sicilie (eliminato l'esercito, inaffidabile) si sono creati reggimenti di milizia in ogni provincia e promulgato un nuovo ordine giudiziario.  Nel Regno di Napoli  (ora unito a quello siciliano) si agisce non  diversamente e anche pi� pesantemente.

Nei territori dello Stato Pontificio, il 22 novembre scorso, PIO VII ha pubblicato un nuovo codice (abolendo il napoleonico) che non � certo a favore di coloro simpatizzato con i francesi o dei promotori di fermenti liberali. Con poche eccezioni il codice di Pio VII, � il  vecchio codice papalino. In Piemonte VITTORIO EMANUELE non � stato da meno, il 15 ottobre istituisce il ministero di Polizia Generale, che vuol dire: fare una "pulizia generale"! . Tutta la politica governativa � decisamente repressiva; ha ristabilito gli antichi diritti feudali e fa stroncare sul nascere ogni tipo di organizzazione.

  In quasi tutti i regni e prima di tutti nel Lombardo-Veneto,  gli atti di stato civile passano dalla competenza dei municipi a quella dei parroci. Nel Paese si ridistende la "mano nera". Non si sfugge dalla schedatura. Non si muove foglia che clero non voglia, e con il soccorso sempre degli austriaci.

Paradossalmente le oasi pi� liberali della penisola sono quelle guidate da sovrani con i legami dinastici   asburgici. In Toscana con FERDINANDO III sono ripristinate le leggi leopoldine, che non erano meno illuminate di quelle napoleoniche; a Parma, MARIA LUISA con il suo governo fece altrettanto e (salvo la rivolta del '21) non ebbe  la fama di una sovrana reazionaria.  A Modena FRANCESCO IV si fece (anche lui nel '21)  la fama di reazionario, ma non ripristin� la legislazione feudale.

Solo quello Sabaudo (l'unico che poteva considerarsi veramente italiano) il ritorno al passato fu pi� completo. Rientrati nella corte con il codino e il cappello tricorno il governo fu nuovamente affidato a uomini mediocri e bigotti guidati prima da Vittorio Emanuele I, poi da Carlo Felice, quando il primo, alla prima cospirazione dei suoi militari, non se la sent� di fare una repressione, prefer� abdicare al pi� energico Carlo che chiese per domare la rivolta un intervento austriaco.
Una richiesta anomala, primo perch� i Savoia diffidavano dei disegni espansionistici austriaci e secondo anche nelle attivit� economiche era l'unico stato che non ricorreva agli aiuti di qualsiasi genere provenienti da Vienna. Sar� ancora  pi� anormale e ambiguo, l'atteggiamento dei Savoia, quando salir� sul trono nel '31 Carlo Alberto

Oltre alle palesi leggi pi� o meno repressive appena accennate, a contrapporsi alle Societ� segrete liberali e rivoluzionarie, ci sono le sette reazionarie (italiane composte da italiani) a carattere religioso, mistiche, intransigenti al nuovo, violentemente antiliberali, che con la restaurazione  cercano di spingere i  governanti  appena ritornati sul trono a una dura politica di repressione;  e nello stesso tempo, agiscono, clandestinamente, con i metodi pi� sbrigativi, assoldando malviventi e bande brigantesche. Tre erano le pi� grandi sette reazionarie. I CALDERARI nel regno delle Due Sicilie con affiliati i baroni dell'aristocrazia meridionale. In Piemonte operava la setta semiclandestina LE AMICIZIE al servizio dei Savoia. Mentre nello Stato Pontificio agivano i SANFEDISTI: i pi� tenaci e reazionari assertori dell'alleanza "trono e altare". Il loro programma era il rafforzamento del potere della Chiesa e del Papa. I Sanfedisti avrebbero poi assunto una forza notevole nel clima di paura e repressione seguito al fallimento dei primi moti in Italia del 1820-21.

Il SANFEDISMO in molti testi storici viene definito "un movimento politico composto in prevalenza da contadini e plebi urbane che difendevano i valori religiosi, sociali, culturali e politici tradizionali". Cio� la "Santa Fede" (da cui presero il nome) contro le "novit�" francesi. E che il loro successo -si scrive senza approfondirne la genesi - fu facilitato dall'appoggio del cardinale RUFFO FABRIZIO di Bagnara. Ma non era cos�.
Questa  "banda" pi� che un movimento,  era null'altro che una  machiavellica "creatura" dell'abile prelato. I contadini e la plebe non erano neppure a conoscenza delle "novit�" francesi. Erano costretti, campavano da secoli, e rimasero  ancora per un altro secolo, dei servi,  senza alcun diritto, vivendo in una miserabile condizione, persino inumana.  I valori sociali, culturali e politici, con la   restaurazione seguitarono a non riceverli, n� con Ruffo n� dopo Ruffo. Anzi per non correre pericoli, i Borboni abolirono l'esercito e la bandiera siciliana. In compenso tolsero ai siciliani gli uffici civili e regalarono tanti uffici ecclesiastici, che erogavano come "nella tradizione" solo tanta  rassegnazione; cio� stare immobili (seguitare a fare i servi) e affidarsi alla "provvidenza".

