GIOVANNI BATTISTA PIRANESI

"..è così pieno dell'aria, del cielo, del suolo di Roma,
da ritrarla con prodigiosa fedeltà,
e da farla comparire come per incanto
innanzi agli occhi di chi non l'ha ancora mai veduta..."
(Rovati)

Piranesi nasce a Mogliano Veneto nel 1720. Con il fratello Angelo e lo zio Matteo Lucchesi (magistrato alle acque della Serenissima) studia a Venezia, latino, apprende la storia romana, prospettiva e incisione presso Zucchi. A 20 anni soggiorna a Roma per la prima volta accompagnando l'ambasciatore veneziano Venier. Rivelando ben presto le sue attitudini di pregevole incisore vedutista, l'anno dopo, nel 1741 dà alle stampe una piccola Guida di Roma con alcune vedute.
Piranesi resta affascinato dell'antica città e manifesta una commossa meraviglia dinanzi allo spettacolo delle "parlanti ruine" della città eterna. Nel 1744 ritorna per un breve soggiorno a Venezia e ha contatti con la bottega del Tiepolo, del Canaletto e del vedudista Bellotto, poi torna a Roma per non abbandonarla mai più, salve qualche viaggio-soggiorno a Napoli, Ercolano, Paestum e Pompei.

Nel 1748 Piranesi iniziò la produzione delle celebri "Vedute di Roma" raccolte in un volume. A questa prima serie ne seguì una seconda nel 1756 in quattro volumi. "Antichità romane".
Con le sue opere Piranesi esercita ben presto una forte influenza sugli architetti classici della sua epoca e fu considerato come il più eloquente portavoce della romanità, intesa in opposizione all'architettura e scultura greca, che avevano allora un forte sostenitore in Winckelmann.

Piranesi non si impegnò solo nella vedutistica; fin dall'inizio del suo soggiorno, svolse una infaticabile attività di scavatore e scopritore archeologico, e conducendo una scrupolosa indagine filologica sui resti antichi, in una sua opera successiva (1761), in "Della magnificenza ed architettura de' Romani" anticipa i metodi scientifici dell'archeologia moderna. Riusci a mettere insieme anche una ricca e importante collezione di reperti, che fu in seguito venduta poi al re di Svezia da suo figlio Francesco, ora nel Museo di Stoccolma.

Piranesi si rammaricava sempre che "...i tempi non consentivano imprese di grande respiro", e sosteneva che "..la responsabilità è di quanti questi tesori posseggono" e che "a loro arbitrio li gestiscono", con "limitati orizzonti".
Del resto già tutta la storia delle rovine romane (dovute agli uomini e non ai cataclismi naturali) non a caso fu riassunta nel "Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini", quando questi nel "cadavere imbalsamato, ancor bello e coperto di porpora e di gemme" aprì in quei grandiosi monumenti, delle cave, asportando colonne di marmo, di granito, massi di travertino, frontoni, capitelli, e perfino il bronzo dall'unica opera che era rimasta intatta in mille anni dalle offese dei barbari. Un diarista contemporaneo, Giacinto Gigli, in questi termini descrive il malcontento popolare per la profanazione fatta al Pantheon: "Il popolo andava a vedere disfare una tanta opera, e non poteva far di meno di non sentire dispiacere e dolersi che una sì bella antichità che poteva dirsi veramente eterna, fosse ora disfatta".
Dove si vede che qualche volta il popolo mostra di avere quel buon senso che non sempre si trova in chi lo governa.
All'epoca del Piranesi, tutti questi grandiosi monumenti erano nel completo degrado, fatti a pezzi, con i frammenti delle spoliazioni sparsi al suolo come in una cava, e intorno, lo stesso suolo, ridotto a pascolo di capre. I pochi che conoscevano cosa significavano quei munumenti per la umana civiltà , "atterrivano dallo sgomento". Non pochi scrittori assolvevano perfino i saccheggi dei barbari, perchè almeno questi avevano portato via l'oro, l'argento, ma non le "gemme", i "tesori", le colonne di granito, i massi di travertino e le sculture.

PIRANESI - VEDUTE DI ROMA DEL '700

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(Oltre al caricamento veloce le incisioni non sono disturbate da testo per permetterne la stampa integrale)

VEDUTA DI ROMA -- PIAZZA NAVONA-- COLOSSEO



PORTICO OTTAVIA - TEMPIO DI CIBELE (PIAZZA BOCCA VERITA') - PIAZZA PANTHEON



PANTHEON - PONTE SANT'ANGELO - LA RIPA GRANDE
(cliccare sopra solo se si ha il CD)


PIAZZA QUIRINALE - TOMBA CECILIA METELLA - PIAZZA S. PIETRO



FORO ROMANO - CAMPIDOGLIO - L'ARCO DI TITO



TEATRO MARCELLO - ISOLA TIBERINA - TEMPIO DELLA CONCORDIA



TERME DI DIOCLEZIANO - VIA APPIA IMMAGINARIA - CASTELLO ACQUA GIULIA


IL PONTE MILVIO - SBOCCO CLOACA MASSIMA - PALAZZO DEI CESARI AL PALATINO

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