Nato nel '744, RUFFO, serv� prima l'intransigente papa Pio VI (era al suo fianco quando condann� la Dichiarazione dei diritti dell'uomo)   poi divenne tesoriere generale, infine fu nominato cardinale nel '791 al servizio di re Ferdinando,  poi  nel 1798 lo segu� a Palermo quando la corte borbonica fu cacciata dai francesi da Napoli. Fu proprio Ruffo a sottoporre al re in esilio un audace piano per riconquistare il Regno. Facendo abilmente leva sul secolare odio contadino contro i signori e i borghesi (che riusc� avvedutamente a far loro identificare nei "giacobini" francesi) riusc� in breve tempo a raccogliere una considerevole truppa, composta in buona parte di sbandati, di avventurieri della peggiore specie e di briganti, come lo Sciarpa e Fra Diavolo. Chiam� questa "armata cristiana e reale".

Marciando con questa accozzaglia, Ruffo, si impadron� di Catanzaro, devast� Crotone, penetr� in Basilicata e in Puglia, Altamura fu sottoposta a un orribile saccheggio, infine pieg� verso Napoli occupandola dopo violenti combattimenti all'arma bianca. Fu alla fine persino spaventato dagli spaventosi e agghiaccianti eccessi delle sue bande, che alla fine per evitare un genocidio, negozi� la resa dei repubblicani, ma poi - scavalcato - i patti furono violati dai Borboni e dagli Inglesi di Nelson e i repubblicani furono tutti massacrati. Ruffo, port� cos� a termine l'impresa, ma scomparve dalla circolazione; condusse vita ritirata fino alla morte, avvenuta nel 1827) -   FERDINANDO IV di Borbone nomin� poi il Principe di CANOSA capo della polizia: i napoletani caddero dalla padella alla brace! In fatto di repressione verso la carboneria o chi aveva servito i francesi, Canosa fu spietato;  in pochi giorni divenne il campione del terrore, fino al punto che fu destituito dopo solo tre mesi. Pur di non vederlo in azione, e anche per crearsi una base sociale nel paese non ostile, Ferdinando perdon� tutti, e obblig� l'aguzzino a dare le dimissioni. (Ma lo riassumer� quando improvvisamente divenne lui un aguzzino, nel 1820, dopo la rivoluzione napoletana del generale Pepe).

Altre repressioni in altre zone d'Italia stavano seminando odio. Il 23-24 Giugno, a Macerata  scoppi� la prima insurrezione antipapale provocata da un gruppo di carbonari, ma fu repressa in  due giorni con numerosi arresti e condanne esemplari dei "cospiratori dello Stato".

  Anche a Roma, approfittando di una assenza per malattia di papa PIO VII scoppi� una rivolta popolare dentro lo Stato Pontificio, prontamente repressa dai soldati papalini.

La crisi politica, ma anche la crisi economica (� un periodo di forte carestia su tutta la penisola) in molte citt� fanno nascere altre  numerose organizzazioni clandestine contro la restaurazione, anche se possiedono - a causa  della spontaneit� - diverse ispirazioni, motivi . Alcune lottano per l'indipendenza nazionale, altre hanno in programma l'uguaglianza sociale con alcuni progetti di democrazia, alcune le hanno comunistiche; ci sono alcune gerarchie militare frustrate che progettano un colpo di Stato,  infine ci sono gruppi che per raggiungere   altri obiettivi, mirano alle insurrezioni popolari mettendo la miccia all'interno del popolo minuto, irritato per ben altri motivi.
I tumulti dello scorso anno a Rimini (li possiamo considerare i primi in assoluto del Risorgimento Italiano) fu una bomba sociale innescata dentro le fortezze della politica;   la manifestazione era nata per protestare contro il caro viveri, si trasform� in una insurrezione. Lo Stato Pontificio non ebbe dubbi sulla natura politica. A stroncare i tumulti invi� il delegato pontificio monsignor PACCA. Gli organizzatori della manifestazione furono subito  processati e condannati a morte, i fiancheggiatori condannati all'ergastolo e i partecipanti, alle galere per diversi anni.
Per non correre pericolo di tutta l'erba si fece un fascio.

CRONO ITALIA

1 GENNAIO - In Sicilia entra in vigore la nuova suddivisione amministrativa nelle province.  A maggio va in vigore anche il nuovo ordinamento giudiziario elaborato da Luigi de' Medici ministro del regno borbonico.

MARZO - Diffondendosi in febbraio dal Veneto, scoppia in varie zone d'Italia  una grave epidemia di tifo.

23-24 GIUGNO - Scoppia invece a Macerata una insurrezione antipapale. Pronta, immediata e severa la reazione delle truppe papali, con arresti  dei "congiurati contro lo stato" e dure condanne per "delitti e gravi trasgressioni politiche".

23 LUGLIO - Grandi fermenti in meridione, nel regno delle Due Sicilie. I Borboni sciolto il precedente esercito, creano proprie milizie in tutte le province con reggimenti, battaglioni e compagnie.

4 AGOSTO - Prime cospirazioni in Sicilia contro i governi borbonici e prima condanna a morte di un ribelle "per lesa maest�" (arrestato, aveva mandato al diavolo re Ferdinando con epiteti). Altri suoi seguaci finiscono in galera con pene durissime.

LE ORIGINI DI CARLO ALBERTO DI CARIGNANO-SAVOIA

18 NOVEMBRE - Nel regno Sabaudo, di Sardegna, Vittorio Emanuele, con le nuove leggi, (che poi sono le vecchie) fa rientrare in possesso agli espropriati nobili, gli antichi diritti feudali. Per la sua dinastia  istituisce la primogenitura e il fidecommesso. Il primo istituto era sconosciuto ai Romani, si afferm� solo in et� feudale medievale nelle classi alte dei nobili per la trasmissione ereditaria dei beni e del titolo ducale (o reale) solo al primogenito, mentre il secondo istituto fu introdotto in et� moderna. Consisteva (sempre escludendo le donne, nel primo caso come nel secondo ) nell'istituto di diritto successorio che obbliga l'erede a trasmettere l'eredit� a un'altra persona dopo la morte dell'erede designato.

La volont� di VITTORIO EMANUELE di SAVOIA � dettata dalle circostanze: non ha discendenti diretti, alla sua morte ha designato il fratello CARLO FELICE che per� a sua volta non ha nemmeno lui discendenti diretti; si estingue cos� la  dinastia "diretta" dei SAVOIA.
Successore di Carlo Felice resta solo un lontanissimo nipote, CARLO ALBERTO figlio di Carlo Emanuele di CARIGNANO, che non porta il nome di Savoia, ma � originaria la sua casata dal vecchio piccolo feudo di Carignano (paese agricolo vicino a Torino - chiamato secoli prima "terra dei principi di Acaia"). Se ne assicurarono il possesso prima i principi vescovi (X sec)  poi in una lunga e aspra contesa con i  marchesi del Monferrato fu conquistato dai Savoia nel 1418. Nel 1650, Carlo Emanuele I di Savoia lo diede in feudo al suo quartogenito, Tommaso, che divenne cos� il capostipite della casata del piccolissimo feudo trasmettendo nelle successive sette generazioni il nome di Carignano e non Savoia.

Vissuti sempre fuori dalla corte, i Carignano, nel periodo napoleonico con le spoliazioni feudali furono costretti anche loro a risiedere per sedici anni a Parigi durante l'occupazione francese del Piemonte. Rientrarono con la prima restaurazione nel 1814, con un futuro assicurato per il giovanissimo figlio ( in Francia sedicenne nominato da Napoleone tenente dei dragoni ) CARLO ALBERTO, che alla morte di Carlo Felice nel 1831 salir� sul trono piemontese subito  trasformandosi in un ambiguo ed enigmatico personaggio: prima bonapartista,  poi timido liberale, poi duro conservatore e filo-clericale, poi nuovamente liberale, infine non credendo alla sua forza e alla sua anima democratica,  indeciso, attanagliato dai dubbi e dalle contraddizioni,  in una poco chiara battaglia, come re e come uomo si dichiar� sconfitto; abdic�, part� per l'esilio, per morire pochi giorni dopo di crepacuore a soli 50 anni.

Non riusc� nel suo grande progetto; non divenne un grande sovrano di un grande regno, ma mor� da uomo, e nonostante le ricchezze, come un uomo comune: di dolore.

Un altro brano della sua biografia lo trovate  QUI - ANNO 1821 
QUI - ANNO 1831

 o anche in BREVE BIOGRAFIE DEI SAVOIA DELL'800

--------------------------
1817: SERBIA: Finisce la seconda insurrezione serba iniziata due anni prima. Essa segue la prima insurrezione del 1804-1812 con la quale i Serbi avevano ottenuto la formazione di un ordinamento politico autonomo basato su di un Senato e di una Skupstina (Dieta). Con questa seconda insurrezione Milos Obrenovic strappa l'autonomia interna dall'Impero Ottomano. Anche se rimane soggetto ad un tributo nei confronti dei Turchi il Principato Serbo conserva l'indipendenza destreggiandosi tra Russia e Turchia, nonostante le continue lotte per il potere tra le dinastie rivali dei Karagjogjevic e degli Obrenovic. (By: Pier Paolo Chiapponi) 


*** ECONOMIA - Esce la prima edizione di Principi di politica economica e tassazione di DAVID RICARDO. Opera fondamentale dell'economia classica per l'elaborazione della teoria del valore e della distribuzione.

*** ECONOMIA-POLITICA - Non meno importante l'uscita delle dispense di  SAINT-SIMON (Parigi 1760-1825), che pubblica L'industrie. Il primo a mettere in risalto i conflitti tra lavoratori e industriali. Prospetta un nuovo ordine politico e morale fondato sulla solidariet� e la gerarchia delle competenze. Si inoltra poi in un  socialismo utopistico, ipotizzando la creazione di una societ� fondata sul lavoro e retta da un consiglio di scienziati. E' contrario alla propriet� privata  dei mezzi di produzione, � lo stato che deve essere l'unico proprietario delle ricchezze della nazione, lo stato a distribuire il lavoro in base alle attitudini di ciascuno, quindi attribuzione di un salario adeguato alle capacit� dei singoli individui
E' chiamato il sansimonismo, ma da Marx socialismo utopistico.
Pochi anni e il Socialismo (si chiamer� cosi dal 1830) pass� dall'utopia all'organizzazione utilizzando le  idee proprio del gruppo di Saint Simon, Fourier, Owen, che volevano un nuovo ordine basato su una concezione economica e sociale dei diritti dell'uomo.

*** RELIGIONI -  Nasce a Teheran (Iran),il 12 novembre 1817, BAHA'U'LLAH - nome che in arabo significa "Gloria di Dio".� il Fondatore della Fede BAHA'I'. Nel 1852, durante un'ondata di persecuzioni contro i seguaci del B�b, fu rinchiuso in una prigione sotterranea a Teheran, dove ebbe la prima ispirazione della sua missione. Fu poi esiliato e messo al bando per tutta la vita. Nel 1863, a Baghdad, annunci� ai seguaci la sua divina missione. Dopo un ulteriore esilio a Costantinopoli e ad Adrianopoli, da dove proclam� ai capi politici e religiosi del suo tempo il Messaggio divino di cui era portatore, fu incarcerato nella colonia penale di Akka,dove mor� nel 1892,dopo aver scritto opere contenenti le leggi e i principi per l'unificazione dell'umanit�.

*** Prime esplorazioni all'interno del nuovo continente: l'AUSTRALIA.  Si scoprono le regioni fertli, le grandi praterie, ci si impossessa dei territori, e sistematicamente si procede allo sterminio della popolazione indigena. L'isola da infame residenza di deportati inglesi, inizia a trasformarsi in terra di conquista  per i grandi allevamenti e per lo sfruttamento del suolo.

***Un Barone hobbista di meccanica, KARL FRIEDRICK DRAIS, costruisce la sua  prima DRAISINA, una specie di velocipede con solo due ruote; sono ancora molto lontani  i pedali (questi arriveranno solo nel 1861) L'idea gli nasce da una specie di monopattino, realizzato anni prima da Mede de Sivrac;  invece di spingere con un solo piede se ne usa due stando seduti. Il moto lo si ottiene spingendo a terra o con il piede sinistro o con il destro, spesso percorrendo  brevissimi tratti con i piedi sollevati.
Fu cos� battezzata veloci-pede (veloce con il piede)
Gi� appare simile alla moderna  bicicletta. E fatto con  un telaio di legno, ci sono due ruote uguali,  ha un manubrio snodabile sulla prima ruota, mentre sulla seconda  un lungo sedile in legno.
Di modelli "draisienne" (in italiano draisina) nel corso del secolo ne appaiono moltissimi, sempre con alcuni perfezionamenti;  ma uno in particolare � quello con il telaio in acciaio costruita da un meccanico inglese: Birch (il nome anche qui influisce)
Da questo momento lo si chiama Bi-ciclos dal greco bi e kri-kos = doppio cerchio
(per la intera
storia della bicicletta linka QUI 

*** PARKINSON Descrive in un saggio di medicina i sintomi del morbo che porta il suo nome.

*** Mc ADAM rivoluzione il sistema del manto stradale, fino a questo momento in terra e pietrisco.  Con una miscela di pietrisco minuto e di  bitume (o catrame o asfalto), con una tecnica che ha brevettato e che porta il suo nome  macadam, inizia l'asfaltatura delle strade. Oltre che permettere una maggiore scorrevolezza (ma le auto non ci sono ancora !) la caratteristica principale ed essenziale per cui viene ben accolta questa pavimentazione, � l'impermeabilit�, il non assorbimento dell' acqua.

CONTINUA ANNO 1818 >